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Autore: Frankie92    17/05/2013    6 recensioni
E poi li vide: gli occhi più belli che avesse mai visto in vita sua, un mix di oro e caramello fuso, in cui sembrava così facile perdersi, contornati da una matassa di ricci scuri così morbidi alla sola vista.
“Ciao” mormorò semplicemente l’altro ragazzo con un sorriso che gli fece mancare un battito.
“Ciao”
Kurt poteva sentire le farfalle svolazzare nel suo stomaco e il suo fiato quasi mancargli.
Diavolo, Sebastian aveva ragione.
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Agedifference!Klaine [Klaine; Thadastian;]
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Sebastian/Thad
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Due
 

Non è mai come ieri, ma sei come un chiodo nei miei desideri
"Congiunzione Astrale", Filippo Neviani

Sebastian finì di bere il drink semi annacquato che gli aveva offerto l'ennesimo ragazzo per portarselo nei bagni, sfortunati testimoni di sveltire di cinque minuti. Congedò con un'occhiataccia il ragazzo, che se ne andò via con la coda tra le gambe: quella sera era venuto solo per l'alcool, l'unica cosa che sembrava sollevargli il morale. Di ragazzi ne aveva avuto già troppi, di tutti i tipi, ma da un bel po' ormai sceglieva solo mori con occhi da cerbiatto, come quelli del giovane barista che non riusciva a fare neanche un Mohjito decente. Ordinò un altro Martini, giusto perché riusciva ancora a ricordare quel sorriso che tanto lo torturava.
"Gli errori hanno sempre delle conseguenze, Sebastian" Suo padre glielo ricordava sempre.
Aveva fatto un errore, forse l'errore più grande della sua vita e ora doveva conviverci: era come avere un coltello piantato nel petto, che provocava un dolore immenso ma non così tanto da farlo morire. Dio se si sentiva patetico. Bevve in un sorso il cocktail e pagò, lasciando una misera mancia che gli fece beccare un'occhiataccia dal barista, per poi uscire e prendere un taxi, biascicare al tassista l'indirizzo e ringraziare che per una volta non fosse un chiacchierone.
Appoggiò la testa al finestrino: anche con la mente offuscata e ettolitri di alcol nel sangue, Thad rimaneva in cima ai suoi pensieri.

Era un angelo, ne era certo: quegli occhi, quel sorriso, quella pelle...non potevano essere di questo mondo.
"Riprenditi Anderson" pensò tra sé il ragazzo prima di stendere la mano verso l'altro uomo "Sono Blaine Anderson. Mi sono trasferito al 2C" 
"Kurt Hummel" si presentò l'altro rispondendo alla stretta "Appartamento 1C. Anderson? Sei parente di Cooper?"
Blaine annui "E' mio fratello. Visto che si è trasferito, mi ha lasciato il suo appartamento che divido con tre miei amici, ma ti assicurerò che siamo tranquilli, o almeno li costringerò a farlo"
"Non ti preoccupare, ho condiviso la casa con un fratello piuttosto rumoroso, penso di poter sopportare qualunque cosa" ridacchiò Kurt "allora cosa ti porta nella grande mela?"
"Uhm, sono stato accettato alla Juilliard" spiegò Blaine con modestia, quasi ancora non credesse di essere stato effettivamente preso.
"Alla Juilliard? Wow, allora devi avere talento...Un momento" lo guardò come se avesse avuto un'illuminazione "Tu sei lo zio Blainey di cui Christie parla sempre?"
Le guance di Blaine diventarono rosso scarlatto "Si, anche se dovrei uccidere Cooper per quel soprannome"
"E' adorabile" lo rassicurò Kurt con un occhiolino mentre entrava nell'ascensore "Beh, allora ci vediamo in giro"
Blaine sembrava dispiaciuto "Ci vediamo in giro"
"Comunque Christie aveva proprio ragione: ha veramente uno zio davvero carino" Il sorriso di Kurt fu l'ultima cosa che vide prima che le porte dell'ascensore si chiusero, lasciandolo li con un'espressione sbigottita seguita poi da un sorrisone.
Il suo primo giorno a New York non poteva andare meglio.

Kurt entrò in casa e posò la busta e la borsa prima di crollare sul divano: aveva davvero flirtato con uno di diciotto anni? Perché doveva avere diciotto anni visto che era appena entrato al college. Cosa gli diceva il cervello?
"Andiamo, era solo un complimento innocente, niente di grave" tentò di rassicurarsi per poi andare in cucina a scaldarsi la cena "Solo perché è tremendamente carino, divertente, sexy e... No, ha solo diciotto anni: lui a malapena sapeva leggere quanto tu sei entrato al college. Vino, ci vuole vino"
Aprì la bottiglia e iniziò a mangiare le lasagne in silenzio, gustandosi quel formaggio così filante che sarebbe stato presto smaltito sulla cyclette e infine prese la bottiglia e la cheesecake e si posizionò sul divano, guardando una maratona di "Abiti da sposa cercasi".
Cercò di non pensare a Blaine, ai suoi occhi così... magnetici. Perché tutto ad un tratto si stava comportando come una tredicenne alla sua prima cotta? Lui era un uomo adulto di trent'anni, era razionale, non credeva in queste cose.
I suoi pensieri furono interrotti dallo scampanellio furioso alla porta e Kurt si alzò sospirando e la aprì.
"Sono solo le undici: hai deciso di concedere al tuo fegato un po' di pausa?"
Sebastian sbuffò e senza troppi complimenti entrò in casa "Le tue battute fanno pena"
"E tu sei ancora in grado di capire cosa la gente ti sta dicendo: mi devo preoccupare"
"Ho bevuto solo un paio di drink" spiego l'altro buttandosi sul divano "Domani devo andare dalla mia editrice"
Kurt si sedette sulla poltrona li vicino e lo guardò scettico "E io dovrei credere che è solo questo il motivo"
Passarono cinque minuti in silenzio prima che Sebastian si decidesse finalmente a parlare "L'alcool non funziona più"
"A me sembri ancora ubriaco"
"Non intendo questo" biascico' pateticamente "Intendo nell'altro senso"
"Forse non sei ubriaco abbastanza"
"No, anche l'altra settimana e' stato così"
"Allora possiamo scartarlo dalla lista e guardare finalmente in faccia alla realtà?"
Sebastian gemette "Ti prego, risparmiami"
"No Sebastian" si impuntò Kurt senza pietà "Cosa ti ho sempre detto? Se vuoi essere compatito non venire da me. Hai fatto una cazzata, lo sai e lo hai ammesso, ma adesso devi trovare un modo per uscirne: non puoi passare la vita così"
"E cosa dovrei fare?" Urlò Sebastian messosi in piedi "Andare sotto casa sua e costringerlo a perdonarmi e a lasciare quel mollusco? Partire e scoparmi mezza Europa, sperando che qualcuno mi dia qualche brivido diverso dalla lussuria? Grazie, conosco le mie opzioni e fanno decisamente tutte schifo"
"Allora evita il problema"
Sebastian lo guardò accigliato "Cosa?"
"Evita Thad: non venire nel mio ufficio, evita le mie feste e i bar e i ristoranti dove andavamo insieme. Occhio non vede cuore non duole no?"
"Pensi che sia così semplice?" Sebastian si buttò di nuovo sul divano "Per quanto vorrei dimenticare, non ce la faccio a non vederlo. Ne sento quasi il bisogno di vederlo felice"
Ed era qui che Kurt lo voleva. Non aveva detto sul serio prima, ma voleva far affrontare a Sebastian il suo vero problema: voleva vivere senza Thad, ma non ci riusciva.
Il ragazzo si alzò dalla poltrona, prese una coperta e un cuscino che sistemò sul divano, portò un paio di bottigliette d'acqua e qualche barretta al cioccolato in salotto e fece sdraiare l'amico.
"Mangia qualcosa e bevi, poi ti fai una bella dormita. Ti lascio anche qualche aspirina e ti ho messo la sveglia al telefono, così hai il tempo di prepararti per l'appuntamento. Domani devo uscire presto, quindi i cereali e il caffè sono al solito posto"
Sebastian annuì e scartò una delle barrette "Credevo che il cioccolato ti facesse male alla pelle"
"Cioccolato di emergenza" spiegò senza troppe parole e gli accarezzò una spalla "Cerca di dormire d'accordo. Buona notte"
"Buona notte" biascicò svogliatamente "E grazie"
Kurt abbozzò un sorriso "Sai che per quante cazzate facciamo, siamo sempre qui l'uno per l'altro"
"Sisi, come uno sleepover club di trentenni: una per tutte e tutte per uno"
"Zitto e dormi Smythe"

Thad Harwood quella mattina si svegliò con l'improvvisa voglia di ripulire casa: si mise un paio di pantaloni della tuta e una vecchia T-Shirt e diede fondo alla scorta di detersivi e spugnette.
Robert si alzò un paio di ore dopo di lui e quasi ebbe paura a toccare qualcosa
"Thad?" Provò a chiamare il suo fidanzato "Dove sei?"
"In salotto!"
Lo trovò li, seduto sul pavimento intento a svuotare un bel po' di scatole e si avvicinò a lui, baciandolo leggermente. 
"Ci siamo svegliati Cenerentola stamattina?" Chiese divertito scostando una ciocca ribelle dalla fronte di Thad.
"Non so, avevo solo voglia di fare pulizie" spiegò stringendosi nelle spalle "Mi mancano solo quelle scatole e ho finito il salotto"
"Mmh, sai che hai la mania di pulire quando sei sotto stress o sei nervoso" gli accarezzò una guancia "Forse e' la preparazione del matrimonio"
"Non so"
"Che ne dici se ti preparo un po' di the e miele e torniamo a letto a rilassarci?" 
"Sembra perfetto" Thad sorrise grato "Come farei senza di te?"
Robert lo baciò "Cosa farei io senza di te" Si diresse in cucina e osservò il calendario "Wow, già siamo al primo settembre?"
Thad sgranò gli occhi "C-come?" 
"E' il primo settembre, amore. Meno di sei mesi al nostro grande giorno"
Ma non era questo che aveva così sbigottito il povero Thad: era il primo settembre.

"Quando hai intenzione di partire?"
"Il primo settembre"
"Beh allora buon viaggio"

Thad scosse la testa e riprese a svuotare imperterrito le scatole.

"Tutto qui?"
"Cosa vuoi ancora Harwood?"
"Magari qualche reazione, mi va bene pure una sfuriata. Odio quando sei così calmo"

Mise via un paio di album senza neanche guardarli e si dedicò alla lucidatura di un soprammobile che era perfetto per il salotto.

"Thad, pensi davvero che riusciremo a fare una cosa a distanza?"
"Non possiamo neanche parlarne, Sebastian?"
"Ok parliamone: tu vai a Londra e io resto a New York"
"Grazie Capitan Ovvio. È tutto qui?"
"Non vuoi mica una scena smielata del tipo "Io ti aspetterò per sempre" o "faccio i bagagli e vengo con te". Sai che non sono il tipo"

"Thad, vuoi anche qualche toast con la marmellata?"
"No grazie" mormorò Thad continuando a lucidare quel maledetto coso di vetro "Non ho fame"

"E quello che abbiamo avuto in questi mesi non conta niente?"
"Thad, vuoi davvero attaccarti a una cosa di due mesi in cui abbiamo fatto sempre tira e molla?" 
"Era solo un passatempo per te? Cioè eravamo solo una "cosa"?"
"Mi conosci da anni ormai: sai che non sono fatto per una relazione"

Si lasciò sfuggire il soprammobile che cadde fragorosamente sul pavimento, rompendosi in mille pezzi.

C'erano state urla. Tante urla. 
"LO VUOI CAPIRE CHE TI AMO E CHE SOLO TU MI DICESSI DI RESTARE LO FAREI?"
Sebastian era rimasto in silenzio, quasi sbigottito prima che la sua espressione divennisse fredda come il ghiaccio 
"Io non ti amo Thad. Avevi ragione, sei stato solo un passatempo come tanti, un gioco di gatto e topo durato fin troppi anni. Vai a Londra e vivi la tua vita, come io vivrò la mia"

"Thad!" La voce di Robert lo risvegliò dai suoi pensieri "Stai bene? Cavolo, ti sei tagliato! Dai vieni in bagno"
Quasi inerme, Thad si fece trascinare in bagno e sedere sul bordo della vasca. Non si era neanche accorto del taglio che gli divideva in due il palmo.
"Dovrebbe bruciare un po'" lo avvertì il suo fidanzato mentre ripuliva la ferita, ma Thad quasi non sentiva alcun dolore.
Osservò Robert, così vicino a lui: i capelli scuri come la pece erano tutti arruffati, gli occhi scuri ancora pieni di preoccupazione e le spalle ancora tese.
Era l'opposto di Sebastian. In tutto.
Sentì qualcosa avvolgere la mano e finalmente tornò in se "Grazie"
Robert sorrise e gli baciò delicatamente le nocche "Vai in camera e rilassati. Il the e' pronto e mi aspetto che tu mangi anche qualcosa chiaro?"
Thad annuì e lo baciò "Sei perfetto"
"Anche con la mia mania per il the e per la saga di Ritorno al futuro?"
Il moro scoppiò a ridere "Anche per quello"
Blaine si svegliò di buon’umore quella mattina: era andato a fare un po’ di jogging, aveva fatto una lunga doccia e ora era pronto per il giorno di accoglienza per le matricole. Si sistemò meglio i ricci semi liberi dal gel, prese le chiavi, il telefono e la tracolla e uscì dall’appartamento.
Canticchiando, si diresse verso l’ascensore e premette il piano terra, quando qualcuno urlò “FERMA LE PORTE”
Bloccò le porte e il ragazzo che aveva urlato entrò di corsa, affiancandosi a lui.
“Uhm, piano terra?” chiese Blaine cortesemente.
Il ragazzo si sistemò gli occhiali da sole “Secondo te, hobbit? Pensi che ci tenga ad andare nel seminterrato?”
“D’accordo”
Un pesante silenzio scese tra i due: Blaine osservava le luci dei tasti fin troppo interessato mentre l’altro ragazzo continuava a fissarlo.
“Aspetta, sei il fratello di Cooper?” chiese ad un tratto “Il nuovo vicino di Kurt?”
Il cuore di Blaine sobbalzò al sentire quel nome  “S-sì”
“Mmh, in effetti sembri la versione più giovane e bassa di Coop” Sbadigliò sommessamente “Dio, pagherei per un caffè decente: odio la macchina per il caffè di Kurt”
Oh, quindi aveva dormito da lui, come se la cosa non fosse ovvia. L’umore di Blaine scese leggermente, ma sapeva che Kurt rimaneva solo una piccola fantasia: quel complimento dell’altra sera non era stato niente. Inoltre, fidanzato o non fidanzato, sapeva di essere quasi un bambino ai suoi occhi.
L’ascensore arrivò finalmente a destinazione ed entrambi i ragazzi se ne andarono via senza dire altro.
Blaine decise di scacciare via i brutti pensieri e di concentrarsi solamente sulla Juilliard, il suo unico sogno.
Per i ragazzi ci sarà tempo poi.
Sebastian uscì fuori dall’edificio e maledisse quel sole che aveva deciso di splendere proprio quel giorno.
Era il primo settembre e splendeva il sole.

Era il primo settembre e pioveva a dirotto.
Forse avrebbero rimandato il volo di Thad. Si rigirò il telefono tra le mani prima che questo si illuminasse all’improvviso, costringendolo a leggere quel fastidioso messaggio.
“L’aereo di Thad è appena decollato -Kurt”
Se n’era andato allora. Era riuscito nel suo intento.
No, non si era pentito di avergli mentito. L’aveva fatto per il bene di Thad.
Perché lui era la cosa più bella della sua vita e voleva solo vederlo felice, anche se per farlo avrebbe dovuto lasciarlo libero. Perché lui era Sebastian Smythe e Sebastian Smythe rovinava le cose belle della sua vita.
Aveva fatto soffrire Thad, ma sarebbe stato meno doloroso in quel momento piuttosto che più avanti.
Anche se avrebbe fatto le valigie e sarebbe partito per Londra insieme a lui.
Anche se per lui sarebbe arrivato fino in capo al mondo.
Ma lui era Sebastian Smythe: amava Thad più di se stesso, ma sapeva bene che prima o poi lo avrebbe fatto soffrire.
Perché lui era Sebastian Smythe e Sebastian Smythe rovinava sempre le cose più belle della sua vita

Prese un cappuccino per rifarsi la bocca e si infilò in un taxi, ringraziando il cielo di non essere in ritardo, altrimenti la sua editrice l’avrebbe castrato davanti a mezzo ufficio.
Forse doveva fare come Kurt e concentrarsi sul lavoro.
Ma, ancora, Kurt non sembrava proprio il ritratto della felicità.

Kurt si fermò su una panchina, stramazzato dalla fatica: fare jogging sembrava facile alla televisione, ma micidiale nella realtà. Finì l’ultima goccia di acqua rimastagli e facendosi forza decise di continuare almeno a camminare, visto che se anche avesse provato a correre le sue gambe avrebbero chiesto di essere amputate.
Guardò l’orologio: si erano già fatte le undici? Forse avrebbe dovuto evitare di fare una pausa di due ore per prendere un caffè e leggere qualche gossip su uno di quegli orrendi giornali scandalistici.
Decise di concedersi almeno una spremuta fresca, prima di morire disidratato, così si diresse con estrema tranquillità verso uno dei suoi bar preferiti,quando squillò il telefono.
“Ehi Thad” rispose dopo aver controllato l’ID “Come va?”
“Ehi Kurt, tutto bene. Volevo solo dirti che ti ho mandato l’indirizzo della galleria e che ci vediamo lì verso le otto, va bene?”
“Perfetto” confermò l’altro “Sicuro che vada tutto bene? Ti sento un po’ giù”
“Sto… sto bene. Solo un po’ di stress prematrimoniale”
“E mancano ancora sei mesi, come sarai messo il giorno prima?”
“In un fascio di nervi” Sentì Thad muoversi e poi chiudersi una porta “Uhm, Sebastian è con te?”
“Nah, la sua editrice lo ha minacciato se non si faceva vedere per la pubblicazione del suo ultimo thriller"
"Capito, e come sta?"
"E' il solito Sebastian, se la sta cavando" mentì quasi con dispiacere: forse dire la verità sarebbe stato più facile "Come mai questo interesse? Non fraintendermi, sono felice che ci sia uno spiraglio per un rapporto civile, però questa sarà la terza o quarta volta che mi chiedi di lui in questi anni"
Thad sospirò "E' il primo settembre"
"Oh" Non doveva aggiungere niente "Come ti senti allora?"
"Sinceramente? Non ne ho idea, solo che per pulire mezza casa mi sono tagliato"
"Quando sei nervoso sei maldestro"
"Non sono nervoso, solo che non so cosa provare"
"Robert cosa ne pensa?"
"Non ne sa niente e non voglio dirgli niente: penserebbe che non sono ancora..."
E sarebbe stato facile fargli quella domanda, per capire, per sentire la sua reazione, ma non poteva farlo.
"Capisco"
"Senti Kurt...."
"Mi occuperò di Sebastian oggi, sperando che non dia fondo al mio armadietto degli alcoolici"
"Probabilmente andrà in qualche bar per una sveltina nei bagni" sbuffò Thad stancamente "Kurt, devo andare. Ci sentiamo più tardi,ok?"
"Certo e Thad? Sai che se hai bisogno sono qui"
"Lo so, altrimenti non saresti il mio testimone" ridacchiò il ragazzo "A dopo"
Kurt riattaccò, un flusso di pensieri che vagavano in testa: Thad ancora si preoccupava per Sebastian, forse più di quanto dovrebbe, e Sebastian... Forse gli serviva davvero una lobotomia per fargli dimenticare Thad.
In più le nozze si avvicinano e sapeva che molti dubbi sarebbero sorti.
Sperava solo che i suoi due migliori amici smettessero di soffrire.

Il giorno di accoglienza per le matricole alla Juilliard fu fantastico: la scuola era enorme e ben attrezzata con i migliori strumenti, le aule spaziose e luminose e il discorso del preside fu per lo più incoraggiante. Aveva incontrato anche qualche compagno di corso con cui si era scambiato i numeri, così che al primo giorno effettivo di lezioni non entrassero da soli nella tana dei leoni.
Il tutto era durato poco meno di tre ore e tutto quello che Blaine desiderava era festeggiare con un buon caffè.
Sembrò trovare un bel posto, uno di quei bar con veranda pieni di graziosi tavolini bianchi, un gioiello in mezzo alla strada.
Decise di fermarsi e prendere un caffè a portar via, quando il suo sguardo si posò su uno dei tavolini, dove, pensieroso e bello come ricordava, c'era Kurt, intento a girare svogliatamente la cannuccia in un bicchiere ancora colmo di succo.
Cosa doveva fare? Far finta di niente o andare perlomeno a salutarlo? Il suo istinto diceva una cosa e il suo cervello un'altra.
Sfortunatamente (o no) era un tipo istintivo.
"Ehi Kurt!" Lo salutò timidamente il ragazzo avvicinandosi a lui.
Kurt alzò gli occhi e fece un sorriso luminoso "Blaine. Che ci fai qui?"
"Sono appena tornato dalla Juilliard, c'è stata una specie di accoglienza per le matricole"
"Wow, allora la vita del college è iniziata , eh?" Indicò la sedia davanti a lui "Perché non ti siedi? Ti offro qualcosa"
Blaine scosse la testa "Non vorrei disturbati"
"Hai altri impegni?"
"N-no, ma tu non aspetti nessuno?"
"A meno che non si presenti Patti LuPone, quella sedia e' tutta tua"
"Ok" Blaine si sedette impacciato e dopo aver ordinato un caffè per entrambi chiese "Niente lavoro oggi?"
"Il sabato è sacro" spiegò soffiando sul caffè ancora caldo "Per quanto ami la moda, ogni tanto serve una pausa”
“Moda?”
“Lavoro a Vogue.Com” spiegò Kurt “Ho iniziato a lavorare quando ero ancora al college e non me ne sono più andato”
Blaine incrociò le braccia sul tavolo “Vogue. Com? Ok, sappi che adoro i vostri articoli”
 Lo sguardo dello giornalista si fece curioso “Davvero?”
“Sì e non sto dicendo tanto per dire. Adoro la vostra rubrica sul “Peggior abito”: i commenti sono sprezzati e divertenti”
“Beh, ne sono felice. Solo che... beh pochi uomini lo leggono, o meglio…”
“Uomini gay?” Blaine terminò la frase divertito “Kurt, io sono gay”
 Cercò di non notare il sorrisetto di Kurt dietro la tazza di caffè, ma le sue speranze affondarono al solo pensiero del ragazzo di stamattina.
All’improvviso il telefono del giornalista iniziò a squillare e prontamente rispose.
“Pronto? Come, hai già finito? Sì,sì grande scrittore bla bla bla. No, non ho voglia di offrirti il pranzo Sebastian. Va bene, ma cerca di prendere qualcosa di decente. No, gli hamburger no. Neanche le crocchette di pollo. D’accordo, allora spaghetti con verdure e pollo alle mandorle. Non sono noioso! Va bene, ti aspetto tra un paio d’ore. A dopo” Kurt riattaccò e guardò dispiaciuto Blaine “Scusa, ma purtroppo frequento un imbecille”
Blaine si irrigidì tutto d’un colpo “Non preoccuparti. Sebastian, eh?”
“Sì, Sebastian Smythe. Forse hai letto qualche libro?”
Blaine scosse la testa “Non  è il mio genere, ma il mio amico Nick ne va pazzo” Bene, aveva anche un fidanzato famoso, non aveva proprio speranze “Per caso… è un ragazzo alto, con gli occhi verdi”
“Sì, non dirmi che l’hai incontrato”
“Stamattina in ascensore. E’ un tipo… particolare”
Kurt sospirò “Scusami per tutto quello che ha detto. Non ha un filtro alla bocca”
“No, non ti preoccupare. Allora… da quanto lo conosci?”
“Da tutta una vita: all’asilo mi ha tirato un palloncino pieno d’acqua e io gli buttai un barattolo di tempera rossa in testa” Entrambi i ragazzi scoppiarono a ridere “Da lì siamo diventati inseparabili”
“Sembrate fatti l’uno per l’altro. Dovreste essere una bella coppia”
Per poco Kurt non si strozzò con il suo caffè e iniziò a tossire mentre Blaine gli passava un paio di tovaglioli
“Coppia? Aspetta tu pensi che quel decerebrato sia il mio ragazzo?”
Le guance di Blaine diventarono rosse “I-io, insomma credevo…”
Kurt scoppiò a ridere come un matto “O mio dio, neanche nei miei incubi! Sebastian è un fratello per me, un fratello opportunista e rompi scatole, ma non di certo il mio ragazzo. Ho degli standard io”
“Degli standard, eh?” lo prese in giro il moro che aveva ritrovato il suo buon’umore.
“Standard molto alti” gli fece l’occhiolino “Allora, ami la musica, giusto? Che ne pensi del teatro?”

Il tempo era volato, letteralmente. Non avevano più smesso di parlare, passavano da argomenti come il teatro e la musica al cinema, alla moda, alla cucina. Era tutto così semplice, così naturale.
Aveva lasciato il bar e optato per tornare a casa a piedi, continuando a chiacchierare come fossero amici da anni.
Blaine non poteva sentirsi più felice, la scoperta del “non fidanzato” di Kurt lo aveva davvero risollevato e non poteva fare a meno di continuare a sentire le farfalle nello stomaco.
Kurt dal canto suo provava le stesse cose, ma tentava di nasconderlo: per lui Blaine era ancora un ragazzo, la differenza di età purtroppo c’era e sarebbe rimasta. Sarebbe stato comunque bello averlo come amico, almeno.
“Quindi signor Anderson, studente della prestigiosa Juilliard” disse Kurt con aria maestosa dopo essere entrati in ascensore  “Qual è il tuo sogno?”
“Diventare un pianista” ammise Blaine “Mia nonna mi ha trasmesso questa passione insegnandomi le basi e da lì è partito tutto. Mia madre continua a dire che già a 5 anni sapevo suonare come Beethoven “
Kurt ridacchiò “La mia pensava sarei diventato un grande wedding planner, visto che passavo ore a far sposare tra loro i miei pupazzi”
“Io li usavo per fare da pubblico ai miei finti concerti” confessò l’altro con una risata “Dai, avevamo immaginazione”
“Fin troppa” Con un bip l’ascensore annunciò l’arrivo del loro piano “Ma almeno non ci annoiavamo mai”
Uscirono entrambi e si diressero verso i rispettivi appartamenti.
“Allora, ci vediamo in giro?” chiese Blaine diventato fin troppo timido.
“Siamo vicini di casa, sarebbe strano il contrario, no?” scherzò Kurt “Ci vediamo Anderson. Ricordami quando sarai famoso” E con questa battuta entrò in casa, lasciando un sognante Blaine Anderson incantato alla porta.
“Non potrei mai dimenticarmi di te” sussurrò a sé stesso prima di infilarsi nel suo appartamento e mettere Katy Perry a tutto volume.

Quella sera, davanti allo specchio, Kurt strinse leggermente la cravatta e si sistemò il gilet: un equilibrio tra elegante e casual perfetto.
“Sei sicuro che non vuoi che resti?” chiese a Sebastian, stravaccato placidamente sul suo letto.
“Non fare la mamma chioccia e vai a fare qualcosa di divertente per una volta” sbuffò il ragazzo “Oddio, divertente è una parola grossa: il massimo del divertimento sarà la foto di un animale steso a terra”
L’altro girovagò nella stanza per prendere chiavi e portafoglio “E’ arte, Smythe. Qualcosa che non puoi capire”
“La scrittura è arte, Porcellana. Sono un’artista anch’io!” si difese Sebastian pensieroso “Magari potrei farmi fare un ritratto da mettere in salotto”
“Il tuo ego non ha pari, vero?”
“Shhh, tutta invidia”
Kurt roteò gli occhi e fece per uscire dalla camera “Sei sicuro?”
“Non sono un bambino. Ho la televisione, l’armadietto magico e cibo gratis. Starò una favola. Tu vai e fai finta di divertiti”
“Ehi, sarà divertente, finiscila!”

Divertente, sì. Come andare dal dentista.
Odiava quando Sebastian aveva ragione.
Innanzitutto la mostra era di una noia assoluta, forse l’unica cosa eccitante era davvero la fotografia di una cane steso su una veranda. Poi c’era il vero motivo dell’invito di Thad:  Nate, ragioniere, trentadue anni, capelli biondi e denti bianchi e smaglianti. Il perfetto modello per una pubblicità del dentifricio, solo che aveva anche la personalità di un dentifricio: molliccio, appiccicoso e con odore nauseabondo di menta.
Ovviamente aveva subito elargito le sue doti di grande esperto d’arte, ma soprattutto esperto di occhiate al suo sedere (non che non ne fosse lusingato). Odiava quella falsità che si creava al primo incontro: perché iniziare una qualche relazione sulle basi di una bugia. Con Blaine invece era stato diverso, era stato vero.
No, non doveva più pensare a Blaine in quel modo: amicizia, rimanere nella fase amicizia per sempre.
Ma di certo non sarebbe stato quel Nate ad aiutarlo a dimenticare, così fece la cosa più vergognosa, infame e tremenda che Sebastian Smythe gli aveva insegnato.
Senza farsi vedere mandò un messaggio e tornò dal suo accompagnatore, che parlò fino a quando il cellulare di Kurt squillò insistentemente.
Si scuso un attimo prima di rispondere “Pronto?”
“La prossima volta che mi dai dell’infame, giuro che nascondo la tua collezione di sciarpe”
“Signora Marx, cosa succede?”
“Usi la tua dolce vicina di casa? E’ davvero così tremendo?”
“No, non mi disturba. Mi dica”
“Adesso voglio vedere proprio cosa ti inventi, Porcellana”
“Oh, sì è slogata la caviglia?”
“Davvero? E’ la cosa migliore che ti sai inventare?”
“Vuole che venga a prenderla al pronto soccorso? Ma certo!”
“O mio dio, sei davvero subdolo! Ma visto che ci sei, porta un po’ di Ben&Jerry che ho fame”
“D’accordo, ci vediamo lì. Non si muova” Riattaccò prima di beccarsi un’altra battutaccia da parte del suo cosiddetto migliore amico e si rivolse a Nate “Mi spiace, ma devo andare”
Nate annuì “Capisco, non ti preoccupare. Magari ci possiamo sentire…”
“Sì, prova a chiedere il mio numero a Thad, va bene?” Si sistemò la giacca “Ci sentiamo”
E scappò via quasi correndo, volendo solo andare a letto e sognare in pace di un certo paio di occhi color caramello.

"Sai che questa e' la prima e ultima volta che ti permetto di mangiare a letto?"
Sebastian ghignò e offrì all'altro ragazzo un cucchiaio di gelato
"Non hai avuto problemi prima con la panna montata"
"Quelloooooo e' un discorso a parte" 
"E' la stessa cosa"
"No"
"Si"
"No"
"Si"
"No,no,no"
Sebastian posò il cucchiaio nella vasca del gelato e si gettò sull'altro, bloccandolo al letto.
"Harwood, sai che non puoi vincere" 
Thad si morse le labbra, in modo fin troppo invitante "Ti lasciò sempre vincere, anche se dovrei smetterla: il tuo ego sta crescendo trop.."
Sebastian scoppiò a ridere e lo baciò, non resistendo a quelle labbra ancora rosse per i baci di prima, Thad lo lasciò fare prima di dargli un sonoro schiaffo su un braccio "E' maleducazione interrompere le persone" lo rimprovero semiserio mentre Sebastian si era abbassato sul suo collo riempiendolo di baci e piccoli morsi
"Mi devo far perdonare?"
"Mmh, credo di si" rispose il ragazzo trattenendo un gemito "Sai, quel gelato sembra così gustoso..."
"Molto più gustoso della panna" Sebastian gli bacio una guancia "magari dovrei prendere dei canditi o delle ciliegine"
Thad gli prese il viso tra le mani, portando le loro labbra a collidersi "Mi basti te. Semplicemente te"


"SMYTHE SONO A CASA!"
Sebastian si svegliò di soprassalto: non si era neanche accorto di essersi addormentato e quel sogno sembrava così reale...
Stupidi ricordi portati a galla da uno stupido subconscio. Una lobotomia, ecco che gli ci voleva.
Sentì Kurt armeggiare in cucina e lo vide venire in salotto con un paio di confezioni di gelato, due cucchiai e una bottiglia di vodka al melone, piacere colpevole del giornalista.
"Wow, serata dura eh?" Chiese prendendo il gelato e la vodka con la speranza di dimenticare presto quel sogno "Chi era questa volta?"
"Nate" gemette Kurt stravaccandosi sul divano accanto a lui "Un gran belvedere, ma di una noia mortale, come quella mostra" Rubò la bottiglia e ne bevve un sorso abbondante "Perché Thad ha la mania di voler accoppiare qualunque essere sulla terra?"
"Perché è un tipo romantico, che pensa che l'amore risolva ogni cosa" Seb prese un cucchiaio di gelato "Lasciamolo vivere nella sua illusione"
Continuarono a chiacchierare, finendo il gelato e la vodka in poco tempo,ma il sonno non voleva proprio arrivare.
"Seb, se ti dico una cosa, non mi giudicherai vero?" Chiese Kurt ormai brillo.
"Hummel, non mi hai giudicato quanto ti ho detto di aver fatto una cosa a tre con il mio professore di letteratura e il suo assistente , perché dovrei farlo io? Vai, svelami i tuoi oscuri segreti"
Kurt ridacchiò e fece un sorriso sognante "Ho incontrato un ragazzo. Un ragazzo bello, sexy, divertente, sexy, talentuoso e… l'ho detto sexy?"
"Si, hai sottolineato il concetto" Seb si alzò e rubò un'altra bottiglia dall'armadietto di Kurt "Continua"
"E mi piace, anche se l'ho conosciuto neanche da un giorno. Credo si chiami colpo di lampada!"
"Colpo di fulmine, idiota”
“Sì, come si chiama. Insomma, è dolce anche, quasi come una cheesecake. Seb, possiamo avere una cheesecake?”
“No, perché dovrei uscire e non voglio uscire. Quindi cosa ha questo ragazzo? E’ asessuale, calvo, disoccupato, un alieno con dieci tentacoli. Wow, pensa a quante posizioni potreste fare con dieci tentacoli”
“Non è nessuna di queste cose e non ha tentacoli, per fortuna. Sarebbe disgustoso”
“Allora perché non te lo sei già portato nel tuo castello incantato a bordo di un unicorno rosa?”
Kurt lo guardò trattenendosi dal ridere “Ha diciotto anni”
“Diciotto anni?” si accigliò Sebastian “L’hai trovato fuori da scuola?”
Il ragazzo gli diede una gomitata sullo stomaco “No, idiota. Fa il college! E la sai un’altra cosa?” si avvicinò all’orecchio dell’amico “E’ il mio nuovo vicino, Blaine Anderson”
“La versione più corta di Anderson? Beh, almeno hai buon gusto” Tenne la bottiglia in alto “Un brindisi al risveglio del tuo amichetto nei pantaloni, che possa trovare piacere nelle carni fresche!”
“Sei un cretino!” Kurt prese la bottiglia dalle sue mani e ne bevve un sorso “E’ un ragazzino,  la mia morale non me lo permette”
“Già, e poi non potresti portarlo nei bar a bere. Come farei a conoscerlo allora?”
“Magari in una caffetteria?”
“Nah, è più divertente conoscere una persona da ubriaca”
“Comunque, non farti problemi, tanto rimarrà nella zona amicizia per sempre e sempre e..  sempre”
Entrambi i ragazzi si sdraiarono agli estremi del divano, quasi contemplativi.
“Sebastian, pensi che moriremo soli e depressi?”
“Probabile, ma almeno io avrò provato ogni brivido della vita tra salto con l’elastico e paracadutismo, mentre la cosa più eccitante che tu avrai fatto sarà vedere in anteprima la nuova collezione di Chanel” Si beccò un calcio da Kurt “Cosa, è la verità!”
“Sei un pessimo compagno di bevute”
“Almeno non sono Santana che ti costringe a spogliarti insieme a lei”
“Solo per far vedere le sue fantastiche tette”
“Fantastiche? Ho visto di meglio su un manichino”
“Sembrano quasi sacchetti di sabbia”
“Possiamo smettere di parlare di tette? Mi viene da vomitare”
“Quindi per te moriremo soli?”
Sebastian sospirò “Visto che sono sicuro che domani lo avrai scordato, non moriremo da soli: avremo sempre l’un l’altro”
Kurt lo guardò stupito “Mi hai appena detto una cosa carina?”
“Ringrazia l’alcool”
“Grazie alcool” Kurt si sistemò meglio il cuscino e si rimboccò le coperte “Ho sonno”
“Non rubarmi tutte le coperte”
“Sono le mie coperte”
“Egoista”
“Stronzo”
“Checca isterica”
“Bastardo menefreghista”
“Notte Porcellana”
“Notte Mangusta”

Note dell'autrice:

Serve qualcosa? Fazzoletti, mazze per picchiare l'autrice? Sì, diciamo che c'è un po' più di angst rispetto alla Bella Notte, ma in quanto demenzialità stiamo sempre lì. 
Come già avrete capito, questo è sia Thadastian che Klaine, ergo voglio dare a tutti lo giusto spazio u.u Ma nel prossimo torneranno anche Sam e Niff, con l'incantevole presenza di Santana Lopez (cerchiamo di non ammettere che nel profondo mi piace molto la Sebtana, ma ovviamente qui è intesa come sola amicizia) Passiamo al capitolo: colpo di lampada a parte, quei due sono nella testa l'uno dell'altro, piccoli cuccioli, ma come al solito c'è qualche piccolo ostacolino, quindi se mi uccidete non potrete sapere come andrà a finire, ah! (Sì, frecciatina alle bellissime beta <3) E Seb e Thad? E' stato più triste a scriverlo che leggerlo giuro (sappiate che io le scrivo sempre sul treno queste scene, ergo ogni tanto qualche vecchietta mi chiede se mi ha mollato il ragazzo) Per quanto riguarda il mollusco alias Robert, lo so è difficile da odiare, ma così non sarebbe divertente no? Ricordate però che oscuri dubbi si celano nella dolce testolina di Thad...
Detto questo, vi lascio qui la mia pagina, dove troverete aggiornamenti e spoiler vari :): 
https://www.facebook.com/pages/Frankie92-EFP/569250319772928
Un grazie a chi ha recensito e inserito la storia tra seguite/preferite/ricordate: siete davvero molti di più di quanto mi aspettavo, ergo farò un grande raduno solo per darvi un abbraccio e due muffin per uno <3 
Grazie a Ele e Michela, che hanno affrontato i miei scleri peggiori e da cui loro idee ho ricavato idee ancora migliori (prendetela così: siete le mie muse!)
Un bacio a Vale e Clari a cui dedico ovviamente il capitolo <3
Un saluto anche alla moglie della Ele, a cui prometto completa collaborazione per la nostra nuova alleanza.
Bene, il prossimo capitolo? Tra due settimane, visto che la prossima c'è la "Bella Notte!" Aspettatevi problemi di convinvenza, primi incontri tra manguste e biondi ossigenati, qualche flashback e un Blaine alle prese con l'insonnia da college e d'amore.
Baci e sorrisi 
Frankie
  
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