Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Dark_S97    17/05/2013    7 recensioni
Questa storia è una raccolta di one-shot sul personaggio di Finnick Odair. I capitoli saranno raccontati in prima persona e riguarderanno fatti importanti della sua vita e anche momenti di vita quotidiana.
Spero che la storia vi piaccia!
N.B. I capitoli dal 3 al 13 fanno parte della storia sugli Hunger Games di Finnick, divisa in questo modo per questioni di lunghezza e tempi di aggiornamento.
1. Primo incontro
2. Dodici anni
3. Frammenti di vita
4. Goodbye, district 4
5. First day in the Capitol
6. Sessioni di addestramento
7. L'intervista
8-11. L'arena
12. The victor
13. Somebody else
14. Back under the stars, back into your arms.
15. Shivers.
16. The Victory Tour.
17-18. Mentore.
19. Buon sedicesimo compleanno, caro Finnick Odair!
20. I remember when we kissed, I still feel it on my lips.
21. I'll carry your world.
22. Sides of the same coin.
23. The beatiful and damned.
24. The 70th Reaping.
25. Annie and The Capitol.
26-27. The 70th Hunger Games.
28. Fix you.
29. Every revolution begins with a spark.
30. The Quarter Quell.
31. Forever.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Annie Cresta, Finnick Odair
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sono passati due anni da quando ho conosciuto Annie. Da allora è diventata il mio unico raggio di sole in questo stupido mondo. Tutti continuano a volere le mie attenzioni. Speravo che, vedendo la mia indifferenza, mi avrebbero lasciato perdere, ma purtroppo si fanno sempre più insistenti... Forse perché sto crescendo?
Comunque non mi importa niente di loro. Amo passare il mio tempo con Annie. Certo, a scuola non è facile riuscire a seminare i ragazzi, ma ho imparato a correre più in fretta! E' bello pranzare e passare la ricreazione insieme. Ci raccontiamo tutte le cose che ci succedono; con lei riesco persino a riderci su. A ridere sui litigi coi genitori perché mi trattano come un bambino o come un adulto quando fa loro comodo; sui voti regalati dalle prof "pedofile" e ovviamente sulla superficialità di quel branco di ragazzini, che non ha mai visto come sono veramente. Ma Annie sì; lei sembra capirmi alla perfezione, nonostante abbia problemi diversi dai miei: è intelligente e va benissimo a scuola, ma gli altri bambini la prendono in giro per questo e la odiano perché passa tanto tempo con me, inoltre i suoi genitori si aspettano troppo da lei e ci sta male. A volte mi si spezza il cuore quando ne parla, ma sappiamo sempre come tirarci su a vicenda. Spesso giochiamo ad immaginare di vivere in un mondo diverso, altre di essere qualcun altro, altre ancora osserviamo semplicemente le nuvole o ci facciamo il solletico e ci rincorriamo. Anche d'estate ci vediamo sempre. Ci piace andare nel nostro posto segreto (che fortunatamente nessuno ha ancora scoperto) in ogni stagione, ma specialmente d'estate. Ci piace nuotare, tuffarci, fare immersioni e immaginare di vivere in quel mondo sottomarino. Le ho insegnato anche a fare i nodi. E' brava, ma può ancora migliorare. Ricordo ancora il giorno in cui è riuscita a fare il suo primo nodo difficile. Era così felice! I suoi occhi verde mare si sono illuminati di colpo e la sue labbra si sono aperte in un sorriso a trentadue denti... Cioè, trentadue per modo di dire!
Ma quest'anno sarà diverso perché ho compiuto dodici anni e potrei essere sorteggiato per gli Hunger Games, il che implicherebbe morire in un'arena a Capitol City, lontano dai miei genitori e da Annie, le uniche persone a cui voglio bene. Con tutti gli altri ho sempre fatto il disinvolto... Nemmeno Annie sa quanta paura abbia in realtà. Voglio proteggerla dalla crudeltà di Capitol City per quanto possibile.
Domani sarà il giorno della verità... Spero di non essere sorteggiato. Cerco di convincermi che sarà così perché il mio nome è lì solo una volta (visto che alla mia famiglia non servono tessere), ma continuo a tremare senza riuscire a prendere sonno.
Sento i passi della mamma che viene a svegliarmi.
"Finnick, non sei riuscito a dormire? Mi avevi detto che non eri preoccupato!" dice
"Infatti, non lo sono... E' che avevo molto caldo..." le mento
"Si, in effetti stanotte era molto caldo"
Sospiro: per fortuna ci ha creduto. Non voglio farmi vedere debole. Non ora.
Indosso i vestiti -una camicia bianca e dei pantaloni verdi- che la mamma mi ha lasciato sulla sedia. Usciamo.
Osservo con attenzione il luogo dove avverrà la mietitura. C'è un imponente palco con uno schermo e due enormi boccie di vetro pieni di coriandoli bianchi... Solo che quei pezzi di carta significano solo una cosa: la morte.
Di fronte al palco ci sono i ragazzi, che sono divisi in base al sesso e all'età. Intorno a loro ci sono i parenti e parecchi pacificatori. Tutti gli altri abitanti del distretto devono assistere davanti ad un maxi schermo in una piazza vicino al porto.
Prendo posto tra i dodicenni. Noto i loro sguardi vuoti. Devono sentirsi esattamente come me. Nonostante ciò, mi sento solo come non mai. Cerco i miei genitori tra la folla, senza successo.
L'accompagnatrice del distretto 4, Kassidy Speel, sale sul palco. E' pesantemente truccata d'argento e porta i capelli verdi, rasati da un lato. Indossa un vestito che sembra essere fatto di forchette di plastica di ogni colore. Immagino sia la nuova moda della capitale. Presenta il sindaco del distretto 4 e i 10 vincitori che sono facce stranote in tutta Panem. Sussulto da quanto è acuta la sua voce. Manda il solito filmato sui Giorni Bui e la nascita degli Hunger Games, che ho già visto almeno 15 volte a scuola.
Poi arriva il momento. Esordisce con un "Prima le signore!". Estrae un nome, ma non finisce di pronunciarlo che una ventina di persone si offre volontaria. Spero che ci sia anche qualche volontario tra i ragazzi... Questa attesa è insopportabile. Non so come finalmente dice: "Vediamo chi sarà il tributo maschio". Mette la mano nella boccia e un secolo dopo ne tira fuori  un bigliettino e lo legge: "Finnick Odair". Rimango pietrificato per un momento e riesco quasi a sentire il fiato fetido della morte sul collo, mi guardo intorno con disperazione e mi sembra di vedere le mani alzate di una dozzina di volontari. Scuoto la testa e chiudo gli occhi per cercare di capire se è un illusione. Ma ad occhi chiusi vedo solo rosso... come il sangue. Li apro con stizza e riesco ancora a vedere le mani, in modo chiaro; ma solo quando Kassidy sceglie un ragazzo, un tizio molto grosso, riesco a tirare un sospiro di sollievo. Fa stringere ai due tributi la mano e ci congeda.
 
Corro via immediatamente, scanso una cinquantina di persone che vuole attirare la mia attenzione e mi infilo nel tunnel per andare nella spiaggia, sperando che Annie non venga a cercarmi. Non voglio che veda il vuoto (dopo sentimenti spiazzanti) che la mia prima mietitura mi ha lasciato. Mi butto in acqua senza nemmeno togliermi i vestiti e chi se ne frega se sono nuovi. Nuoto dove l'acqua è abbastanza alta e mi metto a fare il morto... In fondo sarei potuto esserlo veramente. E rivedo mille volte la scena in cui Kassidy estrae il mio nome dalla boccia, ogni volta più spaventosa, ogni volta mi mozza il respiro e mi lascia più debole, fragile e incapace di reagire.
"Finnick! So che sei qui! Finnick!" sento Annie chiamarmi.
Non rispondo. Rivedo la scena ancora una volta di Kassidy che legge il mio nome. Ma stavolta vedo anche l'arena piena di tributi che non vedono l'ora di uccidermi. E sento il mio urlo riempire l'aria.
"Finnick! Che succede?" urla spaventata Annie. Si immerge in acqua e mi raggiunge.
"Che fai qui? Non ti sei nemmeno tolto i vestiti... e immagino che tu non abbia nemmeno mangiato"
"No, ma non ho fame e... be', i vestiti si lavano." ribadisco con voce vuota
"Ti va di tornare sulla spiaggia?" mi chiede. Annuisco d'istinto e la seguo lasciandomi trascinare dalla corrente.

Mi siedo sulla spiaggia e nascondo il viso tra le mani.
"Mi sono sentita male quando il tuo nome è stato chiamato... Ma per fortuna c'erano dei volontari... Non so perché tu stia così: poteva capitarti qualcosa, ma non è successo!" mi dice
Alzo la testa e guardo gli ingenui occhi verde mare di una bambina di nove anni, che ancora non è reclamata dalla furia degli Hunger Games.
"Lo so Annie, ma per la prima volta nella vita ho sentito chiaramente che sarei potuto morire ed è stato uno dei momenti più brutti della mia vita... Ma ripensarci è peggio, ogni volta." confesso. E mi sento inerme di fronte al suo sguardo stupito. Mi abbraccia; ricambio quasi d'istinto.
"Oh no! Mi hai bagnato i vestiti che mi sono appena messa!" esclama ridendo. Rido anch'io.
"Non pensarci più. Promettilo." torna seria.
"Non posso" mormoro triste.
"Sì invece. Fallo per queste due belle zollette di zucchero" me le porge sorridendo.
Le prendo e sorrido a mia volta.
"Se la metti così, vedrò cosa posso fare." commento. "E' incredibile come tu riesca sempre a farmi stare meglio..."
"Lo stesso vale per te... Non è assurdo come il più piccolo gesto possa salvarti dal baratro?" osserva.
"Già."
Mi torna in mente la mietitura, ma stavolta capisco che non ha senso star male per ciò che sarebbe potuto succedere, perché ad ogni modo non ci avrei potuto fare niente.
Mi infilo in bocca le zollette. Lascio che il loro dolce sapore mi riempia.
E rimaniamo in silenzio a guardare le onde che si infrangono sulla battigia.
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Dark_S97