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Autore: Pollon98    17/05/2013    1 recensioni
Denna Hollis è una ragazza diciassettenne con due migliori amici: Zoe e Dustin. Se nella vita è sempre stata piena di certezze, arriverà a dover affrontare una situazione che non credeva possibile. E se aveva creduto di conoscere i suoi amici, si sbagliava. Amore, avventura, paura e azione diventeranno i suoi migliori amici. Per sempre.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Stavamo procedendo in fila indiana lungo un piccolo sentiero che percorreva il campo, piuttosto isolato. Ogni tanto scorgevo un soldato, piuttosto che qualche capra o maiale.

<< Siamo quasi arrivati. >> mi informò Aron.

Io non reagii.

Non sapevo dove stavo andando, se mi potevo fidare e da quanto avevo capito stava per scoppiare una guerra! Santo cielo, una guerra! Ma perché non ero a casa mia? Chissà com’era preoccupata mamma dopo aver scoperto che ero sparita. Doveva essere passata almeno un'ora o poco di meno e a quest’ora mia madre sarebbe già dovuta rientrare. E chi glielo spiegava che ero stata risucchiata da un maledetto libro? Sempre che fosse vero e che non stessi sognando.

<< Eccoci >> Il consigliere Frysian indicò una tenda isolata dalle altre, piccola e modesta.

Entrò lui per primo, dopodiché Aron mi disse: << Prima le signore. >> e per la prima volta riuscii a mostrargli un sincero sorriso.

<< Grazie. >>

Quando entrai vidi un letto, una panca per riporre gli abiti e una bacinella con dell’acqua. Per lavarsi, probabilmente. Che schifo. Non provai nemmeno a sedermi, cercando di mostrarmi rilassata e a mio agio, ma desideravo ardentemente una bella poltrona!

<< Sedete. >> ci invitò il consigliere.

Accettai al volo. Mi sedetti sul letto, seguita da Aron.

<< Bene, direi che possiamo cominciare. >>

<< La posso chiamare signor Amixus? >> non so perché feci quella domanda idiota, ma sentii il bisogno di dire qualcosa.

<< Oh, ehm…certo! Anche Frysian se preferisce, signorina. >>

<< Scarlett, solo Scarlett. O Den, come preferisce. Insomma, veda un po’ lei. >> feci un timido sorriso. Mi sentivo meglio! Non so il perché, ma mi sentii subito sollevata.

<< Come vuole. Comunque, non vorrebbe sapere perché si trova nel mondo di Asthian? >> mi chiese il signor Amixus.

<< Se sapessi cos’è, mi porrei volentieri la domanda. >> gli feci notare.

Aron sorrise.

<< Sì giusto. Scusi. In tal caso provvederemo a spiegarglielo. Asthian è il nome del mondo descritto nel libro in cui é entrata. Ora ti spiego. Ogni sette generazioni, in una famiglia, nasce un figlio con una capacità speciale. In questo caso il figlio é lei, cara. >>

<< Io? >> chiesi esterrefatta. Ma di cosa stavamo parlando, esattamente? Continuavo a non capire niente di cosa mi stava succedendo. Tutto d’un tratto mi ritrovavo dentro a un libro, dove i suoi presunti personaggi mi venivano a spiegare che sono una persona speciale? Avrei voluto urlare tutte le imprecazioni che avevo in mente, ed erano tante. Ma mi trattenni.

<< Tu, Scarlett. Il tuo dono, chiamalo come vuoi, consiste nel poter viaggiare in un libro. Solo uno. Questo. La Guerra del Mondo è stato scritto da me e tu ci sei finita dentro. Succede da oltre duemila anni, e ogni consigliere si tramanda questo segreto per permettere al Viandante di non essere del tutto incosciente di ciò che gli sta capitando. Dovrai seguire un addestramento perché da adesso in poi tu sarai trasportata obbligatoriamente all’interno del libro, capitolo dopo capitolo. Dovrai viverne la storia come se ne facessi parte. Ogni Viandante copre un ruolo importante nella storia, ma in ogni generazione esso cambia, perciò col passare degli anni si è migliorato l’addestramento. Devi essere pronta a combattere, pianificare, progettare e anche comandare. Ovviamente tutto questo non interferirà con la vita nel tuo mondo. Qui il tempo passa molto più velocemente, perciò non dovrebbero esserci problemi. >>

Stupefatta? Atterrita? Incredula? Sbigottita? Quale scegliere per descrivere il mio stato d’animo? Forse tutti e quattro insieme avrebbero dato una vaga idea. Molto vaga.

<< Lo so che può sembrare assurdo, ma devi crederci. Tu sei speciale. Da quando hai aperto quel libro sei entrata a far parte del nostro mondo. Potrai vivere la nostra storia. >> mi spiegò pacatamente Aron.

<< E se io non volessi? Se non volessi addestrarmi a combattere? >> a dire il vero sarebbe stata una gran ficata, ma non potevo mica ammetterlo. << Se non ci tenessi a combattere una guerra? >> sbottai.

Aron sospirò, sembrava enormemente triste.

<< Senti Scarlett, non piace nemmeno a noi doverti costringere a fare cose che non vuoi, ma purtroppo non possiamo decidere. Indipendentemente dal tuo volere tu sarai spedita qui ogni giorno per portare a termine il libro. >> mi spiegò con pazienza.

<< Ma se avete appena detto che il libro lo ha scritto il signor Amixus! Dovrebbe sapere qual è la fine del libro e se io sono necessaria. O no? >>

<< Il libro l’ho scritto sotto incanto, non ero cosciente di quello che facevo. Non ricordo assolutamente niente. Inoltre è stato scritto in una lingua antica che solo il Viandante è in grado di decifrare. Mi dispiace. >> ammise il signor Amixus.

<< E allora come fate a sapere che avete scritto un libro e tutte quelle cose sull’addestramento e sul ruolo che dovrò coprire? >> chiesi perplessa.

<< Ve l’ho già detto. Ogni consigliere tramanda al suo successore tutto ciò che è necessario che sappia. Se tu non dovessi comparire nel libro, esso di conseguenza non esisterebbe e tutti i suoi personaggi scomparirebbero. Noi scompariremmo. Se invece parteciperai alla storia, potresti cambiare la sorte del nostro destino. Potresti essere la differenza tra vittoria e sconfitta. Scarlett, tu ci servi. >>

Dentro di me si era schierata la parte che voleva credere a quelle parole e invece quella che credeva fossero solo scemenze inventate dalla mia stupida e malata immaginazione. L’ultima di cui avevo parlato non aveva molte prove per valorizzare le proprie opinioni, mentre la prima ne aveva parecchie: era eccitante, potevo imparare a combattere, credevo davvero a quelle parole, tutto era così reale da convincermi di non star sognando. O così la mia mente perversa aveva immaginato.

<< Chi mi allenerà? >> chiesi a nessuno in particolare.

<< Aron >> disse il signor Amixus.

<< Io >> mi rispose lui.

<< Ci sto. >> annunciai.

La parte che voleva credere alle parole del signor Amixus aveva vinto.

 

Okay, mi rendevo perfettamente conto che la mia era stata una scelta azzardata e poco riflettuta. Be’, comunque io non avevo saputo resistere, probabilmente a causa della mia scarsa capacità di autocontrollo nelle situazioni serie. In questo mi consideravo simile a Dustin, impulsiva e incurante delle conseguenze. Io e Dust eravamo uguali: testardi, audaci, volevamo avere sempre ragione ed eravamo sempre pronti a prendere le decisioni più avventate.

Chissà quando lo avrei rivisto, lui e Zoe. Come avrei voluto averli accanto!

<< Signor Amixus, è possibile portare altre persone all’interno del libro? >> chiesi, sperando in una risposta affermativa. Che bello doveva essere vivere un’avventura del genere con i propri migliori amici?

<< Mi dispiace, ma no. Chiunque lei porterà all’interno del libro non avrà più la possibilità di uscirne. Quindi, in verità, potrebbe benissimo portarsi qualcuno dietro, ma non vado l’utilità della cosa dato che poi sarebbe costretto a vivere qui per sempre. >> mi rispose risoluto il signor Amixus.

<< Fantastico… >> borbottai.

<< Bene, >> disse il conigliere sfregandosi le mani << io devo tornare da Sua Maestà per discutere della situazione. Aron, che ne dici di portare Scarlett a fare un giro del campo? Credo che le piacerebbe, no? >>

<< Sì, mi piacerebbe. >> confermai.

<< Con piacere. >> rispose Aron, esibendosi nell’ennesimo sorriso.

<< Fantastico, allora vi lascio. Alle sette manderò un servo a farvi chiamare per la cena. >> detto questo, il signor Amixus si allontanò uscendo dalla tenda. Io rimasi a guardare il vuoto, non avendo idea di cosa fare.

<< Andiamo? >> Aron mi tese la mano. Quando gliela afferrai sentii una stretta forte e decisa che mi aiutò ad alzarmi. Annuii.

<< Ti posso chiamare Aron, vero? >> gli chiesi.

<< Sicuro. >>

<< Bene. Non credo di poter rimanere a cena. Sono passate ore da quando sono entrata nel libro, e non vorrei che mia madre si preoccupasse. >> lo informai, cercando di non apparire troppo nostalgica.

<< Come ha detto Il consigliere Frysian, qui il tempo passa molto più velocemente. Due ore qui, equivalgono a qualche minuto nel tuo mondo. Un giorno trascorso nel nostro mondo, equivale a circa un’ora nel tuo. Non c’è nessun problema. >> mi rassicurò Aron, sorridendomi.

<< Okay. >> risposi semplicemente.

<< Davvero credi alla storia del libro? A quanto ne so nessuno ha mai accettato la realtà tanto in fretta. >>

<< Mmm… diciamo che non ne sono completamente sicura, per quanto mi riguarda quello che sta succedendo potrebbe essere un sogno. Ma ne avrò la conferma solo nei prossimi giorni, se mai verrò di nuovo risucchiata all’interno del libro. Se così fosse, sarei sicura che tutto questo è possibile, anche se personalmente ho sempre pensato che queste storie esistessero solo nei film. >>

<< Sei in gamba. >>

<< Lo so. >> risposi in tono esuberante << In cosa dovrebbe consistere l’addestramento? >>

<< Per prima cosa dovrai imparare a combattere, dovrai essere forte e pronta a tutto. Seguiranno lezioni di logica e deduzione, dovrai imparare a distinguere la cosa giusta da fare e quella più facile. Negli anni precedenti i Viandanti hanno coperto i ruoli di consiglieri del Re, di strateghi, di soldati e perfino di regnanti. Nessuno saprà il tuo ruolo finché non lo coprirai. Ed è mio compito insegnarti come pensare, reagire in ogni situazione. >> mi spiegò in tono serio, per poi puntarmi nuovamente gli occhi addosso, ma questa volta non si limitarono a soffermarsi sui miei, ma mi scrutarono attentamente tutto il corpo.

<< Devi cambiarti. >> mi sorrise << Sai, con quei pantaloni e quella cosa che hai addosso daresti un po’ nell’occhio. >> Cosa aveva contro la mia cosa, che poi si era rivelata la mia stupenda maglietta? E cosa avevano i miei pantaloni che non andava?

<< Perché? >>

<< Nessuno del mio mondo è a conoscenza dei Viandanti, e se adesso ti dovessi portare in giro vestita in quel modo, probabilmente tutti gli abitanti del campo si chiederebbero da dove saresti spuntata fuori. Le voci correrebbero e presto tutti saprebbero di te. Devi passare inosservata, Den. >>

<< Va bene. >> In effetti notai che Aron portava un paio di calzoni infilati in stivali di cuoio, mentre sopra portava una camicia bianca di tela grezza che scendeva morbida fino alla vita.

<< Posso sapere perché proprio tu devi addestrarmi? Perché non un altro soldato del campo? >> domandai.

<< È sempre stato così fin dall’inizio, il principe addestra la Viandante. >> mi spiegò.

<< Ah! Ho capito >> gli sorrisi.

Stavamo camminando in una delle stradine che percorrevano il campo, stavamo parlando da circa un quarto d’ora quando ci fermammo davanti a una tenda marrone, non troppo piccola.

<< Eccoci. Questa è la tenda del sarto del campo. Qui troveremo dei vestiti più adatti. Ah, dimenticavo! Anche il sarto sa dei Viandanti, è necessario nel caso tu debba compiere un ruolo importante. Così avrai abiti a portata di mano. >> Mi fece entrare per prima, e quando posai gli occhi all’interno della rimasi molto colpita. Era pieno di armature, vestiti di tutti i generi e anche armi.

<< Sarto Nicca? Sono Aron. >> si annunciò tornando ad assumere un tono serio. Probabilmente era necessario per mantenere un certo livello di autorità.

<< Aron, ragazzo mio! Che sorpresa! >> A parlare fu un uomo alto e magro, sulla trentina d’anni. Aveva i capelli castani e gli occhi verdi, portava un’elaborata vestaglia ricamata sul petto. Era spuntato dietro un mucchio di vestiti.

<< Già. Avrei bisogno del suo aiuto. >>

<< Sicuro. Di cosa necessita? >>

<< Degli abiti per una Viandante. >> Aron andò dritto al punto.

Se il sarto parve sorpreso non lo diede di certo a vedere.

<< Una Viandante, dice? È lei immagino. >> mentre parlava cominciò a scrutarmi attentamente. Mi sentivo un po’ imbarazzata, ma decisi di nasconderlo facendo diventare la mia espressione una maschera impassibile.

<< È lei. >> confermò Aron << Bastano dei vestiti semplici per confondersi. >>

Per tutta risposta il sarto mi afferrò per un braccio trascinandomi verso una panca. Quando l’aprì ne rivelò il contenuto.

<< Vestito o pantaloni? >> questa volta la domanda fu rivolta a me.

<< Ehm… pantaloni? >> chiesi titubante.

<< No. Vestito. >> rispose brusco il sarto.

<< Ma allora perché me lo ha… >>

<< Zitta e seguimi, ragazzina. >> mi interruppe in malo modo.

Io rivolsi uno sguardo disperato e supplice ad Aron, che si limitò a sorridermi e a farmi un cenno di incoraggiamento.

<< È inutile che chiedi aiuto al tuo amico, in questo momento non può venire con te, a meno che tu non desideri cambiarti sotto i suoi occhi. >>

Davanti a quella insinuazione avvampai come un peperone, mentre un istinto omicida mi ribolliva nel petto. Stavo già immaginando l’angolazione migliore per riuscire a strozzare quel cavolo di sarto, quando mi pose sulle mani un vestito.

<< Va’ e cambiati. >> mi ordinò, dopo avermi misurata per accertarsi di aver preso la misura giusta.

Il vestito che mi ritrovavo tra le mani era estremamente semplice, di un delicato color verde acqua e ricamato sul seno con un nastrino verde intenso. La scollatura non era troppo ampia, ma nemmeno inesistente e mi dovetti accontentare.

Dopo essermi tolta la mia maglietta e i miei jeans, ovviamente dietro una tendina, afferrai il vestito e me lo infilai per la testa. Appena sfiorò il mio corpo scivolò morbido e leggero. Non lo sentivo quasi. In mancanza di specchio non riuscii ad osservare il risultato, ma da quanto riuscivo a vedere mi calzava a pennello.

A quanto pareva, non avevo visto abbastanza bene.

<< Per tutti i meloni! Ti sta d’incanto, ragazza! Davvero perfetto. >> commentò il sarto, battendo le mani.

<< Ti sta bene. >> si complimentò Aron.

<< Grazie. >> dissi rivolta a entrambi.

<< Vuoi vederti? >> mi chiese il sarto.

<< Oh, sì! >> risposi entusiasta.

Quando mi portarono davanti a uno specchio, rimasi incantata nell’osservare il mio riflesso. Era vero che il vestito era molto semplice, ma come mi stava bene! Aderiva perfettamente al mio corpo, come se facesse parte di me. Era intonato ai miei occhi in modo particolare, ma li faceva risaltare in modo impressionante.

Sì, mi piaceva davvero molto.

 

Ragazze, questo è il libro che sto scrivendo.

Sono arrivata a 273 pagine e ho deciso di pubblicarlo,

così riesco a capire se piace o meno e se

vale la pena continuare a ascriverlo.

Mi fareste un gran piacere se recensireste,

almeno mi rendo conto di cosa sbaglio e di cosa no.

Se siete arrivate fino a questo punto, fatemelo sapere!

Un bacio e un grazie a tutte xx

  
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