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Autore: Laylath    17/05/2013    1 recensioni
La monotonia al quartier generale ad East City viene spezzata dall'arrivo di una vecchia conoscenza dell'alchimista di fuoco.
“Con la lingua sei sempre bravo, alchimista… ma io direi che sei solo geloso. Sono questi i tuoi sottoposti? Credo che loro non possano arrivare ai livelli di Trey.”
“Fury fa dieci a zero al tuo ragazzo, ci scommetto” sorrise Mustang...
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Team Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Military memories'
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Qualche giorno dopo Havoc, Breda e il colonnello erano intorno alla scrivania di Falman che faceva i conti meglio di un impiegato di banca.
“Ottanta, novanta e cento. E aggiungendoli agli altri millenovecento arriviamo a duemila giusti: eccoli a lei sottotenente” sorrise mettendo i soldi in una busta e consegnandoli a un gongolante Havoc
“Ah, meraviglia delle meraviglie! – sorrise il biondo in estasi – Non credo di aver mai avuto così tanti soldi in una volta sola. Quattro mesi di stipendio: sia lode al sergente maggiore Fury”
“Vedi di non sperperarli subito, mi raccomando: – lo prese in giro Breda che aveva precedentemente intascato la sua quota – non invitare tutte le ragazze della città in una sola volta. Tanto lo sai come andrebbe a finire: resteresti solo e senza il becco di un quattrino.”
“Ah, figurati. Ho deciso di essere oculato: per ora devo invitare a cena solo Rebecca, gliel’ho promesso nel caso di vittoria”
“E lei ha accettato? Non ci voglio credere”
“Certo che ha accettato. L’ho sempre detto che tra noi c’è qualche sintonia speciale”
“Io ho qualche dubbio su queste presunte sintonie. L’idea che lei sia interessata a qualcuno come te è assai sospetta” sospirò Breda
Intanto Falman finì il conteggio e diede una busta anche al colonnello
“Quattordicimila dollari, signore” dichiarò compiaciuto
“Tante grazie, Maggiore Harryn! – ridacchiò Mustang mettendosi in tasca quel denaro – Ti ricorderò sempre con tanto affetto!”
“Ah, quindi è partito per Central?” chiese Breda
“Sì, con la coda tra le gambe. Lui e i suoi uomini hanno raccolto bende e cerotti e, dopo avermi dato quanto scommesso, se ne sono andati di soppiatto appena possibile. Effettivamente temo che la notizia della loro sconfitta si sia diffusa molto in fretta: questo quartier generale brulica di pettegoli!”
“Povero ingenuo. – commentò Havoc – Credeva di poter avere gioco facile solo perché ad East City. Non aveva la minima idea di cosa lo aspettava”
Il tenente Hawkeye guardava con rassegnazione quei quattro che se la ridevano come se fossero in un ristorante invece che in ufficio. Erano passati già tre giorni, ma la loro esaltazione per la vittoria non aveva accennato a diminuire: non facevano altro che parlare e vantarsi dell’impresa. Peccato che il vero fautore della loro vittoria non era nemmeno presente.
“Sentite un po’ – disse all’improvviso – non pensate che qualcosa spetti anche al sergente?”
“Eh? – fece Mustang con sguardo incredulo – Ma lui mica ha scommesso su se stesso. Anche perché sarebbe stato leggermente scorretto, non credi?”
“Non è questo che intendevo. – disse la donna, irritata dalla falsa ingenuità del suo superiore – Non mi pare giusto che per tre settimane l’abbiate praticamente privato di qualsiasi libertà per farlo lavorare a quella radio”
“Sì, ma è anche vero che gli abbiamo dato vitto e alloggio, senza contare della grande opportunità di lavorare a un tale progetto. – sorrise l’alchimista – Hai visto pure tu come era felice di aver conosciuto il dottor Eyton! E poi lo sai, tenente, Fury non è uno squallido materialista come noi… è felice così, e lo siamo pure noi, vero ragazzi?”
“Vero signore!” sorrise Havoc
“Però forse una piccola quota…” iniziò a proporre Falman
“No! Se vuoi dargliela tu fai pure – protestò Havoc – Io, francamente, me lo sono scarrozzato quasi tutti i giorni per portarlo dall’appartamento in ufficio e viceversa. Sono stato ad assisterlo quando si è quasi ammazzato di mer… - intercettò lo sguardo del colonnello – di fatica negli ultimi giorni. Non ho alcun debito con lui!”
Riza sospirò, capendo che in quel frangente non avrebbe ottenuto niente. Erano decisamente in una fase troppo avida e non si sarebbero staccati da quei soldi manco se li avesse minacciati con la pistola.
“A proposito del sergente, – disse Breda – ma oggi non doveva rientrare a lavoro?”
“No, domani, mi pare. – spiegò il colonnello – Oggi è l’ultimo giorno in cui lui e Trey preparano quella relazione congiunta sulle loro radio. Il dottor Eyton e gli altri tecnici partiranno domani e quindi Fury e Trey si sono dovuti mettere sotto per riuscire a scrivere tutto in tempo”
“E’ meglio che vada a cercarlo – dichiarò il tenente alzandosi, lieta di avere un pretesto per andare via da quel covo di serpi – Deve firmare i documenti per il suo stipendio entro oggi”
 
In un’altra stanza Trey e Fury avevano appena messo in ordine la loro relazione. Il sergente prese in mano quel fascicolo di oltre cento pagine e lo sfogliò meravigliato: avevano fatto davvero un ottimo lavoro. Era davvero sorpreso di come lui e Trey avessero trovato soluzioni così diverse da applicare a minuscoli dettagli del modello iniziale: erano riusciti a personalizzare così tanto le loro radio che sembrava impossibile farne un’unica sintesi. Ed invece, in soli tre giorni di lavoro, avevano tirato fuori quella relazione.
“Mi dispiace che per ora tu non ne possa tenere una copia; – disse Trey mentre il sergente gli passava il fascicolo – ma ti prometto che come la radio verrà brevettata ufficialmente, provvederò a fartene spedire una. In fondo è per metà opera tua”
“Grazie davvero! – sorrise Fury – E’ stato fantastico poter lavorare con te in questi ultimi giorni, Trey. E’ la prima volta che ho avuto occasione di potermi confrontare con qualcuno su così tanti argomenti”
“Già. Finalmente con la fine della scommessa è terminato anche il periodo di silenzio che ci avevano imposto. Ancora non riesco a credere che i tuoi compagni ti tenessero nascosto in un appartamento”
“Eh, a volte non ci riesco a credere nemmeno io” ridacchiò Fury.
Effettivamente, nonostante fossero passati solo tre giorni, l’esperienza che aveva vissuto gli sembrava così lontana e surreale. Forse ritornare a condurre una vita socialmente attiva l’aveva aiutato a reinserirsi nella quotidianità senza troppi traumi.
“Lo sai che il Maggiore Harryn è ripartito ieri con tutti i suoi uomini?” annunciò Trey
“Davvero? Oh, meno male: se devo essere sincero, saperlo ancora qui mi creava qualche disagio. A te non ha fatto niente di male, vero?”
“No, e non potrà farlo nemmeno a Central, se è questo che ti preoccupa. – sorrise il rosso – Devi sapere che il dottor Eyton conta molto di più di un semplice Maggiore come ce ne sono tanti nella capitale. Non oserebbe mai, per quanto sconsiderato, toccare un protetto del capo reparto tecnico”
“Il reparto tecnico di Central… – mormorò con aria sognante Fury – ricordati la tua promessa: se mai verrò a Central devi trovare il modo di farmelo visitare”
“Penso che lo stesso dottor Eyton sarà felice di farti da guida. E’ rimasto molto impressionato da te; proprio non capisco perché non hai accettato la sua offerta: mi avrebbe fatto davvero piacere che tu venissi a Central a far parte con me della sua squadra”
“Sarebbe stato fantastico, ne sono certo. – annuì il sergente con serenità – Ma non potrei mai abbandonare il colonnello e i miei compagni. E’ vero che qui non ci sono tutte le possibilità che ha la capitale, per quanto riguarda la tecnologia, ma non potrei proprio lasciare quella che considero la mia seconda famiglia”
“Da quello che ho visto la tua famiglia te ne fa passare di tutti i colori… però si vede che è una cosa completamente diversa dalla squadra di Harryn, e un po’ ti invidio”
“Allora, forse, capisci la mia scelta più di quanto tu creda”
“In fondo sì. Va bene – disse Trey – si è fatto tardi ed è ora che vada a portare la relazione al dottor Eyton. Devo aiutarlo a sovrintendere al trasporto delle radio. Allora ci si saluta qui, Fury”
“A presto, Trey. Scrivimi qualche volta” sorrise Fury stringendogli la mano
“A presto, Fury. Spero che passerai a Central, prima o poi”
Dopo che il maresciallo fu uscito dalla stanza dove avevano lavorato, Fury iniziò a raccogliere i suoi appunti e a riporli dentro la tracolla. Era così impegnato che non si accorse del tenente fino a quando la donna non fu vicino a lui
“Oh, signora! – esclamò – giuro che non l’ho proprio sentita arrivare”
“C’era la porta aperta e vedendo che eri solo non ho bussato. – si scusò lei con un sorriso – Allora hai terminato il tuo lavoro con il maresciallo Trey?”
“Sì, – annuì lui – rimetto a posto queste cose e poi torno in ufficio, stia tranquilla. Non salterò nessun’ora di lavoro”
“Sarà un vero piacere poterti riavere tra di noi senza il pensiero di quella radio”
“Nei prossimi giorni mi dedicherò alle pratiche arretrate, promesso. - sorrise Fury, credendo di cogliere una lieve componente di rimprovero nell’ultima affermazione – Ma, è venuta a cercarmi per qualche motivo?”
“Sì. A dire il vero pensavo che saresti stato impegnato fino a sera: dovresti firmare questi documenti per ricevere lo stipendio”
“Oh, meno male! – esclamò sollevato il ragazzo, prendendo i fogli e firmandoli – Ero proprio in crisi finanziaria: i pezzi della radio mi hanno letteralmente prosciugato tutte le risorse economiche”
“Ma come… hai comprato tutto di tasca tua?” si sorprese Riza
“Eh sì. Con il fatto di dover tener nascosto il mio lavoro non ho potuto usufruire dei magazzini dell’esercito. E così sono dovuto ricorrere ai negozi di elettronica” sorrise lui con imbarazzo, passandosi una mano tra i capelli neri
“E il colonnello non ti ha risarcito?”
“A dire il vero no…”
“Beh dovresti chiedergli indietro quei soldi. Sicuramente è una cifra considerevole”
“Oh beh, mi sembrerebbe brutto. In fondo ho ricevuto tanto da questa storia: poter lavorare alla radio, conoscere Trey e il dottor Eyton. E poi sono stati tutti molto premurosi con me”
“Oh, Fury, Fury! – sospirò il tenente – Sei sempre il solito… sei disposto a passare sopra tutto”
“L’importante è che mi sono rimasti i soldi per fare una cosa importante. – sorrise il sergente, aprendo una tasca della sua tracolla e tirando fuori un piccolo pacchetto – La settimana scorsa era il suo compleanno: tanti auguri, sebbene in ritardo, signora”
 “Il mio… oh sergente, non dovevi” sorrise Riza accettando quel pacchetto e tirando il nastro rosa
“Non dica così. In fondo lei ha dovuto sopportare tutto il trambusto creato dalla scommessa, senza contare che per la prima settimana le abbiamo tenuto nascosto tutto quanto. E’ anche un modo per ringraziarla della sua pazienza”
“Ma è una penna!” esclamò prendendo in mano l’oggetto
“Non è di gran pregio, lo ammetto – spiegò Fury mettendo le mani dietro la schiena come un bambino – Però conosco il modello ed è affidabile, non smette di funzionare dopo un giorno e poi è ricaricabile. Mi sono accorto che spesso in ufficio la cancelleria ordinaria le crea qualche problema, così ho pensato che forse una penna personale le avrebbe fatto comodo. Ed inoltre, se nota, il colore riprende quello dei suoi orecchini, signora.”
“Dovrebbero proprio farti santo, sergente. Ti accorgi anche di questi piccoli particolari. Comunque grazie: è stato un pensiero davvero dolce” disse accarezzandogli i capelli
“Sono felice che l’abbia gradito; – arrossì Fury mettendosi la tracolla – è stato il modo migliore di spendere gli ultimi soldi della mia riserva speciale”
“Quella per quel modellino? Oh no, sergente, non mi dire che li hai usati per i pezzi della radio”
“Erano materiali molto costosi… Ma non fa niente, partirò da zero: in fondo si tratta solo di allungare un po’ i tempi”
Riza era così dispiaciuta che mentre camminavano per i corridoi non disse assolutamente niente. Ma poi l’umore sereno del sergente la fece di nuovo sorridere: l’ottimismo non sarebbe mai mancato a quel ragazzo.
“Senti, Fury, - disse quando furono arrivati davanti alla porta del loro ufficio – prima, mentre parlavi col maresciallo Trey, la porta era aperta e mi sono ritrovata a sentire della proposta che ti ha fatto il dottor Eyton”
Il sergente la fissò sorpreso e poi sorrise
“Era una proposta molto bella, sicuramente. Ma, se mi conosce, signora, sa benissimo che non avrei potuto dare una risposta differente da quella che ha sentito”
Ritenendo chiuso l’argomento Fury aprì la porta, accolto dalle ormai solite ovazioni di Havoc e Breda. Riza lo seguì e, lanciando uno sguardo al colonnello e agli altri, decise che era proprio ora di far sentire la sua voce in merito a una determinata questione.
 
Due giorni dopo, Fury camminava nel quartier generale con aria leggermente sconsolata.
Dentro di se si rimproverava perché il motivo della sua tristezza era veramente stupido, ma proprio non poteva far a meno di essere lievemente giù di morale. Era successo quella mattina quando, passando davanti al negozio dell’altra volta, aveva visto che il Celtor 35 non c’era più: non era possibile che avessero levato la scatola dalla vetrina in quanto era un pezzo troppo pregiato per non essere esposto. Semplicemente qualcuno era arrivato prima di lui.
Del resto era un’idea semplicemente assurda pensare di riuscire a mettere insieme quella cifra in un arco di tempo abbastanza breve. Anche se aveva già iniziato a riformare la sua riserva speciale con cinque dollari, c’era una differenza troppo abissale. Poteva solo sperare che, prima o poi, (e possibilmente in un momento in cui avesse disponibilità finanziarie) riuscisse a ritrovare quel modellino in qualche altro negozio.
Per quanto raro non sarebbe stato del tutto impossibile.
Tuttavia nonostante questi pensieri positivi non poteva far a meno di essere lievemente triste. Così quando entrò in ufficio si accorse solo all’ultimo che nella sua scrivania c’era un grosso pacco regalo.
“Mentre non c’eri è arrivata una visita per te, sergente” dichiarò il colonnello
“Per me?” chiese Fury fissando perplesso quel pacco, pensando che magari poteva essere un regalo di commiato di Trey. Ma la cosa gli sembrava così strana.
“Sì – aggiunse Havoc – e come sempre tu hai trovato il momento giusto per essere assente”
“E chi era?”
“Mah, non ha detto il suo nome… - riflettè Mustang, alzando lo sguardo al soffitto - ma era tutto vestito di rosso e bianco e aveva alcune renne con se.”
“Eh?” Fury iniziava a pensare che il colonnello lo prendesse in giro, ma intervenne anche il tenente a dargli manforte
“Sì, è vero. Ha detto che presto sarebbe stato impegnato e che quindi non si poteva fermare ad aspettarti: doveva preparare la slitta se non sbaglio, vero signore?”
“Sì. Però ha detto anche che in cima alla lista dei bambini buoni c’era il tuo nome…”
“Noi gli abbiam spiegato che tu non eri propriamente un bambino, nonostante l’altezza, ma lui non ha voluto sentir ragioni” aggiunse Breda, annuendo con sicurezza
“Però nessuno ha messo in discussione il fatto che sia buono” dichiarò Falman
“Oh insomma – sorrise Fury – volete dirmi che Babbo Natale è stato qui? Ma se siamo a fine Aprile”
“E tu che ne sai degli impegni di Babbo Natale, sergente? - gli chiese Havoc con aria di sfida – Vuoi aprire o no quel dannato pacco?”
“Ma siete sicuri che sia davvero per me?” chiese ancora il ragazzo, prendendo in mano il nastro rosso
“Se era per me, puoi star certo che l’avevo già aperto” disse Mustang alzandosi e andando verso di lui
“Allora posso?”
“Ma certo, sergente… siamo tutti curiosi” sorrise Riza
Con le mani che gli tremavano lievemente Fury sciolse il nastro rosso e aprì il pacco. Come la scatola fu visibile le mani gli ricaddero sui fianchi e iniziò a piangere: era il Celtor 35 versione deluxe.
“Oh no… adesso si mette anche a piangere” sospirò Havoc, scuotendo il capo
“Io… io – singhiozzò commosso Fury – grazie… grazie davvero, signore”
“Ti ho detto che era babbo natale… - replicò Mustang - oh va bene, in fondo lui ci ha solo prestato la carta regalo. Consideralo dono di compleanno e natale anticipati”
 “Signore… non doveva – disse il ragazzo asciugandosi le lacrime che continuavano a colare – è così… così…”
“Tranquillo, ciascuno di noi ha messo una quota della propria vincita. E poi ti dovevamo risarcire di tutti i soldi spesi per le attrezzature, no? – e lanciò uno sguardo al tenente – In fondo dovevamo ringraziarti in qualche modo, e così abbiamo chiesto al tenente che ci ha parlato di questo tuo desiderio segreto”
A dire il vero al tenente non era stato chiesto niente: era lei che aveva imposto a loro di cedere parte delle  quote per comprare il modellino. E aveva presentato la sua richiesta con metodi così persuasivi che nessuno d loro aveva osato ribattere.
Ovviamente Mustang aveva messo la parte più grossa, considerato che la sua quota di vincita era la più alta (Falman aveva fatto tutti i calcoli: cinquecento dollari messi da loro tre e i restanti seicentocinquanta messi dal colonnello).
Mentre Fury ringraziava tutti (con il suo tentativo di abbraccio bruscamente allontanato da uno seccato Havoc e uno sdegnoso Breda ed invece gentilmente accettato da un imbarazzato Falman), Mustang pensò che un simile pagamento, in un’altra occasione, gli avrebbe dato enormemente fastidio. Tuttavia sapeva che aveva rischiato di perdere il suo tecnico. Il tenente non aveva saputo tacergli della proposta del dottor Eyton e il fatto di poter vedere Fury alla sua scrivania, al suo posto, piangere come un moccioso per quel modellino gli dava una sensazione di sollievo non indifferente.
“Non provare nemmeno ad avvicinarti!” gli disse per prevenire qualsiasi tentativo di abbraccio
“E soprattutto,vedi di non rincitrullirti con il modellismo. – commentò Havoc – Già ci basta l’elettronica”
“Promesso” sorrise il sergente asciugandosi le lacrime.
In fondo, un lavoro al reparto tecnico di Central non valeva nemmeno la centesima parte di quella battutaccia di Havoc.

 
  
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