35.
DELINQUENTI
Era ancora notte. Si mosse
leggermente per scoprire di
essere incatenato ad un palo.
Aprì gli occhi per
capire dove si trovasse.
Una grande folla di persone lo
guardava incuriosita,
mentre lui, incatenato al centro di una piazza, si sentiva come il
fenomeno da
baraccone.
Lo avevano picchiato. Si capiva dal
dolore che provava
ogni qualvolta faceva anche un minimo movimento. La ferita alla spalla
bruciava
da morire, ma almeno l'avevano curata e fasciata. Si sentiva debole, e
non era
nemmeno lucido. A quanto pare lo avevano anche drogato.
Lo avevano colto completamente alla
sprovvista, non
gli avevano dato il tempo e l'opportunità di difendersi.
Avevano attaccato un uomo, solo,
senza alcun pretesto.
Ma cosa gli era saltato in mente?
Uno di loro, probabilmente il capo,
parlò, con voce
autoritaria:<< Perché sei venuto a disturbare
la nostra quiete,
straniero? >>disse burbero. Era un uomo alto e robusto,
sembrava un uomo
senza scrupoli.
<< Io non volevo fare
nulla di male! Volevo solo
avvertirvi di un incendio sulla Grande Dorsale che si sta propagando a
vista
d'occhio! >>urlò esasperato <<
ed è così che voi accogliete gli
ospiti? >>domandò con rabbia.
<< E così
che noi accogliamo i delinquenti
>> disse quello avvicinandosi poi a lui fino a
spiccicargli in faccia un
foglio di pergamena. Murtagh strinse gli occhi e sussultò
quando vide che si
trattava di un manifesto, anzi per la precisione, il manifesto di un
ricercato
dall'Impero, con una bella taglia sulla testa. E quello raffigurato era
proprio
lui, non c'erano dubbi. Alla fine Galbatorix si era dato una mossa.
Quel
manifesto era anche arrivato a Carvahall, una delle cittadine
più sperdute
dell'Impero.
<< Abbiamo
già mandato un messaggero, i soldati
ti verranno a prendere presto >> parlò un
altro. Era poco più di un
ragazzo, anzi poteva avere all'incirca la sua età. Murtagh
notò che teneva in
mano un martello. Rabbrividì. Era stato lui, lui lo aveva
colpito alla schiena.
Anzi doveva ringraziarlo per essersi contenuto, poteva benissimo
spezzargli
tutte le ossa della colonna vertebrale, invece si era limitato a
metterlo KO.
Strinse i denti. <<
Io non ho fatto niente.
L'unica colpa che ho è quella di essere sfuggito alle
grinfie di Galbatorix...
>>
<< Ah ed è
per questo che non ti sei preoccupato
di guidare un gruppo di Urgali fin qui?
>>parlò nuovamente l'uomo robusto
<< Volevate attaccarci ecco qual era il vostro piano. Ma
noi siamo
previdenti. Avevamo già subìto un attacco e vi
abbiamo accolto a puntino
>>
<< Ma cosa...?
>> intervenne Murtagh con
stupore << Urgali? >>
<< Non fare il finto
tonto, giovanotto!
>>urlò << Devo spiegarti io?
>>
Vedendo l'espressione confusa del
ragazzo, continuò.
<< Per prima cosa
avete incendiato la foresta
come vandali, poi tu saresti dovuto venire qui per cercare aiuto,
mentre i tuoi
amichetti ci avrebbero aspettato fuori. E quando noi in massa ci
saremmo
precipitati a cercare di spegnere il fuoco, loro ci avrebbero
sterminati, uno
ad uno >> spiegò con calma. <<
Ma vi è andata male...i tuoi alleati
hanno fatto una gran brutta fine, e tu...beh ti abbiamo risparmiato
solo perché
il re ti vuole vivo, brutto traditore che non sei altro! Ma non ti
vergogni?
Allearti con quegli esseri abominevoli?! >>disse con
sdegno.
Murtagh rispose con un ghigno
divertito. << Ma
voi non avete proprio capito nulla...è proprio il vostro
"amato" re
ad essere alleato degli Urgali. Hanno appiccato loro l'incendio, poi mi
hanno
seguito, e io come un idiota non ci ho fatto neanche caso
>>
A questo punto l'uomo si
avvicinò ancora, per urlargli
in faccia:<< TU MENTI! >>
<< No! Io sono
innocente! Non ho fatto nulla!
>>urlò a sua volta il ragazzo, incominciando
ad alterarsi di fronte
all'ottusità di quella gente. Davvero credevano che gli
Urgali avrebbero
ubbidito a lui? Un semplice umano?
Ma l'uomo robusto gli diede un gran
ceffone ed esclamò
con sguardo severo, rivolgendosi ai suoi uomini:<< Non mi
piace questo
ragazzo >>disse con calma << picchiatelo
ancora un po', vediamo se
la smette di parlare a vanvera >>ordinò.
A questo punto venne la risata del
ragazzo di prima.
Fece ruotare il martello nella mano, a mo' di minaccia.
Avanzò verso di lui,
sempre tenendo in mano il
martello.
<< Non farlo Roran...
>>lo fermò l'altro
<< fallo fare a loro, tu non c'entri >>
<< Io non c'entro? Mi
hanno portato via mio
padre, la mia casa, tutto! >>replicò
rivolgendosi all'uomo robusto
<< io non me ne starò con le mani in mano, mai
più! >>
<< Non devi sfogare
la tua frustrazione su di
lui >>lo rimproverò.
Il ragazzo di nome Roran lo
guardò in cagnesco, infine
dopo una lunga pausa sputò a terra e si
allontanò.
Cosa che però non fecero
gli altri uomini, che presto
circondarono Murtagh.
Intanto tutta la piazza si era
quasi svuotata. Molti
non volevano assistere a quello spettacolo così barbaro e
cruento.
Fortunatamente finirono presto,
interrotti dall'uomo
robusto che li comandava.
Murtagh era abituato al dolore, era
abituato ad essere
picchiato, fin da quando era piccolo. Quindi seppe sopportare la pena
con
fierezza.
<< Hai la pelle dura
eh? >>commentò l'uomo.
Murtagh lo guardò con
disprezzo allontanarsi con i
suoi uomini.
Il panico gli attanagliò
completamente le viscere
quando, poco tempo dopo, vide un'ignara Liz che attraversava
l'ingresso, alla
disperata ricerca del suo ragazzo.
Avrebbe dovuto aspettarselo.
Avrebbe dovuto sapere che Liz gli
avrebbe sicuramente
disubbidito non vedendolo tornare dopo un bel po' di tempo.
Cosa le avrebbero fatto quegli
uomini quando avrebbero
scoperto che stava con lui?
Nel disperato tentativo di
liberarsi, fece un ultimo,
inutile, movimento, ma sapeva con certezza che doveva abbandonare ogni
speranza. E poi era ormai troppo tardi.
La ragazza l'aveva scorto da
lontano e stava venendo
di gran corsa verso di lui.
<< Oh mio dio! Ma
cosa ti hanno fatto?!
>>esclamò spaventatissima vedendo lo stato in
cui era ridotto.
<< Liz! Devi
assolutamente andartene da qui!
>>disse sottovoce ma cercando di essere più
autoritario possibile
<< Ci hanno scoperti! Hai capito, Liz?! Ti prego
và via! >>la
implorò infine.
<< No, non ti lascio
qui >>esclamò lei
risoluta. Non c'era niente da fare con lei, era troppo testarda, non
sarebbe
mai riuscito a convincerla.
<< Me la
caverò da solo, tu vai! Non voglio che
ti facciano del male come lo hanno fatto a me! >>. Ma era
tutto inutile.
Lei cercava disperatamente un modo per liberarlo, ma le catene erano
troppo
spesse, inoltre ci voleva una chiave per il pesante lucchetto che le
teneva
strette intorno al giovane.
Allora impugnò la spada,
iniziando a dare colpi al
palo di legno.
L'unico risultato che ottenne fu
quello di scalfirlo
leggermente. Sospirò, sentendo la speranza abbandonarla e le
lacrime iniziare a
strabordare.
<< Bene, bene, bene,
ci siamo portati
l'amichetta >>disse una voce dietro di loro. Una figura
emerse dalle
tenebre notturne. << Sapevo avresti chiamato rinforzi,
cane bastardo
>>disse con disprezzo il ragazzo di prima.
Liz impugnò la spada
ancora più saldamente, girandosi
di faccia al nemico, preparandosi a combattere.
Quello, per niente scoraggiato,
estrasse dalla tasca
il suo amato martello con fare teatrale.
<< Credi che un
attrezzo del genere possa
competere con una spada? >>iniziò a schernirlo
Liz.
<< Non importa che
attrezzo sia, purché chi lo
usi sia abile... >>rispose sapiente l'altro.
<< Dobbiamo metterci
a fare i teorici o dobbiamo
combattere? >> e si avventò sul ragazzo, con
furia.
<< Liz, vattene via!
Presto arriveranno gli
altri! >>urlò ancora Murtagh, al limite
dell'esasperazione.
Mentre la ragazza si
limitò ad ignorarlo e a
continuare l'assalto, Roran, dopo aver bloccato un affondo della
ragazza:<< E cosa ti fa pensare che io la
lascerò andar via? >>
Ma Murtagh aveva ragione. Presto
sarebbero arrivati i
rinforzi. E lei doveva sbrigarsi a mettere fuori tiro questo sbruffone.
Però su una cosa aveva
ragione: non aveva mai visto
nessuno maneggiare un'arma del genere, eppure quella sembrava davvero
perfetta
per lui.
Con un impeto furioso
riuscì a colpirlo al fianco.
Il ragazzo urlò di
dolore, accasciandosi a terra. Liz
gli puntò la spada alla gola.
<< Libera il mio
ragazzo >>ordinò.
Pur essendo in una posizione di
netto svantaggio, il
ragazzo si concesse il lusso di fare un ghigno.
<< Non posso, non
sono io il capo qui >>
<< Dimmi dove
trovarlo allora >>gli
intimò.
Un'altra risata.
<< Proprio qui...
>>
<< Mi prendi in
giro?! >>esclamò
innervosita.
Liz sfiorò la sua gola
con la punta della sua spada
affilata, e piccole gocce di sangue iniziarono a macchiare la sua lama.
<< Liz...
>>. Un lamento. Una voce
strozzata.
La ragazza si girò in
preda al terrore.
<< Lascialo andare
>>le ordinò un uomo
robusto. Anche lui era nella sua stessa posizione, la gola di Murtagh
pericolosamente vicina alla lama di un pugnale.
Liz rimase immobile, in attesa.
Poi un esiguo numero di uomini
armati la attorniarono.
<< Getta l'arma
>>
La ragazza prima di fare qualsiasi
cosa si guardò
intorno. Erano in tanti, ma possibilmente non erano tutti soldati
esperti.
Sentiva di potercela fare, se solo la vita di Murtagh non fosse stata
in
pericolo. Si sentiva impotente.
Infine si arrese, gettando la spada
ai suoi piedi, con
una smorfia.
In pochi secondi la piazza si era
riempita di gente
sempre più curiosa.
Il ragazzo ai suoi piedi
strisciò via, alzandosi a
fatica, e lei rimase immobile, lasciandolo mentre se la svignava.
A questo punto anche l'uomo, fedele
alla sua parola,
allontanò il pugnale da Murtagh, ma con sguardo pieno di
rancore si diresse a
grandi passi verso di lei.
Lei gli rivolse uno sguardo truce
prima di venire
scaraventata a terra, dopo che l'uomo l'ebbe afferrata per i lunghi
capelli.
<< Lasciala stare
brutto bastardo! Te la prendi
con una ragazza! Che male può fare?!
>>urlò Murtagh fuori di sé.
L'uomo sospirò.
<< Hai ancora la
forza di urlare?! >>disse
infastidito << Questa ragazza ha un'arma, è
pericolosa >>
Poi afferrò la sacca che
Liz portava sulle spalle,
strappandola col pugnale riversò tutto il contenuto per
terra.
Alcuni soldati si misero a
curiosare tra tutti quegli
oggetti, per trovare qualcosa di interessante. E in effetti la
trovarono.
<< Visto? Anche una
ragazzina come lei può fare
un grande danno se si considera che lei sia la "dama di ghiaccio"
>>disse l'uomo, soddisfatto, tenendo in mano la maschera.
Infatti un
altro gli portò un volantino, e dopo averlo esaminato per
alcuni minuti esclamò
a gran voce:<< ecco svelata la sua identità!
>>
Anche i soldati contenti
commentarono il
fatto:<< Bingo! >>, << Doppia
ricompensa! >>, <<
Diventeremo ricchi! >>dicevano in preda all'euforia.
Liz, rimasta ancora a terra a bocca
spalancata, venne
allontanata con un calcio violento, che la fece spostare di diversi
pollici.
<< La lascio a voi,
basta che la lasciate viva
>>pronunciò il capo dei soldati.
Murtagh urlò e si
divincolò come fosse un forsennato.
Non l'avrebbe mai permesso.
<< Non osate
toccarla! >>urlò colmo di
ira.
Liz ancora dolorante,
riuscì a sollevarsi da terra.
Deglutì mentre quattro o
cinque uomini si avvicinavano
sempre di più.
O per le urla di Murtagh o mosse
forse dalla pietà, alcune
donne che stavano assistendo, prese di coraggio, si pararono davanti
alla
ragazza, a mo' di protezione.
<< Ma non avete
nessun contegno morale? Questa
poveretta ha sbagliato ma non avete il diritto di trattarla in questo
modo!
>>esclamò una di esse.
<< Beh tecnicamente
lo abbiamo eccome...
>>replicò uno dei soldati << E'
una prigioniera e possiamo farne
quello che vogliamo >>.
<< E poi anche tuo
marito c'ha dato il permesso
Elain >> disse un altro rivolgendosi alla donna che per
prima aveva
parlato.
<< E allora dovete
passare prima sui nostri
corpi! >>disse furiosa un'altra.
Nella piazza regnò il
silenzio più tombale. Nessuno si
muoveva. Liz, schermata dalle donne, tratteneva il fiato, in attesa.
Alla fine i soldati si arresero e,
delusi, si fecero
indietro.
A quel punto Liz, strattonando le
donne e riuscendo a
superarle, raggiunse i soldati, gettandosi ai loro piedi.
<< Vi prego, liberate
Murtagh! Liberatelo e io
mi consegnerò a voi! >>supplicò.
A quel punto intervenne Murtagh,
furioso:<< Non se
ne parla! Se provate a sfiorarla io... >>ma un altro
ceffone in pieno
viso interruppe il suo discorso.
L'uomo robusto:<< tu
non farai proprio niente, a
te ci baderò io... >>disse osservandolo
minaccioso, << in quanto
alla ragazza non so...badateci voi donne. Ma guai a voi se ve la fate
scappare
>>.
E detto questo se ne
andò, seguito dai soldati.
Una delle donne che aveva difeso
Liz, la prima, scattò
in avanti, verso quello che doveva essere suo marito, fermandolo.
I due parlarono per un po',
rivolgendo di tanto in
tanto occhiate ai due prigionieri.
Poi l'uomo parlò, con la
sua voce autorevole:<<
Mia moglie mi ha appena consigliato di prenderti io stesso in custodia,
così
potrò controllarti personalmente >>si rivolse
a Liz, poi ai suoi
uomini:<< Prendetela e seguitemi >>
Gli uomini ubbidirono.
<< Ce la faccio anche
da sola a camminare. Non
cercherò di fuggire, credetemi >> e con uno
strattone si levò di dosso le
mani degli uomini, seguendo l'uomo robusto e sua moglie nella loro
casa.
Appena arrivati la donna la
accompagnò fino ad una
stanzetta, al piano superiore.
<< Spero ti troverai
bene qui >>le disse
con gentilezza.
Liz
sbuffò:<< Sono una prigioniera, come potrei
trovarmi bene? >>disse ironica << comunque
grazie >>un po'
brusca ma almeno educata. In fondo la donna era stata gentile con lei,
non
doveva serbarle rancore.
La donna annuì, un po'
dispiaciuta, poi uscì dalla
stanza, lasciando suo marito ancora dentro.
Lui afferrò Liz
brutalmente, dicendo
minaccioso:<< Puoi stare certa che controllerò
ogni tuo minimo movimento,
se cercherai una qualsiasi maniera per fuggire potrai dire addio alla
testa del
tuo giovane amico, intesi? >>
<< Non lo farei mai
>>rispose lei fredda,
guardandolo con quegli occhi gelidi che tanti mettevano in soggezione.
<< Meglio
così >>la lasciò andare
<< godetevi la permanenza qui...finché non
arriveranno le guardie di
Galbatorix >>
<< Ma
perché quelli che vi ubbidiscono non sono
guardie? >>
<< Sono
mercenari...sono tempi duri questi e abbiamo
bisogno del loro aiuto >>rispose asciutto, uscendo poi
dalla stanza,
chiudendola a chiave.
Nella stessa posizione in cui si
trovava, Liz si
accasciò a terra, sconfitta.
Tuttavia non si lasciò prendere dal panico. Doveva studiare un piano e occorreva sangue freddo e mente lucida per farlo.
Salve gente! :)
Mmmm mi sa che stavolta non ho niente da dirvi, a parte che mi dispiace
per il solito ritardo...ma davvero, faccio di tutto per cercare di
ritagliarmi un po' di tempo.
E poi volevo dirvi un'altra cosa, non so se ci avete fatto caso, ma
alcune cose sono VOLUTAMENTE cambiate rispetto all'originale...infatti
penso di avervi un po' sconcertato! xD cioè...gli abitanti
di Carvahall che sembrano dei cattivi cattivissimi?!? ahahah
tranquilli la storia non è cambiata in questo senso, per
adesso sono solo un po' burberi, perché pensano di avere a
che fare col nemico...poi nel prossimo capitolo questa situazione si
chiarirà un po' :) per adesso le cose che sono
realmente cambiate un po' riguardano solo una questione di cronologia
più che altro, ma sono piccolezze tranquilli, forse manco si
notano!
Bene, a prestissimo allora! Un bacione, ancora un grazie
mille a chi legge, e un grazie speciale a tutte quelle meravigliose
ragazze che recensiscono! Mi rendete davvero felice ;)