Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Ashwini    17/05/2013    7 recensioni
Amia non è una semplice umana.
Andras è il demone che regna sull'Impero di Alloces.
Andras riuscirà a conquistare l'intero pianeta Terra tranne un piccolo territorio "protetto" dalla CGE, un'organizzazione umana corrotta da Rea e le sue sacerdotesse.
Rea vuole vendetta per un torto subito in passato a causa di Andras.
Ma chi è il vero nemico?
Una leggenda influenzerà i destini dei personaggi.
Damien, un simpatico demone biondo, e Raina, una spumeggiante umana, sapranno aiutare Andras e Amia, loro amici?
Dalla storia:
«Ti ho visto, ho incrociato i miei occhi con i tuoi. Ti ho conosciuto, ho intrecciato le fibre della traccia della mia vita con le tue. Ti ho guardato dentro, ho voluto te nella mia storia e me nella tua. Ti ho amato, ho combattuto, mi sto battendo, ci sto difendendo per farti restare lungo il mio percorso, ma mai ai suoi confini perché lì c'è solo dolore. Ti ho visto, ti ho conosciuto, ti ho guardato dentro, ti ho amato. Ti vedo e ti vedrò ogni giorno chiaramente, ti conoscerò sempre di più, ti affonderò ancora dentro, ti amo e sarò innamorata di te in eterno.» - Amia.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic dddd Ciao a tutti! ^-^  
Eccomi qua con un nuovissimo capitolo tutto per voi!
Cosa succederà? Beh, questo è IL capitolo care lettrici, quello che sicuramente tutte voi stavate aspettando con ansia! XD
Indovinato di cosa si tratta? u.u
Spero che il capitolo vi piaccia, godetevelo fino in fondo perché, per un po', momenti come questo saranno rari. Ahahaha, l'autrice è cattiva.
Inoltre, in questo capitolo è presente solo il pov Amia, quello del nostro bel tenebroso ci sarà nel prossimo però, non disperate! XD
Non mi dilungo oltre e vi aspetto sotto.

BUONA LETTURA!


                                          
                                                              La solitudine è meno pesante se qualcuno pensa a te. 
                                                              Il pensiero è come una radio ricetrasmittente e non ti lascia mai sola/o. 
                                                              E riceve ovunque, universale e potente il suo segnale!
                                                             (Mario Enrione)






Capitolo undicesimo: Il pezzo mancante.




Pov. Amia


Dopo che finii di lavare la mia parte di piatti e posate sporche salutai Katia e Raina che, ancora una volta, mi raccomandarono di non esagerare con le parole dato che si parlava sempre del più temibile dei demoni. Con un sorriso cercai di rassicurarle e, carica di energia, mi diressi verso la serra.
Mentre percorrevo i corridoi deserti ripensavo a quel giorno che mi sconvolse la vita ed ai miei primi giorni qui a palazzo. Certo che ne avevo fatta di strada, senza neanche accorgermene ero cambiata, maturata in alcune piccole cose. Il mio caratteraccio restava ma, come dire, mi sentivo più leggera in un certo senso. Forse dipendeva dal fatto che adesso non ero più sola.
Katia e Raina.
Sì, sorrisi, ora avevo loro al mio fianco. Dopotutto, pensai, questa guerra non aveva portato solo cose negative nella mia vita. Nella mia vecchia scuola ero sempre stata una ragazza normale, nascondevo il mio vero carattere turbolento e ribelle mettendomi la maschera dell'anonima ragazza brava a scuola. Prestavo gli appunti quando richiesto, davo ripetizioni ai miei compagni di classe se non avevano capito un argomento, ma la mia vita scolastica finiva lì. Il brutto era arrivato dopo, quando iniziai il secondo anno di liceo.
Mio padre iniziò a drogarsi e a bere sempre di più, lo faceva anche prima, non si poteva mai sapere quando sarebbe tornato a casa ubriaco fradicio, ma da allora accadde tutti i giorni, nessuno escluso.
A scuola cominciarono i pettegolezzi sui miei lividi, sparsi in tutto il corpo non sempre riuscivo a nasconderli, nel periodo estivo poi era un'impresa impossibile. Gli insegnanti e i compagni di classe più vicini a me cominciarono a pormi domande su domande, la vita per me divenne insostenibile. Non potevo dire loro la reale causa dei lividi, avrei certamente condannato mio padre al carcere. Certo, ad un certo punto, vedendo soffrire terribilmente anche mia madre, avevo pure deciso di denunciarlo ma fu proprio la mia genitrice a fermarmi dicendomi, pregandomi di non farlo, di sopportare. Accettai ma con tutti i problemi familiari che ne seguirono non mi feci mai delle vere amiche, tutti mi vedevano come quella strana, in molti mi evitavano anche. Ed io sopportavo in silenzio, soffocando la vera me stessa dietro una barriera di cemento fortificato, facendo finta di restare impassibile difronte tutto quello ma dentro la mia anima veniva continuamente lacerata.
L'unica a volermi realmente bene era la mamma, solo lei. Mio padre finì così di esistere per me, mi costrinsi ad odiarlo ma il ricordo dei primi anni della mia vita mi ritornavano sempre in mente, tutt'ora succede, impedendomi di odiarlo realmente. Non so, ma c'era sempre stato qualcosa di strano nei suoi comportamenti, a volte lo avevo beccato a fissare con orgoglio le mie pagelle scolastiche e così mi chiedevo perché accidenti mi dimostrava solo indifferenza quando ero presente. Ad un certo punto della mia vita decisi di chiudere per sempre con il passato, volevo vivere il presente a favore del futuro. Anche adesso continuavo a reprimere i ricordi dolorosi del mio passato ma certe attimi, certi sentimenti erano troppo forti per essere dimenticati e tornavano a galla sotto l'orribile forma di incubi. 
Grazie a Katia e Raina però una luce era apparsa nel cielo scuro della mia esistenza, le nuvole si erano quasi del tutto dissolte. Quasi, perché percepivo che ancora mi mancava un tassello importante per illuminare definitivamente quel cielo. E quel qualcosa di così speciale ed unico al mondo sentivo di provarlo quando Andras era accanto a me. Ogni santa volta mi ripetevo che non poteva essere lui la mia persona speciale, andiamo era Andras! La cosa era del tutto inverosimile!
Eppure... eppure non potevo fare finta di nulla perché era la mia stessa anima che ricercava la sua. 
Purificare l'oscurità con l'oscurità.
Sorrisi sconsolata, già, andarmi a cacciare in simili intrighi era proprio da me. La mia vita, evidentemente, non poteva scorrere tranquilla. Ma se per purificare del tutto la mia anima dovevo lottare con le unghie e con i denti, dovevo piangere ed urlare ma soprattutto dovevo stare accanto a quel demone di ghiaccio... beh, allora forse ne valeva la pena, perché dopo la notte c'è sempre il giorno e per arrivarci dovevo passare per quell'oscurità che per me era rappresentata da Andras allora sarebbe stata senz'altro una bella ed intrigante fermata. Chissà, forse con me avrei potuto portare pure lui perché quell'inspiegabile e contorto desiderio di lenire, almeno in minima parte, il suo perenne dolore ancora non mi era passato dalla testa anzi, si era radicato sempre più in profondità.
Lui era il mio ultimo ostacola per la pace eterna era vero, ma nel mio futuro volevo ardentemente che fosse presente anche lui. Non mi spiegavo il perché, mi era ancora oscuro il motivo, sapevo solo che era così e basta. 
Dovevo quindi ammettere almeno a me stessa che non tutti i mali vengono per nuocere, che adesso la mia vita era molto meglio di prima per molti aspetti e che la distruzione della mia precedente vita aveva portato alla nascita di quella nuova.
Forse Katia aveva ragione, forse bastava che io accettassi tutto quello che la mia nuova vita mi stava donando e tutto sarebbe andato per il meglio. Dopotutto dovevo almeno provarci. C'erano migliaia di persone che erano in condizioni ben peggiori della mia e io non potevo di certo buttare nel dimenticatoio l'opportunità che mi stava offrendo il destino.
Con questi pensieri, che ancora vorticavano nella mia testa, arrivai difronte la porta della serra. Aprì la porta ed entrai dentro.
L'interno della costruzione era pieno di fiori di ogni genere, soprattutto rose. Ve ne erano di tutti i colori ma le mie preferite restavano sempre quelle rosse, simbolo dell'amore vero, anche se amavo molto anche quelle bianche, il cui significato era: ''Io sono degno di te'', magnifico e significativo secondo me.
Vagai con lo sguardo ma di Andras nemmeno l'ombra, eppure ero arrivata puntuale come un orologio svizzero. Sospirai, era pure un ritardatario Mr. Ghiacciolo. Decisamente i punti a suo favore aumentavano sempre di più.
Dato che ancora il signorino non si decideva ad arrivare decisi di girovagare un po' in giro, fermandomi di tanto in tanto per odorare quelle magnifiche rose. Vedendone una in particolar modo affascinate e bella allungai una mano per prenderla, ma essendoci molte rose l'una accanto all'altra ed essendo la solita sbadata mi punsi con una spina ad un dito. Ritrassi subito la mano e, come facevo sempre in quelle situazioni, mi portai il dito ferito alla bocca. La cosa che però non mi sarei mai aspettata è che poco prima di toccare le mie labbra il dito fu afferrato da un'altra mano e portato alle soffici labbra di un altra persona. Inutile dire che il sangue mi si gelò nelle vene non appena mi accorsi che quella persona altri non era che Andras.
Spalancai gli occhi sinceramente sorpresa, non l'avevo nemmeno sentito entrare. Poi però mi ricordai ciò che ci eravamo detti la stessa mattina e pensai che quello doveva essere uno dei suoi sporchi tentativi di farmi cedere a lui, ma si sbagliava di grosso se credeva che mi sarei lasciata imbambolare così facilmente!
Sorrisi saccente facendogli vedere che con me non attaccava e ottenendo in risposta uno dei suoi famosi ghigni.
<< Immaginavo che con te non sarebbe bastato così poco, ma ci ho voluto provare lo stesso. >> disse con un alzata di spalle.
<< Già. Adesso posso giocare anche io? >> dissi passandomi la lingua sul labbro inferiore, atto seguito con grande attenzione dagli occhi blu cobalto del demone.
<< Certo. >> rispose semplicemente lui e notai che mentre rispondeva stava ancora fissando le mie labbra.
Sorrisi. Bene, vediamo di divertirci.
Mi avvicinai a lui che nel frattempo era restato immobile al suo posto e gli presi il volto fra le mani. Incatenai i miei occhi ai suoi e poi distolsi lo sguardo per poi andarlo a posare sulle sue labbra. Mi umettai le mie, notando con piacere che tutto era stato seguito dai suoi occhi che erano improvvisamente diventati più scuri, che sia per il desiderio? Mi dissi che se volevo davvero scoprirlo dovevo giocare pesante per smuovere una roccia come lui.
Così con lo stesso dito di poco prima andai a tracciare i contorni delle sue labbra piene e morbide. Lo vidi sospirare e chiudere gli occhi. Sorrisi vittoriosa ma indietreggiai  di un po' quando lo vidi spalancare gli occhi diventati improvvisamente rossi. Ma cosa... ?
Venni sbattuta al muro con i polsi sollevati sopra la testa da una sua mano. Il suo volto si fece sempre più vicino al mio fino a che non depositò un bacio rovente all'angolo della mia bocca. 
OH. CAZZO.
Stava scherzando? Non si era parlato di cose del genere! Se faceva così le mie certezze sul vincere cominciavano a vacillare. Dio non immaginavo sarebbe arrivato davvero a quel punto. 
Dovevi immaginarlo invece, ricordi? Niente regole... mi ricordò il mio cervello.
<< Credevi davvero che avrei lasciato divertire solo te? >> mi sorrise maligno Andras.
Con la mano libera andò a riservare lo stesso trattamento che gli avevo fatto io alle mie labbra. E per Dio, come faceva a risultare mille volte più sensuale di me?!
Era tutto così maledettamente eccitante... mi morsi il labbro inferiore.
<< Non provocarmi ragazzina. >> disse Andras in un sussurro appena udibile, osservandomi con gli occhi ancora rossi. Non capivo perché non li ritrasformasse.
<< Rivoglio il colore blu nei tuoi occhi, questo non mi piace. >> dissi pentendomene subito dopo averlo detto. Accidenti a me, parlavo sempre troppo.
Lo vidi sorridere per poi dire in modo più calmo: << Davvero? Deduco quindo che ti piacciono i miei occhi. >>
Non sapevo che dire, verità o bugia? Che fare? 
Lo osservai, sembrava fosse impaziente di sapere la mia risposta. 
Com'è che si diceva? Ah sì, si vive una volta sola nella vita.
<< Sì, sono la parte più bella di te. >> dissi di getto.
A quel punto per la prima volta in vita mia lo vidi sorridere sinceramente... contento? Possibile? 
Ricambia il sorriso e dissi: << Dovresti farlo più spesso. >>
<< Cosa? >> rispose un tantino confuso, abbassando leggermente la testa di lato. Sembrava tanto un cucciolo in quel momento, non più Andras ''Il Conquistatore'' ma... Andras e basta, solo ed unicamente lui.
<< Sorridere, sei più... più bello. >> dissi imbarazzata. Ero sicuramente diventata di tutte le possibili sfumature di rosso. Era una mia impressione o l'atmosfera si stava facendo veramente un po' troppo calda?
<< Questo non dovevi dirlo... >> disse ancora più vicino al mio viso, ormai c'erano solo pochi centimetri a dividerci<< ... Amia.>> e a quel punto si gettò sulle mie labbra come un assetato nel deserto, divorandole, mordendole e succhiandole con foga. Poi la sua lingua andò a contornarle, chiedendo il permesso per entrare. Cosa che subito gli concessi, ormai era il mio cuore a dettare le regole e voleva ardentemente continuare quella paradisiaca danza fra le nostre lingue che si cercavano, si trovavano per poi attorcigliarsi l'una all'altra.
Il mio primo bacio...
Stavo dando il mio primo bacio ad Andras, l'uomo che odio e che mi odia, l'uomo che ha conquistato il mio pianeta devastandolo e distruggendone la civiltà e la cultura, l'uomo che... Oh al diavolo tutto!
Strinsi tra le mie mani i suoi capelli corvini, muovendo frenetica le dita che scorrevano tra quelle soffici ciocche. Era come se volessi imprimere a fuoco nella mia mente quel preciso istante e forse era proprio così.
Non volevo più smettere di baciarlo, finalmente il tassello mancante si era ricongiunto agli altri pezzi del puzzle. Mi sentivo completa, intera. Il mondo sembrava aver trovato il suo esatto equilibrio.
Le nostre labbra combaciavano perfettamente come se fossero state create per unirsi e si staccavano solo per far riprendere fiato ai loro padroni, poi ricominciava quell'antica danza che esisteva dall'alba dei tempi.
Non so con esattezza per quanto tempo continuammo a baciarci, potevano essere passati solo pochi attimi così come potevano essere passate intere ore. Ad un certo punto le nostre labbra si staccarono definitamente, ma erano ancora troppo vicine l'un l'altra, minacciandosi a vicenda di un nuovo e passionale attacco. 
Ci guardammo negli occhi, entrambi desiderosi di un nuovo contatto. Ci stavamo trattenendo era evidente.
Mi morsi il labbro inferiore come ero solita fare quando ero nervosa ma la sua frase mi colpì: << Sei fai così... smettila. >>
Era nervoso anche lui ma la domanda era: Perché?
Però adesso ero confusa anche su un altro punto e cioè cosa intendeva con quella sua affermazione. Poi collegai, lui stava fissando le mie labbra dischiuse... e anche prima quando mi ero mordicchiata il labbro si era irrigidito allo stesso modo, quindi... Bingo!
Sorrisi come un'ebete e dissi allegra: << Cosa? >>
<< Non fare finta di nulla! So benissimo che lo stai facendo apposta. >> rispose inflessibile.
<< Cosa intendi? Questo forse? >> dissi innocentemente e mordicchiandomi il labbro di nuovo.
Non appena lo feci venni sbattuta violentemente al muro, ritrovandomi il corpo di Andras a stretto contatto col mio. I suoi occhi mandavano scintille, era vagamente seccato.
<< Amia non farmi arrabbiare più di quanto già non sia! >> disse stringendomi per la vita e provocandomi così piacevoli brividi per tutto il corpo.
Stavo per rispondere quando riflettei di più sulle sue parole. Lui... mi aveva davvero chiamate per nome?! Di solito usava nomignoli irritanti come ''misera umana'' o ''ragazzina'', sputandoli come veleno. 
Era già la seconda volta che lo faceva e... Dio come suonava bene il mio nome pronunciato dalle sue meravigliose labbra! 
<< Ancora. >> dissi perdendomi in quella turbolenta tempesta che erano i suoi occhi.
<< Ancora cosa? >> disse confuso.
<< Il mio nome, ripetilo ancora. >> risposi sussurrando, come a non voler spezzare l'atmosfera creatosi.
Lo vidi spalancare gli occhi per poi distogliere velocemente lo sguardo dal mio. E adesso che aveva?
<< Devi dire il mio prima. Così siamo pari. >> sussurrò ostinandosi a non incontrare i miei occhi. Perché? Qua gatta ci cova mi sa.
<< Tu guardami negli occhi però. >> dissi in tono di sfida.
A quelle parole si girò subito verso di me, sapevo che un tipo egocentrico e orgoglioso come lui non poteva resistere ad una mia provocazione. Ormai ci avevo preso la mano, sapevo come destreggiarmi con lui in un certo senso.
<< Allora che aspetti? Dillo. >> disse avvicinando di un po' il viso al mio. Subito sentì l'aria farsi più pesante, mi sembrava di essere su Mercurio accidenti, faceva troppo caldo.
Deglutii rumorosamente. Cavolo, dovevo davvero dirlo?
Ormai ciò che è fatto e fatto, pensai, un nome, solo un nome. Posso farcela.
Lo guardai negli occhi intensamente e dalle mie labbra uscì nel tono più dolce che avessi mai usato: << Andras. >>
Sorrise. Sorrise come mai gli avevo visto fare. Che fossi riuscita ad abbattere almeno una di quelle maledette mura che avvolgevano il suo cuore? 
Si avvicinò ancora di più al mio volto, sfiorandomi le labbra con le sue. Sospirò eccitato.
<<  Amia... >> disse calcando sul mio nome << ... mi fai impazzire. >> terminò per poi darmi il mio secondo bacio. Ma questo fu diverso, più dolce e potevo sentire che stavolta c'era una sorta di sentimento che mi trasmetteva. 
Che sciocca che ero a contarli, me ne rendevo perfettamente conto, eppure lo trovavo un modo per imprimere a fuoco nella mia mente e nel mio cuore quei piccoli ma intensi istanti. 
Se qualche giorno fa mi avessero detto che io e lui ci saremmo ritrovati in una situazione del genere... beh, come minimo gli sarei scoppiata a ridere in faccia come una pazza da ricoverare. Così, era questo che si intendeva per ''Tutto è possibile'', eh? Dovevo rivalutare la mia scetticità su tutte queste sciocche frasi che fino ad allora ritenevo prive di senso, decisamente.
Ancora una volta ci baciammo con passione, le sue mani stringevano possessive i miei fianchi, come se volesse impedirmi di scappare da lui. Ma io non l'avrei fatto. E poi chi voleva più farlo dopo tutto quello che stavo provando? Per quanto mi riguardava sarei volentieri stata fra quelle solide e muscolose braccia per l'eternità.
Poi spostò la sua attenzione al mio collo, mordendolo e baciandolo per tutta la sua lunghezza. 
Baciava da Dio...
Un gemito uscì dalle mie labbra, provocando una risata da parte del demone.
<< E così... ti faccio ridere, eh? >> dissi ansante, le labbra gonfie a causa dei suoi baci.
<< Sì, ti trovo buffa. >> disse mordicchiandomi un lobo in modo sensuale.
<< Adesso basta Andras... >> provai a dire incerta.
Non volevo separarmi da lui ma la situazione stava precipitando, non ero più così certa di mantenere il controllo ancora per molto.
Bel controllo Amia, dopotutto ti fai solo sbattere al muro come se niente fosse... disse il mio cervello sarcastico.
Accidenti. 
Lo sentì bloccarsi e rialzare velocemente lo sguardo per poi portarlo fisso sul mio. Era seccato, furioso. Ma che avevo detto di male? 
<< Cosa?! >> grugnì come un animale.
<< Ecco... dovrei... andare. Penso che per oggi abbiamo giocato abbastanza. >> dissi con voce strozzata.
<< Questo lo decido io. Ora stai ferma. >> disse duro riavvicinandosi al mio collo.
<< No! >> poggiai con forza le mie mani sul suo petto muscoloso e lo scansai approfittando della sua momentanea distrazione. 
Dovevo assolutamente andarmene da lì e alla svelta anche. Mi diressi verso l'uscita ma fui bloccata per il polso da lui. Gemetti per il dolore, stringeva forte, troppo forte cavolo.
<< Dove credi di andare?! >> disse alzando la voce. 
<< Lasciami! Ho da fare adesso. >> risposi agitata non girandomi, se lo avessi guardato negli occhi sarebbe stata la fine.
<< Perché cazzo?! Dimmi perché cazzo scappi sempre da me ogni santa volta?! >> urlò furioso. 
A quella sua frase però mi voltai arrabbiata e dissi alzando la voce anche io: << Che stai dicendo? Io non scappo! >>
Assottigliò gli occhi, guardandomi truce, e rispose velenoso: << Ah no? A me sembra il contrario. >>
Stavo per ribattere quando sentì un rumore provenire dall'esterno della serra. Qualcuno, probabilmente il giardiniere, stava venendo qui. Oh no. Ci avrebbe visti! Insieme e per di più in quelle condizioni!
Andras parve intuire i miei pensieri ed anzi pensai che lui, con i suoi fini sensi da demone, avesse sentito molto tempo prima l'intruso arrivare. Mi lasciò il polso e mi fece notare un'uscita secondaria. Insieme, ci dirigemmo verso di essa e, senza compiere il minimo rumore, uscimmo.
Senza dirmi nulla o degnarmi di un solo sguardo se ne andò via, lasciandomi lì da sola. Strinsi i pugni, me lo meritavo un simile trattamento. La verità è che aveva perfettamente ragione, ogni volta che la situazione si faceva più seria io scappavo da brava codarda. Ma cavolo, non capiva che la sua presenza mi destabilizzava? Non capiva che tutto ciò mi faceva troppa paura? 
Perché la verità era che io non ero ancora pronta per avvicinarmi così tanto a lui. 
Eppure, pensai, gli avevo permesso di darmi non uno ma ben due, mille baci che mi avevano fatto andare dritta in paradiso. Ma era stato più forte di me, lo desideravo troppo in quel momento. Non avevo più capito cosa fosse giusto e cosa invece fosse sbagliato. 
Ma poi la paura si era rifatta viva in me e lo avevo allontanato. Avevo dovuto farlo, per me e la mia sanità mentale.
Avevo anche capito che baciarlo era stato sbagliato, ma questo era ciò che diceva la parte razionale di me. La parte più istintiva e libertina invece era stata felice di sbagliare. Io, che ero sempre stata attenta alle regole e che pensavo mille volte su di una cosa prima di farla ero stata felice di sbagliare, arrivando a ritenere quel gesto come giusto.
Ero impazzita insomma.
Poi guardai verso la direzione in cui si era incamminato e spalancai gli occhi, portandomi anche le mani alla bocca, non appena notai che l'erba e i dintorni, nei punti in cui era passato, erano completamente bruciati. Tutti i fiori e i meravigliosi cespugli erano morti, bruciati dalle fiamme.
Tutto questo... era davvero successo per causa mia?
Indietreggiai sconvolta e, scuotendo violentemente la testa, corsi verso l'entrata del palazzo. Dannazione, non ne combinavo una giusta. 
Potevamo conversare per qualche minuto, anche senza attaccarci costantemente con degli insulti della peggior specie, ma finiva sempre così: io me ne andavo via, paurosa delle nuove emozioni che stavo provando, e lui si arrabbiava. Non capivo perché se la prendesse così tanto, noi due ci odiavamo no? Allora perché prendersela per un banale rifiuto da parte mia?! Aveva milioni di donne disposte a cadere subito ai suoi piedi e soddisfarlo in tutti i modi possibili, non doveva nemmeno chiedere, loro venivano da sole già a gambe aperte. Ma no, lui doveva per forza intestardirsi con me! E non ne capivo il motivo poi, non ribadiva forse ogni santa volta che ero solo una misera umana per lui?
Arrivata anche a chiedermi perché scappassi via da lui! Era ovvio no?! I suoi comportamenti erano così contorti che preferivo mille volte rimanere nel dubbio di scoprire cosa avrebbe fatto dopo che scoprirlo rischiando magari di scottarmi irrimediabilmente. Dopotutto ogni cosa era possibile quando c'era quel dannato demone di mezzo.
Sospirai frustrata, pensare a lui mi faceva venire sempre una forte emicrania. 
Il problema adesso era come dovevo comportarmi con lui non appena lo avrei rivisto. Ignorare tutto ciò che era accaduto o... provare a parlarne con lui in qualche modo?
Mi mordicchiai le labbra al ricordo delle sue soffici labbra che si buttavano fameliche sulle mie.
No, decisamente il problema non poteva essere ignorato.
Grugnii infastidita, in poco tempo il suo volto aveva preso il completo controllo della mia mente cavolo.

Lungo il percorso sbattei contro qualcuno ma, senza nemmeno alzare lo sguardo, mugugnai solo un debole ''Scusa'' e poi continuai a correre per i corridoi. Non volevo vedere nessuno, volevo solo stare sola in quel momento. Se qualcuno che conoscevo mi avesse vista in quelle condizioni, avrebbe sicuramente chiesto spiegazioni sul mio malumore e io ero decisa a non darne. Non ora almeno. Se prima non sbollivo la rabbia e la frustrazione non potevo ragionare lucidamente e se non lo facevo avrei finito solo per confondermi ancora di più le idee.
Entrai nella mia camera come una furia, sbattendomi violentemente la porta alle spalle. Sentì subito dopo bussare alla porta ed ero ben decisa a non aprire a nessuno, ma il persistere insistente mi fece alzare con furia dal letto su cui mi ero distesa. Chi diavolo era adesso?!
<< Amia, sono ore che ti cerco, prima sei scappata via come un fulmine e... Oh santo cielo, ma che cosa ti è successo? Sembri sconvolta! >> disse Raina agitando le braccia convulsamente. 
Sospirai e la invitai dentro poi, chiusa la porta, ci sedemmo sul mio letto in religioso silenzio. Apprezzai molto che Raina non mi avesse ancora detto nulla, aspettando che fossi io a parlare per prima ma dal suo sguardo avevo comunque capito che moriva dalla voglia di sapere ogni minimo particolare su ciò che mi aveva procurato una faccia da funerale come quella.
<< Noi... >> cominciai fissando insistentemente il vuoto. Come accidenti glielo andavo a dire quello che era accaduto poco prima? Era assurdo persino per me!
<< Amia se adesso non te la senti... >> disse lei falsamente comprensiva.
Scossi la testa. Alla fine volevo davvero parlarne con lei.
<< Io ed Andras... >> continuai incerta girando la testa per guardarla finalmente negli occhi.
<< Tu e lui cosa? >> disse confusa, osservandomi però con quella sua solita ed esagerata curiosità di quando si parlava di me ed Andras.
<< Ecco... Io ed Andras ci siamo baciati. >> dissi tutto d'un fiato. 
Un pesante silenzio calò sulla stanza.
I suoi occhi erano subito diventati a palla e la bocca si era spalancata all'inverosimile. Era scioccata. 
Okay, forse, e dico forse, ero stata un po' troppo diretta.
<< CHE COSA?! >> urlò preda di una crisi isterica prendendomi improvvisamente per le spalle e scuotendomi come una pazza furiosa.
Dovetti però constatare che si riprendeva in fretta dagli shock.







ANGOLO AUTRICE:

*Parte la sigla della 20th century fox*
*L'autrice esce da un tassello nascosto della scritta*

Allora, cosa ne pensate, IL capitolo è venuto abbastanza bene? XD
Direi che finalmente possiamo prendere gli champagne e fare tutte insieme un bel brindisi!
Confesso che scrivere quella scena mi ha un po' imbarazzato, ok, non è ancora accaduto il grande passo, ma è la prima volta che scrivo la scena del bacio fra i protagonisti ed ero ansiosa perchè non sapevo se mi sarebbe venuta bene come la immaginavo nella mia testa(credetemi, lì è tutto chiarissimo! XD). Spero vivamente che vi sia piaciuta, mi impegnerò per essere sempre più brava però, ve lo prometto!
Poi che dire? La povera Amia è molto confusa su ciò che realmente prova, dice di odiare Andras ma poi pensa ed agisce in tutt'altro modo. Però, come dice lei stessa, è colpa del fascino demoniaco di Andras; anche io sarei caduta ai suoi piedi, devo ammetterlo. Ahahahah
Ma non tarderà ancora per molto a fare chiarimento sui suoi sentimenti per lui, è solo un tipo che richiede di più tempo anche perché, come ha detto, ha paura di quello che sta nascendo in lei. 
Nel prossimo capitolo ci sarà l'apocalisse vi avverto, tra spiegazioni alle amiche e burrascosi scontri fra i due protagonisti, ci sarà da mettersi le mani nei capelli. XD

Adesso vi saluto gente, alla prossima!

Bacioni, Ashwini. <3



Spazio pubblicità:

Ecco come sempre lo spazio pubblicità. :)

* ''Wolf's Blood'' di xlovefood, una storia che mi ha subito conquistato, la consiglio a tutti con tutto il cuore.
Link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1791053&i=1

* ''Ribelli'' di iloveromanzirosa, ve la consiglio tantissimo perché davvero merita tante attenzioni.
Link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1807401&i=1

* ''Follie'' di
Little liar, una storia veramente interessante e che dona molte emozioni.
Link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1698763&i=1





  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Ashwini