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Autore: ArmoniaDiVento    18/05/2013    5 recensioni
Un disperato Draco Malfoy alle prese con l’intera famiglia Weasley, in particolare con una Weasley che ha voglia di stuzzicarlo... riuscirà a mantenere la calma e a non impazzire del tutto?
Dal testo: -Potrei elencarti decine di cose che tu non hai. (...) Prima di tutto, io sono bello.
-Beh, questo è tutto da vedere, Mister Capello Laccato.
-Secondo, io sono nobile.
-Pff... mi verrebbe da controbattere qualcosa come un insulto, ma proseguiamo, mi trattengo...
-...taci, sto parlando. E terzo, io sono più uomo, Weasley, lo capisci?
-E vorrei ben sperare...
-...quindi smettila di occhieggiare il mio partner o dovrai vedertela con me.
-Questa è buona, e dimmi, Malfoy, per caso dovrei avere paura?

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Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nome Autore: ArmoniaDiVento
Titolo: Eifersucht
Genere: commedia, romantico
Pairing: Draco/Harry
Introduzione: Un disperato Draco Malfoy alle prese con l’intera famiglia Weasley, in particolare con una Weasley che ha voglia di stuzzicarlo... riuscirà a mantenere la calma e a non impazzire del tutto?
Dal testo: -Potrei elencarti decine di cose che tu non hai. (...) Prima di tutto, io sono bello.
-Beh, questo è tutto da vedere, Mister Capello Laccato.
-Secondo, io sono nobile.
-Pff... mi verrebbe da controbattere qualcosa come un insulto, ma proseguiamo, mi trattengo...
-...taci, sto parlando. E terzo, io sono più uomo, Weasley, lo capisci?
-E vorrei ben sperare...
-...quindi smettila di occhieggiare il mio partner o dovrai vedertela con me.
-Questa è buona, e dimmi, Malfoy, per caso dovrei avere paura?
NdA: ed ecco finalmente questa storia! Ci ho lavorato veramente tanto, e le sono davvero molto affezionata, è la mia prima Drarry un po’ lunga dove ho cercato di ricamare una storia con un po’ di ironia.
Il titolo, Eifersucht, significa in tedesco gelosia, letteralmente “ricerca di fervore”; oltre al fatto che amo la lingua tedesca, mi sembrava decisamente adatto a questa mia storia, scoprirete presto il perché!
Non mi resta che augurarvi buona lettura, e spero che il risultato sia degno delle vostre aspettative...
ArmoniaDiVento 

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Eifersucht
  



 


-Potter, ti avverto.
-Dai, Draco, non fare così!
-Ho-detto-di-no.
-Ma... ti prego! È importante per me!
-È fuori discussione.
-Bene. Allora niente pranzo al Manor, domenica prossima.
-Che cosa?! Stai scherzando, spero. Come osi rifiutare un invito di mia madre?
-E tu come osi rifiutare un invito di... beh...
-...ecco, Potter, non dire niente, potrebbe essere fatale per le mie povere orecchie.
Harry mise su il broncio delle grandi occasioni, versione Deluxe: fronte corrugata, occhi tristi, braccia incrociate e, tocco finale, labbro inferiore all’ingiù.
-E smettila di fare quella faccia da bambino imbecille!
Harry sbuffò.
-Non ho intenzione di non andarci, che tu voglia fartene una ragione o no... quindi ci andrò, con o senza di te.
E con questa battuta, marciò a passo spedito fuori dalla porta, lasciando il suo compagno in preda alla disperazione.
 
 

 
°°°

  
 
-Santo Salazar, devo ancora capire come hai fatto a convincermi. Sei un criminale, Potter.
Harry si abbottonò la camicia con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
-Ho le mie armi, dopotutto...
Gli lanciò un’occhiata sorniona e gli indicò l’orologio.
-Ora sbrigati, è quasi mezzogiorno! Molly ha detto che...
-...non vede l’ora di vederci e che prima arriviamo, meglio è. L’hai già detto una quindicina di volte, cominci a darmi sui nervi, sai?
-Come siamo acidi... e pensare che è pure il mio compleanno...
-Piantala, Potter, lo sai che io avevo in mente tutt’altro programma per oggi, e invece mi ritrovo costretto a sorbirmi un noiosissimo pranzo in compagnia di tutta la Grande Famiglia Lenticchia al completo, per non parlare di quella sconsiderata carotona della tua ex che non fa altro che...
-Ma la vuoi smettere di parlare male di loro?- sghignazzò Harry, che ormai non si scandalizzava più alle battutine ironiche del suo compagno.
In cuor suo sapeva che avrebbe potuto sopportare di tutto, ormai, perché il più grande regalo Draco gliel’aveva già fatto, accettando il famoso invito.
Ancora ricordava la faccia completamente sconvolta di Draco, tipo quella di chi è appena venuto a sapere dello scoppio di una nuova rivolta oltreoceano, quando Harry gli aveva passato il foglio di pergamena appena recapitato da un vecchio gufo e firmato da una pimpante Molly Weasley.
 
 
Caro Harry,
come stai? È un po’ che non ci vediamo e, lo sai, ci manchi tantissimo!
Il tuo compleanno si avvicina, quindi ho pensato: quale migliore occasione di rivederci tutti insieme e festeggiare? Ci saranno tutti, anche Charlie, Bill e Fleur – ma senza la piccola Victoire!
Allora, ci vediamo domenica per mezzogiorno alla Tana?
Ovviamente anche il tuo – voglio dire, anche Draco può unirsi a noi!
Ti aspettiamo!
Molly
P.s. Ron sta per recapitarti una lettera in parallelo piena di malignità, ma confido nel fatto che Leo si perderà una decina di volte e ci metterà un po’ di più a trovare te... nel caso non fosse così: ti prego, ignora il messaggio precedente!
 
 
In effetti dopo venti minuti anche Leo era atterrato svolazzante in cucina, consegnando la missiva di Ron, che pregava l’amico in aramaico, in cirillico, in cinese antico di non scarrozzarsi anche quel tremebondo arrogante essere che era il suo compagno – inventati una scusa, digli che hai un pranzo di lavoro col Ministro, digli che hai un’infezione di pustole verdi e devi correre al San Mungo, ma ti supplico, Harry!
 
Il Bambino Sopravvissuto aveva riso così forte nel leggere le due lettere di seguito, che Draco non aveva potuto esimersi dal mostrare il suo disappunto. Così Harry gli aveva consegnato -ovviamente- solo la prima lettera.
 
Dopo settimane di Non-Se-Ne-Parla e di Mi-Farò-Uccidere-Prima-Che-Possa-Succedere, finalmente era arrivato il grande giorno.
Harry non riusciva a smettere di sorridere, mentre Draco lo raggiungeva al camino, bello come non mai.
Un’espressione di disgusto già gli si estendeva sul viso, conferendogli quell’altezzosità e quella ruga sulla fronte che Harry trovava irresistibile.
-Allora, andiamo?
-Ti odio, Potter, ricordatelo. Buon compleanno.
Harry ridacchiò di gusto e gli stampò un bacio a fior di labbra, prima di gettare una manciata di polvere verde nel camino e sparire insieme a lui.
 
  

 
°°°

 
 
  
Tutto sommato sta andando bene,si ritrovò a pensare Harry, un’ora dopo il loro arrivo.
Certo, l’incontro tra Draco e Ron era stato alquanto imbarazzante, condito di sguardi in cagnesco e occhiatine nervose. Il signor Weasley, Charlie, Bill e George, invece, lo avevano salutato tranquilli.
Molly, Fleur e Hermione gli avevano anche sorriso (Draco aveva guardato Harry come se stesse per vomitare).
Ginny invece era arrivata solo in un secondo momento, quando tutti erano già a tavola.
Si era seduta al lato sinistro di Harry, abbracciandolo con trasporto, noncurante del ringhio basso che era provenuto dal lato destro del moro, dove il segugio Malfoy aveva fiutato il pericolo e si era messo subito sull’attenti.
-Ben arrivata, Weasley, stavo aspettando solo te- le ringhiò sottovoce alle spalle di Harry, quando finalmente Molly diede il via al pranzo e le quindici portate iniziarono a fare il giro dei vari commensali. Lei gli rispose con un’occhiata furba e un sorrisetto che non prometteva niente di buono.
 
Il pranzo era proceduto abbastanza tranquillamente; per lo più si era trattato di Bill e Fleur che raccontavano aneddoti sulla bimba, che per quel finesettimana era stata affidata ai nonni francesi.
Hermione era curiosissima e continuava a fare domande di ogni tipo a Fleur, mentre Ron occhieggiava il fratello con aria preoccupata, come a dire presto o tardi toccherà pure a me...
 
In tutto questo, Draco si era mostrato insolitamente quieto, silenzioso, rispondeva se interpellato ma non mostrava grande interesse per nessun discorso.
Eppure non è la prima volta che lo porto qui,si ritrovò a pensare Harry; c’erano già state un paio di occasioni di incontro tra lui e i Weasley, ma effettivamente questo era il primo vero pranzo “in famiglia”, come piaceva pensare a lui.
Già. La sua famiglia.
La sua famiglia che, nonostante tutto, non gli aveva voltato le spalle.
Coloro che avevano accettato il suo essere diverso, la sua coraggiosa scelta, loro che non l’avevano abbandonato mai.
Harry sorrideva, e mai come in quel momento poté sentirsi felice.
 
 
 

°°°

 
 
 
 Alcuni bicchieri di Idromele Barricato dopo, l’atmosfera a tavola si era fatta piuttosto rilassata. Tutti avevano la pancia piena e l’espressione un po’ persa di chi è in pace col mondo.
Harry, in particolare, aveva apprezzato moltissimo le due torte di compleanno che Molly aveva sfornato in suo onore, ed era andato a sedersi vicino ai suoi migliori amici di sempre.
Si sentiva a casa.
Ed era come se nulla fosse cambiato tra loro... era una chiacchierata come le altre, in Sala Comune, quando avevano tanti sogni e quando la loro unica preoccupazione era salvare il Mondo Magico...
E adesso erano ancora lì, nonostante tutto, a volergli bene, a chiedergli della sua vita con Draco (tra una smorfia e l’altra di Ron), a ridere e a scherzare.
 
  
Harry aveva notato con la coda dell’occhio che Draco si stava dirigendo verso il giardino, ma non se ne preoccupò; pensò che avesse bisogno di prendere un po’ d’aria, e gli sorrise vedendolo uscire. Lui gli restituì una mezza smorfia, ed Harry tornò a parlare con i suoi due amici; non si era affatto accorto, però, che qualcuno aveva seguito Draco fuori.
Sentì dei passi attutiti dietro di lui, e inorridì nel veder comparire la più piccola dei Weasley, una strana espressione sul viso. Iniziò a sentire puzza di catastrofe quando lei gli si sedette accanto, sulla panchina in giardino.
-Che vuoi, Weasley? Mi dai fastidio.
-Harry ti ha lasciato solo?- rispose lei tranquilla.
-Sono solo venuto a prendere un po’ d’aria, stavo soffocando in quella ca... ehm... in quella specie di posto- fece lui, pungente come al solito.
-Sai Malfoy, ogni volta che vi vedo insieme penso che la vita sia profondamente ingiusta.
Draco la fissò. Dove diavolo voleva andare a parare con quella lagna?
-Eppure sono convinta che Harry provi ancora qualcosa per me.
 
Boom.
 
Era scoppiata la bomba.
Il Serpeverde scattò in piedi, livido di labbra, i pugni chiusi.
-Brutta insolente ragazzina rossa senza cervello, vedi di stargli lontana perché altrimenti io...
-Paura, Malfoy?- sorrise maliziosa lei.
-Io non ho paura di nessuno, men che meno di un’oca come te!- sputò rabbioso lui.
-Vedo che come al solito gli insulti si sprecano. Ma vediamo un po’, perché mai Harry non dovrebbe essere più attratto da me? In fondo siamo stati insieme... era innamorato di me.
-Prima che si rendesse conto di essere omosessuale? Beh, certo, Weasley... probabilmente aveva preso un abbaglio grande come una casa.
-Non so, Malfoy, tutta questa storia dell’omosessualità... voglio dire, pensi davvero che ora lui sia totalmente indifferente a me?
Draco respirava a fatica.
Quella maledetta Weasley lo stava colpendo nel modo più infame e brutale, nei dubbi che lo avevano lacerato per mesi, nelle sue più buie incertezze...
Mesi e mesi in cerca di conferme, perché ancora non si fidava del tutto, perché aveva paura che Harry potesse cambiare idea, e questo lei lo sapeva, e ci giocava sopra, giocava sporco...
 
Il Serpeverde cercò di ricomporsi e di riprendere il controllo.
-Potrei elencarti decine di cose che tu non hai.
-Bene, perché non cominci, allora?
Il biondo sbuffò, incrociando le braccia.
-Prima di tutto, io sono bello.
-Beh, questo è tutto da vedere, Mister Capello Laccato.
-Secondo, io sono nobile.
-Pff... mi verrebbe da controbattere qualcosa come un insulto, ma proseguiamo, mi trattengo...
-...taci, sto parlando. E terzo, io sono più uomo, Weasley, lo capisci?
-E vorrei ben sperare...
-...quindi smettila di occhieggiare il mio partner o dovrai vedertela con me.
-Questa è buona, e dimmi, Malfoy, per caso dovrei avere paura?
-Si dà il caso che io sia un ottimo cuoco, sai. Potrei fare a Harry una minestra di lenticchie, è il mio piatto forte...
-A Harry? Allora adesso lo chiami per nome, finalmente?- ridacchiò lei.
Touché. La rossa sapeva di aver toccato un tasto sensibile, il celeberrimo orgoglio Malfoy.
 
Il biondo si voltò di scatto, dopo averle indirizzato un’ultima occhiata di puro disprezzo.
Rientrò in casa, sbattendo la porta, mentre alle sue spalle una risata cristallina echeggiava, spaventando un paio di Folletti che saltellavano da un cespuglio all’altro.
 
 
 

°°°

 
 
 
 
Al suo ritorno, Draco trovo Harry esattamente nella posizione in cui l’aveva lasciato, sul divano in compagnia dei suoi amici.
Appena Hermione lo vide rientrare, diede un colpetto di gomito a Ron, così i due si allontanarono per dar modo ai ragazzi di stare un po’ insieme.
Il biondo si sedette accanto al compagno, senza dire una parola.
Dal suo cipiglio alterato Harry si accorse subito che c’era qualcosa che non andava, così gliene chiese il motivo, ma Malfoy si limitò a bofonchiare qualcosa come lenticchie.
Dopo pochi minuti arrivò anche Ginny, sorridendo più che mai, per poi andarsi a sedere alla sinistra di Harry, che nel frattempo stava ancora chiacchierando con Draco.
Ma il biondo si era accorto di quanto le gambe nude di lei, che indossava una gonna molto attillata, fossero pericolosamente a pochi centimetri da quelle del suo ragazzo – Merlino, amava quelle gambe da Cercatore, forti e muscolose – e si irrigidì alla sua destra.
I due si guardarono in cagnesco al di là della testa di Harry.
Lei si ravvivò la folta chioma rossa, sorridendo all’indirizzo del moro.
Lui si accarezzò un principio di morbida barba, appena accennata.
Lei mise in bella mostra la scollatura a V, ammiccando maliziosa.
Lui si slacciò i primi due bottoni della camicia, ringhiando.
Lei appoggiò una mano sul braccio del moro, con fare seducente.
Lui attorcigliò la sua gamba a quella del ragazzo, che stava iniziando ad avvertire qualcosa di strano intorno a lui, e li guardava perplessi.
Lei si sporse in avanti, sbattendo le lunga sopracciglia.
Malfoy non ci vide più.
-Ora basta, dannazione!- e dopo aver sbattuto un pugno sul tavolino davanti a loro, si avventò sulla bocca di Harry come un rapace.
Dopo un lungo, appassionato bacio, il Grifondoro riemerse boccheggiante.
-Ma... ma che...- al che, ghignando soddisfatto, il biondo Serpeverde si alzò dal divano con la massima compostezza, guardando la Weasley come se fosse l’essere più schifoso sulla faccia della Terra.
-Questo era per dimostrarti quello che vali.
Harry era esterrefatto, oltre che rosso come un pomodoro; doveva ancora realizzare che cosa stesse succedendo, quando vide Draco marciare deciso verso la porta...
-Che... cosa? Aspetta, Draco!
Harry si precipitò dietro di lui, lo raggiunse ansante in giardino e, smarrito, lo fronteggiò.
 
-Mi puoi dire che diavolo sta succedendo?
-Non sarei mai dovuto venire, lo sapevo! Quella schifosa non ti ha tolto gli occhi di dosso per un momento, Merlino, quanto non la sopporto! E tu smettila di fare il finto tonto, sei patetico!
In effetti Harry lo stava guardando come si guarda un alieno.
-Draco, seriamente... ma che stai dicendo? Lo sai che tra me e Ginny non...
-Sì sì, certo, sicuro. Beh, sai che ti dico, Potter? Tu sarai cieco e sordo e quello che vuoi, ma io no. Quindi me ne vado.
E voltandosi fece per Smaterializzarsi, ma Harry lo bloccò.
-Ora stai fermo qui e mi ascolti.
Draco non riusciva a guardare in quel verde. Sapeva che se avesse guardato troppo a lungo in quegli occhi così profondi, avrebbe finito per cedere.
-Cosa devo fare per dimostrarti che amo solo te?
Il Serpeverde sbuffò, mentre il Grifondoro sorrideva.
-Che cavolo hai da ridere ora, me lo spieghi?!
-Niente, è solo che... adoro quando sei geloso.
-Ah sì? Grazie tante, Potter, ti sei divertito a vedere questa scenetta? Ti sei divertito oggi con i tuoi vecchi amici? Beh io no, non mi sono affatto divertito, ho passato metà del tempo a cercare di trattenermi per non fare i miei commenti acidi su qualunque cosa riguardasse questa specie di casa e coloro che ci abitano, e lo sai che l’ho fatto solo per te! Mi hai trascinato qui, ho fatto quello che volevi, infine mi sono sorbito la Weasley che ti metteva la scollatura in faccia e ti sculettava davanti tutto il tempo, credo che sia abbastanza per oggi, no? Quindi lasciami stare, ho bisogno di stare un po’ da solo a rinfrescarmi le idee.
 
Harry spalancò gli occhi.
Quelle parole lo ferirono. E lo ferirono soprattutto perché sentì che il suo compagno aveva ragione.
Draco aveva fatto tanto per lui in quel giorno speciale, tante cose che lui aveva dato per scontato, senza pensare al fatto che avrebbero potuto infastidirlo o ferirlo.
-Hai ragione. Scusami, sono un idiota.
Si allontanò di qualche passo da lui.
-Ci... ci vediamo a casa, allora?
-Forse- sussurrò Draco senza guardarlo in faccia, poi piroettò su se stesso e si Smaterializzò.
 
 
  

°°°

 
 
 
 
Tre ore dopo, Draco era tornato a casa, l’umore sotto le scarpe.
Quella giornata decisamente non era andata come aveva programmato lui.
Più ci pensava e più gli montava il nervoso... Lo sapevo... Non sarei mai dovuto andarci, in quel covo di lenticchie, porta male, che schifo...
Gli dispiaceva anche per Harry, perché quello era il suo primo compleanno che festeggiavano ufficialmente insieme, e lui avrebbe voluto che fosse in qualche modo speciale.
Non sarebbe dovuta finire così.
 
Era rientrato, aspettandosi di vedere Harry in cucina, pronto ad accoglierlo, magari con quel suo sorriso dispiaciuto che si stampava in faccia ogni volta che faceva una cavolata, e invece nulla.
La casa era vuota.
Si sentì ancora più amareggiato.
Era rimasto dai Weasley?
Quella possibilità non gli piacque affatto, realizzò di colpo...
Poi si avvicinò al tavolo e la vide.
 
 

 
                                                          
 
 
Non poté fare a meno di sorridere al suo io che gli sorrideva immobile dalla foto, e alla faccia sbalordita di Harry che spalancava gli occhi dal divano.
 
Quell’istantanea l’aveva scattata un fotografo in un locale babbano in cui erano andati qualche sera prima, e ovviamentenon si muoveva. Il fotografo era stato così entusiasta del suo scatto, aveva ripetuto che erano molto fotogenici, e aveva regalato loro la foto, ma Draco non aveva voluto saperne.
Non voglio neanche vederla– aveva comunicato deciso al suo compagno, che l’aveva conservata sorridendo.
 
La girò e lesse le poche righe sul retro. 
 
 
Non volevi vederla, eppure avevi un sorriso fantastico, quel sorriso che non sono riuscito a vedere oggi, quel sorriso di cui sono così geloso.
Mio.
Ti aspetto.
Ah, dimenticavo: è una Passaporta.
Programmata per le 21.30.
H.
 
 
Draco guardò l’orologio. 21.28.
Sbuffò e se la rigirò tra le mani. Odiava le sorprese o qualunque cosa di quel genere, e Potter lo sapeva benissimo; poi pensò che tanto ormai la giornata era andata a farsi benedire, tanto valeva farla finire come voleva lui...
Tornò a guardare l’orologio.
21.29... 21.30.
Sentì uno strappo dietro l’ombelico, e si sentì precipitare nel vuoto.
 
 
 
  

°°°

  
 
 
 
Draco atterrò scompostamente su un prato che non riconobbe. A prima vista gli parve un parco giochi, ma era sicuro di non esserci mai stato prima.
Fece un paio di passi, poi lo vide.
Era seduto su un’altalena, ma non si dondolava.
Il suo profilo si stagliava contro il tramonto e, malgrado tutto, Draco non poté fare a meno di pensare che era davvero bello.
 
-Carina la foto, sottovalutavo i fotografi Babbani- esordì ironicamente lui a bassa voce, avvicinandosi.
Harry guardò l’orologio e sorrise.
-Allora sei venuto.
Il biondo sbuffò.
-Certo, mi hai incastrato con una Passaporta che sarebbe partita due minuti dopo che avevo visto la foto, non ho nemmeno avuto il tempo di scegliere di non prenderla...
-Beh, in effetti ho rischiato parecchio- sghignazzò Harry. –Se non fossi rientrato a casa almeno per le nove, non ce l’avresti fatta.
-Sono rientrato alle nove e un quarto- puntualizzò stizzito Draco.
Il moro rise piano.
-Comunque, che razza di posto è questo?
Harry si guardò intorno con aria malinconica, poi sospirò.
-È il parco giochi di quando ero bambino.
Il Serpeverde lo fissò.
-Ah.
Si era aspettato qualcosa di simile, ma questo?
Il parco giochi babbano dove aveva passato la sua triste infanzia?
 
-Lo so, non sembra avere molto senso ma... ti ho portato qui perché questo posto è parte di me. E volevo... che tu lo condividessi con me, oggi.
-Scelta commovente, Potter, davvero.
Draco si sedette accanto a lui, sull’altalena.
-Comunque mi dispiace per prima. Ginny... lei ha davvero esagerato. Scusami.
Il biondo represse a stento un ringhio nell’udire quel nome che detestava, poi sbuffò.
-Dispiace anche a me.
Si guardarono a lungo negli occhi.
Il vento li circondava, spettinando loro piano i capelli.
-Allora oggi hai... riflettuto?- mormorò incerto Harry, un’ombra di paura sul suo viso.
Draco lo guardò serio per un attimo. Poi si alzò e lo fronteggiò, sussurrandogli quelle parole a pochi centimetri dalle due labbra.
-Non voglio mai più vedere quella sciagurata lenticchia a meno di due metri da te. Chiaro?
-Sì- gli soffiò tra le labbra Harry, adorante.
-Non te lo ripeterò più, Potter.
Poi lo baciò con dolcezza, piano, e fu il bacio di una nuova fiducia, fu il bacio della gioia, della luna e delle stelle che brillavano sopra le loro teste.
 
Harry si staccò dolcemente e gli sorrise.
-E il mio regalo di compleanno?
-Te lo darò domani. Forse.
-Ma come? Domani non è più il mio compleanno!
-La cosa non mi riguarda minimamente, Potter.
 
 

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