Come si più iniziare una storia, che non ha inizio?
E’ del tutto anormale come cosa, giusto?
Dovrebbe essere normale sapere come iniziare a raccontare una storia, giusto?
Dio che discorsi contorti.
Ma d’altronde, da me ci si può aspettare qualsiasi cosa, soprattutto a prima mattina.
Ho sempre fatto dei discorsi astratti ed insensati, eppure ai miei amici andavo bene così.
A me andava bene così.
A San Louis Obispo mi conoscevano come la matta della porta accanto.
Ops. Fermi tutti. Sto parlando come se voi mi conosceste.
Che maleducata che sono.
Perdonatemi.
Piacere, mi chiamo Vittoria Bennett, per gli amici semplicemente Vicky. Quindi chiamatemi Vicky, grazie. Odio il mio nome per intero.
«Vicky, scendi! La colazione è servita!»
Ecco, quella che avete appena sentito è mia madre. Alice Bennet, moglie del giudice Edward Bennett. Mio padre.
«Arrivo mamma!»
Scendo le scale frettolosamente. La colazione è la parte che mi piace di più della giornata. Mia madre ha il vizio di preparare sempre roba-schifezza dolce.
«Oddio mamma! » dico addentando un toast con nutella spalmata abbondantemente sopra. « lo sai che ti adoro, vero?»
Mia madre ridacchia divertita.
«Lo so lo so, soprattutto quando ti preparo ogni tipo di dolce alla nutella.»
Oh sì. Io amo la nutella. E’ il mio solo, unico e grande amore.