Alla Maestra (L) per essersi finalmente liberata di Kant e perché la amo ma lei questo già lo sa. U.U
Comincia
la terza scena.
E
la consapevolezza ci [attori, scrittori, poeti,
morti]
dilania dolcemente.
Manca
poco ormai alla conclusione [di una storia
infinita].
Ma
non crucciamocene prima del tempo.
La
terza scena dunque si svolge in un paese di cui
hanno parlato molte leggende ma che ormai è solo un ricordo alla fine
del
mondo.
Un
punto [di miseria] su una mappa troppo piccola per mostrare tutto quel che
la gente dovrebbe
sapere.
Ma
alla gente non importa più [niente del passato].
Quindi
questo paese sar ben presto dimenticato ora
che ha perso il suo vecchio splendore.
Credis
me potuisse meae maledicere uitae,
ambobus
mihi quae carior est oculis?
Non
potui, nec, si possem, tam perdite amarem:
sed
tu cum Tappone omnia monstra facis.
Come
avrei potuto maledire la mia vita
se
degli stessi occhi mi è
più cara?
Fosse
così non ti amerei con questa rabbia:
ma
tu d'ogni sciocchezza fai un dramma.
In
questo paese viveva una
principessa che amava
incondizionatamente.
[Amava
con un sorriso.]
E
avrebbe dato la vita [e
anche qualcosa in più] per il suo
paese e per suo padre. Per questo era diventata una ladra e aveva
assaporato la libertà.
Aveva
creduto che la sua libertà sarebbe durata in eterno [ma
prima o poi tutto finisce].
Ed
era finito il suo sogno [illusione di una notte stellata].
Così
era stata costretta a
tornare a casa dal suo vecchio padre e dal suo popolo.
[Tornava
con un sorriso.]
Era
tornata sorridendo così
nessuno si era preoccupato di scoprire se quel sorriso era vero o
fittizio
perché tutti avevano cose ben più importanti di cui preoccuparsi.
E
a lei andava bene così, non
le piaceva far preoccupare suo padre e il suo popolo.
Così
sorrideva sempre.
Era
quasi fastidioso
incontrarla sempre con quel suo sorriso [bianco] sulle labbra perche era davvero
troppo
grande per essere sincero [sporco].
Ma
nessuno ci faceva caso [se lei sorrideva andava per forza
tutto
bene].
Lei
si comportava esattamente
come prima di partire [di assaporare la libertà] come se nulla fosse cambiato.
[Sorrideva.
Sorrideva.
Sorrideva.]
E
quindi tutti pensavano che
davvero nulla fosse cambiato anche se lei era partita, aveva conosciuto
tante
persone, anche se aveva sfiorato tante esistenze diverse e vissuto
tante [troppe
per una principessa della sua età]
avventure a tutti faceva comodo pensare che nulla –davvero
nulla di
nulla– fosse cambiato.
Anche
se era impossibile [il suo sorriso era cambiato].
Se
qualcuno gli avesse
prestato attenzione avrebbe notato una punta di malinconia [dal
sapore dolceamaro] nel suo sorriso. Una punta di
consapevolezza in più
della vita che un tempo non c'era.
Ma
lei sorrideva.
Piegava
le labbra all'insù e
mostrava i denti bianchi.
Quindi
andava tutto bene.
Avevano
troppo di cui
preoccuparsi per aggiungerne un'altra.
Per
preoccuparsi di una
principessa che non è più una bambina e che ha scoperto cosa
sia davvero la
vita e nonostante ciò è tornata la dove si trovano le sue
origini [il mondo
della bambina che era stata].
Lei
non voleva –o poteva, non che ci sia poi molta
differenza– partire.
[Il
suo sorriso era sempre più stanco.]
Anni
prima a Wutai era nata una principessa che tutti
dicevano essere bellissima.
La
principessa era cresciuta solo con l'amore del
padre – perché sua madre era morta davvero
troppo presto
– e del suo popolo, e questo le era
sempre bastato.
[Per
questo sorrideva sempre.]
Poi
un giorno il padre le aveva chiesto di partire a
cercare della materia per aiutare il suo regno e lei aveva accettato
senza
esitazione.
Lei
avrebbe fatto di tutto per suo padre e per il suo
popolo. Proprio come dovrebbe fare una brava principessa che si
rispetti.
[Per
questo sorrideva.]
C'era
stata una guerra e la principessa aveva
combattuto, questa volta non più solo per il suo paese per il mondo
intero e
aveva vinto – perdendo la sua ingenuità
– e aveva conosciuto tante
persone, una migliore dell'altra.
Persone
che l'avevano aiutata e accettata per quello
che era.
[Per
questo continuava a sorridere.]
Poi,
era dovuta tornare a casa, finita la guerra non
c'era più niente che la tenesse lontana da suo padre e dal suo popolo.
E
lei voleva tornare presto a casa perché sapeva che
tutti avevano sentito la sua mancanza proprio come lei aveva sentito la
mancanza di tutti.
E
lei non voleva far preoccupare nessuno.
[Per
questo sorrideva.]
Era
tornata, ma voleva ripartire di nuovo, ora che
aveva assaporato la libertà, Wutai le sembrava davvero
troppo
piccolo.
Anche
se tutti le volevano bene – e lei voleva
bene a tutti – le mancavano i suoi amici.
Ma
lei non voleva partire perché avrebbe fatto
preoccupare suo padre e il suo popolo.
E
lei non voleva.
[Per
questo sorrideva.]
Lei
non voleva far preoccupare nessuno.
[Per questo dopo la morte della madre aveva promesso di non piangere mai –maimaimai– più e di sorridere sempre –sempresempresempre–.]
Difficile vero?
Bhè, ma io ci ho provato a farla OC non ci sono ruscita e lo riconosco, ma vi avevo avvertiti. U.U
Alla Maestra: Grazie per il commento, mi raccomando, a questo capitolo voglio una recensione spietata. U.U
A j3nnif3r: Grazie mille. ^^