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Autore: Melitot Proud Eye    18/05/2013    3 recensioni
[vecchio titolo -> Doveri]
«Thor, tu hai bisogno di una moglie.»
«Io ho già una moglie» dice lui. «E un marito, e un fratello e un amico. E sei tu. Non ho bisogno di sconosciuti nel mio letto.»

Doveri e desideri di due sovrani.
{Presso fuochi di campo e troni di re incoronati - XII}
[future!fic post-Avengers/TDW] [Thorki-Thunderfrost + Jarnsaxa/Thor]
Genere: Angst, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Loki, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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- Questa storia fa parte della serie 'Presso fuochi di campo e troni di re incoronati'
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Note: Loki vs Járnsaxa, round 1 >:)
[edit 2/3/14]
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Caso, sentimenti e loro derivazioni



I


Non è grosso, come Jötun: lo supera a malapena di una spanna. Thor si chiede se sia considerato anomalo anche lui, fra la sua gente (e non sta pensando a Loki, Loki sempre più lontano, sempre più contrario). Di sicuro Járnsaxa ha belle proporzioni, con ossa sottili e muscoli poco pronunciati; il suo petto ha marchi così chiari da sembrare il più fine dei nielli.
E Thor deve smetterla di pensarci. Dannazione.
«...non credete, Padretutto?»
Torna alla realtà con un sussulto. «Cosa?»
Járnsaxa sorride, tra il divertito e il lusingato. «Sembra sia un giorno benedetto, questo.»
Alza il capo e guarda il cielo limpidissimo, bella gola che si arcua all'indietro.

Quella notte Thor lo sogna, e sogna di tenere Magni fra le braccia.
Se solo...



II


L'ha fatto. Non avrebbe dovuto, ma l'ha fatto: ha esteso il viaggio diplomatico di tre giorni, fino al solstizio d'estate. E il motivo è tutto tranne che la politica. Che sta succedendo?
(Lo sai, lo sai.)
«Sembrate assorto, Padretutto. Il cuore sacro della nostra biblioteca vi lascia insoddisfatto?»
Járnsaxa si china sul tavolo e scorre con lo sguardo le costole punzonate dei codici. I suoi occhi sono rosso garofano, più scuri della norma, e quando tornano su di lui sorridono.
«O forse vi spingono alla meditazione?»
Thor strappa lo sguardo al suo petto. Poi scuote la testa e si abbandona contro lo schienale dello scranno.
«Piuttosto, mi fan rimpiangere il sole sulla vostra bella arena» ride, perché non è capace di sentirti a disagio troppo a lungo. A meno che non ci sia di mezzo Loki. «Dovrò affidarmi alla tua esperienza, qui, amico mio.»
Se la familiarità urta Járnsaxa, è difficile dirlo.



III


Non passa molto tempo prima che Loki lo sappia, e ancora meno prima che faccia la sua comparsa.
Thor non è stupito della prima – il suo tormento ha sempre avuto occhi e orecchie dappertutto; della seconda, però, sì. E non sa se disperarsi dell'animosità che li separa, spingendolo a meravigliarsi, o sentirsi rincuorato dal fatto che Loki sia venuto a marcare il territorio. Se questo è quel che è venuto a fare.
Potrebbe esser lì per scoprire com'è il famoso Járnsaxa, gioiello d'eruzione di Alfheim.
O per far vedere il suo arcigno, caro, caro volto. Mentre viene maestosamente verso di loro Thor lo guarda, sentendo familiarità e passione salire come un fiume di rosso dolore.
Sposami, gli ha chiesto, ancora e ancora. Ordinato. Implorato.
E ora che inizia a credere sia impossibile, naturalmente, Loki decide di venire a intorbidare le acque.
Un mezzo sorriso fa breccia sulla bocca di Thor, incurante delle sue preoccupazioni.



IV


Il Primo Erudito dell'accademia di Ýdalir è slanciato e, sotto gli abiti reminiscenti di Jotunheim, mostra un portamento altezzoso. Oltre a parecchia pelle scoperta.
Quando Thor – riluttante – li presenta e inizia la conversazione, Jarnsaxa sorride; titoli e convenevoli devono essere solo seccature per l'informale corte di Freyr. In quell'istante, incidentalmente, Loki nota pure che ha una bocca da puttana. Troppo piena e scura, con un sorriso invitante.
Lo fissa.
Thor ha un'aria colpevole. Qualcosa nel petto di Loki s'infiamma di rabbia e dolore.
«E' un onore conoscervi, Loki-Re. Ho sentito molto parlare di voi.»
«Ci mancherebbe altro.»
Può immaginare in quali termini. L'opposizione non muore quando il pretendente indossa la corona; se mai, si fa ancor più decisa a ostruire, complottare, scavare – e nel suo passato ce ne sono, di filoni interessanti.
La faccia di Járnsaxa è perfetta, non lascia trasparire nulla. Ma Loki ha visto abbastanza.
Piccolo arrivista, pensa, con l'alone dorato di Thor che gli scivola sotto la pelle. Ti pentirai di esser rinato.
In quel momento tutto il resto, tutte le considerazioni e i piani di mesi svaniscono.


V


Loki è rigido e aguzzo come un ghiacciaio. Per un attimo Thor crede che passerà Járnsaxa da parte a parte; conosce quello sguardo: stanno danzando sul filo della lama.
Járnsaxa dal canto suo sembra calmo, ma è un cortigiano esperto. E subito dopo, infatti, la situazione comincia a precipitare.
«Non credo di averti mai visto a corte, suddito» dice Loki.
Jarnsaxa s'inchina.
«Maestà.» Le luci della sala baluginano sulla sua magnifica schiena e Thor non crede che la mossa sia casuale neanche per un attimo. «Questo perché non appartengo più alla corona di Jötunheim. Dal giorno della mia maturità, siedo alle tavole del colto Freyr.»
«Ah, capisco. Un'ancella di Gerð
I denti di Jarnsaxa sono bianchissimi e aguzzi. «Mi lusingate, ma non sono così importante. Solo un umile erudito.»
E che erudito, pensa Thor. Non ha paura di Loki.
(Pessima idea.)





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Nella mitologia norrena Ýdalir è un luogo di Alfheim, ricordato nell'Edda poetica (XIII sec.) come sede della casa del dio Ullr. Qui la considero una città importante :)
   
 
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