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Autore: nick183    04/12/2007    5 recensioni
Cinque ragazze. Diverse fra di loro, ma con due cose in comune: una è la loro grande amicizia, la seconda il loro ossessionato amore verso lo stesso ragazzo. Daniel. Perchè Daniel è l'unico che riuscirà a trasportarle nell'orribile gioco della vita, dove una sola sconfitta può rivelarsi fatale. Perchè Daniel non è come tutti gli altri ragazzi ed è tanto bello quanto dannato. Perchè l'unica salvezza di Daniel sono loro cinque. Tratto da una storia vera. La nostra.

Sconsigliato a chi ama le storie a lieto fine; dedicato a quella persona che, in una notte buia e piovosa, mi ha raccontato la sua vita e che è diventata protagonista di questa ff. Spero che lo apprezzerà e che lo troverà abbastanza reale. Perchè al male non c'è mai fine...

Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi ritornata!!! Scusatemi se ho aggiornato in ritardo ma ho anche un'altra ff da portare avanti e la scuola mi prende troppoooo tempo!!! Cercherò di perdonarmi con (speriamo^^) un bel chap!! Un baxo, la vostra °*°Nicky°*°

 

Un incontro inaspettato

 

"Angie? ANGIE? Svegliati!!".

Aprii gli occhi di scatto e cacciai un urlo di sorpresa alla vista della faccia di Leila a pochi centimetri dalla mia: "Cazzo, mi hai spaventato! Si può sapere di cosa c'è di tanto urgente da svegliarmi in questo modo?".

Leila si allontanò da me, alzandosi dal banco e prendendo il suo zaino. "Niente, è suonata la campanella... ma, se vuoi ancora dormire, fai pure, tanto il prof la nota te l'ha già messa" borbottò sarcastica.

A quell'affermazione l'intontimento del brusco risveglio sparì d'un colpo, lasciandomi un sapore amaro in bocca: era sicuro come la morte che questa volta il prof di mate avrebbe convocato i miei. Ma come potevo giustificarmi dicendo che ultimamente passavo intere notti in bianco al pensiero di quel fatidico gioco? Del gioco di Daniel? E che, per questo motivo, durante le lezioni mi capitava di addormentarmi stremata? Semplicemente, non potevo...

Leila doveva aver visto la mia espressione corrucciata sul volto perchè, improvvisamente, mi abbracciò. Un abbraccio goffo e freddo, ma pur sempre un abbraccio. Stupita, mi scostai in fretta e la guardai storto: "Leila, stai bene?" le chiesi, la voce un tantino acuta. Non avevo mai visto la mia amica abbracciare qualcuno, figurarsi me...

Lei si limitò a scuotere vanitosamente la folta chioma bionda e a donarmi un sorriso tirato: "Se ti può consolare, non sono tranquilla nemmeno io". E dopo queste parole, uscì dalla classe.

La guardai allontanarsi. Possibile che avesse letto nei miei pensieri? La verità era che eravamo più simili di quanto avessimo mai potuto immaginare...

***

Uscita dalla scuola, mi fermai alle macchinette e aspettai l'arrivo di Naomi: la mia migliore amica, Eve e Grace andavano in una sezione diversa da quella mia e di Leila e, di conseguenza, dovevamo sempre fissare dei posti dove incontrarci all'intervallo e all'uscita. Uno di questi era proprio quello dove situavano i distributori.

Non mi accorsi subito della sua presenza, ma quando lo vidi non potei fare a meno di sussultare. Daniel era lì, a qualche metro da me, con tutto il suo bagaglio di bellezza e fascino. Le mie guance presero immediatamente fuoco.

Mi passò davanti e si appoggiò con fare annoiato ad un muro non troppo distante. Le ragazze che gli passavano accanto lo salutavano e gli sorridevano vezzosamente, ma lui sembrava estraneo a tutte quelle attenzioni. Infastidite da tutta quell'indifferenza, mi guardavano male e con fare superiore. Il motivo? I meravigliosi occhi di Daniel erano puntati solo ed esclusivamente su di me, gettandomi decisamente nel panico.

Non sapendo se salutarlo o meno, feci finta di niente e presi a giocherellare distrattamente con gli auricolari del mio i-pod... almeno fino a quando non cadde dalle mie goffe mani. Ero già pronta a subirmi la ramanzina di mia madre per la poca cura che donavo alle mie cose, quando vidi che non si era rotto come pensavo. In verità, non aveva nemmeno toccato suolo: Daniel, rapido come una saetta, l'aveva prontamente afferrato.

Me lo tese dolcemente e io balbettai un timido grazie, qualcosa di estremamente infantile e ridicolo. Avrei pagato per riavvolgere l'intero accaduto e andarmene da lì prima di tutto ciò. E invece...

"Ciao, Angie" mi salutò con la sua solita voce bassa e sensuale, come se nulla fosse successo.

"Ciao" fu l'unica cosa che riuscii a dire. Avevo le gambe molli e tra non molto il mio cuore mi sarebbe uscito dal petto. Dovevo assolutamente calmarmi. "Che ci fai qui?" chiesi, prendendo coraggio.

"Sto aspettando una persona" fu la sua semplice risposta.

"Chi?" ribattei.

Nessuna risposta.

"Ok, non sono affari miei" ammisi, mordendomi la lingua per la mia grande faccia tosta.

Daniel mi sorrise impertinente: "No, invece. Sto aspettando Grace".

Un lampo di delusione brillò nei miei occhi: dentro di me avevo sperato ardentemente di essere io l'oggetto della sua attesa. "Certo, scusa. Domanda banale" mormorai indispettita.

"Non ti scusare. Non aspetto solo Grace, ma anche le altre tue tre amiche". Alludeva sicuramente ad Eve, Naomi e Leila.

Rimasi sconvolta da quella risposta. Aspettava le mie amiche... ma non me. Va bene che eravamo poco più che conoscenti, ma, tutto sommato, ostentare così tanta indifferenza con me non era da lui. "Bene. Io vado, allora. Ciao".

Stavo per muovere un passo quando, con la sua solita estrema rapidità, mi afferrò per il braccio e mi costrinse a fermarmi. "Dove credi di andare?" mi chiese stupito.

"Via, no? Insomma, non mi pare di essere stata invitata a partecipare a questa improvvisa riunione fra te e le mie amiche". Se potevo ancora considerarle tali... non mi avevano avvertito o detto niente!

"Ma che cazzo dici? E' ovvio che devi partecipare. Non potevo mica aspettare anche te se sei già qua, no?".

A quella risposta, scoppiai a ridere come una scema. In effetti, non ci avevo pensato... Sollevata, gettai in malo modo lo zaino per terra dalle mie spalle e mi sedetti, attendendo insieme a lui l'arrivo delle altre.

Non potevo ancora immaginare cosa avrebbe determinato questa sua convocazione speciale...

***

Naomi ed Eve furono le prime a raggiungerci. Le mie due amiche mi salutarono abbracciandomi, mentre con lui furono molto più fredde: si limitarono ad un timido cenno.

Dopo di loro, arrivò Leila con Grace. La prima, estremamente sinuosa e provocante, lo salutò con un bacio sulla guancia, mentre la seconda, decisamente più provata dal vederlo, si mise vicino a me e non lo salutò nemmeno. Non feci fatica a immaginare il perchè...

Daniel sembrò essere colpito dal suo atteggiamento ostile, quasi di sfida, ma non le disse niente: era conscio anche lui della sua fragilità. Spostò, invece, lo sguardo nuovamente su di me: "Visto che ci siete tutte, posso spiegarvi il motivo per cui vi ho chiesto di incontrarmi".

"E' per il gioco, vero?" azzardò Eve, la faccia pallida come non mai.

"Se vi piace definire la vita come gioco, si".

"Che intendi dire?". Vidi Leila mettersi sulle difensive. Sapeva perfettamente quanti significati potevano celarsi dietro i suoi giochi di parole.

"Niente. Avete accettato, perciò dovete attenervi alle mie regole. La prima è molto semplice: nessuna domanda".

Sentì Grace immobilizzarsi a quelle parole, gli occhi catturati dal suo sorriso malizioso. Maligno, forse. Non replicò, però.

"Bene. Tenetevi libere per questo pomeriggio. Ci vediamo tutti alle quattro, davanti alla scuola. A dopo". Le sue parole furono sbrigative, elargite sotto forma di comando. Se ne andò così, lasciando un vuoto dentro di noi. Un vuoto che andava colmato dal sapere. Era il vuoto della curiosità. E questo mi fece capire che quel pomeriggio saremmo state presenti tutte.

Il primo pomeriggio del nostro incubo...

 

 

So che la storia procede a rilento, ma voglio raccontarvi punto per punto. E, soprattutto, voglio riuscire ad imprimervi quell'orrore causato dalla snervante attesa che hanno provato veramente le protagoniste di questa storia. Un bacio e... cercate di perdonarmi!!!

  
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