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Autore: Inuyasha89    18/05/2013    1 recensioni
Tratto dal capitolo 1: Allo scadere del terzo anno dalla grande disgrazia una nuova minaccia si abbatterà sugli eroi. Il futuro incontrerà il passato e tenterà di sottometterlo. Solo la prima guerriera del bene e colei che dà e toglie la vita con un cenno rimarranno a difendere il passato. Nuovi alleati si uniranno a vecchi nemici convertiti. L’ultima battaglia deciderà le sorti del mondo intero.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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IZAIOY POV
 
“Lady Izaioy? Cosa ci fate voi qui?”
Saltando un metro in aria, in un modo che ero abbastanza sicura non fosse caratteristico di un principessa educata alle strette regole della nobiltà, mi voltai verso il luogo da cui mi sembrava fosse venuta la voce, solo per ritrovarmi a fissare il nulla.
“Kami-sama dove siete?”
Una risata vicino al mio orecchio destro e una folata di vento mi fecero bruscamente voltare, nella speranza di poterlo almeno intravedere, ma ancora nulla.
“Non sapete, Kami-sama, che è molto maleducato non presentarsi in carne ed ossa quando si parla con una signora?”
Sapevo che stavo rischiando grosso, alla fine lui era un Kami mentre io solo una misera umana, non c’era assolutamente alcun motivo per cui lui dovesse inchinarsi a delle usanze strettamente umane.
“Devo ammettere, o mia signora, che non siete cambiata per nulla dall’ultima volta che ci siamo incontrati, e la cosa non può che farmi piacere! Sapevo di aver scelto una donna dal carattere forte, e al tempo stesso dolce, ma il sapere che siete riuscita a conservare la vostra vena birichina nonostante tutto quello che aveva sofferto nella vostra vita, mi fa ben sperare per la piccola Helena!”
Nel sentirlo ridacchiare mi rilassai un attimo; ancora non potevo vederlo, ma dal tono divertito della voce non sembrava essersi offeso a causa del mio commento.
“Nonostante tutto devo ammettere che avete ragione mia signora! È stato molto maleducato da parte mia non apparire al vostro cospetto, ma spero possiate perdonare la mia maleducazione che è dovuta al fatto che sono passati secoli da quando ho avuto a che fare con degli esseri umani per l’ultima volta, non certo perché io intendessi offendervi!”
In quel momento mi ricordai del motivo per cui avevo accettato di mettere al mondo il suo erede, nonostante le difficoltà e il mio precedente legame con Touga: non era stato per il suo enorme potere, né per le ricchezze con cui aveva promesso di coprirmi se avessi accettato. Era stata la sua personalità, il suo carattere dolce ma anche divertente. Era un essere che trasudava potere, ma la sua voce, il suo modo di fare, davano un senso di sicurezza e di normalità che mi aveva attirata verso di lui. Un pregio che, fortunatamente, era passato anche ad Helena.
Mentre ero persa nelle mie elucubrazioni una luce soffusa iniziò ad illuminare la stanza in cui ci trovavamo e, di fronte ai miei occhi, lentamente si materializzò la figura del padre di mia figlia, in tutto il suo splendore.
Schermandomi gli occhi con una mano, per tentare di vedere oltre la vampata di luce bianca che sembrava caratterizzare tutti i Kami ogni volta che si manifestavano agli esseri umani, tentai, discretamente, di guardarlo alla ricerca di qualche cambiamento.
Razionalmente sapevo che non ne avrei trovati, stavo pur sempre al cospetto di una divinità, ma non riuscii a trattenere l’esclamazione, decisamente poco principesca, che era sfuggita dalle mie labbra alla fine del mio attento scrutinio.
“Sono contento di essere ancora di vostro gradimento Lady Izaioy! Non vi preoccupate! Il vostro segreto è al sicuro con me! Il vostro compagno non verrà mai a saperlo…”
Quella semplice frase, accompagnata da un suggestivo sorrisetto mi fece avvampare dalla testa ai piedi e non per la prima volta da quando ero stata resuscitata, maledissi la mia incapacità di nascondere i pensieri che ogni volta sembravano trovare la strada verso il mio viso.
“Non che io non sia contento di avervi rivisto mia signora, d’altra parte vi devo molto e non credo riuscirò mai a ripagarvi per la vostra gentilezza, ma potreste essere così gentile da dirmi che cosa ci fate qui? Questa è un’ala del palazzo interdetta a tutti tranne che al Regnante. Come avete fatto ad entrare?”
Ritrovando la voce e un minimo di compostezza mi affrettai a rispondere alle sue domande.
“La spiegazione di come ho fatto ad arrivare qui è una sola: Helena. Ed ella è anche il motivo per cui mi trovo al vostro cospetto.”
La mia risposta, lo sapevo, non era stata molto esplicativa anzi, probabilmente avevo maggiormente confuso le acque, ma speravo che capisse che quello che dovevo discutere necessitava di privacy. Fortunatamente alla menzione del nome di nostra figlia, lo vidi rabbuiarsi e annuire leggermente prima di sollevare la mano e muovendola leggermente nell’aria puntarmela contro.
Chiusi istintivamente gli occhi mentre il suo potere mi avvolgeva e quando li riaprii mi ritrovai in una sala più piccola, dotata di un grande camino davanti a cui si trovava un basso tavolino con del thè sopra e due cuscini ai lati.
Senza aspettare un cenno mi avvicinai al tavolino e mi sedetti iniziando la delicata arte di fare il thè per una divinità.
Durante tutta la cerimonia non parlammo, lasciando che il silenzio ci avvolgesse come una coperta. Non sapevo quanto tempo fosse davvero passato, ma sapevo di non dovermi preoccupare: ero nel suo palazzo, all’interno del reame dei Kami, in un luogo in cui il tempo scorreva in modo diverso.
Dopo aver bevuto il primo sorso e avermi fatto un cenno di apprezzamento, mi fissò negli occhi e iniziò a parlare: “Helena non vi avrebbe mandato a contattarmi se non fosse stato assolutamente necessario e soprattutto non vi avrebbe mandato verso quella particolare stanza. Esistono altri modi per contattarmi e avrei sicuramente risposto ad una vostra preghiera. Questo significa che la Regina è in pericolo, o almeno lo sarà. Quindi che cosa posso fare per voi Lady Izaioy?”
Presi un bel respiro prima di iniziare a parlare, ben sapendo che nella mia narrazione avrei dovuto essere concisa e sintetica. Chi avevo di fronte non apprezzava sicuramente le parole dette a vuoto.
“Helena è in pericolo. Non so se sapete cosa è successo negli ultimi tre anni…”
“No, non so cosa è successo…il tempo qui scorre in maniera differente, non sapevo nemmeno che fossero passati tre anni e ai Kami non è concesso soffermarsi troppo a lungo a guardare la vita di un singolo essere mortale, nemmeno il proprio figlio…”
Brevemente, sapendo di non essere assolutamente la persona più adatta, gli riassunsi quello che avevo capito essere successo da quando Inuyasha aveva sconfitto Naraku.
“…e quindi, appena prima di partire verso un luogo sconosciuto a tutti, mi ha lasciato una lettera in cui c’era scritto che avrei dovuto mettermi in contatto con voi Kami-sama, per ottenere quante più informazioni possibili sulla spada Sounga.”
Poteva essere stato uno scherzo della luce, ma per un attimo mi sembrò che l’essere che mi stava di fronte fosse impallidito alla menzione della spada degli Inferi. Essendo il tutto durato meno di un secondo, non potevo esserne sicura, ma il solo dubbio mi aveva lasciato un brutto presentimento.
“Helena vi ha chiesto informazioni su Sounga? Perché?”
“Questo non ve lo so dire Kami-sama. So solamente che le informazioni le servono velocemente ed è per questo che sono qui a chiedervi di raccontarmi che cosa sapete sulla spada.”
Lo vidi chiudere gli occhi, come per decidere se dirmi davvero quello che ero venuta per scoprire e quando li riaprì aveva negli occhi un luccichio particolare, come se stesse ricordando qualcosa di devastante in un passato lontano.
“Prima che io cominci con la mia storia, Izaioy-sama, vorrei sapere che cosa sapete voi sulla spada. Se non ricordo male per un periodo è stata nel possesso dell’Inu no Taisho.”
“Ricordate bene Kami-sama. Non so quando Touga avesse effettivamente preso possesso per la prima volta di Sounga. So solo che, per tutto il tempo in cui l’ho conosciuto, la spada è sempre stata al suo fianco. Tessaiga e Tenseiga sono venute dopo, ed io ho sempre creduto che il mio compagno le avesse fatte forgiare come sorta di sigillo per Sounga. Nel nostro tempo sulla terra, l’ho visto estrarre molto poco la spada, non so se a causa delle mie preghiere o in base al suo istinto. Ho sempre temuto la spada e quello che è successo con Takemaru, quando la spada ne ha utilizzato lo spirito per prendere la sua vendetta contro mio figlio e Sesshomaru, ha solo confermato le mie paure. Non so perché Helena mi abbia chiesto di raccogliere informazioni, ma posso solo sperare che non abbia intenzione di andare a riprendere Sounga dagli Inferi, perché non credo che questa possa essere una mossa saggia, anche se il nemico che si trovano ad affrontare è molto potente.”
“Mi unisco a voi in questa preghiera mia signora. La spada è un artefatto molto potente, ma soprattutto dotato di vita propria.”
“Che cosa intendete quando dite che la spada è dotata di vita propria? Essa non è che un artefatto, umano o demone che sia, quindi non può essere dotata delle stesse caratteristiche di un essere vivente.”
“Temo che su questa questione mia signora, voi siate gravemente in errore. Vedo quindi che dovrò iniziare il mio racconto con una spiegazione sulla natura delle spade demoniache. Dovete sapere che ogni Kami è dotato di un’arma propria, ed essa è più di un semplice utensile da battaglia. Infatti ogni arma è dotata di una propria anima, un compagno di battaglia che è legato strettamente al Kami per cui è stata forgiata. Per fare un esempio pratico: la mia spada è stata forgiata nella notte dei tempi, per me e me soltanto. Essa è imbevuta del mio potere e ha giurato fedeltà soltanto al sottoscritto. Non è possibile, o meglio è estremamente raro, che un’arma di un Kami possa essere donata, o anche semplicemente prestata a qualcun altro perché ciò implicherebbe che l’arma stessa decida di aiutare un altro essere rispetto al proprio signore.”
Evidentemente la mia espressione fu più chiara di mille parole nel dare voce alla confusione che avevo in testa, perché lo vidi sorridere leggermente e, in un unico movimento fluido, estrarre la katana dall’obi e poggiarla delicatamente sul tavolo in mezzo a noi. Poi, con un cenno della testa nella mia direzione, pronunciò una sola parola e attese.
Ad un certo punto, quando ormai avevo perso le speranze che potesse succedere qualcosa, una luce avvolse la katana, che si sollevò in aria e, improvvisamente, mi ritrovai a guardare negli occhi un essere che fino a poco prima non era presente con noi nella stanza.
A dirla tutta il nuovo venuto, sperai di poterlo definire come essere maschile, assomigliava in maniera quasi totale al padre di Helena, con l’unica differenza sostanziale presente nelle numerose cicatrici che costellavano il suo corpo.
Nel più completo silenzio lo vidi girarsi verso di me e, con un movimento troppo veloce perché il mio debole occhio umano lo potesse seguire, prendermi la mano destra e portarsela alla bocca per sfiorarla con le labbra; subito dopo si girò verso la divinità che mi stava di fronte e con un occhiolino e un sorrisetto scomparì in un altro lampo di luce, all’interno della spada.
All’interno della spada…ma certo! In quel momento la spiegazione del padre di Helena mi divenne completamente chiara. Ogni arma era un essere vivente di per sé stessa, che condivideva un legame tra anime con il Kami per il quale era stata creata, ma questo che cosa c’entrava con le spade demoniche?
Di nuovo il mio interlocutore sembrò leggermi nel pensiero.
“Penso che voi sappiate che i demoni discendono dall’unione di un Kami con un essere umano, quindi è  sensato presupporre che anche le armi dei demoni seguano le stesse regole di quelle dei Kami, con un’unica piccola eccezione. Se le armi dei Kami possono essere utilizzate da altri che non siano il proprietario solo in caso particolari, lo stesso non si può dire per le armi demoniche. Esse si legano alla youki del demone che servono in quel particolare momento, ma possono servire più di un demone alla volta, oppure possono essere lasciate in eredità, proprio come è successo per Tessaiga e Tenseiga.”
Annuii brevemente per fargli capire che lo seguivo: un’arma demoniaca poteva servire quindi più di un padrone, a patto che ne condividesse i valori. Questa parte era facile, d’altra parte avevo seguito con molto interesse la storia di Sesshomaru e Tessaiga e avevo visto come la spada non volesse farsi brandire da lui.
“Quello che mi avete detto fino ad ora è perfettamente chiaro, anzi lo avevo già visto all’opera con il primo figlio del mio compagno, ma cosa c’entra Sounga in tutto questo?”
Lo vidi sorridermi e scuotere la testa come a volermi rimproverare bonariamente per la fretta di conoscenza tipica degli esseri umani.
“Come penso sappiate, ogni regola ha la propria eccezione e Sounga è esattamente l’eccezione alle regole che vi ho appena citato. Essa venne forgiata nella notte dei tempi, per un Kami malvagio e senza scrupoli, che costituì la causa della primissima lotta tra divinità, prima che su questo mondo camminassero gli esseri umani. Per la regola che vi ho spiegato prima quando quell’essere mostruoso venne sconfitto e obliterato dalla faccia della terra ci si rese conto che, per un motivo a noi all’epoca sconosciuto, la sua spada non era stata distrutta con lui. Fu in quell’occasione che la profezia su Sounga venne pronunciata per la prima volta. Io non ero presente quindi non conosco il testo della profezia, ma so solamente che parla di un nuovo padrone per Sounga, qualcuno che potrà domarla e trasformarla e purificarla dall’odio che le era stato infuso durante la sua creazione. Questo essere dovrà pagare il prezzo più alto possibile, la propria anima, per stabilire una connessione con la spada e, una volta entrati in contatto tra loro, l’unico modo per piegare Sounga al nuovo volere è dimostrare alla spada stessa la propria fiducia.”
“Dimostrare alla spada la propria fiducia? E che cosa vuol dire questo? E come mai Touga è riuscito a estrarre e usare, seppur brevemente, la spada?”
“Sulla fiducia temo di saperne quanto voi mia signora. Ammetto di non essermene occupato moltissimo in tutti i secoli in cui Sounga è rimasta libera, ma posso assicurarvi che la profezia non spiega come si posso accordare fiducia alla spada. Per quanto riguarda il vostro compagno, ricordate che vi ho detto che Sounga è l’eccezione ad entrambe le regole? Infatti essa, forse alla ricerca di un nuovo padrone, forse solo alla ricerca di vittime per la sua insaziabile sete di sangue, si è comportata come una semplice spada demoniaca, pronta a legarsi al miglior offerente. La profezia comunque è chiara su un punto: chiunque sia il nuovo padrone di Sounga, a lui la spada si legherà per sempre e non le sarà più possibile cambiare padrone.”
Il silenzio che seguì la fine del discorso ci avvolse come un manto di neve e ghiaccio. La sua spiegazione mi aveva lasciato un senso di pericolo ben impresso nell’anima; sapevo che tutto questo era in qualche modo legato ad Helena, e sperai con ogni fibra del mio essere che non fosse la mia bambina a pagare il prezzo supremo per possedere una spada che avevo sempre odiato con passione.
Sapendo che non c’era altro che l’essere che mi stava di fronte potesse dirmi sull’argomento mi alzai; d’altronde, che mi piacesse oppure no, la Signora dell’Ovest mi aveva dato un compito e io dovevo portarlo a termine.
“Vi ringrazio profondamente Kami-sama. Siete stato di grandissimo aiuto e sono sicura che anche Helena la penserà allo stesso modo.”
“Sono contento di essere stato di aiuto per la Regina. Sono stato un padre disgraziatamente assente durante tutta la sua vita e nemmeno ora, quando potrebbe avere maggiormente bisogno di aiuto, posso offrirle più di qualche parola su leggende vecchie di secoli. Prima che andiate però posso dirvi un’ultimissima cosa: qualora qualcuno decidesse di pagare con l’anima la propria connessione a Sounga, esso non potrebbe più tornare indietro nella landa dei vivi. Esiste un’ultima parte della profezia, che non venne mai divulgata nel mondo degli umani, per scongiurare morti inutili da parte di persone innocenti, ma animate da una sete di potere infinita. L’ultima parte dice: «Quando il bianco squarcerà il nero con un proiettile di anima allora la roccia del cuore si frantumerà e il patto di sangue sarà il filo rosso per un sicuro ritorno.»”
“Che cosa significa questo Kami-sama?”
“Non lo so, sfortunatamente, mia signora. Vi ho detto tutto quello che sapevo e spero che sia abbastanza. Ora devo andare Lady Izaioy. Mi ha fatto molto piacere rivedervi e spero che il vostro compagno ci permetta di rincontrarci in circostanze meno disperate. Riguardatevi mia principessa…”
“Ad un incontro più favorevole tra noi Kami-sama…”
Come era arrivato, in un lampo di luce, il padre di Helena svanì nel vento, lasciandomi di nuovo sola, questa volta nella mia stanza.
Con passo assente mi avvicinai alla finestra per guardare fuori in una notte senza luna. Immediatamente pensai ad Inuyasha, e sperai che avesse trovato un posto sicuro dove passare la notte.
Mandando una preghiera ai Kami, che proteggessero entrambi i miei figli, mi avvicinai allo scrittoio per vergare la missiva con le informazioni che avrei dovuto consegnare ad Helena.
Mentre scrivevo tutto quello che mi era stato detto mi ritrovai a sperare che questa volta il fato avrebbe avuto pietà della mia bambina.
Sperando di non aver appena firmato la sua condanna a morte, sigillai la lettera, la consegnai al messaggero che era apparso silenziosamente alle mie spalle e mi diressi verso la cucina per trovare qualcosa di caldo da bere, ben sapendo che non sarei riuscita a dormire troppo preoccupata dall’ennesima profezia che pendeva sopra la testa di Helena.
 
 
 
  
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