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Autore: PersephoneNebel_    18/05/2013    3 recensioni
Seconda parte della fafiction Carry me away from my pain, che mi vedo costretta a pubblicare con un altro account.
Nell'ultimo capitolo della precedente, Janika era stata picchiata dal suo ex ragazzo, ora si trova a a combattere contro il suo cuore e contro i suoi nervi; Infatti sia la sua vita sentimentale che quella materiale sono messi a dura prova dal destino.
Genere: Drammatico, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Children of bodom fanfiction 3
Carry me away from my pain

Yhden aikauden loppua


L'avvocato dell'accusa si alzò quando il giudice ebbe finito di parlare. Tutto gli sembrava fin troppo facile, il cadavere era stato trovato vicino all'arma del delitto e, stranamente, vicino al carnefice. La ragazza, tuttavia sembrava terrorizzata, nonostante il suo difensore continuasse a ribadire che fosse stata solo legittima difesa, lei se ne stava lì, seduta su quella sedia. Fissava il vuoto e sembrava non essere presente in aula. In ogni caso ne aveva viste tante di scenate e probabilmente anche l'affarino biondo stralunato stava solo cercando di ottenere l'inanità mentale.
Chiese di poter porre alcune domande alla ragazza che venne scortata al banco degli imputati. Conosceva l'uomo che aveva ucciso? Sì, era il suo ex ragazzo, era tornato qualche giorno prima dalla Norvegia e continuava a darle il tormento. Quale parte della Norvegia? Oslo.
Il giudice aveva sorriso sotto i baffi. Praticamente tutta l'aula sosteneva il conflitto che divideva Finlandia e Norvegia, e probabilmente solo questo avrebbe fatto cambiare opinione alla giuria. Ma come capo d'accusa essere di un'altra regione scandinava non reggeva.
Era emerso da alcune mail scambiate nelle ore precedenti che fra i due c'era un bambino, era vero? Sì, lei era rimasta incinta ma aveva abortito nel terzo mese di gravidanza. Avevano avuto rapporti da quando lui era tornato?
La difesa si alzò affermando la sua obbiezione, non era fondamentale per il processo. Il giudice la accolse.
L'accusa si schiarì la voce e continuò con le domande, stava cercando un punto debole nelle dichiarazioni fornite da lei in precedenza. Aveva detto di aver ucciso l'uomo per autodifesa, con un coltello da sushi? Sì, era l'arma più vicina che aveva trovato, non avrebbe voluto ucciderlo, era stata costretta. Costretta da qualcuno? Costretta dalle circostanze, qualche giorno prima gli era piombato in casa e l'aveva riempita di botte e l'avrebbe fatto una seconda volta se lei non si fosse difesa.
Janika parlava con un filo di voce, tanto che il giudice continuava a chiederle di ripetere la risposta. In realtà non era triste, non si sentiva in colpa. Per la prima volta nella sua vita era fiera di quello che aveva fatto. L'avvocato che la stava interrogando era stato pagato dalla madre di Trygve, un'arcigna vecchietta che aveva sempre odiato, e dalla nuova fidanzata che se ne stava seduta con un fazzoletto in mano e il capo velato di nero, come se non fosse una tradizione morta secoli prima.
Tutto questo le faceva ridere. Era accusata di aver ucciso un uomo che l'aveva quasi ammazzata di botte. Ma forse, se non fosse stata così avventata, avrebbe potuto denunciarlo lei e invertire tutta la situazione. Si era presentato dicendo di essere cambiato ma l'unica cosa che era cambiata in lui era la facciata. Incrociò lo sguardo di Janne, che l'aveva trovata ancora sdraiata a terra e coperta di sangue, che le aveva detto di chiamare la polizia e che avrebbe fatto di tutto per dichiarare l'autodifesa, gli sorrise, lui ricambiò dolcemente. Ma dov'era Alexi? Era stato dimesso dall'ospedale il giorno prima, sapeva dell'udienza e le aveva promesso che ci sarebbe stato per darle il suo appoggio eppure la sedia accanto a Janne era vuota. Probabilmente era arrivato in ritardo e non l'avevano fatto entrare e ora era seduto sulle scale del tribunale bestemmiando come un matto. Fissò negli occhi l'uomo che le rivolgeva l'ultima domanda. Quante altre volte era stata picchiata? Non lo sapeva di preciso, ma aveva deciso di non denunciarlo per paura.
La ragazza poté sedersi di nuovo al suo posto e il giudice si ritirò insieme alla giuria per deliberare.
La sentenza fu emessa dopo un'ora. Il magistrato si sedette sulla grande sedia e chiamò il silenzio in aula. Si schiarì la voce e sistemò i fogli che aveva in mano, iniziò a parlare lentamente:
- In vista dei fatti esposti e delle considerazioni fatte dalla giuria, la signorina Janika Veera Virtanen viene assolta dall'accusa di omicidio intenzionale e premeditato. Infatti si è preso atto delle circostanze in cui si trovava la giovane e le viene quindi concesso il diritto di autodifesa. Con la presente, dichiaro concluso il processo. -
Questa era stata la terza udienza nel giro di pochi giorni. In poche settimane era stata accusata e poi assolta ma, finalmente, il processo era concluso. Janika era libera. Ma libera da cosa? Aveva pur sempre ucciso un uomo. Non sarebbe andata in galera, non avrebbe passato il resto della sua vita dietro le sbarre ma non riusciva a sentire la sensazione di aver fatto qualcosa di sbagliato e si sentiva quasi in colpa per questo. Eppure nulla, ripensava continuamente a quel giorno ma l'unica sensazione che le provocava il ricordo del sangue lucido sul pavimento era il piacere più assoluto. Si sentiva più forte. Nessuno l'aveva aiutata, era riuscita a fermare la persona che tanto odiava da sola, con le sue mani. La soddisfazione di conficcare il coltello nella carne, lacerare la pelle e i muscoli, rigirarlo vedendo il liquido rosso colarle sulle mani. L'aveva ammazzato come si ammazza una bestia. E non se ne pentiva. Desiderava, invece, provare di nuovo quell'emozione. Vendetta. Contro tutti quelli che le avevano fatto del male. La Vendetta era l'unica cosa che desiderava.
Uscì dall'aula insieme a Janne, tenendolo per mano e cercando Alexi fra la folla. Ma di lui non si vedeva nemmeno l'ombra. Janika si voltò verso il ragazzo che le stava accanto e gli chiese se per caso sapesse qualcosa, il tastierista abbasso la testa cercando di non incrociare il suo sguardo e sibilò un no. La giovane gli strinse più forte la mano ripetendo la domanda, Janne si arrese:
- Ok, ma poi non prendertela. Ieri è uscito dall'ospedale e pensava che tu lo saresti andato a prendere ma tu eri impegnata con l'avvocato quindi si è incazzato di brutto, ha preso e si è chiuso in un bar. E' tornato alle tre di stamattina con .... ecco Janika vedi, era tanto arrabbiato e probabilmente molto ubriaco e.. -
La ragazza lo fulminò con lo sguardo intimandogli di dirle con "cosa" fosse tornato a casa il Suo ragazzo.  L'altro finì la frase:
- Ecco.. era con una ragazza. Credo che l'abbia conosciuta al bar. -
Lei lasciò la mano del suo accompagnatore e restò qualche secondo nell'apatia totale. Senza sapere cosa una persona qualsiasi avrebbe fatto in una situazione simile. E in quel momento, in quel preciso istante, Janika lo capì. Capì di essere sola. Di esserlo sempre stata. E che la situazione non sarebbe cambiata. Vide Janne molto più dispiaciuto di lei e intuì i suoi sentimenti. La amava.
Janika Veera Virtanen. Ma chi era davvero? In pochi mesi le erano successe tante di quelle cose da poterci fare un film. Eppure lei cercava solo un po' di stabilità, voleva poter tornare a casa di sera e avere un posto sicuro, un viso familiare e quell'atmosfera calda che tanto le mancavano; ricordava gli anni dell'adolescenza, tutti i giorni giurava che se ne sarebbe andata, mentre ora, tutto quello che desiderava era poter tornare. Ma dove? Era mai stata davvero felice? Sì. Ma gli unici momenti che ricordava con felicità e tenerezza erano quelli passati con Janne.
Alzò lo sguardo cercando il volto del ragazzo accanto a lei, incontrò il suo sguardo e lo sostenne per qualche secondo, lasciando che si perdesse nel vuoto dei suoi occhi, avvicinò le labbra alle sue dovendo alzarsi in punta di piedi. L'altro le cinse la vita con le mani e lasciò che le loro lingue si incontrassero. Janika si staccò da lui dopo qualche secondo e gli sussurrò ad un orecchio:
- Ti amo. -

****

Questo capitolo doveva essere pubblicato il giorno del compleanno di Alexi e rimandando il giorno di quello di Janne. Ok, direi che con la tempistica non ci sono xD In ogni caso tra un po' arriva l'estate e spero di riuscire a scrivere più in fretta ... Grazie di nuovo a tutti ^^
  
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