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Autore: addyson    18/05/2013    3 recensioni
Le calze a rete strappate, il vestito che non va a coprirle neanche la metà delle sue cosce magre.
Si possono riconoscere i suoi capelli biondi, che risplendono alla luce della luna. Lei è nascosta. Lei è nero. Lei è buio. Lei è tutto e niente.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Le parole sono lacrime fermate con la scrittura.”
- Paolo Coehlo 
 
-È morta.
Dentro.
Scavata.
Nascosta.-
 
Un super alcolico in mano, nell'altra una sigaretta che spegne così frettolosamente che neanche è riuscita a fumarne la metà.
«Tu non sei davvero così» mormora.
Un 'fanculo', detto così veloce da non poterlo neanche sentire.
E esce, così, il suo super alcolico ancora nelle mani, un bicchiere che prima o poi avrebbe dovuto restituire alla discoteca, ma non lo avrebbe mai fatto.
Le calze a rete strappate, il vestito che non va a coprirle neanche la metà delle sue cosce magre.
Si possono riconoscere i suoi capelli biondi, che risplendono alla luce della luna. Lei è nascosta. Lei è nero. Lei è buio. Lei è tutto e niente.
Lascia le lacrime sgorgarle dagli occhi, contornati da una matita nera.
È confusa. Sa che quel ragazzo dall'aria da fottuto bastardo, aveva ragione.
Lei non era così. Non lo era.
Ma è così.
Un autostop, un altro tipo che la fa sentire solo una persona da gettare dopo l'uso.
Ma non sembra ferita. Lei è solo nero.
 
Le lascia dei dollari in mano.
Alza lo sguardo, annuendo in segno di un 'grazie'.
Non si sente umiliata, per fare quel lavoro. Si sente solo inutile.
Esce dall'hotel, così come ci è entrata.
Due ragazzi la indicano, alzano le sopracciglia e scoppiano a ridere.
Il suo dito medio li saluta graziosamente.
Loro non sanno.
Nessuno sa.
Tutti parlano, ma nessuno sa niente.
 
E si ritrova seduta su un marciapiede.
Una macchina nera si ferma, lei sale, senza neanche guardare in faccia la persona che c'è alla guida.
Non le interessa. Vuole solo essere usa e getta, ancora, per un'altra sera. 
Niente parole. Dice solo come stanno le cose.
Lui le da' 500 dollari.
Lo guarda, e risponde con un cenno, un grazie che in realtà non è dovuto.
E si ritrova su un divano, in un hotel.
Sarà una di quelle stanze che lei, da sola, senza fare quel lavoro sporco, non si sarebbe mai potuta permettere.
Lui le offre una tazza di the, ma rifiuta.
«Prima facciamo, prima me ne vado» dice.
E lui sta fermo, seduto sul letto.
La fissa.
«Cosa cazzo guardi?» chiede, acidamente.
«Questa non è la vera te» risponde. «Non è questo che volevi fare nella tua vita, non sei tu questa qua. Quella che sta sulla strada, non sei tu. I tuoi occhi sono gonfi, e lucidi, e contornati di nero solo per nascondere le occhiaie. Perché la notte non dormi, ti mangi di rimorsi. Ti divori.»
«Non ho chiesto un corso di psicologia, o una terapia da uno psicologo di merda. Mi porti a letto e chiusa lì» borbotta.
«Non lo farò» dice. «Voglio insegnarti ad amare»
«Io non ho un cuore, io non so amare. Io sto in mezzo alla strada per portarmi avanti, almeno fino alla fine del mese, non per stare da uno psicologo di merda» grida.
C'è tutta la sua frustazione in quelle parole.
Ma lei sa che può amare, sa che può farcela ad amare qualcuno.
Ma non vuole, perché lei è così. Nessuno l'ha mai protetta, fatta sentire speciale o ché.
Essere salvata da uno sconosciuto non la tranquillizzava.
La faceva sentire troppo scoperta. Senza maschera. La faceva sentire nuda, pur essendo coperta ancora dalle calze strappate e il vestito leggero.
Scoppia a piangere, improvvisamente. Si sente per una volta nella vita in imbarazzo, perché lei si era detta di non piangere. Doveva essere forte, solo la 'puttanella da strada'. Tutto lì.
Doveva solo bagnare il cuscino alle quattro di mattina, non davanti a uno sconosciuto.
Alza gli occhi. Le guance sono sporche di nero. Il nero della matita che le cola sul viso delicato.
Gli occhi verdi del ragazzo cominciano a parlarle, da soli.
«Non ti lascerò andare via» mormora, lui, il ragazzo dagli occhi verdi. Scosta un ciuffo di ricci ribelli, e le sorride. «Io ti salverò, perché hai bisogno di essere salvata»
Lei lo fissa, attentamente.
Fissa le sue labbra.
I suoi occhi.
I suoi capelli.
Le sue mani.
E si ricorda della serata in discoteca.
Era lui.
Quello che le aveva parlato per un bel po'. Ed era stata lì ad ascoltarlo, perché sapeva che lui aveva dannatamente ragione.
Si sentiva l'anima scappare fuori, cercava di sopprimerla trattenendo le lacrime.
Si morde il labbro inferiore.
«Ti salverò» sussurra.
 
Ed è così. L'ha salvata.
Per lei era arrivata la felicità, quella che le mancava da troppo, troppo tempo.
Quella che sapeva bene, l'avrebbe soffocata.
Si sentiva protetta, come se non avesse né un inizio, né una fine.
 
«Vieni, Scarlet»
La piccola bambina somiglia tanto alla madre, i capelli biondi che svolazzano insieme all'aquilone.
Quell'aquilone, ricorda ad Abbie quando stava in strada per poter sopravvivere.
E quando poi era arrivato lui, che le aveva insegnato ad amare.
Harry aveva insegnato ad Abbie ad amare, amare incondizionatamente.
Amare, tanto che l'amore ti soffoca, e ti spegne, ti spegne e ti lascia senza parole.
Harry le aveva insegnato a respirare.
L'aveva salvata.
 
AIEH.
Non lo so. Sono impazzita.
Fuori piove.
Ho messo 'Fire' e 'Rain' e 'Time Forgotten' di Brian Crain con la pioggia in sottofondo, e sono andata giù di testa.
Non so cosa mi è preso, ho cominciato a scrivere.
Mi scuso se ci sono errori, ma non ho voglia di rileggere HAHAH, e tanto meno di vedere com'è.
So bene che fa cagare, ma genticciuola, la scrittura mi salva.
Piccolo sfogo, ecco.
Dev'essere un piccolo sfogo questo.
Lasciate almeno una piccolissima recensione se v'è piaciuta.
Se v'ha fatto cagare, lasciatela comunque, anche neutra o negativa HAHAHAHAHAHAHA.
Vi amuzzo.
Bacii!
 Vostra Addy xx - 
 
   
 
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