Storie originali > Giallo
Segui la storia  |       
Autore: Rexam    18/05/2013    3 recensioni
Sette persone, frequentanti un forum di appassionati di gialli, decidono di incontrarsi per conoscersi di persona in una villa che non ha nulla da invidiare ad alcune descrizioni di sherlockiana memoria. Qualcosa di inaspettato e incredibile li attende. Chi si nasconde dietro al nickname di "Re del Mistero"? Quali segreti nascondono queste sette persone? E chi è che sta tentando di ucciderle tutte?
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2

Il Professor Biancardi trovò la villa non senza difficoltà. Era ben nascosta in una piccola radura, invisibile quasi dalla strada principale.  Lasciò l’auto di fronte al grande ponte di legno, di fianco ad una volgare motocicletta e ad una Porshe nera. Erano le 13:30. “Giusto in tempo”, pensò. Si affrettò a passare dall’altra parte del ponte e si trovò di fronte alla lugubre villa del loro incontro. C’erano inferriate alle finestre e piante rampicanti che ricoprivano un po’ tutte le mura. Salì i tre gradini di pietra e bussò ad un grande portone d’ingresso. Dopo qualche istante una giovane donna venne ad aprire. Non era molto alta, con qualche lentiggine qua e là sul volto. I capelli erano castani, raccolti in una coda da cavallo. Indossava un completo da cameriera. Doveva essere la governante.
«Buonasera», disse la donna, «lei è qui per l’incontro?».
Biancardi annuì.
«Può fornirmi il suo nickname per cortesia?»
«Certamente, io sono “Scacchista”. Spero di non essere in ritardo.»
«Oh, quasi tutti gli ospiti la stanno aspettando, ma è in orario, non si preoccupi, hanno preferito aspettare prima di iniziare a pranzare.»
Il Professor Biancardi sorrise leggermente. La donna si spostò di lato per farlo passare. L’ingresso era immenso. Un enorme tappeto rosso si estendeva da una parte all’altra di quella grande sala mentre, dal lato opposto, scale dorate trionfavano sul pianterreno. Alte porte di legno pregiato si ergevano da un lato all’altro di quell’immensa stanza. Un enorme lampadario vecchio stile era incatenato al soffitto con i bracci che sembravano avvolgere l’ingresso da tutte le direzioni.
«Oh, mi perdoni se non mi sono presentata, sono Maddalena, la governante che avevate richiesto per questo fine settimana.»
«Molto lieto, io sono il Professor Biancardi, docente della facoltà di Scienze dell’Investigazione.»
I due si strinsero cordialmente la mano.
«Può dare a me i suoi effetti, li porterò nella sua stanza al piano di sopra. Se nel frattempo vuole accomodarsi, i suoi colleghi la stanno aspettando nella Sala Lettura, prima porta a destra.»
Biancardi le diede la piccola valigia e la vide sparire su per quelle scale dorate. Nella  casa regnava un silenzio quasi inquietante. Lì chiunque avrebbe trovato ispirazione per un giallo in piena regola.
Il Professore si aggiustò la camicia e si passò una mano fra i capelli, dopodiché si mosse verso la Sala Lettura ed aprì la porta.

Davanti ai suoi occhi si mostrarono differenti tipologie di persone riunite in un’accozzaglia quasi incoerente, come un immenso guazzabuglio. In un angolo della sala un anziano signore e un’elegante donna giocavano a scacchi, mentre dall’altro lato, un uomo di mezz’età leggeva un libro seduto su un lussuoso divano fregiato. Una graziosa signorina si guardava in giro con aria incuriosita, mentre un bel giovanotto suonava una chitarra su una sedia in tranquillità.
Quando videro il loro nuovo ospite si voltarono tutti verso di lui.
«Lei dev’essere “Scacchista”», disse l’uomo seduto sul divano.
Il Professor Biancardi sorrise. Poi chiese: «Da cosa lo ha capito?».
«Beh, lei non può essere di certo quello strano personaggio che è “Re del Mistero”, dico bene? Non ha affatto l’aria della persona che si diverte a lanciare piccoli enigmi in rete o a scrivere frasi criptiche su Poirot. Sembra più un tipo preciso e ordinato», l’uomo si alzò e gli andò vicino, «uno scacchista, dico bene?»
Il Professore si aggiustò gli occhiali con il dito medio e sorrise maliziosamente.
«Il mio nome è Charlie Biancardi, sono “Scacchista”. Piacere di conoscervi di persona.»
«Lasci che le presenti gli altri», disse l’uomo, con fare sbrigativo, «il signore che gioca a scacchi lì in fondo è Augusto Torre, corrispondente al nickname di “Invincibile”. La graziosa signorina, sua rivale, è Irene Adalera, alias “Nerei”.»
I due abbozzarono un cenno di saluto.
«Poi abbiamo la signorina Milene Depalma, “Fantasma Informato” mentre quel simpatico giovanotto è Ruben Delio, “Notturno”, dico bene?»
I due annuirono.
«E infine ci sono io, il dottor Orlando Silvestri, il “Secondo Holmes”, per servirla.»
Il dottore mimò teatralmente un inchino con la mano destra.
«E’ davvero un piacere conoscervi tutti», replicò Biancardi.
«Sembra che alla fine “Re del Mistero” si farà attendere… che ne dite di incominciare a pranzare ora che siamo quasi tutti presenti?», propose Silvestri.
In quell’istante la governante si presentò al gruppo di amici.
«Ah, signora Maddalena, giusto lei, in sala da pranzo è tutto pronto vero? Le dispiace iniziare a prendere le prime portate? Abbiamo deciso di incominciare senza il nostro ultimo ospite.»
«Molto bene, accomodatevi pure allora», rispose la donna.
Il gruppo si iniziò a muovere verso l’altra ala di quella grande casa.
«Mi scusi», disse Biancardi alla governante, «prima di andare, avrei bisogno di usare la toilette.»
«Ma certo, signore, vada in fondo all’ingresso. Dietro le scale ci sono due porte che conducono al lato posteriore della villa. I servizi sono subito a destra», rispose prontamente Maddalena.
Biancardi si eclissò mentre gli altri raggiunsero la sala da pranzo. Quella stanza era ancora più lussuosa e magnificente di quanto fosse stato il resto della casa. Il soffitto era a volta, le pareti avevano un rassicurante color rosato, due enormi quadri ricoprivano interamente la parete destra e sinistra, mentre in fondo un orologio a pendolo ticchettava rumorosamente. Non c’era nessuna finestra, ma un grande lampadario illuminava tutta la sala. Al centro v’era un grande tavolo circolare.
Il Dottor Silvestri andò a sedersi immediatamente dal lato opposto all’ingresso. Al suo fianco si sedettero il signor Torre da un lato e Milene dall’altro. Poi presero posto anche Ruben e Irene, uno vicino all’altra. Dopo qualche minuto il Professor Biancardi fece il suo ingesso e prese posto insieme agli altri.
L’atmosfera era abbastanza tiepida. Probabilmente erano tutti abbastanza imbarazzati nel parlare a voce per la prima volta, ma fortunatamente la sciolta parlantina di Silvestri riuscì a rompere il ghiaccio fra i conviviali.
«Dunque lei e il signor Torre vi siete incontrati in treno?», stava domandando Silvestri a Irene.
«Beh si», rispose lei timidamente, «ci eravamo scritti sul forum poco prima di partire.»
«E ci dica, siamo curiosi, come mai è appassionata dei vecchi gialli come noi? Voglio dire, lei è ancora molto giovane, a cosa dobbiamo questa passione?»
«Oh, io ne sono stata innamorata fin da bambina. Adoravo le storie di detective e mia madre era anche lei una grande appassionata. Credo che un po’ sia stata lei a trasmettermi quest’amore per i gialli. Il mio lavoro poi ha fatto il resto.»
«E posso chiederle cosa fa nella vita?»
«La signorina è una psicologa», disse Torre, intromettendosi educatamente nella discussione, «ed è anche molto brava da quello che mi ha raccontato.»
«Lei è troppo buono, signor Torre», riprese lei, «comunque ha ragione, sono una psicologa e mi affascina profondamente la mentalità di Holmes. I suoi ragionamenti perversi sono l’avvisaglia del fatto che ci troviamo di fronte ad un genio! Recentemente ho anche pubblicato un articolo su una nota rivista in cui spiego perché Holmes mi affascini tanto.»
«Davvero?», disse Ruben Delio sorpreso, «anche noi pubblichiamo qualcosa di tanto in tanto su alcune riviste. Io sono il fondatore del Club dei Giallisti Dilettanti. E’ nato come semplice passatempo di un gruppo di studenti universitari e siamo man mano aumentati sempre di più! Pubblichiamo per lo più fan fiction su Sherlock, come diceva anche lei, e su Dupin.»
«Ammirevole», commentò Torre, scandendo ogni sillaba.
Maddalena arrivò in quel momento con un carrellino e servì sobriamente la cena a tutti gli invitati.
«Beh, se è per questo, recentemente io ho pubblicato, tramite un mio caro amico editore, un paio di libri su Hercule Poirot. Probabilmente non raggiungono i livelli di Madame Christie ma al pubblico sono piaciuti discretamente», disse Silvestri.
«Davvero dottore?»
«Ma sicuro, pensi che porto sempre con me un’agendina in cui scrivere i miei… “lampi di genio”.»
Silvestri rise.
Parlarono tutti ancora per un po’. Milene Depalma discusse del suo lavoro di giornalista, di come aveva conosciuto Holmes, del fatto che aveva scritto un articolo sui “grandi maestri” mentre il signor Torre ricordò a tutti i telefilm del Tenente Colombo mimando la celebre frase “Ah, un’ultima cosa…”. Il resto del pranzo passò piacevolmente e con tranquillità.

Ore 15:00.
«Sembra che alla fine “Re del Mistero” non verrà…», stava commentando qualcuno.
«Già… ha per caso aggiornato il forum?», chiese Ruben.
«Purtroppo temo che qui il telefono cellulare non abbia segnale, quindi è un po’ difficile connettersi alla rete…», disse Biancardi.
«Poco male», concluse Irene, «non ci faremo certo rovinare questo incontro da un membro mancante, no?»
In quell’istante il grande lampadario centrale si spense. Non essendoci finestre, la sala da pranzo piombò nella più totale oscurità.
«Ma che succede?», disse qualcuno, spaventato.
«Deve essere saltato il generatore, non si preoccupi, vado a controllare», rassicurò la governante.
Si sentì la porta della sala aprirsi e chiudersi. Rumore di sedie, poi un colpo secco fendette l’aria. Un sordo suono di pistola. Un urlo agghiacciante. Un tonfo al centro del tavolo. Poi solo silenzio.
Le luci si riaccesero. Tutti gli ospiti erano seduti al loro posto. Una rivoltella riposava al centro della tavolata circolare. Irene Adalera mostrava un’espressione di immobile terrore. Aveva la testa trafitta da parte a parte da un proiettile.  Sulla sua spalla, i cinque ospiti notarono un familiare fazzoletto ricamato elegantemente di colore rosa sul cui fronte era incisa la lettera H.



L'Angolo dell'autore
Allora, allora, allora... le cose cominciano a farsi interessanti. Perdonate innanzi tutto la mia lentezza, ma sono abbastanza occupato in questo periodo e l'ispirazione viene con difficoltà. Devo dire, inoltre, che scrivere un giallo non è nemmeno lontanamente facile come immaginavo. Non si può improvvisare. Si deve avere un piano in mente. E sembra che in questo capitolo qualcuno ce l'abbia! I giallisti più accaniti forse sapranno già dare una risposta alla domanda: cosa significa il fazzoletto rosa? Non vi anticipo nulla (altrimenti la suspence dov'è?) ma annuncio solo che i colpi di scena non sono finiti con questo capitolo!! Grazie di averlo letto. Un commento (sia di elogio che di critica costruttiva) è sempre gradito.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Giallo / Vai alla pagina dell'autore: Rexam