Navigavano da giorni ormai, per tutti era stata un'altra battaglia che aveva lasciato qualche piccola cicatrice, sicuramente si sarebbe rimarginata. Erano abbastanza sereni e tranquilli, ma solo due persone, tra loro, avevano sfiorato la sensazione di quanto la vita fosse in bilico anche se l'avevano capito in modo diverso.

Nico Robin, in quei momenti aveva pensato a quanto avrebbe voluto ancora solcare i mari assieme ai suoi compagni, a quello che ogni uno di loro le aveva trasmesso, soprattutto lo spadaccino, che la guardava dal basso con sguardo risoluto. Li fissò uno ad uno e soffermandosi su quest'ultimo urlò: “Io voglio vivere!” Zoro, guardandola piangere, fece la promessa che a qualsiasi costo l'avrebbe salvata!

 C'erano stati dei cambiamenti dall'ora: si era unito a loro un nuovo compagno, Franky, costruttore della Thousand Sunny, dopo l'ultima avventura con l'amata Going Merry. L'unica cosa che non era mutata erano i sentimenti di Zoro per la bella archeologa. Non faceva altro che fissarla, mentre lei leggeva e la notte non riusciva neppure a dormire (strano per un ghiro come lui!) visto che lei animava anche i suoi sogni. “Che sciocco sono!”pensò “per lei nemmeno esisto”.

Durante un sogno la vide in mezzo ad un prato, circondata dalle sue amate rose, che lo chiamava, rideva e ogni volta che lo spadaccino la rincorreva per prenderla, lei fuggiva; dun tratto quando credette di averla presa fu svegliato di soprassalto da una cuscinata in faccia, si alzò e capì di aver svegliato tutta la camerata (tranne Rufy, che come al solito russava sonoramente) e che quel maledetto di un cuoco gli aveva tirato il cuscino in faccia dicendogli:” Ehy testa d'alga! Perchè diamine continui a chiamare la mia adorata Robin? Lei è solo mia, non lo sai?” e Zoro gli rispose: “Accidenti a te! Mi hai svegliato!” e per evitare una lite uscì dalla stanza. Si diresse all'esterno per cercare un po' di pace ma ad un certo punto vide una figura esile che osservava il mare. Si ricordò che quella notte Robin era di guardia e mentre pensava sul da farsi la sentì cantare. Ne restò quasi incantato, per lo stupore spalancò di più la porta che emise un cigolio, Robin si voltò di scatto e non appena vide lo spadaccino arrossì violentemente.

“Scusami se ti ho disturbata!” disse Zoro con un tono il più gentile possibile.

“Non ti preoccupare, devo giusto rientrare un attimo per prendermi un thè caldo, qui si gela!”

“Ti scaldo io...ma che razza di pensieri stupidi fai Roronoa?!” pensò l'altro ed arrossì anch'esso violentemente! Però cercò di non farlo vedere alla compagna.

“Sai” le disse “hai proprio una bella voce”.

“Grazie” rispose lei, sorridendo “le mie abilità canore sono un'altra particolarità di Ohara, oltre ad essere dei bravi archeologi siamo tra i più bravi a cantare, pensa che la voce di un abitante di Ohara si riconosce subito!”, il suo sorriso svanì ad un tratto e ritornò ad osservare il mare, nei suoi occhi si leggeva nostalgia e tristezza, Zoro si avvicinò e si mise accanto a lei e dopo un interminabile silenzio la ragazza disse: “Peccato che io sono rimasta l'ultima...” e così dicendo si voltò ed andò in cucina, lasciando il ragazzo a riflettere su una cosa che lui e la ragazza avevano in comune: entrambi erano rimasti soli.