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Autore: Silvia_sic    18/05/2013    9 recensioni
“[...] -Ho preso una decisione e non ho intenzione di cambiare idea.- disse secco.
-Certo. L'azienda è sua e può fare quello che vuole, non sarò io a farle cambiare idea. Ma... la conosco troppo bene, Tony, e sono sicura che è stato qualcosa a farle prendere questa scelta. È vero?- domandò, guardandolo negli occhi scuri come le tenebre.
Tony si ammutolì e distolse lo sguardo da quello di lei, credendo che quegli occhi cerulei potessero leggergli dentro. Si sistemò meglio nella vasca, sollevando leggermente il petto sopra il pelo dell'acqua e Pepper notò immediatamente la lucina blu che si sprigionava dal suo torace.
La donna si inumidì le labbra con la lingua, deglutendo faticosamente, incerta se porre una domanda o meno. Alla fine prese coraggio.
-Cos'era quella luce?- Tony la guardò negli occhi, insicuro nel rispondere, ma d'altra parte cosa poteva pretendere? Era sicuro che prima o poi l'avrebbe scoperto. Fece uscire dall'acqua la parte superiore del torace, manifestando il reattore arc al centro del suo petto. -È quel qualcosa che mi ha fatto prendere quella decisione...- ammise amaramente.”
Remake del primo film di Iron Man con qualche sostanziale cambiamento che porterà Tony a prendere importanti decisioni.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Rhodey' Rhodes, Obadiah Stane, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 27

 

Si era accasciato sulla poltrona difronte agli schermi del computer oscurati, fissando il vuoto per un tempo che neanche a lui era chiaro. Nella testa come un disco rotto risuonavano quelle parole orribili che le aveva detto e insieme la proiezione dei suoi occhi azzurri. Uno sguardo deluso, triste, sconvolto, amareggiato... Svuotato completamente dalla luce vitale e dall'amore che Tony aveva imparato a leggere.

 

Lui stava male. Lei stava male. Divisi e con il cuore spezzato.

 

Tony si passò una mano sul viso, abbandonando la testa all'indietro e fissando il soffitto. In un primo momento non riuscì a realizzare perchè avesse fatto quella brutalità, solo poi ricordò che quello sarebbe stato l'unico espediente per allontanarla e averla al sicuro. Più gli stava lontano e meglio era. Aveva già rischiato troppo e, dopo l'incidente dove Tony aveva rischiato di perderla per sempre, le cose erano cominciate a cambiare. La vita intorno a lui aveva cominciato ad assumere una tonalità più sinistra e pericolosa, che però non riusciva a distinguere e riconoscere.

 

-Jarvis,- Lo richiamò con un soffio come se quello che era appena successo gli avesse svuotato l'anima da ogni più piccola goccia di vita. -è andata via?- Non riuscì a pronunciare neanche il suo nome e si rincuorò del fatto che il super computer avesse capito al volo.

 

-La signorina Potts ha lasciato l'abitazione. Presumo che non tornerà. Mi ha avvertito che domani manderà qualcuno a recuperare i suoi effetti personali.- disse senza aggiungere o chiedere qualcosa in più.

 

-Bene...- rispose Tony con uno sbuffo anche se non andava per niente bene. Si alzò dalla poltrona e come un'automa camminò verso la rampa di scale. Salì gradino per gradino lentamente fino a raggiungere il primo piano per poi imboccare il corridoio che portava alla stanza di lei. Non riuscì a spiegarsi neanche lui cosa l'avesse spinto davanti a quella porta: forse sentiva l'urgente bisogno di verificare con i propri occhi ciò che il maggiordomo gli aveva appena riferito o più semplicemente voleva stare nell'unico posto dove l'aveva amata seriamente per la prima volta.

 

-Signore, ha bisogno di qualcosa?- La voce di Jarvis arrivò a lui, che stava immobile davanti alla porta linea della stanza.

 

-Niente, Jarvis, sto bene.- mentì nuovamente con la speranza di convincere anche se stesso di quell'affermazione. Prese coraggio e, impugnando la maniglia, entrò nella stanza che subito si illuminò automaticamente.

 

Rimase sulla soglia, scorrendo lo sguardo sulle pareti, sugli armadi ed infine sul letto. Non avrebbe mai dimenticato quella notte.

 

Fece qualche passo fino a raggiungere il letto per poi sedersi sul bordo del materasso. Puntò i gomiti sulle ginocchia, tenendosi la testa tra le mani. La casa incombeva nel silenzio. Lui odiava il silenzio, non gli era mai piaciuto. Fin da piccolo, quando rimaneva solo, riempiva la casa con le note assordanti dei gruppi rock, ma in quel momento l'unica musica che aveva voglia di sentire era la sua voce. Sapeva perfettamente a cos'era andato incontro, ma mai si sarebbe aspettato di soffrirne così tanto.

 

Improvvisamente le luci si spensero per riaccendersi subito dopo. Tony alzò lo sguardo verso il soffitto, stando sempre in silenzio con la sensazione di sentire qualche rumore. -Jarvis.- lo richiamò, ma il computer sembrava essersi disattivato. -Jarvis, attivati.- Solitamente il solo comando locale bastava per riportare il maggiordomo al presente. Non funzionò.

 

Si alzò uscendo dalla stanza, non prima di averle concesso un'ultima occhiata, per poi dirigersi verso il salotto con l'intenzione di capire cosa fosse successo. Scese le scale e un altro rumore attirò la sua attenzione. -Pepper, sei tu?- Sperò vivamente che non fosse tornata indietro, in cuor suo non sapeva se sarebbe in grado di cacciarla via un'altra volta.

 

La sua voce echeggiò nel salone. Si avvicinò al tavolino, recuperando il palmare elettronico che gestiva in maniera manuale le impostazioni della casa, non fece in tempo a sedersi che sentì tutti i muscoli irrigidirsi completamente sconnessi al suo volere. Il palmare gli scivolò dalle mani finendo a terra; si aspettò di fare la stessa fine, ma delle mani alle sue spalle lo sostennero adagiandolo sul divano.

 

-Ti ricordi questi aggeggi? Anche se l'esercito non li ha approvati, si sono dimostrati molti utili. La paralisi temporale è un ottimo espediente per guadagnare tempo...- La voce di Stane sibilò al suo orecchio come una serpe tentatrice. L'uomo fece il giro del divano, arrivandogli di fronte cosicché potesse vedere con i propri occhi lo sguardo del giovane Stark. -Sai, Tony, ho cercato di convincerti con le buone... ma come sempre hai voluto fare di testa tua. Scelta errata.- disse pacato, mentre un ghigno si formava sulle sue labbra. -Quando sei tornato dall'Afghanistan non ci potevo davvero credere. Sei riuscito a fuggire nonostante ti tenessero sotto tiro ventiquattr'ore su ventiquattro, li hai imbrogliati per bene quei buoni a nulla... Avevo ordinato la tua uccisione e non sono stati capaci neanche di questo. Tu li imbrogli con un'armatura. Ammirevole.-

 

Tony sgranò gli occhi, fissandolo sgomento. Aveva sospettato il suo coinvolgimento, ma mai l'idea che il suo stesso socio avesse commissionato la sua morte. -Avevo cambiato idea per un primo momento, se tu solo avessi collaborato forse adesso non ci ritroveremmo qui. Bastava farci studiare la tecnologia del reattore ad arco e tutto sarebbe finito per il meglio. Io non sarei dovuto venire qui e prendertelo a forza. Collaborazione. Tutto qua.- Si infilò l'oggetto che aveva creato una paralisi temporanea a Tony nella tasca della giacca, recuperando poi il telefono e avvicinandolo all'orecchio. -Portala qui.- ordinò secco.

 

Non riusciva a muovere un solo muscolo, mentre i suoi occhi guizzavano in ogni dove per capire quali fossero le reali intenzioni di Stane. Ciò che vide fu come una pugnalata. Varcarono la soglia del salotto due uomini con indosso un completo scuro e degli occhiali da sole a proteggere i loro sguardi nonostante fuori fosse notte. Quando vide lei imprigionata, cercò di scattare in avanti, ma ciò che ottenne fu solamente un leggero movimento e un ringhio gutturale, che ottenne subito l'attenzione di Stane.

 

-L'ho vista fuggire in lacrime da questa casa... cosa mai le hai fatto, Tony?- gli chiese puntando gli occhi su di lui, che però dava la sua più completa attenzione a Pepper. Quei due uomini, che fino a poco prima la sorreggevano per le braccia, la abbandonarono di peso sul pavimento e lei cadde sulle ginocchia con le braccia bloccate dietro la schiena e un bavaglio a tapparle la bocca. I capelli ramati le ricadevano sulle spalle leggermente scompigliati, presumibilmente a causa della poca collaborazione nel momento in cui i due uomini l'avevano bloccata; gli occhi gonfi di lacrime ora lo fissavano impauriti e impietriti. -Non ha voluto collaborare anche lei, ho dovuto fermarla...-

 

Era questo ciò che voleva evitare. Ora lei era in pericolo e lui incapace di fare qualcosa. Cercò di muoversi una seconda volta e questa volta riuscì a sollevare il busto, ma subito dopo ricadde all'indietro. Dalle sue labbra uscì un altro lamento, mentre faceva sempre più fatica a respirare. Obadiah lo fissò sorpreso, sbattendo le palpebre più volte. -Avanti, Tony, non agitarti... complicherai maggiormente le cose. Non le farò nulla stai tranquillo. L'altra sera è riuscita a salvarsi e ancora mi è ignaro il motivo... Che dire? Le tre auto sono riuscite ad intrappolarla e poi poco prima dell'esplosione lei è fuori dall'auto? Prima di toglierla di mezzo, voglio farmi spiegare come ha fatto! Un trucco alla David Copperifield?!- esclamò ridendo malignamente. -Ma affrontiamo una cosa alla volta... ora mi prendo cosa mi spetta di diritto per far funzionare il mio prototipo di soldato di ferro.- Sollevò una valigetta metallica e dopo averla aperta, ne estrasse uno strano congegno, che fece pensare a Tony solo una cosa. Lo guardò negli occhi e ghignò soddisfatto, prima di avvicinare quella specie di pinza al suo cuore luminoso.

 

Non fece in tempo ad agire che le urla soffocate di Pepper lo interruppero. La donna aveva cominciato ad urlare per attirare la sua attenzione e a dimenarsi, facendo sì che i due uomini la bloccassero ancora per le braccia. La rabbia aumentò nell'animo di Tony non appena li vide agire. Anche Stane si girò a guardare. -Signorina Potts, non si preoccupi, sarò subito da lei...- Fece per tornare al suo operato, ma Pepper urlò nuovamente, cercando di parlare senza ottimi risultati. Obadiah sbuffò. -Toglietele quella cosa dalla bocca e sentiamo cos'ha da dirci.- ordinò e subito uno dei due uomini, levò il bavaglio dalla bocca di lei.

 

-Non farlo...- lo implorò con un fil di voce.

 

Stane rise di gusto per quella richiesta. -Guarda che il mio interesse principale è prendere questo fantomatico gioiello, perciò lo prenderò! Mi serve.- si girò verso Tony, puntando sul bagliore attenuato dalla stoffa della maglia.

 

-No! Fermo! Fermo! Ne ho uno anche io!- Quasi urlò cercando di fermarlo. E ci riuscì.

 

-Ripeti quello che hai detto.- le ordinò serio, girandosi verso di lei.

 

Pepper abbandonò il capo in avanti, guardando a terra. -Ne ho uno anche io...- ripeté con un fil di voce. -È nella borsa...- lo informò, mentre un'altra lacrima le rigò il volto.

 

Stane la fissò in silenzio per un paio di secondi, poi abbandonò l'estrattore sul tavolino, recuperando la borsa della donna che giaceva a terra poco distante da lei. Fece scorrere la zip e subito quel famigliare bagliore azzurrognolo illuminò il diabolico sorriso di Obadiah. -Meraviglioso...- soffiò entusiasta, prendendo il piccolo oggetto tra le dita.

 

Pepper volse lo sguardo verso Tony, accasciato inerme sul divano senza la possibilità di muoversi. I loro occhi si incontrarono: quelli azzurri di lei persi in quelli scuri di lui e viceversa. Solo allora capì che quello che Tony le aveva detto poco prima in laboratorio e il suo comportamento erano solo un pretesto per farla andar via e proteggerla.

 

Obadiah fissò incantato il reattore, rapito da quei bagliori a volte più intensi. Poi però fu colto dalla curiosità. -Perchè ce l'hai tu, questo?- La guardò e fu impossibile non notare il suo sguardo fisso su Tony. Stane passò alternativamente gli occhi prima su lei poi su lui. -Non ci posso credere!- esclamò con uno strano entusiasmo. -Allora c'è davvero qualcosa tra voi! Oh, ora sì che ho capito! Tony Stark che si innamora questa sì che è bella!- Pepper abbassò lo sguardo e i capelli le ricaddero sul viso. Stane si inginocchiò difronte a lei con l'intenzione di guardarla negli occhi. -Non è forse vero?- Le sollevò il mento, mentre lei si ostinava a tenere gli occhi bassi. Obadiah portò il piccolo congegno sulla traiettoria dei suoi occhi arrossati. -E cosa ancora più straordinaria è che ti ha donato il suo cuore...- Un'altra lacrime sfuggì dal suo controllo. -È stato lui a salvarti l'altra sera?- le domandò autoritario. Pepper non parlò, continuando a fissare il bagliore emesso dal reattore che l'uomo stringeva tra le dita. -Rispondimi!- le urlò in faccia.

 

Sentì alle sue spalle Tony ringhiare come una bestia inferocita, incapace di muoversi. Pepper annuì solamente. -Bene...- Si rimise in piedi, gettando il reattore nella borsa abbandonata a terra. -Questo è inutile. È il primo prototipo e presumo che il reattore in possesso di Tony sia di tecnologia più avanzata.- Pepper sgranò gli occhi terrorizzata. -Ti ringrazio per l'offerta e la tua intenzione nel collaborare, ma credo che agirò come avevo prefissato inizialmente.-

 

Pepper iniziò ad urlare e a piangere disperata senza smettere di dimenarsi. -Portatela in macchina e fatela stare zitta.- I due uomini agirono.

 

Stane fissava l'uscita. -Credo proprio che il mio nuovo prototipo ti sarebbe piaciuto... Sai, ho migliorato la tecnologia rispetto al tuo primo prototipo, quello era troppo rozzo per i miei gusti...- Tornò da Tony e riprese da dove aveva interrotto, mentre l'altro cercava in tutti i modi di muoversi senza successo. -E ora, mio caro Tony,- cominciò incastrando le pinze nel suo torace. -voglio proprio vedere se sopravvivrai anche a questo e riuscirai a salvarla in tempo.- sentenziò prima di estrarre definitivamente il cuore dal suo petto.

 

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I suoi occhi azzurri privi di quella luce che solitamente li caratterizzava e arrossati per colpa del pianto erano fissi nel vuoto. Pepper sedeva immobile sul sedile posteriore dell'auto accanto ad Obadiah che si prestava a sistemare gli ultimi dettagli per il suo piano. Un terribile magone le opprimeva il petto, ma cercava ugualmente di trattenere le lacrime.

 

L'uomo ripose il telefono nella tasca interna della giacca. -Si asciughi quegli occhi. Siamo arrivati.- Pepper sussultò accorgendosi che la macchina si era fermata davanti allo stabilimento delle Stark Industries, illuminato a giorno e rendendo quella sera buia molto più luminosa. Fissò a lungo fuori dal finestrino fino a quando Obadiah non parlò. -Sai... sono ancora indeciso se lasciarti vivere o meno. Sei una donna rara, Pepper. Esistono poche persone come te e ho sempre invidiato a Tony il fatto che tu fossi la sua assistente. Magari potremmo stipulare una specie di...- si grattò la barbetta sul mento. -...contratto. Io ti risparmio la vita e tu lavorerai per me.- lo propose accompagnando le parole con un gesto teatrale della mano.

 

Pepper lo fissava seria e la sua risposta non tardò ad arrivare. -Preferirei morire.-

 

Obadiah sorrise malignamente. -Oh andiamo! Nessuno preferirebbe morire. E dubito anche fortemente che qualcuno sarebbe così stupido da fare mosse imprevedibili per farsi togliere la vita. Va contro la ragione umana. Istinto di autoconservazione... è così che dovrebbe chiamarsi.- affermò sembrando molto rilassato e a proprio agio. -Comunque, mia cara, l'unica persona che dovevo neutralizzare è stata tolta di mezzo e ho anche il mio preziosissimo alimentatore.- enunciò, alzando a mezz'aria una valigetta metallica. -E se adesso farai qualche stupidaggine, puoi starne certa, che raggiungerai il tuo amato Tony nel giro di pochi secondi.- ghignò, facendole intravedere l'impugnatura di una pistola stretta nella sua mano destra e infilata nella tasca. Senza aggiungere altro uscì dall'auto, sbattendo la portiera.

 

Lei rimase ferma con le mani abbandonate in grembo e lo sguardo perso nel vuoto. Un unico pensiero fisso le attraversava la mente. Tony. Tony stava morendo.

Inspirò profondamente sentendo le lacrime rigarle il viso e alcuni singhiozzi fuggire dalla sua volontà. La testa le pulsava forte e una strana sensazione di acido le si fermò in fondo alla gola.

 

-Fuori.- La voce di Stane la richiamò alle sue spalle. L'uomo aveva aperto la portiera dell'auto e aspettava che lei scendesse. -Muoviti. Non ho tutto il giorno.- Pepper obbedì senza protestare. -E ricordati...- le sussurrò avvicinandosi al suo orecchio. -...niente scherzi.-

 

Entrarono nello stabilimento. Ancora parecchie persone lo occupavano nonostante l'ora tarda. Stane camminava disinvolto tenendo in una mano la valigetta e nell'altra la pistola nascosta nella tasca, lontana da occhi indiscreti.

 

Pepper lo affiancava, mentre nella sua mente cominciava a prendere forma una strana e pericolosissima idea. Le bastava poco per fermarlo e lui in altrettanto poco tempo l'avrebbe uccisa. Un colpo solo e lei si sarebbe accasciata a terra, mentre un lago di sangue si sarebbe disperso intorno al suo corpo inerme. Solo così avrebbe attirato l'attenzione su Obadiah. Solo così l'avrebbe fermato. Solo così avrebbe rivisto Tony. Un'altra lacrima, prima di cominciare un conto alla rovescia per rendere concreto il suo intento.

 

Tre. Era stato tutto troppo bello per durare a lungo. La fine di Tony era forse già giunta. Ora toccava a lei.

 

Due. Se c'era una cosa per cui si poteva morire, quella era quella giusta. Quell'uomo andava fermato.

 

Uno. Strinse i pugni e riempì i polmoni tanto da sentire un leggero bruciore infiammargli il petto. Quella era la fine.

 

-Signor Stane.- Una voce maschile alle loro spalle, li bloccò e Pepper perse la sua occasione. Obadiah si girò, osservando l'uomo che gli veniva in contro. -Roger, mi ha detto di riferirle che l'assemblaggio è completato e la sezione 16 è operativa.- Pepper fissava sgomenta l'uomo, non credendo ai suoi occhi. Quello era l'agente Coulson.

 

-Perfetto. Ora non ci resta che scoprire se l'alimentatore funziona anche con il mio modello.- affermò per poi riprendere la sua camminata, ma l'agente lo fermò.

 

-Mi occupo io della signorina Potts.- Pepper sussultò, non capendo se quell'uomo all'apparenza così calmo e gentile fosse davvero alleato di Stane.

 

-Ah sì. Non fartela scappare. Dopo mi occuperò anche di lei.- Poco interessato se ne andò.

 

Coulson non aspettò altro tempo. Prese Pepper per un braccio attento a non farle male e la condusse dalla parte opposta. -Ora è finita. Ce ne occuperemo noi.- le sussurrò appena anche se quello era appena l'inizio.

 

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Era riuscito ad alzarsi, o almeno era stato in piedi per un paio di secondi prima di svenire e cadere al suolo. Non seppe spiegarsi come o per quanto tempo fosse a terra, ma riuscì ad aprire gli occhi con un po' di fatica. Poggiava con la guancia sul tappeto inspiegabilmente umido, solamente quando vide rosso capì che era sangue. Per un paio di secondi non comprese cosa stesse succedendo né perchè era accasciato sul pavimento del salotto, poi tutto nella sua mentre prese forma con la velocità di un flash.

 

Alzò lo sguardo posandolo su quello che era il suo traguardo: la borsa. Aveva visto perfettamente Obadiah gettare il vecchio reattore e quello era la sua unica via di salvezza. Tentò di sollevarsi sulle braccia, ma fu un insuccesso e ricadde con il torace a terra. Tossì ancora e un altra macchia rossa prese vita sul tappeto candido.

 

Prese dei profondi respiri nel tentativo di placare il bruciore che sentiva all'altezza del petto ora madido di sudore. Non poteva finire in quel modo. Pepper era in pericolo e Obadiah andava fermato prima di un danno irrimediabile. Strinse forte tra le dita la stoffa che ricopriva il suolo, poi prese a strisciare appigliandosi a qualsiasi aiuto, pur di arrivare al reattore. Quello che voleva distruggere, ma che Pepper aveva conservato. In un modo o in un altro era sempre lei a salvarlo.

 

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-No, Rhody, ora mi devi ascoltare! Io sono con l'agente Coulson, non è di me che devi preoccuparti. Devi andare da Tony!- esclamò in pena, reggendo con due mani il cellulare.

 

-Pepper, ora calmati e-

 

-Come faccio a calmarmi?! Sta morendo! Stane gli ha staccato il reattore! Devi andare da lui... Aiutalo, ti prego...- sussurrò con voce rotta dal pianto. Rhodes a quelle parole accelerò, prendendo la strada per villa Stark.

 

-Sono di strada. In meno di cinque minuti sono da lui. Andrà tutto bene.- cercò di rincuorarla prima di chiudere la chiamata. Lei lo sperava più di qualsiasi altra cosa al mondo. Rimase seduta sul divanetto con le mani a coprirle il viso, cercando quantomeno di auto incoraggiarsi a smettere di piangere. Tutt'intorno una quindicina di agenti, tutti rigorosamente vestiti con completo scuro abbinato alla cravatta che contrastava con la camicia bianca, si muovevano da un pannello di controllo all'altro in quella ala delle industries, la quale Pepper non ne era nemmeno a conoscenza.

 

-Signorina Potts.- Pepper alzò di scatto il viso incontrando il sorriso cordiale dell'agente Coulson. -Se non le dispiace avremmo bisogno della sua momentanea disponibilità. Abbiamo trovato dei file che potrebbero esserci utili. Vorrebbe venire a dare un'occhiata?- Era disarmante quel tono gentile con cui glielo aveva chiesto, tanto che Pepper rimase per qualche attimo a fissarlo stupita.

 

-Ehm... sì! Certo, qualunque cosa.- si sbrigò poi a dire, alzandosi in piedi e seguendolo fino ad una scrivania dove un altro uomo era intento a lavorare sugli schermi digitali.

 

-Le presento l'agente Trebor. Per questa missione è stato il supervisore delle entrate e uscite delle Stark Industries.- L'uomo alzò il capo e si sistemò gli occhiali da vista. Con gran stupore Pepper scoprì che era molto giovane rispetto agli altri colleghi, sembrava quasi un ragazzo appena uscito dal college.

 

-È un piacere, signorina Potts.- disse leggermente impacciato, facendole un mezzo sorriso per poi tornare con gli occhi sullo schermo. -Ci sono dei progetti abbastanza insoliti inerenti alla sezione 16, magari lei potrebbe riconoscere qualcosa.- affermò, mentre con un paio di click fece comparire diverse finestre sullo schermo.

 

Pepper si sboccò per qualche secondo quando le immagini raffigurate presentarono quello che sembrò un prototipo della creazione di Tony. Coulson notò immediatamente l'espressione preoccupata sul volto della donna, ma rimase in disparte e il silenzio fu interrotto dal giovane agente. -Sembra un robot, anche se-

 

-È un'armatura. Tony ne ha costruita una per scappare dall'Afghanistan.- disse senza neanche pesarci. Trebor si girò di scatto verso Coulson, guardandolo allarmato.

 

-Siamo in un bel guaio. Ora capisco la connessione con il reattore ad arco. Serve da alimentatore...- affermò Coulson, pensando ad alta voce. Poi si rivolse ai presenti in sala. -Signori miei, abbiamo un codice quattro. Preparatevi all'azione.- Pepper si guardò intorno leggermente smarrita, notando tutte quelle persone muoversi freneticamente. -Signorina Potts, l'agente Trebor rimarrà qui con lei, noi ci muoveremo per fermare Stane.-

 

-Vengo anche io.- asserì convinta.

 

-Non credo che-

 

-Se lo raggiungiamo e io sono con lei, Stane potrebbe interpretare la mia presenza come ostaggio e vi vedrebbe come suoi alleati.-

 

Coulson guardò quegli occhi azzurri così determinati e sicuri senza sapere cosa fare. Mettere un civile in un tal pericolo non era assolutamente tollerabile e Fury gliele avrebbe cantate fino alla morte. Sospirò, scuotendo il capo rassegnato. -Ok, può venire con noi.- decise, lasciando il giovane agente a bocca aperta e Pepper con un sorriso vittorioso dipinto sulle labbra. Voleva rimediare.

 

 

Continua...

 

 

 

NdA: weilalla! Una vera a propria rivoluzione no?! Tony fa di tutto per allontanare Pepper e cosa succede? Lei non appena mette naso fuori di casa viene presa D: Come avete potuto notare l'apparizione di Obadiah è molto simile a quella del film, solo che ora ci sono delle piccole variazioni: 1. c'è Pepper u.u (e chi non l'ha notata poverina? :'( ) 2. Il secondo reattore non è nella sua bella teca con scritto “la prova che Tony Stark ha un cuore” (ma siiiii noi sappiamo benissimo che Tonybello ha un cuoricino e appartiene a Peps <3<3<3)

Poi... bhè io non riesco a trattenermi nel comparare il reattore con il cuore di Tony in senso metaforico u.u e proprio con questo Obi capisce tuuuuutto u.u

Coulson! Ultimamente si sta facendo spazio tra le righe xD ormai in questa ultima parte la sua presenza è di grande importanza u.u :3 Ha salvato Pepper!!! :') E Tony? Vivrà? Ma siiii che vivrà! (per ora xD)

ehm... ora non so cosa dire anche perchè suppongo di aver leggermente sclerato u.u tralasciando il fatto che sto dormendo in piedi e che non abbia riletto il chappy (perdonatemi se ci sono errori, ma davvero sono sfinita D:) domani mi aspetta un'intensa studiata di storia (← materia che ODIO di più) e la chicca è che sono 99 pagine u.u mi piace dire 99 piuttosto che 100 xk quel numero è spaventoso se associato a Napoleone, rivoluzioni, moti e unità d'italia -.- (almeno so a cosa vado incontro) ma perchè non inventano la materia scolastica “Tony Stark e tutto l'universo Marvel”? 10 con lode!

Uuuuu da notare la “finezza” nella scelta del nome dell'agente Shield u.u Agente Trebor... letto come gli arabi = Robert!!! sì... sono pazza u.u ma questo già lo sapevate

Ringrazio davvero di cuore tutte le anime sante che continuano a recensire :) eri99, _BertAdor_, Fipsi, Anne White, _M4R3TT4_, mirianval, evenstar e nicolettasole :D

Alla prossima :)

Sic

   
 
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