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Autore: Silvia_sic    26/05/2013    5 recensioni
“[...] -Ho preso una decisione e non ho intenzione di cambiare idea.- disse secco.
-Certo. L'azienda è sua e può fare quello che vuole, non sarò io a farle cambiare idea. Ma... la conosco troppo bene, Tony, e sono sicura che è stato qualcosa a farle prendere questa scelta. È vero?- domandò, guardandolo negli occhi scuri come le tenebre.
Tony si ammutolì e distolse lo sguardo da quello di lei, credendo che quegli occhi cerulei potessero leggergli dentro. Si sistemò meglio nella vasca, sollevando leggermente il petto sopra il pelo dell'acqua e Pepper notò immediatamente la lucina blu che si sprigionava dal suo torace.
La donna si inumidì le labbra con la lingua, deglutendo faticosamente, incerta se porre una domanda o meno. Alla fine prese coraggio.
-Cos'era quella luce?- Tony la guardò negli occhi, insicuro nel rispondere, ma d'altra parte cosa poteva pretendere? Era sicuro che prima o poi l'avrebbe scoperto. Fece uscire dall'acqua la parte superiore del torace, manifestando il reattore arc al centro del suo petto. -È quel qualcosa che mi ha fatto prendere quella decisione...- ammise amaramente.”
Remake del primo film di Iron Man con qualche sostanziale cambiamento che porterà Tony a prendere importanti decisioni.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Rhodey' Rhodes, Obadiah Stane, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 28

 

Vide in lontananza la porta della villa completamente spalancata e quel semplice fatto lo terrorizzò più di quanto avrebbe potuto immaginare. Non era pronto all'idea di trovare Tony accasciato a terra senza vita. In verità non sarebbe mai stato pronto ad affrontare una simile situazione.

 

Qualche strano impulso, dettato forse dalle parole dette da Pepper con voce rotta dal pianto, furono sufficienti per fargli varcare la soglia dell'ingresso senza la minima esitazione. Pieno di speranza urlò il suo nome. Desiderò con tutto se stesso di sentire una risposta; si sarebbe accontentato perfino di un impercettibile rumore pur di evitare quel tetro silenzio che aleggiava nella casa.

 

Evitò, se quanto possibile, di pensare al peggio e proseguì la sua corsa. Arrivato in salotto lo trovò.

 

Finalmente Rhodes poté tirare un sospiro di sollievo nel vedere Tony che tentava con fatica di sorreggersi a carponi. Non era arrivato troppo tardi. -Tony!- Gli fu subito accanto e lo aiutò a tirarsi su. -Stai bene?-

 

L'amico tossì e un rivolo di sangue gli scivolò lungo il mento. -Dov'è Pepper?- rantolò, alzando lo sguardo. Rhody rimase quasi sconvolto nel vederlo in quello stato: il colorito del viso aveva assunto una tonalità pallida tendente al grigiastro e due occhi vitrei lo puntavano senza esitazione. -Dov'è Pepper?- domandò nuovamente con tono più preoccupato per la mancata risposta da parte del colonnello, stringendo con le dita la sua spalla e pulendosi il sangue sulle labbra con il dorso dell'altra mano.

 

-Sta bene. È con un agente. Coulson, se non mi sbaglio.- si sbrigò a dire. Subito dopo i suoi occhi furono puntati al torace dell'amico, scoprendo con sorpresa la presenza del reattore. -Ti devo portare in ospedale.-

 

Tony scosse energicamente il capo. -No. Non serve e non c'è tempo. Devo fermare Stane.- affermò, sentendosi già molto meglio e facendo leva su una gamba per alzarsi.

 

Rhody fece per aiutarlo, ma Tony si era già rimesso in piedi autonomamente recuperando velocemente le forze. -In che senso devi fermare Stane?- chiese, mentre l'altro si dirigeva verso la scalinata per il laboratorio.

 

Bloccò la sua camminata, sorreggendosi al corrimano. -Credo che abbia trovato il mezzo con cui sono scappato dall'Afghanistan. Ha creato qualcosa di molto più sofisticato.- Un sorrisino stranamente compiaciuto prese vita sulle sue labbra ancora macchiate da una sfumatura vermiglia. -Ora se la vedrà con un Tony piuttosto arrabbiato.-

 

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Il gruppo di ingegneri della sezione 16 erano tutti spariti, Stane giustificò quell'assenza per imminenza della sera e mai avrebbe potuto sospettare dell'intervento dello S.H.I.E.L.D.

 

Le uniche luci che illuminavano il laboratorio erano quelle degli schermi accesi alla sua postazione, davanti a quell'immenso gigante di ferro che aveva perfezionato per farlo diventare il nuovo soldato perfetto.

 

Dalle sue mani si sprigionava un potente bagliore azzurrognolo, prova di tutta la forza che quel piccolo oggetto poteva generare. Lo avvicinò al foro nel petto di quella creatura mastodontica e con stupore scoprì che al solo incastro tutta la struttura prese vita. Ghignò soddisfatto, osservando dal basso quella meraviglia. Finalmente il suo più grande sogno stava per diventare realtà. Le Stark Industries stavano per cambiare definitivamente nome.

 

I suoi pensieri furono interrotti dal rumore sordo di una piccola esplosione. Puntò lo sguardo sugli schermi dove lampeggiava un segnale di pericolo. In quel momento capì perchè nel laboratorio non c'era nessuno se non lui. Immediatamente i suoi occhi si fusero con quelli minacciosi dell'armatura per mai più separarsene.

 

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-Signorina Potts, stia dietro di me.- la ammonì Coulson quando Pepper prese a camminare davanti a lui. -Se questa stanza era dotata di chiusura di sicurezza, Stane avrà sicuramente scoperto la nostra intrusione e potrebbe agire usando estremi rimedi.- affermò per niente tranquillo di tutto quel silenzio e quella calma che anticipava il nascere di una tempesta.

 

Gli altri tre agenti fecero strada davanti a loro con le pistole pronte al fuoco. Scrutavano il buio seguendo la scia di luci bianche che illuminava la strada fino ad una scrivania. Uno di loro soffermò l'attenzione sulle scritte lampeggianti degli schermi. -Sa che siamo qui.-

 

Pepper si guardò intorno e la sua attenzione fu attirata da un armatura composta completamente da ferro grigio, simile al prototipo che aveva visto sui monitor pochi minuti prima. Quando ipotizzò che quella creatura era probabilmente il mezzo che aveva salvato la vita di Tony in Afghanistan, rimase immobile di fronte all'armatura mentre gli agenti proseguivano a scrutare la stanza.

 

Lo immaginò in quella grotta, che ormai più volte le aveva descritto, a costruire la sua via di fuga nel pericolo di esser scoperto. Sentì una stretta al cuore ricordando quando le aveva detto che l'unica cosa che lo aveva convito a lottare era stata l'idea di rivederla.

 

Un forte rumore la fece girare di scatto e il terrore la invase completamente quando vide quel gigante animato. La voce di Coulson sovrastò il rumore dei colpi di proiettile. -Scappi via!-

 

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Maneggiare quell'armatura ora non era per niente difficile, nonostante la poca pratica ciò che spingeva Tony a volare ad alta velocità per i cieli di Los Angeles era l'obiettivo di fermare Stane e salvare Pepper. Il resto non contava.

Rhody non aveva neanche avuto tempo materiale di farsi spiegare cosa stesse succedendo e di capire cosa dovesse fare. Questione di attimi e Tony era già perfettamente autosufficiente tanto che lo aveva visto spiccare il volo in quell'armatura sgargiante con la quale i suoi commilitoni si erano imbattuti giorni prima.

 

-Tony, vuoi spiegarmi cosa sta succedendo?- La voce del colonnello fece capolino dagli altoparlanti nel casco.

 

-Ti ricordo che fino a pochi minuti fa stavo per morire nel salotto di casa mia e sinceramente non ho tempo e voglia di spiegare qualcosa che neanche io riesco a capire.- affermò rimanendo concentrato nel volo.

 

-Ora tu la voglia la trovi perchè non sarò certo io a dire a Pepper che- Non appena Tony sentì nominare il suo nome in automatico gli si ripresentarono i suoi occhi azzurri terrorizzati.

 

-Smettila.- lo zittì autoritario. -A Stane serviva il mio reattore e da quanto ho capito anche lui deve avere un'armatura...- Ci fu qualche attimo di silenzio dove Rhodes sentiva solo il rumore provocato dal vento. -Rhody, devi farmi un favore.-

 

-Ti ascolto.- rispose disponibile. -Vieni alle industries. Trova Pepper e mettila in salvo.- Rhody percepì immediatamente il tono affranto nella voce dell'amico e per un momento si domandò perchè non volesse salvare Pepper personalmente. -Dimmi che lo farai.- La voce di Tony lo risvegliò dai propri pensieri.

 

-Certo. Ci penso io.-

 

-Grazie...- disse in un sussurro in cui Rhodes percepì anche l'affaticamento del suo fisico.

 

-Tony.... va tutto bene con Pepper?- domandò, ignaro di tutto quello che era successo poche ore prima. Lui non rispose. -Tony...?-

 

-Fa che sia in salvo. Conto su di te.- furono queste le sue ultime parole prima di chiudere definitivamente la comunicazione.

 

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Era corsa fuori fino al piazzale di fronte all'ingresso principale. Alzava e abbassava il petto velocemente riempiendo i polmoni con l'aria fresca della notte. I lampioni illuminavano la piazza deserta e il silenzio primeggiava nel buio come se quello successo dentro l'edificio non ci fosse mai stato.

 

Pepper fissò le ampie vetrate scrutando il grande reattore che primeggiava nell'atrio. Doveva trovare gli altri agenti e avvertirli di quello che era successo. Cercò di mantenere la calma e trovare una soluzione a quel problema. Fece mente locale per ricordare il punto preciso dove era stata organizzata la base segreta dello S.H.I.E.L.D.; volse lo sguardo verso l'alto poi al lato dell'edificio. La scala antincendio l'avrebbe portata sul tetto, da lì sarebbe poi entrata facilmente nello stabilimento.

 

Con un po' di difficoltà dovuta ai tacchi alti corse verso la scala. Era già a metà rampa quando sobbalzò per una leggera vibrazione nella sua mano sinistra, non si era neanche resa conto di tener stretto il telefono tra le dita.

 

-Rhody!- rispose allarmata. -Tony sta bene?-

 

-Sì, sta bene e sta arrivando. Pepper-

 

-Come sta arrivando?! No! È pericoloso! Qui sta succedendo il finimondo!- esclamò sul punto di piangere in preda al panico. -Stane ha un'armatura e ha perso il controllo. Ha attaccato gli agenti che erano con me e-

 

-Ti ha attaccato? Pepper, stai bene!?-

 

-Sono scappata fuori e- Non fece in tempo a terminare la frase che vide il suolo al centro della piazzola prima creparsi poi squarciarsi come se fosse carta. Come un diavolo infernale spuntò l'immenso busto dell'armatura di ferro che prima l'aveva attaccata.

 

-Pepper! Pepper! Cos'era quel rumore?-

 

-...è Stane.- Fece in un sussurro, fissando sgomenta quel mostro liberarsi dall'asfalto che ora puntava lo sguardo verso di lei.

 

-Signorina Potts! Cosa ci fa su quella scala? Lo sa che sono parecchio pericolose... Vogliamo vedere cosa succede se indeboliamo la struttura?- chiese Obadiah mellifluo ma con la voce alterata da una nota metallica.

 

Nonostante la lontananza Pepper riuscì a capire le sue parole anche dal gesto del suo braccio che si alzò minaccioso verso di lei, puntandola con le canne. I suoi occhi azzurri notarono una scia luminosa squarciare il cielo e bastarono due secondi perchè questa raggiungesse Stane, catapultandolo sulla strada principale occupata dal traffico serale.

 

L'armatura grigia si rimise in piedi puntando prima un ginocchio sul suolo. -Tony?! Sei veramente tu?!- domandò incredulo di ciò che gli si era presentato davanti agli occhi.

 

-Sono anche io contento di vederti, zietto!- esclamò non perdendo il suo senso dell'umorismo.

 

La risata spregevole del vecchio si amplificò. -Sono curioso di sapere come hai fatto a sopravvivere senza il tuo magnifico cuore. Se non mi sbaglio lo sto usando io e devo dirti che mi sto divertendo un mondo.-

 

-Sono spiacente ma ti devo ricordare che ha dimenticato il secondo reattore a pochi metri da me. Molto sconsiderato da parte tua. Se non lo avessi fatto a questo punto sarei all'altro mondo proprio come avevi pianificato.-

 

-Signore, vorrei rammentarle che il reattore a sua disposizione non è abbastanza potente a supportare l'alimentazione dell'armatura. In questo momento è al 15%.- lo informò la voce di Jarvis mentre intorno a loro il traffico si era definitivamente bloccato.

 

-Lo so. Ma lui non è al corrente di ciò.- sussurrò mentre un sorrisino divertito gli si dipinse sulle labbra.

 

-Hai ragione! Il reattore che avevi donato alla tua amata... A proposito, non mi hai lasciato terminare con lei. Stavo giusto per farla precipitare al suolo, ma sono pienamente sicuro che anche da questa distanza riuscirò a fare centro.- ghignò con cattiveria.

 

Tony si girò di scatto verso lo stabilimento dove primeggiava a grandi caratteri il suo nome. Lo zoom si concentrò sulla figura di Pepper che guardava nella loro direzione terrorizzata. Quando era arrivato non si era accorto di lei; la credeva al sicuro insieme agli agenti come gli aveva riferito Rhody. Ora tutte le sue paure riaffiorarono e le parole di Stane gli ritornarono in mente.

 

Si rigirò verso l'avversario che con un braccio alzato puntava oltre la sua figura. Tony non ci mise molto ad agire. Gli fu subito addosso, atterrandolo di schiena. -Sono io il tuo bersaglio. È me che vuoi uccidere.- gli ringhiò addosso, schiacciandogli il petto con tutto il suo peso.

 

-Oh Tony...- iniziò canzonatorio. -Se uccido lei, inevitabilmente disintegro anche te.- Tony si sentì improvvisamente stretto per i fianchi, non fece in tempo a realizzare che le mani dell'armatura di Stane l'avessero arpionato che si ritrovò scaraventato contro l'asfalto.

 

Non riuscì a rialzarsi completamente che un forte colpo al fianco lo catapultò contro il retro di un camion distruggendolo completamente. -Ho passato anni dietro l'ombra di tuo padre e quando finalmente ero riuscito a togliermelo dai piedi, lui lascia nelle tue mani più di metà dell'azienda. A un ventenne. Howard ti stimava più di quanto non lo desse a vedere. E me ne sono accorto solo quando lo avevo già ucciso.-

 

Tony si sentì mancare il fiato quando sentì quelle parole. -Hai ucciso tu i miei genitori?-

 

-Ovviamente, Tony, e tu saresti dovuto essere con loro quel giorno. Ma ora vedrò di rimediare.- affermò prima di scaricare una raffica di proiettili contro di lui e di conseguenza contro il camion che scoppiò in un esplosione.

 

Stark attivò i propulsori e scampò alle fiamme, levitando a cinque metri da terra. Ancora non riusciva a rendersi conto di quello che gli aveva appena rivelato Stane. Per anni aveva vissuto col rimorso di non aver sistemato le cose con suo padre per quello stupido e inaspettato incidente d'auto, ora scopriva che era stato tutto pianificato.

 

-Non credere di essere l'unico a saper fare questi giochetti. Mi sono rivoluzionato anche io.- lo avvertì prima di attivare i razzi sotto i piedi e alzarsi il volo con una scia di fumo grigio.

 

-Signore, la sua armatura è in grado di volare.-

 

-Me ne sono accorto, Jarvis, grazie per l'appunto.- rispose, pensando velocemente ad un piano d'azione. Girò il capo in direzione dell'azienda e da lontano intravide il bagliore del reattore dalla dimensioni originali. -Ok... dobbiamo portarlo sul tetto e avvicinarlo all'altro reattore. Abbiamo due possibilità se le due cariche di energia si avvicinano: o un effetto di neutralizzazione o esplosione. La scelta sta alla monetina. Testa o croce, Jarvis?-

 

-Vorrei ricordarle che anche lei è provvisto di un reattore con energia autonoma.-

 

-Quanta energia ho a disposizione?-

 

-11,3%.-

 

-Meraviglioso. La differenza tra me e lui è che se avrò un contatto con l'altro reattore il mio si neutralizzerà.-

 

-Le rinnovo nuovamente la notizia che lei non è autosufficiente senza l'alimentatore.- riferì con tono affabile.

 

Tony alzò gli occhi al cielo esasperato. -Non mi sei molto d'aiuto sai... Comunque è molto meglio che fare bum. Forza andiamo.- affermò aumentando l'energia e volando sul tetto dello stabilimento.

 

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-Signorina Potts, quest'area non è sicura dobbiamo spostarci!- esclamò Coulson che da poco l'aveva raggiunta sul tetto dello stabilimento. Pepper sembrò non sentirlo, stringeva tra le dita il freddo metallo della ringhiera fissando lo scontro e l'esplosione che raggiunse il cielo, mentre una leggera brezza le colpiva il viso. -Signorina Potts!- la richiamò con voce più alta. Lei si girò di scatto guardando persa gli occhi dell'agente. -Dobbiamo andare.- fece indicandole l'entrata dello stabilimento posizionata sulla sommità.

 

Pepper annuì e lo seguì. Fece molta attenzione a dove metteva i piedi e più volte si sorresse per timore di scivolare. -Vuole una mano?- chiese disponibile l'agente, sorridendo affabile come se tutto quello che stava succedendo fosse normale.

 

-Ce la faccio, grazie.- rispose lei, nonostante quel leggero cigolio ad ogni passo non l'assicurasse per niente.

 

Coulson aprì la porta e da perfetto galantuomo fece spazio a lei perchè entrasse per prima. Pepper proseguì titubante e prima di varcare la soglia diede un'ultima occhiata a quel puntino rosso e oro che fluttuava nel cielo scuro.

 

Una volta che Coulson si assicurò che la donna fosse priva di distrazioni, prese in mano la situazione. -Dobbiamo fare in fretta. Ho chiamato rinforzi. Può stare tranquilla, i nostri sono gli agenti più adatti e preparati a queste situazioni.- affermò prendendo a camminare spedito.

 

-Queste situazioni?! Vorrebbe dirmi che ce ne sono state altre?- domandò atterrita.

 

L'agente si girò, sorridendo tranquillo. -Questo è davvero il minimo, c'è di peggio.- disse lasciando Pepper incredula per quelle parole.

 

La ricetrasmittente alla cintola di Coulson si attivo e una voce di donna parlò. -Quello che dovrebbe essere Stark si è spostato sul tetto sopra il reattore e l'altro lo sta seguendo. Attendiamo ordini.-

 

-Per ora aspettiamo, agente Romanoff. Fury vuole vedere se ce la fa da solo.- rispose l'agente. Pepper invece non aveva neanche aspettato di sentire la sua risposta che si era voltata per tornare sotto il cielo notturno. Coulson si voltò e subito le corse dietro. -Signorina Potts, non può tornare lì fuori!- esclamò afferrandole un polso per fermarla.

 

-Io devo andare da lui.- lo disse quasi fosse una supplica.

 

L'uomo la guardò con cipiglio severo, poi però notò gli occhi impauriti di lei. -Se ora la porto là fuori. Stark, starà ancora più in ansia perchè lei è in pericolo.- Pepper non diede segno di aver cambiato idea e Coulson sospirò rassegnato. -Ok... torneremo fuori, ma non su quel terrazzo. Assisteremo dal terzo edificio. Questa è la mia ultima proposta; o accetta questo o sarò costretto ad intervenire con la forza e non pensi che mi faccia scrupoli solo perchè lei è una donna. Le donne sono le più pericolose.- scherzò, terminando con un sorriso tranquillo. Solo a quei compromessi lei accettò.

 

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Tony cadde sul terrazzo ruzzolando per un paio di metri sul bordo della teca di vetro che gli permetteva di vedere il grosso reattore sotto i suoi piedi. Di certo non si era esercitato con gli atterraggi, ma la causa di quella caduta era stato il mal funzionamento di un propulsore che si era disattivato a pochi metri dal suolo. -Cazzo!- imprecò a denti stretti. -Devo uscire fuori da questo coso...- Alzò la visiera del casco per prendere un po' d'aria. Un fastidioso formicolio alla mano sinistra lo portò a smontare il guanto. Fissò la mano tremante con il viso imperlato di sudore e immediatamente dietro di lui atterrò Stane con un tonfo che fece vibrare il suolo.

 

Sentì una raffica di proiettili percorrergli la schiena protetta dalla corazza e il rumore di vetri infranti gli diede l'impulso di attivare i propulsori sotto i piedi, giusto in tempo per evitare una gravosa caduta nel nocciolo del reattore. Subito riabbassò la visiera e sparò un fascio di energia in direzione della testa di Stane per fargli perdere temporaneamente la vista. Si nascose dietro una colonna e cadde seduto, poggiando la schiena al sostegno in cemento. Aveva il fiatone e le forze lo stavano velocemente abbandonando.

 

-Signore, l'energia è al 7%.-

 

-Jarvis, così non mi aiuti. Smettila di ripetermelo, ho bisogno di concentrarmi!- lo riprese. Solo in quel momento si accorse di essere senza un guanto. -Meraviglioso! Peggio di così non può proprio andare.-

 

-Potrei suggerirle di mettere fuori uso il suo sistema di mira. La scansione dell'armatura è pronta.- asserì il computer facendo apparire uno scherma davanti agli occhi di Tony.

 

-Avanti, Tony! Non c'è alcun divertimento se ti devo cercare.- ghignò Obadiah muovendo qualche passo.

 

Tony si sporse leggermente e non appena notò che Stane gli dava le spalle, prese carica e lo assalì, stringendogli un braccio intorno al collo. Infilò la mano libera tra testa e spalla strappando i fili evidenziati nella sua visiera. Il suo sguardo cadde inevitabilmente sul torace della grossa armatura e notò con sorpresa che il reattore era privo di ogni protezione. Scivolò davanti a lui e, approfittando della sua cecità a causa della manomissione del sistema, afferrò con le dita il reattore al centro del petto e si spinse dalla parte opposta con i piedi premuti sul suo ampio torace.

 

Finì a terra di schiena, mentre tra le dita della mano libera dal guanto stringeva il piccolo reattore dalla luce azzurrognola. Fissò atterrito l'avversario, incapace di spiegarsi la sua effettiva mobilità pur senza alimentatore.

 

La risata di Obadiah echeggiò dentro il casco, poi l'armatura si aprì sul davanti mostrando il sorriso compiaciuto di Stane. -Credevi davvero di potermi fermare con questo? Non sono così allocco, Tony. Ho creato un sistema secondario di alimentazione, che fortunatamente si è caricato grazie al tuo gioiellino. Non durerà molto, ma almeno avrò il tempo di ucciderti.-

 

Tony fissò l'oggetto luminoso nella sua mano, poi la parte di tetto scoperta che dava sul reattore principale. Aveva il 50% di possibilità per ottenere l'effetto desiderato e, se fosse andata come da lui pianificato, Stane si sarebbe ritrovato folgorato dall'esplosione e quel mini reattore sarebbe andato una volta per tutte distrutto. Strinse maggiormente le dita sull'oggetto dalla faccia circolare, poi lo lanciò verso la vetrata infranta sopra il reattore principale presente nell'atrio. L'esplosione derivata avrebbe coinvolto anche Stane, molto vicino al bordo. Tony si lanciò dalla parte opposta per scampare alle fiamme.

 

-No!!!- L'urlo di Stane seguito dal silenzio fece scoprire a Tony l'amara verità. Se lui aveva scelto testa, sulla monetina era risultato croce. Effetto neutralizzazione.

 

Girò il capo verso Stane, chinato sul bordo del buco e la prima cosa che trovò più sensata da fare fu sparargli contro. Con non poca fatica si trascinò dietro una cabina di aerazione e sulla visiera del casco divenne ormai evidente la scritta “4%”.

 

-Vieni fuori, brutto figlio di puttana! Hai distrutto l'unico prototipo funzionante! Ora dovrò strapparti il cuore che ti tiene in vita e il piacere che ne provo al sol pensiero mi manda ai matti!- sghignazzò la voce di Obadiah, dando l'effettiva prova a Tony della sua momentanea sopravvivenza.

 

Tony sospirò, scuotendo il capo rassegnato, forse per lui era proprio la fine. -Non sono più così sicuro di farcela...-

 

La voce computerizzata di Jarvis fece capolino dall'altoparlante. -Vuole chiamare la signorina Potts?- Quella domanda lo spiazzò completamente e uno sgradevole brivido di paura lo attraversò. La loro ultima conversazione era stata una menzogna e non poteva, o meglio dire: non voleva lasciarla con quel ricordo.

 

-Chiamala.- disse sentendo improvvisamente la gola secca.

 

Bastarono tre squilli. -T-tony...- la sua voce suonò incredula e tremante. -...s-stai bene?-

 

Lui sorrise anche se lei non poteva vederlo. -Ora sì.-

 

-Non ti vedo... dove sei?- chiese preoccupata.

 

-Come?!- fece allarmato.

 

-Sono sul terrazzo del terzo stabilimento.-

 

Tony strinse gli occhi, prendendosi la testa tra le mani. -Pepper, devi andare via. Qui è pericoloso! Era questo che volevo evitare!- lo disse quasi con voce arrabbiata e lei rimase in silenzio, capendo perfettamente ogni suo pensiero. -Scusa...- sussurrò affranto subito dopo. -...per tutto quanto.-

 

-Tony, io-

 

-C'è solo un modo per fermare Stane e non so se ci potremmo rivedere ancora.- Quelle parole la investirono come un fulmine a ciel sereno e gli occhi le si riempirono inevitabilmente di lacrime. Solamente ciò che le disse poi, le fece capire che era un addio definitivo. -Ti amo, Pepper. Scusa, l'ho capito troppo tardi.-

 

Le lacrime le rigarono le guance. Aveva sperato più volte di sentire quelle due parole pronunciate da Tony, lo aveva aspettato senza fretta, permettendogli prima di vedersela faccia a faccia con se stesso. Aveva immaginato quel momento tra baci e carezze, facendo l'amore, proprio come aveva fatto lei aprendo il suo cuore a quell'uomo così complicato e difficile.

 

In quel momento quelle due parole la terrorizzarono più di ogni altra cosa al mondo. Lo avrebbe perso.

 

Il telefono le scivolò dalle mani, cadendo nel vuoto. Coulson si era allontanato di qualche metro per parlare alla ricetrasmittente senza essere sentito. Pepper approfittò di quel momento. Corse verso quella porta che poco prima aveva varcato per arrivare fin lì, se la richiuse velocemente alle spalle bloccando la serratura mentre le urla dell'agente la richiamavano e le ordinavano di aprire. Doveva tornare da Tony, non poteva finire tutto in quel modo.

 

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Tony si sfilò il casco dal capo e, tenendolo tra le mani, osservò le evidenti ammaccature che incorniciavano il suo sguardo serio. Sorrise ricordando la serata in cui aveva fatto vedere per la prima volta l'armatura a Pepper. L'aveva costruita senza un perchè e ora grazie a quella creatura poteva mettere la parola fine su tutti quei problemi e contrasti che erano nati prima della sua nascita.

 

Con fatica cercò di rimettersi in piedi e quando finalmente riuscì a reggersi sulle sue gambe autonomamente mosse qualche passo per essere visto da Stane. Lasciò cadere il casco a terra e il rumore provocato attirò l'attenzione del vecchio, che ancora sul bordo della voragine cercava disperatamente di intravedere il piccolo reattore, nonostante la difficoltà dovuta alla luce prodotta da quello dalle dimensioni reali.

 

-Anthony...- sussurrò sprezzante, osservando il giovane del tutto vulnerabile. -...hai deciso di andare all'altro mondo senza protestare?-

 

Tony notò la precaria stabilità dell'immensa armatura grigia sull'orlo del foro. Gli sarebbe andato incontro e lo avrebbe trascinato di sotto con lui. Nessuno dei due sarebbe sopravvissuto, ma Tony avrebbe vinto.

 

-Perchè quel tono così sorpreso?- domandò prendendo tempo per caricare i propulsori ai piedi.

 

-Non sei mai stato così accondiscendete, magari hai capito di non aver più via di scampo.-

 

-Può essere.- asserì col fiatone. -Ma tu verrai con me.- esclamò con un sorrisetto sghembo.

 

Alle spalle di Stane una porta si aprì e la figura di Pepper balzò agli occhi di Tony, che rimase immobile a fissarla come se fosse stato un miraggio, ma ben presto realizzò che non si trattava di un sogno. -Tony!- urlò il suo nome tra le lacrime, facendo qualche passo.

 

Stane fece per girarsi e fu allora che Tony agì. Attivò i propulsori e gli fu addosso. Di colpo la forza lo abbandonò e il suo corpo venne prosciugato da ogni piccola forma di energia mentre nella sua testa sentiva ancora la voce di Pepper chiamarlo.

 

Le fiamme si dispersero verso l'alto e Pepper serrò gli occhi per quell'ondata di caldo cocente e forte luce, quando li riaprì il fumo scuro aveva preso la direzione opposta. Si sentì le gambe molli e cadde sulle ginocchia incapace di stare in piedi da sola. Lo aveva visto andare addosso a Stane e poi la grossa armatura era caduta verso il basso, inghiottendo anche lui. I singhiozzi la scossero violentemente e una stretta all'altezza del petto la fece piegare su se stessa. In lontananza intravide un bagliore azzurro intermittente e per un secondo trattenne il respiro, si asciugò le lacrime e, una volta che il fumo si fu diradato, poté riconoscere il corpo di Tony accasciato a terra immobile proprio sull'orlo di quel precipizio che poco prima aveva sputato fuoco. -Tony...- un sussurro smorzato uscì dalle sue labbra.

 

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Quando era arrivato a bordo della sua auto aveva chiaramente visto Tony fronteggiare un colosso di ferro sul tetto dell'edificio principale. Uno scossone accompagnato da un boato lo aveva sorpreso mentre saliva velocemente le scale. Solamente quando arrivò sulla sommità realizzò ciò che era appena successo. Il colonnello rimase per qualche secondo bloccato davanti al disastro che primeggiava su quel terrazzo: dalle cabine sfasciate all'immenso foro al centro del tetto. Solamente dopo aver guardato per qualche secondo il fumo alzarsi verso il cielo riconobbe la figura di Pepper china a terra.

 

-Pepper!- la richiamò senza però essere sentito. -Pepper!- la richiamò più forte e, muovendo qualche passo, urtò qualcosa col piede. Abbassò lo sguardo e con sorpresa trovò un oggetto luminoso dalla forma simile a quella del reattore di Tony, lo raccolse scoprendo che era proprio quello che aveva pensato. Infatti, diversamente da come Stane e lo stesso Tony avevano creduto, il mini reattore non era precipitato verso il basso, ma accidentalmente era rimbalzato sull'unica lastra rimasta intatta e poi era schizzato al lato esterno dell'edificio.

 

Rhody lo fissò confuso, poi rialzò lo sguardo in direzione di Pepper e solo allora si accorse che quello disteso a terra privo di sensi era proprio Tony. Corse veloce nella loro direzione, ben attento a non inciampare tra le macerie.

 

Pepper teneva dolcemente il capo di Tony sulle gambe, mentre con il viso grondo di lacrime cercava di tirarlo fuori da quell'armatura che non voleva lasciarlo andare. Rhodes credette che lei non lo avesse visto, ma si sbagliò. -Dobbiamo tirarlo fuori di qua prima che sia troppo tardi. Aiutami a tirarlo fuori!- esclamò singhiozzando mentre con le dita tremanti cercava di rimuovere la lamina che proteggeva il petto a Tony.

 

Il colonnello notò immediatamente la precaria condizione della lucina azzurra che si spegneva e riaccendeva ad intermittenza e ricordò quello che Tony gli aveva detto in proposito del reattore arc quando erano di ritorno dall'Afghanistan: “Fino a quando la lucina blu sarà accesa io starò benissimo, è quando si spegne che c'è da preoccuparsi.” Volse nuovamente l'attenzione all'oggetto che stringeva tra le dita fissandolo sgomento.

 

-Dove l'hai trovato quello?- domandò Pepper in un sussurro con occhi tremolanti fissi sulla luce azzurra del mini reattore.

 

-E-era...- balbettò perplesso, voltandosi un momento.

 

Pepper si rese conto di perdere tempo prezioso e incitò l'amico ad aiutarla. -Possiamo ancora salvarlo, devi aiutarmi a liberarlo!- esclamò e la sua voce diede in parte coraggio ad entrambi.

 

Rhodes si chinò, poggiando a terra il mini reattore. Con una mano tenne ferma la spalla di Tony, mentre arpionava con le dita una sporgenza del pezzo toracico; diede un forte strattone e le saldature che tenevano i componenti uniti saltarono in un sol colpo e il petto di Tony venne scoperto.

 

Lei non attese altri attimi e subito si preoccupò di staccare quel reattore che non si degnava a stare acceso. Dopo una leggera pressione sentì un clic che le permise di estrarre quel piccolo oggetto. Rhody le passò immediatamente il pezzo più evoluto e Pepper, nonostante le mani tremanti per la paura e l'ansia, riuscì a sostituire il suo cuore. Gli passò le mani sul collo, sentendo battito del cuore tornare stabile.

 

Rhody la vide sorridere mentre lacrime di commozione, gioia o paura le bagnavano il volto. -Ora è tutto finito...- sussurrò con voce flebile carezzando il viso dell'uomo che tanto amava e che aveva salvato.

 

 

Continua...

 

 

 

 

NdA:

Lo so, lo so... sono quasi le 15 e io sono in immenso ritardo sull'orario prestabilito per la pubblicazione u.u

Ma come vi ho già detto una volta sono pochi i motivi per cui non sia puntuale xD 1. il pc è partito per l'aldilà (se succedesse anche io sarei mezza morta) 2. Sic vs male fisico -.- già... ma sapete perchè!? Colpa dei prof!!! (una in particolare... quell'adorabile donna che mi tormenta con storia e filosofia) cooomunque lo stress mi ha fatto tornare la gastrite e, causa di forza maggiore, mi sn rintanata nel letto e ho dormito fino a mezzogiorno! XD Sta di fatto che questo capitolo aveva molte, forse troppe cose che andavano dette u.u Chappy 28 di importanza COLOSSALE!!! Già per scriverlo ricordo di aver sputato non pallini, ma direttamente pietre da chilo!

Vediamo di fare le cose in ordine senza dimenticare qualcosa ;)

Io ho sempre pensato che la causa della morte dei genitori di Tony fosse Obadiah... non so spiegarne il motivo, ma l'idea giustifica anche il fatto che quel brutto vecchiaccio (odiato ormai da ttt voi xD ma fortunatamente morto e recluso agli inferi) abbia cercato di uccidere Tony più volte u.u

Poi... la questione di esplosione e neutralizzazione al contatto di due reattori è puramente frutto della mia invenzione e non c'è nessun fondamento scientifico xD l'ho messa solo per giustificare quello che segue.

La seconda alimentazione dell'armatura di Stane è ancora invenzione, visto che dovevo giustificare il fatto che il mini reattore buono fosse disponibile per la sostituzione! Ragazzi miei, nel film non si capisce proprio come Tony riesca a sopravvivere con il reattore che fa un accendispegni continuo! Mah... i misteri di IRM xD

La telefonata u.u potrebbe ricordare molto la situazione che si è verificata in The Avengers, qnd Tonybello si carica in spalla il missile nucleare e suuuu nel buco nel cielo u.u comunque, sorvolando questa similarità, era proprio alle ultime parole di Tony che volevo arrivare. Quel “ti amo” che ci ha fatto dannare per 27 capitoli è finalmente arrivato! Bhè... non è la situazione più romantica del mondo e si avvicina alla drammaticità, ma sapete com'è fatto Tony, no? Capisce tutto dopo! (parliamo in ambito sentimentale, mai mettere in dubbio il suo genio per fisica, meccanica e tutte quelle cose belle) Non so voi, ma in IRM3 quando dice: “l'unico motivo per cui non ho avuto un crollo è perchè ti sei trasferita da me. È fantastico, ti amo, sono fortunato, ma, tesoro, non riesco più a dormire” Se mi dava due sberle ci rimanevo meno male! Ahah un “ti amo” e un “tesoro” detti così apertamente e velocemente che mi hanno lasciato sconvolta! (in senso positivo eh!)

poi... credo di aver detto tutto, ma non ci metterei la mano sul fuoco xD

Dunque ora sembra tutto sistemato... Stane è morto, Tony ora sta bene per merito di Pepper e... adesso? Che succede? Do il via alle scommesse! :P

Bhè ora mi sembra giusto ringraziarvi di essere arrivati fin qui u.u e mi scuso ancora per il ritardo xD

Grazie anche a: eri99, _BertAdor_, Fipsi, mirianval, evenstar, kay33, Anne White, nicolettasole e _M4R3TT4_ che hanno recensito lo scorso chappy :)

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto ;)

Alla prossima settimana con altre sorprese :D

Sic

   
 
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