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Autore: Dimeck    19/05/2013    0 recensioni
Un quattordicenne di nome Thomas incontra insieme al fratello James una coppia di ragazzi dall'aspetto stravagante e bizzarro per il quartiere in cui vivono. Questi ragazzi, Elaine e Fred vengono da una città al di fuori del normale, dove una dittatura impedisce ai cittadini di vivere la loro vita liberamente; entrambi hanno una storia da raccontare, ma l'avventura che vivranno verrà condivisa da tutti e quattro.
Genere: Avventura, Commedia, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La madre di Thomas entrò nella sua camera e lo scrollò per svegliarlo.
-E’ mezzogiorno ragazzo, vuoi pranzare oppure no? E non ti eri svegliato alle sette?-
Thomas si girò di fianco coprendosi un orecchio con un cuscino e l’altro con una mano, tutto pur di non sentire quella pazza isterica che lo svegliava.
-Non ho fame- bofonchiò fra le coperte.
-Oh sì che hai fame.- la donna lo prese per le gambe, cercando di trascinarlo via dal letto, ma Thomas si aggrappò alle lenzuola.
-Sono davvero stufa! Stufa Thomas!- dopo aver urlato sua madre uscì dalla camera sbattendo la porta. Ma cosa aveva che non andava quel ragazzo? Eppure non gli mancava nulla, non era preso di mira dai bulli del quartiere, non andava male a scuola. Scosse la testa dirigendosi in cucina.
Thomas rimise a posto il letto e si sdraiò di nuovo,  non avrebbe più ripreso sonno per un bel pezzo.
Sua madre doveva rompergli ogni cosa facesse, o meglio, ogni cosa non facesse. Anche lui era stufo.
Fissò il soffitto, cercando di non pensare a nulla e stranamente si riaddormentò.
Un sassolino sbattè sulla finestra. Thomas scattò e si drizzò sul letto con uno sbuffo. Rapidamente si voltò verso di essa. Trattenne a malapena un urlo quando vide una mano che si stava arrampicando. Scese svelto dal letto e aprì la finestra per poi sbatterla con potenza sulle dita del malcapitato.
Fred cadde di schiena, fortuna che la distanza tra la camera di Thomas e il terreno non era molta e il ragazzo si rialzò senza dimostrare danni apparenti.
-Deficiente!- gli gridò agitando la mano.
Thomas si portò il dito indice alla bocca, per intimargli il silenzio, non volevo svegliare i suoi genitori. Lanciò un’occhiata all’orologio e vedendo l’ora trasalì. Le due! Che diavolo ci facevano due sconosciuto sotto casa sua alle due di notte?
-Che vuoi?- gli sussurrò.
Fred dovette farsi ripetere la domanda tre volte prima di capirla.
-Scendi idiota! Tu non credi ad Underworld? Ti portiamo a farci un giro!- gli urlò nuovamente.
Ma era stupido o cosa? Parlava di un mondo sotterraneo nascosto e segreto e non si faceva scrupolo ad urlarlo a tutto il quartiere.
-Devo chiamare la polizia? Non rompete le palle.-
Stava per sbattere la finestra e tornare a dormire finchè i suoi occhi non si posarono su quelli di Elaine, stava piangendo, non piangendo in modo evidente, sembrava quasi incapace di compiere qualsiasi azione potesse risultare evidente agli altri, piangeva in modo silenzioso e timido. Fu questo a colpire Thomas.
-Scendo Fred, ma fammi un brutto scherzo e ti massacro.- gli disse, a voce più alta, per non dover ripetere la minaccia più volte.
Fred annuì senza pensarci troppo, ma allungò il collo abbastanza preoccupato quando Thomas si allontanò dalla sua visuale per rovistare nei cassetti. Il ragazzo tornò davanti alla finestra impugnando un coltello e mettendolo sotto la luce per far sì che Fred capisse bene ciò che aveva in mano.
-Queste sono le mie condizioni Fred, a te stanno bene?- gli disse, cercando di mantenere il tono di voce calmo e cercando di non apparire troppo sadico.
Il ragazzo alzò la testa e un brivido lo pervase quando capì ciò che Thomas stringeva, ma nonostante tutto annuì, lentamente.
Thomas sorrise e gli disse un’ultima cosa.
-Fa attenzione vecchio mio, io mi devo vestire, aspettate cinque minuti.- disse sempre calmo, voleva dimostrare di essere lui il capo. Non riusciva a fidarsi di quei due, ma era troppo curioso di sapere dove lo avrebbero portato. Prima di prendere un paio di jeans, una maglietta e una felpa lanciò uno sguardo ad Elaine. Aveva smesso di piangere, il terrore aveva soppiantato la delusione; non era questo l’effetto che Thomas sperava di ottenere.
Mentre era girato Fred urlò un’altra cosa.
-Ehi Thomas! Chiama James.-
Il ragazzo non si girò per guardare Fred in faccia, ma interruppe le azioni che stava compiendo per riflettere qualche secondo.
Portare suo fratello in giro per le strade di notte e fargli prendere un bello spavento avrebbe comportato un’enorme soddisfazione.
Ma non voleva rischiare la sua incolumità, inoltre la loro madre avrebbe avuto qualcosa da ridire sulla loro passeggiatina notturna.
Mentre indossava i jeans mise la sicura al coltellino e lo mise in tasca, sapeva che non avrebbe mai avuto il coraggio di usarlo su due coetanei, ma aveva bisogno di spaventare Fred.
-James non viene.- disse ai due ragazzi  -Non so chi siete, cosa volete e dove mi porterete, non voglio rischiare che facciate male a mio fratello. –
Strinse la cinghia e si accinse a uscire di casa quando una valanga di pugni tempestò la porta della sua camera.
 
 
 
 
 
 
 
  
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