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Autore: LucaWho_    19/05/2013    0 recensioni
Jeff e Sebastian, una coppia strana ma che funziona. Un dottore con mezza laurea comprata alla Miami University e un Giornalista del Miami Today.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Sebastian Smythe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok ci ho messo un po' ma Who Cares? L'importante è che ci sono ancora u.u Il ristorante nominato è reale e che altro dire... Ah si questo capitolo è scritto dal punto di vista di Seb, penso che alternerò ad ogni capitolo, opuure fatemi sapere se ne preferite un punto di vista in particolare :3

«Hey, che stai facendo?» Dissi alla testolina bionda che lavorava senza sosta dietro alla scrivania di abete rosso, non ottenni nessuna risposta. Quel biondo stonava nel resto dello studio pieno di tonalità di marrone, fatta eccezione per le tende della portafinestra che si affacciava sul giardino, erano di un bianco pallido con gli orli blu. 

«Jeff! Lo sto che stai lavorando ma almeno fai finta di sentirmi!» insistetti.

«Emh? Si scusa è che non so come mettere giù questo articolo...»

«Oh il famoso giornalista Sterling che ha un blocco dello scrittore? Non è da te!» Replicai.

«Lo so ma... Mi è stata assegnato questo articolo e non mi interessa per niente farlo»

«Dai su! Ti porto un Té»

«Grazie» Disse girandosi verso di me, sorridendo.

 

Esco dallo studio dirigendomi in cucina.

"Jeff pensa che il lavoro difficile lo faccia io. Dover scrivere articoli che verranno letti da tantissime persone... Questo è difficile" Mi lasciai scappare una risata. 

 

«Ecco qua il tuo Té» Dissi poggiando la tazza sulla scrivania. 

Fece un cenno indecifrabile con una mano mentre con l'altra si grattava il mento. 

«Lo prendo come un "Grazie, amore"» Detto questo uscii e lo sentii ridere alla mie spalle.

"Riesce a essere anche più stronzo di me a volte"

 

Entrai in camera da letto e mi stesi sul letto. 

«Seb! Seb! Dove sei? Seb!» Mi sentivo chiamare. Mi feci forza e aprii gli occhi.

«Sono qui in camera. Dimmi!» Dissi urlando

 

Entrò in camera e si sdraiò a fianco a me.

«Sai Smyte, ho finito l'articolo.»

«Ma?»

«Non c'è nessun Ma, ho finito punto.»

Mi tirai su a sedere e lo guardai negli occhi poi guardai l'orologio.

«Ci hai messo solo due ore! Si vede che non ti interessava scrivere quell'articolo! Ci metti molto di più quando ti interessa!» Ero incredulo aveva fatto l'articolo, un articolo di merda ma lo aveva fatto.

«Emh non mi interessava e l'ho scritto così tanto per far contento il redattore. Problemi?» Rispose con voce seccata e un tono provocatorio.

«Sterling non usare quel tono con me! Hai capito? E no, nessun problema. È il tuo lavoro.»

Non rispose ma mi guardò con gli occhi da cucciolo dispiaciuto.

«Ti odio Sterling ma proprio perché ti odio ti poterò a mangiar fuori stasera.»

Gli si illuminarono gli occhi.

«Bene, allora andrò a farmi una doccia Smyte!» Detto ciò si alzò e scappò fuori dalla stanza senza darmi il tempo di rispondere. 

Mi lasciai cadere all'indietro a peso morto. 

"E lui pensa che sia io quello da mozzare il fiato. Non si è mai visto quando provoca in quel modo o quando corre che culo fantastico si ritrova." Quei pensieri mi fecero sentire stretto il pantalone della tuta ma feci finta di niente e seguii Jeff in bagno. 

 

 

Gli baciai il collo mentre l'acqua scorreva sui nostri corpi. 

«Dovremmo muoverci, non vorrai arrivare tardi al ristorante e perdere la prenotazione?» Disse ansimando e tirandomi per il collo sempre più verso di se.

«Non arriveremo tardi non ti preoccupare» Risposi staccando le mie labbra dal suo collo per poi riappoggiarle sulle sue, esplorando la sua bocca così familiare.

Interruppe il bacio e disse mordicchiandosi il labbro: «Che ne dici se ci laviamo?»

«Non c'è niente che posso per convincerti a farlo, ora?»

Mi guardò dall'alto verso il basso con fare malizioso.

«Voglio tenere il meglio per dopo!»

«Umh, ok come vuoi» Dissi alzando le mani in segno di resa, presi il bagnoschiuma e me ne versai un po' sulla mano per poi insaponargli le spalle, scivolando lentamente sulla sua schiena e concentrandomi sulle sue fossette nella parte bassa della schiena.

Lo sentivo gemere ma lasciai perdere visto che il meglio lo voleva lasciare per dopo.

«Vuoi lavarmi solo lì o pensi che anche il resto meriti di essere pulito?» Mi provocò.

«Sai Sterling mi piace quando fai il sarcastico ma questo lo sai»

Si girò con un sorriso sulla faccia e afferrò il bagnoschiuma.

«Tocca a te, non posso essere pulito solo io!» Mi poggiò una mano sul fianco e l'altra sulla spalla e mi fece voltare e iniziò a insaponarmi le spalle imitando i miei movimenti. 

 

Afferrai la maniglia e spinsi la porta del Sushi Samba Dromo, entrai e mi voltai per vedere la faccia di Jeff.

Sembrava inorridito.

«Non è la faccia che mi aspettavo Sterling! Sei nel ristorante più prestigioso di Miami Beach!» Sbottai con la voce non troppo alta per non farmi sentire.

«No è che...» Tentennò «Non ho mai mangiato Sushi e poi è pesce crudo sarà viscido!»

«Non è viscido! E non è tutto pesce!» Spiegai

Mi guardò, acconsentì con un cenno della testa ed entrò, riluttante. 

 

Aveva gli occhi fissi sul menù, evidentemente spaventato, agitato più che altro mi guardò.

«Non so cosa prendere! Non so cosa siano tutti questi nomi!» disse sporgendosi verso di me che ero seduto di fronte a lui.

«Stai tranquillo, ordino io per te, fidati»

Poggiò la testa sul palmo della mano e annuì sorridendo.

Stavo scegliendo cosa prendere, occhi fissi sul menù, alzai lo sguardo e vidi un esemplare di Sterling più unico che raro intento a fissare l'ambiente: vicino all'entrata un piedistallo nero con sopra un registro delle prenotazioni, a fianco vicino al muro c'era il Buffet con degli antipasti tipici giapponesi, i tavoli di ciliegio erano sparsi senza un ordine particolare e avevano tutti 4 sedie dello stesso legno con cuscini di un bianco panna. I muri avevano una tinta che ricordava quello dei cuscini delle sedie e il pavimento era di legno leggermente più scuro del legno dei tavoli, il tutto era completato da un lampadario al centro della sala.

 

«Assaggia invece di guardare il piatto!»

«Ok, ora lo faccio»

Prese la forchetta, con le bacchette aveva già provato ed è stato un disastro, infilzò il Nigiri, una pallina di riso con sopra un gamberetto, e se lo portò alla bocca.

Lo fissavo mentre masticava, chissà a cosa stava pensando ma dalla faccia che seguì sembrava aver gradito.

«È passabile» Esordì

Mi passai un tovagliolo sulla bocca leggermente seccato.

«Passabile? È il miglior Sushi di Miami, della Florida forse ed è passabile? Sterling oggi finisci male»

«Non avendo mai mangiato Sushi non ho molto con cui fare paragoni!»

Sbuffai e mi arresi.

«Hai ragione, scusa»

Gli poggiai la mano sopra la sua e mi infilai altro Sushi in bocca.

 

Spinse la porta e uscì dal ristorante.

«Hey tutto a posto? Hai l'aria di uno che possa vomitare da un momento all'altro!»

Si teneva una mano sullo stomaco e rideva.

«Si sto bene! È che ho mangiato così tanto!» Ruttò.

Il suo rutto echeggiò nella strada buia.

«Per fortuna che ti doveva fare schifo il Sushi!»

Lo presi e lo strinsi forte.

Nel frattempo uscì un signore pelato, indossava una giacca di poco gusto bluastra con una cravatta gialla, era seguito da una donna bionda con un vestito rosso, chiaramente troppo bella per lui ciò stava a significare solo due cose: era ricco o aveva un mostro nelle mutande. 

Ci passò accanto e ci guardo male, malissimo quasi come se avessimo commesso il peggiore crimine al mondo. Jeff non se ne accorse ci sarebbe rimasto troppo male.

 

 

Stavo guidando verso casa, Jeff era disteso sui sedili posteriori. Nessuno dei due fiatava. La radio spenta. Mancavano ancora 15 minuti abbondanti. 

«Perché sei così silenzioso? Di solito critichi il cibo o com'era arredata la sala...» Sentii provenire da dietro.

«Era Sushi. C'è poco da criticare e la sala era carina»

«Cosa c'è che non va? Dai forza!» Si tirò su a sedere e vidi la sua testa spuntare nel varco tra i due sedili frontali.

"Non posso dirgli per cosa sono realmente turbato ci sarebbe male, più di me" Mi sentii morire dentro, io Sebastian Smyte stavo morendo interiormente.

«Senti 'Bas ti conosco e so che non va tutto bene perché trovi sempre qualcosa da dire nel viaggio di ritorno, perché non oggi se va tutto bene?»

"Mi conosce troppo bene"

«Quando ci stavamo abbracciando fuori dal ristorante, un signore ci ha guardato male e...» Mi si incrinò la voce, decisi di accostare sul ciglio della strada deserta. Continuai a fissare la davanti a me senza voltarmi verso Jeff che era rimasto in silenzio.

«E... Tu non meriti di essere guardato così, sei la creatura più gentile... Più buona che ci sia in questo mondo schifoso! E meriti molto di più di un branco di ignoranti pieni di pregiudizio...» Lasciai cadere la frase così, non avrei sopportato di dover dire altro. Stavo piangendo e non sapevo cos'altro dire.

Vidi Jeff dallo specchietto retrovisore dove si incrociarono i nostri sguardi.

«Sai non mi importa se quello la ci ha guardato male e chissà cosa ha pensato, ora come ora mi importa che a te fregasse di più il fatto che io, anche se non è vero, meriti di più. Ti amo 'Bas» Le sue parole venivano dal cuore.

Mi girai e lo guardai dritto negli occhi.

«Oh tu meriti di meglio! Molt...» Mi interruppe con un bacio.

Staccai il cervello e l'unico cosa a cui riuscivo ancora a pensare era quanto amo questo ragazzo.

La sua mano destra mi asciugò le lacrime e mi passò dalla guancia al retro della nuca e l'altra poggiava sul collo, in bocca aveva ancora il sapore della salsa di soia e, non so per quale motivo, lo trovai eccitantissimo.

Quando interruppe il bacio stavamo ansimando, ne volevo ancora. 

Lo guardi, per l'ennesima volta, negli occhi, gli spostai il ciuffo biondo e feci la sua bocca mia come lui poco fa aveva fatto con me.

Lo volevo qui e subito ma dovevo aspettare di arrivare, almeno, nel nostro garage intanto mi accontentai di quei baci.

 

 

Spensi il motore e mi voltai per guardarlo.

Dormiva sdraiato sul sedile.

"“Il meglio per dopo” è saltato ma poco importa"

Lo svegliai lentamente ma quando Jeff Sterling si addormenta non lo sveglia più nessuno.

Lo presi in braccio sbattendo la testa contro la portiera, era più pesante del solito, colpa di tutto quello che aveva mangiato.

 

Lo feci scivolare sul letto, mi chinai su di lui e gli sbottonai la camicia bianca e gliela sfilai e feci altrettanto con scarpe e pantaloni.

Era steso sul letto in mutande già avvinghiato al cuscino avrei potuto fare tutto il rumore del mondo ma non si sarebbe svegliato, avrei potuto anche dare un Rave Party ma non se me sarebbe minimamente accorto.

Buttai i miei vestiti in fondo al letto insieme ai suoi e mi stesi di fianco a lui inalando il profumo dei suoi capelli.

Per addormentarmi, come sempre, giocai con l'elastico delle sue mutande.

  
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