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Autore: RamaDFZ    19/05/2013    3 recensioni
“Wammy's House”, questo il nome inciso sulla targa di ottone che affianca la pesante cancellata d'ingresso, “Wammy's House”, speranza e condanna di tante piccole anime perdute...
Apriamo una pagina a caso nella storia della dolce casa di Winchester ed iniziamo a leggere da lì, scorrendo tra le righe di vite diverse eppur troppo simili, assaporando parte della macabra danza di burattini ed invisibili mani...
Another, primo candidato alla successione, muore, apparentemente suicida, alla tenera età di quindici anni. Una serie di indizi e discrepanze spinge tre piccoli geni a credere che dietro la dipartita di "A" ci sia la mano di un assasino. Tra indagini condotte su strade parallele e sentimenti che si mostreranno spesso in maniera goffa e tesa, Mello e Near impareranno molto su se stessi, sulla loro vita nella "House"e sul legame che li unisce.
Chi sopravviverà alla tempesta distruttiva impazzata nel chiuso della House? Chi si salverà dall'effetto domino scatenato dal peso di un nome fin troppo importante?
Genere: Introspettivo, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Beyond Birthday, Matt, Mello, Near, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Looking for a glimmer of hope

 

 

( dal capitolo precedente )

In un attimo di scarsa lucidità, Mello avvolse le braccia intorno alla vita di Near e lo trasse a sé con forza. Fu un gesto istintivo, rapido e brusco, molto più simile ad uno schiaffo che ad un abbraccio, in verità.


 


 

  • Io non ti ho mai mentito quando ti ho detto che siamo amici...


 


 

Near non rispose, nascose la testa nell'incavo del collo di Mello ed iniziò a singhiozzare, sciogliendo quel nodo che gli bloccava il respiro. Mello, dal canto suo, si comportava con noncuranza, probabilmente perché neppure si era accorto di ciò che aveva fatto. Forse credeva davvero di aver tirato uno schiaffo a Near...


 


 

  • M-m... M-mel...


 

  • Sì? Allora adesso hai capito?


 

  • C-che... che cosa d-dovevo... cap-pire?


 

  • Che siamo amici per davvero! Non ho mai mentito su questa cosa, lo giuro! E mi dispiace di aver fatto lo stronzo prima... Questa storia di Matt mi sta uccidendo! Avrei voluto aiutarlo a scagionarsi, ma non riesco a non dubitare di lui...


 

  • Mm... M-mel...


 

  • Ehi! Ma che diavolo ti succede!? Che fai piangi? Sei proprio un tipo strano!


 

  • I-io... n-non... voglio p-piangere, m-ma n-non riesco a f-fermarmi!


 

  • Prima ti ho fatto male forse?


 

  • N-no, n-non sento d-dolore... è q-qualcos'altro...


 

  • Mah! Come dicevo, sei strano! Toglimi una curiosità... quando hai detto che avevi i tuoi buoni motivi per parlare con B, cosa intendevi?


 

  • I-io ho... f-fatto la spia c-con Backup su M-matt perché t-temevo che M-matt... avevo d-dei sos-spetti e l-lui avrebbe p-potuto... i-insomma... t-ti aveva q-quasi spaccato la f-fac-cia...


 

  • Hahahaha! Che idiota che sei! Volevi pr... pr... No! Non riesco neanche a pensarlo, figuriamoci a dirlo!


 

  • V-volevo p-prot-teggerti, s-si...


 


 

Mello smise di sghignazzare e sorrise a Near sinceramente, senza cattiveria, come non faceva da molto tempo.


 


 

  • Beh omino bianco, a quanto pare stai iniziando a sdebitarti per tutte le volte che ti ho parato il culo con quel bulletto di End!


 

  • G-già... credo di sì.


 

  • Ci guarderemo le spalle a vicenda allora!


 

  • Sì...


 


 

Dopo qualche secondo di silenzio, Mello si allontanò da Near e sedette sul suo letto, estraendo dalla tasca laterale dei jeans una barretta di cioccolato. Quella piccola droga scura era proprio ciò che gli serviva per spazzare via il sapore aspro della colpa.

Near rimase in piedi, al centro della stanza, fissando con eccessivo interesse le rovine del suo castello di dadi. In pochi minuti aveva sperimentato emozioni troppo forti, a cui non era affatto abituato, e si sentiva strano, come se avesse inalato una dose letale di ossigeno puro. La sua testa era molto più leggera del solito, le gambe si facevano sempre più molli ed il respiro gli mancava.

Ma cosa mi sta succedendo? Non mi piace per niente tutto questo... o forse sì?


 


 

  • Hey, vuoi restare lì impalato per tutto il giorno o ti vieni a sedere accanto a me, così parliamo un po?!


 

  • Beh, possiamo parlare anche a distanza... inoltre credevo non avessimo più nulla da dirci!


 

  • Huhuhu, guarda guarda! Sei già tornato in modalità sottozero! E pensare che nemmeno un minuto fa piangevi tra le mie braccia!


 


 

Near sussultò, come se quelle parole lo avessero scosso non solo psicologicamente, ma anche fisicamente. Ormai non aveva senso negare l'evidenza, era successo per davvero, si era lasciato andare e non sapeva neppure il perchè.

Mello, dal canto suo, arrossì di colpo. Aveva voluto dare una stoccata che, però, lo aveva colpito di rimando... La consapevolezza di aver “ tenuto Near tra le braccia “ lo lasciò perplesso. In fondo, era “ emotivamente imbranato “ tanto quanto l'albino, se non di più.


 


 

  • B-beh, se non vuoi più parlare me ne vado... Non è che posso passare qui con te tutta la mattinata!


 


 

Near prese ad attorcigliarsi una ciocca di capelli attorno all'indice, meditando sulla proposta di Mello. Una parte di lui voleva che l'amico restasse, l'altra era stata appena colpita da un repentino attacco di asocialità.

In un modo o nell'altro, vinse l'impulso alla compagnia. Near si arrampicò sul letto, ancora troppo alto per lui, sedendo accanto a Mello con un gamba stretta al petto.


 


 

  • Eccomi qui... di cosa vorresti parlare?


 

  • Mi sembra ovvio! Voglio parlare di Matt!


 

  • Oh...


 


 

Uno strano moto di stizza s'impossessò dell'albino, facendogli storcere il naso, ma non se ne curò più di tanto.

Emozioni...


 


 

  • Sono sicuro che ti sei messo in testa di scagionarlo a tutti i costi...


 

  • Esatto, mi conosci proprio bene!


 

  • Già... É fuori discussione che abbandoni il tuo migliore amico in una situazione tanto delicata.


 

  • Sì, ma avrei fatto lo stesso per te...


 

  • Per caso ti stai giustificando con me?


 


 

Infatti, che senso ha avuto dirgli una cosa del genere?! Mi sto giustificando davvero? Emozioni...


 


 

  • Tz! Ma che ti salta in mente!? Torniamo all'argomento principale per favore... Non voglio scagionare Matt solo perchè è mio amico. Sai cosa significherebbe dimostrare, senza ombra di dubbio, la sua innocenza?


 

  • Ovviamente vorrebbe dire aver trovato il vero colpevole...


 

  • Recht*!


 

  • Okay okay... Ma io, in tutto questo, che ruolo dovrei avere?


 

  • Beh... tu potresti...


 

  • Mello... no.


 

  • Dai!!


 

  • No.


 

  • Per favore...


 

  • Non pensarci nemmeno!


 

  • Eddaieddaieddaieddaieddaieddai!


 

  • NO!!


 

  • E va bene, farò tutto da solo! Grazie tante eh!


 


 

Mello si sistemò tra i denti la barretta di cioccolato e scese con un balzo dal letto, imboccando subito l'unico percorso verso l'uscita che non gli richiedeva di fare la gimcana fra i dadi.


 


 

  • Aspetta!


 

  • Che vuoi?!


 

  • Mello, sai bene che avevo detto di non voler più prendere parte alle indagini...


 

  • Sì, ma...


 

  • Fammi finire!


 

  • 'Kay...


 

  • Mi sono chiamato fuori da tutto questo perché avevo paura, però so che, se ci sarai tu con me, potrò continuare ad indagare senza correre grossi pericoli.


 


 

Mello si avvicinò nuovamente a Near, fissandolo con aria perplessa. Preso com'era dalla foga di scagionare Matt e battere Backup, non aveva considerato il punto di vista dell'albino che aveva tutto il diritto di sentirsi spaventato.


 


 

  • Near, fossi in te non sarei così certo che la mia presenza conti qualcosa... insomma, anche quando stavi con me hai rischiato di morire. Questo maniaco non si fa scrupoli e, se non si tratta di Matt, il vero colpevole gira ancora a piede libero per l' istituto.


 

  • Uhm... a quanto pare lo strano, tra noi due, sei tu.


 

  • Che vuoi dire?


 

  • Prima mi chiedi di aiutarti e poi mi spingi a non farlo?


 

  • Beh, prima mi sono lasciato gasare dal fatto che la tua memoria fotografica avrebbe potuto essermi utile per raccogliere più dati possibile, ma adesso, pensandoci meglio, ho realizzato che te la sei vista davvero brutta... Non sarebbe giusto forzarti ad aiutarmi.


 

  • Allora ti sei preoccupato per me? Oh, ma che carino...


 

  • Che fai adesso?! Mi prendi anche per il culo?!


 


 

Near rivolse a Mello un sorriso sornione, provocatorio e buffo al tempo stesso, sollevando solo l'angolo destro del labbro superiore e mostrando il piccolo canino, affilato come un rasoio.


 


 

  • Accidenti omino bianco! Piantala di guardarmi in quel modo, sei inquietante! Mi costringi a farti il bagno nell'acqua santa!


 

  • Ancora con queste velleità religiose?


 

  • Non sono velleità! Progenie demoniaca...


 

  • Carino come soprannome, sicuramente più pittoresco di nano da giardino decolorato, puffo col candeggio, mezzasega, un metro e tanta voglia di crescere, pollicino, latticino e l'immancabile omino bianco.


 

  • Ma li ricordi tutti?!


 

  • Ho un apposito taccuino...


 

  • Davvero?!


 

  • Ovviamente no!


 

  • Peccato...


 


 

Mello si stiracchiò, sbadigliando senza troppe cerimonie, e gettò la carta stagnola della cioccolata, ormai finita, in un cestino sotto la scrivania.


 


 

  • Ho bisogno di fare un salto in biblioteca per prendere dei testi, vieni con me?


 

  • D'accordo...


 


 

Il biondo e l'albino si avviarono a passo svelto verso la biblioteca, evitando gruppetti di ragazzi che discutevano animatamente dell'arresto di Matt. La notizia si era diffusa con una rapidità impressionante, come c'era da aspettarsi in una realtà a circuito chiuso. Mello si sentiva terribilmente infastidito da tutti i commenti che, per caso, riusciva a captare. C'era chi pensava che Matt avesse rubato dei soldi dalla cassa comune e chi, invece, lo immaginava addirittura colpevole di frode informatica, considerata la sua perizia al pc. In verità, gran parte delle accuse ipotizzate dagli orfani era meno esecrabile di quella effettiva, ma per Mello non faceva alcuna differenza. Solo lui, o al massimo L, poteva permettersi di dubitare di Matt...

Dopo qualche minuto di cammino, Mello e Near raggiunsero la gigantesca biblioteca della Wammy's, rischiarata da un lampadario antichissimo ed incredibilmente costoso.


 


 

  • Allora Mello, cosa ti serve esattamente?


 

  • Dobbiamo dirigerci nel padiglione sud...


 

  • Quello su salute e igiene mentale? E perchè mai?


 

  • Ti spiegherò tutto a tempo debito.


 


 

Mello afferrò uno dei grossi carrelli che gli inservienti usavano per trasportare scope, detersivi e stracci vari, lo svuotò sul pavimento senza farsi vedere dalla bibliotecaria e lo trascinò con sé nel padiglione sud. Near seguiva attentamente tutti i movimenti dell'amico, incapace di capire quali fossero le sue reali intenzioni.

Senza dubbio con Mello non ci si annoia mai... Come direbbe l'infermiera Lorence, deve avere proprio i diavoli in corpo!

Gli sfuggì una risatina, ma era talmente flebile che Mello non la udì.


 


 

  • Eccoci qui. Near, inizia a prendere tutti i volumi che trattano di allucinazioni, io mi occuperò di quelli sugli stati di coma. Una volta finito, passeremo ai testi sulla memoria.


 

  • Yessir!


 

  • Uhm... ma che atteggiamento baldanzoso!


 

  • La tua vitalità è contagiosa...


 

  • Allora dovresti frequentarmi di più!


 

  • Perchè no? Ma poi rischierei di prendere cattive abitudini...


 

  • Farò finta di non aver sentito!


 


 

In poco tempo, tutti i tomi furono raccattati e messi nel carrello. L'unico problema era come portarli fuori dalla biblioteca senza far insospettire Agnes...


 


 

  • Near, va' da Agnes e chiedile di prenderti un libro impossibile da trovare, magari con un titolo inventato, ma plausibile. Nel frattempo, io sgattaiolerò fuori con il carrello!


 

  • Che strazio, ma perchè con la cariatide non ci parli tu? Ha il fiato che puzza di naftalina!


 

  • Lo farei se tu non fossi talmente gracile da non poter spingere un carrello!


 

  • Ricordami ancora che ci faccio qui...


 

  • Beh, sei qui perchè spinto da un malsano istinto suicida.


 

  • Se fossi un altro, ti direi “ vaffanculo “ o qualcosa del genere...


 

  • É caduta anche l'ultima foglia di fico, fantastico! E adesso, sbrigati!


 


 

Con riluttanza, Near trotterellò verso Agnes. L'anziana bibliotecaria se ne stava, come al solito, seduta in poltrona, dietro un'ampia scrivania di mogano, a cucire vestitini per i suoi sette gatti siamesi. Persino vicino allo schedario con i titoli dei testi aveva appiccicato immagini e foto di felini, tutti con gli occhi puntati verso il povero disgraziato costretto a chiederle informazioni.

Inquietante... però i gatti mi piacciono... sono il volto dell'indifferenza!


 


 

  • Ehm, signora? Cioè, Signorina Agnes?


 

  • .


 

  • Mi scusi, sto cercando un libro... Signorina?!

Pure sorda... perfetto!


 

  • SIGNORINA AGNES!!


 

  • Uhm??


 


 

Agnes distolse gli occhietti porcini dai ferri e si chinò sulla scrivania per poter guardare in faccia chi aveva osato interrompere la sua attività preferita. Quando si ritrovò di fronte un ragazzino minuto e terribilmente pallido, la sua espressione annoiata s'inferocì e le rughe intorno alle labbra scattarono come gli artigli di un rapace affamato.


 


 

  • Ragazzo, che ti serve?!


 

  • Ehm...

Acidella eh? Pensa pensa pensa...


 

  • Storia e sviluppo delle popolazioni della Patagonia orientale “.


 

  • Uff... ma è un tipo di testo che può stare solo nel padiglione nord! Non sei riuscito a trovarlo da solo?


 

  • No signorina, altrimenti non sarei venuto da lei!


 


 

Proprio mentre Agnes si stava degnando di abbandonare il suo “ trono “ per aiutare Near, l'albino vide Mello che gli faceva segno di seguirlo, nascosto dietro una colonna di marmo.

Evidentemente ha già portato via il carrello...


 


 

  • Sa una cosa signorina? Ho cambiato idea, il libro non mi serve più! Grazie lo stesso.


 

  • M-ma come? !


 


 

Prima che Agnes potesse chiedere spiegazioni ed iniziare ad inveire contro i giovani di tutto il mondo, Near raggiunse Mello e, insieme, si recarono in sala grande, trascinando il pesante carrello sotto lo sguardo curioso degli altri orfani.


 


 

  • Ho scelto la sala grande che è sempre affollata così non dovrai preoccuparti troppo, Near.


 

  • Molto gentile...


 

  • Lo so, lo so. E adesso inizia a spulciare i libri e memorizzare tutto ciò che leggi.


 

  • La fai facile!


 

  • Oh, andiamo! So bene che puoi riuscirci!

Già, può riuscirci eccome! Ha un cervello formidabile...


 


 

Una sgradevole sensazione di vuoto alla bocca dello stomaco, ormai molto familiare, colse Mello alla sprovvista e lui, saggiamente o, forse, poco consapevolmente, decise di ignorarla.


 


 

  • Prima che iniziamo, vorrei sapere a cosa ci serve questa scorpacciata di malattie mentali...


 

  • Ti spiego... Pochi giorni fa, Matt mi ha raccontato di soffrire di strani vuoti di memoria durante i quali non riesce a ricordare neanche dov'è stato e per quanto tempo. Questi episodi gli capitano soprattutto quando passa la nottata senza dormire, giocando con quegli assurdi videogames. Magari, esiste una patologia specifica che può giustificare i suoi sintomi...


 

  • Sì, ma se così fosse, l'ipotesi che Matt sia il maniaco sarebbe ancora più probabile!


 

  • Già, perchè potrebbe persino aver ucciso senza rendersene conto...


 

  • Allora diciamo pure che tu non stai cercando qualcosa, o meglio, speri con tutto te stesso di non trovare nulla di rilevante.


 

  • Recht...


 

  • Beh, cercherò di memorizzare tutto il possibile per semplificare le cose.


 

  • Anch'io.


 


 

I due geni si misero presto a lavoro, divorando tomi su tomi, scorrendo righe su righe di pagine ingiallite e consunte dal tempo. Ogni nuovo testo che veniva attaccato dalle loro rapide menti poteva rappresentare, per Matt, tanto un'ancora di salvezza quanto un'aggravante pericolosa. Lo stato d'animo di Mello era indecifrabile, oscillava tra l'eccitazione, alimentata dalla speranza, e l'angoscia. Near era consapevole della tempesta di emozioni che impazzava nella mente dell'amico, se ne rendeva conto perfettamente osservando lo sbattere furioso delle sue ciglia dorate e le contrazioni repentine delle labbra, ancora contuse.

Passarono ore ed ore, il cielo si tinse lentamente di rosa, poi, di rosso intenso e, in fine, di violetto. La sera non si fece attendere molto, portando con sé un pesante velo di sonnolenza che scese sulle palpebre di Mello. Il biondo si accasciò sul divano della sala grande con un libro pesante stretto tra le mani e, senza neanche accorgersene, sprofondò nel regno di Morfeo. Near lo vide di sfuggita e sentì subito la strana esigenza di dormire. Strana perchè, fino ad un secondo prima, non aveva avvertito neppure un briciolo di stanchezza.

Forse il sonno, come lo sbadiglio, è contagioso...


 


 

L'albino si alzò cautamente dal pavimento su cui era semidisteso ed afferrò un piccolo plaid posto sopra il maestoso camino spento della sala grande. In Inghilterra l'aria di agosto cominciava già ad essere pungente.

Near fissò per qualche secondo la coperta, indeciso sul da farsi. Probabilmente sarebbe stato saggio addormentarsi qualche ora, ma, in verità, preferiva leggere fino al mattino, ultimando il compito che gli era stato affidato e liberandosi subito del fastidio. L'idea di trascorrere un altro giorno alla mercé della sorte e, forse, del maniaco, non lo allettava affatto. Il plaid, tuttavia, era già stato scomodato, per cui l'albino decise di adagiarlo sulle spalle del compagno addormentato.

Proprio in quel momento, Mello spalancò un occhio, facendo spaventare Near che non se lo aspettava.


 


 

  • Che stai combinando con questa coperta?


 

  • Ehm... nulla!


 

  • Non mentire! Volevi mettermela addosso, vero?


 

  • No!


 

  • Sì, invece!


 

  • E va bene, sì...


 

  • Allora ti sei preoccupato per me? Oh, ma che carino... “


 

  • Mi stai facendo il verso?


 


 

Mello sghignazzò e, poi, fece qualcosa che nessuno dei due si sarebbe mai aspettato... Tirò Near per il braccio e lo fece stendere accanto a sé, coprendolo con il plaid.


 


 

  • Adesso dormi.


 

  • Ma... veramente...


 

  • Niente ma! Mi servi nel pieno delle tue facoltà mentali, domani sarà una giornataccia! Spiacente, ma dovrai sorbirti ancora questa tortura... Volevi sgattaiolare lontano già in mattinata, vero?


 

  • Ad essere sinceri, sì...


 

  • Non aver paura, non permetterò a nessuno di farti del male. Lo giuro.


 

  • Perchè?

Già... perchè ho giurato? Forse, quando non si ha una famiglia... La mia famiglia... di tre persone...“


 


 

  • Semplicemente perchè solo io posso tormentarti, scemo! Ed ora chiudi occhi e bocca per favore!


 


 

Near sbuffò e si tirò la coperta fin sopra la testa, lasciando Mello quasi completamente scoperto.


 


 

  • Ehi! Non monopolizzare il plaid, cretino!


 

  • Che ci posso fare se questo straccio è troppo piccolo per due!


 

  • E va bene, stringiamoci! Ma vedi di non fare cose strane, altrimenti ti sbatto giù dal divano!


 

  • Che cose strane potrei fare, scusa?


 

  • Niente niente, lascia perdere!

Vedi un po' tu che situazione!


 


 

Mello passò un braccio attorno alle spalle di Near e gli permise di appoggiarsi sul suo torace, come un fratello maggiore che accoglie nel suo letto il più piccolo dopo un brutto sogno. In fondo, pensò, non era un paragone così assurdo ed avrebbe anche potuto abituarsi alla sensazione di quel corpo, caldo e fragile, accanto al suo.

Near si addormentò istantaneamente, mentre Mello restò sveglio ancora qualche minuto a difendere il suo sonno leggero.


 

Perchè sento che tutto questo sta per finire?


 


 


 

NOTE:


 

Eccoci giunti al trentunesimo capitolo... Non credevo sarei riuscita a scrivere così tanto! Comunque voglio tranquillizzare i miei lettori, la storia non durerà ancora molto. Tra poco, tutti i nodi verranno al pettine e smetterò di annoiarvi!


 

  1. Recht = esatto, giusto ( Ted. )


 

Angolo dei ringraziamenti

Come sempre, un grazie sincero a TUTTI i miei lettori, visibili ed invisibili. Se non fosse per voi, sprofonderei in un buco di depressione nera!

Poi, un grazie speciale va' ai miei recensori fedeli:

Mihael_River, Donixmadness e Synapsis.

  
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