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Autore: Martina3    19/05/2013    3 recensioni
Questa One Shot è dedicata a tutte coloro che non hanno avuto la possibilità di andare al concerto dei propri idoli, a tutte coloro che sperano ancora di poterli vedere in un tempo anche molto lontano.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dream

 

Fuori pioveva e io me ne stavo sul divano, col portatile sulle gambe e le cuffiette alle orecchie. Nonostante mi facesse davvero male, continuavo a cercare notizie su notizie sul soggiorno degli One Direction in Italia. Al concerto non ci sarei andata, no. Mesi prima avevo tentato di prendere il biglietto, ma non c'era stato nulla da fare. All'inizio ero stata tanto turbata che per circa un mese non avevo nemmeno voluto sentirli nominare. Poi, più tardi, avevo ripreso ad ascoltare le loro canzoni fino allo sfinimento, a sognare di vederli. Finché arrivò quel 18 maggio del 2013. Mai avrei pensato che mi avesse fatto così male, mai. E invece era proprio così. Non vedevo l'ora che andassero via da qui, perché pensare che i miei idoli erano a due ore da casa mia e io non potevo vederli era un tormento.

Pensavo e ripensavo a quanta invidia e a quanta rabbia avevo nei confronti di tutte quelle persone – innocenti - che li avrebbero visti per le strade di Milano e di Verona, pur non avendone alcun interesse. Cercavo di non pensarci, ma era inevitabile.

Quando iniziarono a scendermi le lacrime sulle guance, decisi di spegnere la musica e di chiudere quel maledetto computer. Mi distesi a letto e dormii, cercando di scacciare quel pensiero ricorrente che popolava la mia testa.

 

Fui svegliata dal telefono che squillava insistentemente. Mi alzai svogliata e risposi: «Pronto?»

«Marti, ho la notizia più bella che tu possa avere.», era Federica, la mia amica che sarebbe andata al concerto a Verona.

«Dimmi.», dissi perplessa.

«La mia amica che doveva venire con me sta male e mi ha detto che ti può vendere il biglietto.»

D'un tratto pensai di svenire sul colpo: «Che cosa?!»

«Muoviti. Ti passo a prendere tra mezz'ora.»

 

Stavo ancora realizzando l'idea. Mia madre aveva tentato di ottenere qualche spiegazione in più, me c'erano poche parole che sapevo pronunciare: “Concerto”, “One Direction”, “Sogno”.

Fede arrivò puntuale a casa mia. Tutto successe molto velocemente, come il battito d'ali di una farfalla. Non avevo nemmeno il tempo per provare qualche emozione. La mia non era semplice felicità, la mia era la realizzazione di un sogno.

Durante il tragitto cominciai a concretizzare la situazione e scoppiai in lacrime dalla gioia: «Non dico che sono contenta che la tua amica stia male, ma a volte batterei il cinque al destino.», scherzai.

Non ero psicologicamente preparata. Tante volte avevo pensato a come sarebbe stato partecipare al concerto, vedere le cinque persone che desideravo incontrare da sempre. Una volta mi avevano chiesto: “Preferiresti vedere Brad Pitt o gli One Direction?». Avevo risposto schietta: «Loro. Senza dubbio.». E' vero, Brad Pitt era un attore di fama mondiale, che incarnava l'ideale di bellezza e tutto il resto. Ma lui non mi trasmetteva niente. Mentre loro si, loro... era come se li conoscessi di persona e non desideravo altro che ricevere anche un solo sguardo o sfiorare con la mia mano quella di una di loro.

 

Dopo poche ore eravamo sulle gradinate dell'arena. Il palco era vuoto e attorno ad esso c'erano centinaia di adolescenti urlanti, comprese noi. L'emozione era qualcosa di indefinito, di mai provato prima, di inspiegabile. Chiusi gli occhi per un istante e vidi loro sul palco, così piccoli ai miei occhi, ma così grandi nel mio cuore. Respiravo affannosamente, quando si sentì una voce, la voce di uno di loro. Il mio battito cardiaco accelerò all'impazzata e il mio fiato era ormai irrefrenabile. Tutto era surreale. Cominciai a piangere, a singhiozzare.

 

Sobbalzai e mi svegliai sul mio letto con le guance umide e gli occhi arrossati. Mi sedetti sul materasso e piansi. Mi sfogai, stringendo le lenzuola nel pugni.

Era stato tutto uno stupidissimo sogno, un sogno che, forse, un giorno sarebbe diventato realtà.

 

Ciao :) Diciamo che questa è una One Shot per sfogarmi un po'.

Infatti, come avrete capito, non andrò a nessun concerto, già.

Questa piccola storia è dedicata a tutte coloro che non hanno la possibilità di andarci.

 

Un bacio, Martina3

  
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