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Autore: Knitting    19/05/2013    2 recensioni
Lidia, un'invasata di 24 anni, ha due ragioni di vita: i dolci e l'amore eterno.
Quando quest'ultimo la delude per l'ennesima volta decide di voltare pagina definitivamente, ormai le principesse sono in grado di salvarsi da sole e lei non sarà da meno.
Potranno un imprevisto, uno psicologo apocalittico e quello che sembrerebbe un principe farla ricadere nel capitolo della sua vita che aveva chiuso per sempre?
Una storia romantica immersa nell'umorismo,, meno superficiale di quello che sembra se si ha voglia di scavare.
Dal cpitolo 9:"Gli alberi divenivano viola, il cielo verde, gli occhi di un personaggio un arcobaleno empio di sfumature, di ricordi e immagini in cui poter sognare, in cui poter andare lontano."
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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P.S. Penso si sia capito che non è una storia molto "seria" o dalle grandi scene di disperazione. Le avversità vengono vissute in maniera normale, talvolta forse un pò indifferente ma tutti i personaggi racchiudono nei propri modi profondi turbamenti che vanno da un amore mai trovato, un aiuto mai cercato o un sogno mai avverato.
Vi è sempre una velata ironia che in un certo senso evidenzia il fatto che per quanto tu desideri una cosa sarà solo il caso a donartela.Tra queste cose anche l'amore.

Perciò questi personaggi non hanno nessuna pretesa di essere drammatici ma solemante quella di essere loro stessi :) Questo è il penultimo capitolo, quindi la vostra angoscia sarà di breve durata. Grazie a Moonguardian e gli altri lettori, la vostra opinione è sempre gradita ;) Non temete, il caos riordina sempre tutto.

Good Bye
ovvero
il sole all'albeggiare

<< Avevi ragione tu Lorence, la vita fa schifo... >> Lidia si stava rotolando nella sua auto commiserazione mentre il diretto interessato stava armeggiando in cucina, preparando un laborioso te.
Era arrivato in bicicletta, no, non era una battuta. La città era intasata, quella sera ci sarebbe stato un importante concerto e tutto lo stato sembrava essersi rovesciato fra le vie di quella cittadina, senza alcuna pietà.
Fortunatamente Lorence era una persona che pensava in fretta, dal veloce intuito e dalle idee piuttosto strampalate. Non si era lasciato perdere d'animo e aveva afferrato la sua vecchia bicicletta, arrugginita, di una vernice blu opaca e con i freni rotti. In realtà quello sinistro funzionava ma era meglio non usarlo a sua definizione, ti saresti si fermato ma anche capottato dolorosamente.
Se solo non fosse stata in lacrime e nel bel mezzo di una crisi di depressione forse avrebbe compreso la romanticità del momento, ma era troppo occupata ad autocommiserarsi.
Era stato uno strano salvataggio, ma era pur sempre stato un salvataggio.
<< Non ho mai detto nulla di tutto ciò. Sei tu che ti sei posta strani pensieri in quella tua testolina, non per niente sei venuta da me. >>
L'uomo non ottenne risposta, continuò facendo forza su di se. << Adesso dovresti dire:”Non hai fatto un bel lavoro!” >>
Lidia non sorrise, rimase a guardarlo vacua, come non aveva mai fatto. Si voltò dall'altra parte per poi rigirarsi ancora una volta verso di lui. << Sai, adesso ti capisco, più o meno. Ti capivo anche prima, ma adesso forse mi è più facile comprendere come ci si sente quell'altra, ma io non volevo essere quell'altra. Tutto ciò che volevo era un ragazzo gentile a cui piacessi nonostante tutto. Sarebbe potuto essere brutto o dal pessimo carattere ma se mi avesse amata non ci avrei dato peso. >> Lei tirò appena su col naso. << Non fraintendermi, non sono così superficiale, ma non hai mai desiderato di avere così ardentemente qualcuno al tuo fianco tanto da accontentarti? >>
Lorence gli scostò una ciocca serio. << Si, ma io non mi innamoro di qualcuno perché mi sento solo, ne mi ci metto. Se sbaglio a fare la mia scelta non è certo perché mi accontento. E nemmeno tu sei così. >>
<< Come fai a saperlo? E invece sono così, lo sono stata tutta la mia vita e ho come il dubbio che lo rimarrò. Ogni volta che cerco di cambiare va sempre peggio, guarda com'è finita questa volta. Voglio morire! >> Lidia affondò la faccia nel cuscino da cui salì un rantolio molesto ma l'uomo non sembro scandalizzarsi.
<< Ti preparo dell'altro tè. >> O Lorence credeva che il tè avesse degli strani poteri curativi o la stava imbottendo a tal punto per farla rinchiudere in bagno per il resto della giornata, non dovendo più sorbire le sue lamentele.
<< No, niente tè. >>
<< Va bene, niente tè. >>
<< Tu lo sapevi, no? >>
<< Cos'è che sapevo? >>
<< Lo sapevi che nascondeva qualcosa, per questo lo hai picchiato. >>
<< Supponevo che qualcosa non andasse ma non lo sapevo... >>
<< Perché non me lo hai detto? >>
A quella domanda Lorence impiegò del tempo a rispondere. Provò di nuovo quella sensazione di dirle tutto, come con Anna, e prese in considerazione l'idea di non richiudere ancora una volta quel cassetto.
<< Non te l'ho detto perché eri molto felice, sembravi finalmente a tuo agio con il mondo e con te stessa. E io farei qualunque cosa per un tuo sorriso, anche avere le crisi coscienza... >>
Lidia rimase a fissarlo, incitandolo a parlare.
<< Insomma...mi sono reso conto che non era quello che volevo ma che allo stesso tempo lo era. >> L'uomo aggrottò le sopracciglia mentre parlava.
<< Eh? >>

Già, che cosa doveva significare?
<< Io volevo, lo so che sembra una frase fatta, che tu fossi felice. Da quando sei arrivata da me ti ho sempre vista sorridere ma solo alcune e rare volte ti ho vista davvero felice e io credevo che lui ti rendesse felice. Così ho pensato, che cosa importava se era pieno di difetti, se ti faceva sentire bene, cosa importava? Lo so, è stato un ragionamento assurdo, ma cerca di comprendermi... >>
<< Ci provo... >>
Lorence tirò un sospiro di sollievo. << Ne sono lieto. >>
<< Avresti potuto rendermi tu felice... >> Lidia lo disse con leggerezza, infilando la supposizione nel discorso con riguardo e circospezione.
Stranamente l'uomo, per quanto sembro cogliere la provocazione, non sembro particolarmente turbato. << Lo pensi perché sei giovane, non solo gli anni tuttavia fanno la differenza. Io non sono mai stato la felicità per nessuno, averti lasciato andare è stata la cosa migliore che ho fatto nella mia vita. Tu sei esattamente il mio contrario. Hai troppo bisogno di qualcuno, io troppo poco. >>
<< Smettila di parlarmi da psicologo... >>
<< Io ti sto parlando come uomo, uomo innamorato e con esperienza... >>

Innamorato.
Non sapeva perché ma faticava ad immaginare qualcosa che riguardasse l'amore uscire dalle sue labbra, eppure il suo cuore non sembrava aver atteso altro e anche se la stava prontamente allontanando si sentì felice, in qualche modo.
<< E io non potrei essere innamorata? >>
<< Forse lo sei ma non è quello di cui hai bisogno, non adesso. >>
<< E tu sai di cosa ho bisogno, immagino? >> La voce della ragazza risuonò sarcastica.
<< Tento. >>
<< Così, è un good bye? >>
<< Si, mia cara, è un good bye. >>
<< E dovessi tornare? >>
<< Sarò sempre qui per le tue turbe mentali... >>
Lidia gli si sedette sulle ginocchia. << Sai, fin da bambina mi sono immaginata un momento del genere, è completamente diverso. Tuttavia è stato comunque un bel sogno, mi dispiace che sia finito. >>
Lorence sorrise in quel suo modo strano, a metà tra il birichino infantile e il maturo disamorato. << Non è finito Lidia, ti sta aspettando dall'altra parte, se corri un po' ne prendi l'inizio. >>
<< Lo vuoi il bacio del lieto fine anche se non vuoi far parte del mio epilogo? >>
<< Si... >>
E la principessa baciò Batman, l'apocalittico amore della sua vita che tuttavia non si trasformò in una persona normale. Rimase uno scontroso psicologo che l'avrebbe sempre aspettata al di là del sole all'albeggiare.








  
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