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Autore: Keyla99    19/05/2013    5 recensioni
Otto neo-ragni.
Sì, otto.
Kuroro, Machi, Pakunoda, Nobunaga, Uborghin, Franklin, Feitan...
E una ragazza: Kaede.
Perché non se ne sa nulla? Perché?
Ecco la sua, la loro la storia.
Keyla
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Feitan, Genei Ryodan, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8.

La cosa più importante

“Non prometto di amarti per sempre... 
Ma prometto che smetterò di amarti un attimo prima che l’Eterno finisca!”

-A te non sembra, ma da quando abbiamo creato la Genei a quando si sono chiariti è passato quasi un anno. A volte ci dividevamo per alcune settimane, ognuno se ne stava nei dintorni facendo quello che gli pareva, poi ci riunivamo e partivamo per un’altra destinazione. Il compito di avvertire tutti era sempre mio, come è ora, solo che Kaede mi aiutava. Col suo potere era piuttosto semplice rintracciare gli altri in tempo record e far arrivare loro i messaggi.- spiegò Machi accennando un sorriso. 
–Metteva la sua impronta in ogni cosa che faceva, ogni creatura che creava. Per ognuno di noi utilizzava un “metodo” diverso, ma perlopiù ce li consegnava via aerea: per Paku faceva comparire un gheppio, per Franklin una piana, per Nobu un nibbio e per Ubo un’aquila. Di solito a me mandava uno sparviero e a Feitan un falco pellegrino. Le piacevano molto i rapaci.- 
Phinks era attonito. 
–Era... ehm... originale.- commentò poi. 
–Già. Molto originale. Non potresti trovare una persona più fantasiosa e creativa di lei. Di solito tormentava Feitan  materializza dogli animali accanto, oppure tirandoglieli contro (Ok, lasciamo perdere questa parte, va bene? Ho sclerato, lo ammetto!). In quei momenti sembrava di avere a che fare con due bambini: erano capaci di regredire all’età di sette anni in un istante. Tutti e due.- sorrise la ragazza. 
–Animali vicino a Fei? Ma lui li odia!- esclamò l’altro. 
Ricordava come il moro avesse reagito le diverse volte in cui si erano imbattuti in poveri animali, domestici o selvatici (Altro sclero. Chiedo umilmente perdono. Non so cosa avevo in testa mentre scrivevo!). 
Machi rise di gusto. 
–Ci credo! È arrivato a odiarli dopo le torture di Kaede!- 
Phinks sgranò gli occhi. 
–Feitan... Torturato?! No, non ci credo!- 
Scoppiò a ridere anche lui. 
Tornarono seri, e lei riprese a raccontare.

-Feitan, vieni a mangiare, dai.- lo chiamò Franklin. 
Erano diversi giorni che il ragazzo si era isolato, soprattutto dopo la morte di Pakunoda. La cosa che più lo aveva scosso era il fatto che fosse stato un sopravvissuto dei Kuruta ad ucciderla e a sottoporre Kuroro ad un vincolo.
Odiava quegli occhi scarlatti, odiava quel popolo. 
Nemmeno entrare in Greed Island aveva migliorato di molto il suo umore. 
Uccidere non gli causava più il piacere che provava prima. 
–Feitan? Sei vivo? Mi ascolti?- 
La voce del gigante lo riscosse dai suoi pensieri. 
Sollevò un poco la testa e guardò scocciato il compagno.
–Lasciami in pace.- ordinò deciso. 
L’altro lo fissò ancora per un altro istante, poi si voltò sconsolato e se ne andò. 
–Niente da fare, è proprio depresso.- disse agli altri, sollevando le manone come per giustificare l’insuccesso. 
–Ma che ha?- chiese Shizuko allibita. 
Di solito il ragazzo era il membro più impenetrabile ed indifferente della Genei, che non dava mai mostra delle emozioni che provava. Eppure, guardandolo in quel momento... 
Machi lanciò uno sguardo all’altra ragazza, con palese tristezza negli occhi. 
–Nostalgia di casa- disse semplicemente –Fei vuole tornare a casa- 
Gli altri la guardarono interrogativi, ma non fecero domande. 
Però quello che aveva detto corrispondeva alla verità: Feitan voleva tornare alla Città delle Stelle Cadenti, e presto o tardi ci sarebbe tornato. Doveva... Andare da lei. 

Il ragazzo moro era seduto tra i rami di un albero, pensieroso, il vento leggero che gli scompigliava i capelli. 
D’un tratto uno stridio acuto lo distolse dai propri pensieri. 
Alzò gli occhi al cielo che si faceva via via sempre più scuro, sapendo già cosa avrebbero visto i suoi occhi. Un falco pellegrino calava verso di lui descrivendo cerchi sempre più stretti sopra la sua testa. Quando lo raggiunse si appollaiò sul braccio che il giovane gli tendeva. 
–Ehi- disse Feitan accennando un sorriso –Che messaggio mi porti?- 
Il rapace indicò col becco il proprio collo, a cui era legato un nastro rosso avvolto attorno ad un foglietto arrotolato. 
Il ragazzo lo sfilò e lo svolse, leggendolo assorto: “Segui il falco, per favore. Kaede” 
Corrugò le sopracciglia, poi fece spallucce e balzò in piedi. 
L’uccello si rialzò in volo e lo guidò fuori dal bosco, in aperta campagna. 
Il ragazzo era impaziente di sapere il motivo di quella chiamata. 
Dopo che si erano baciati, sei giorni prima, tra loro era sceso una sorta di silenzio imbarazzato, e non erano più minimamente tornati su quell’argomento. 
D’un tratto il rapace aumentò la velocità e planò verso un punto indefinito. 
Una figura agile e slanciata comparve sulla linea dell’orizzonte. 
Kaede lo raggiunse correndo e accarezzò le piume del falco, sorridendo. 
Quello scomparve in una nuvola di luce dorata. 
Lei gli afferrò la mano e prese a trascinarlo tutta allegra. Feitan guardò prima lei e poi le loro mani unite, perplesso. 
La ragazza notò quell’occhiata e gli rivolse un sorriso a trentadue denti. 
–Ti porto in un bel posto- disse solo. 
Dopo una decina di minuti arrivarono in un prato immenso, sconfinato, verdissimo e profumato di fiori. 
La giovane si sedette e lo tirò a terra, strattonandolo. 
–Volevo farti vedere il tramonto da qui. È bello, vero?- spiegò fissando il cielo che si era tinto di rosso e arancio. 
Davanti a loro una catena montuosa svettava imponente, mentre alle sue pendici un lago turchese ne rifletteva i colori. 
–Sì...- ammise lui. 
Ma non guardava l’orizzonte, bensì la compagna che gli stava affianco. 
Gli occhi zaffiro brillavano emozionati. Ci voleva davvero poco per farla felice: bastava un bel tramonto o un’alba suggestiva. 
–Fei? Ti sei incantato? Cosa stai guardando?- 
La sua voce lo riscosse all’improvviso, facendogli distogliere bruscamente lo sguardo, arrossendo imbarazzato. 
A cosa pensi?- le chiese dopo un po’. 
Kaede gli sorrise. 
Penso che è bello qui, con te...- mormorò diventando rossa. 

Feitan le abbracciò la vita con dolcezza. 
–Io penso lo stesso- sussurrò facendola cadere all’indietro, sull’erba soffice. 
–Ehi!- protestò sollevando il capo –Ma che fai?- 
Il ragazzo sorrise pericolosamente. 
–Sai, mi piacerebbe ripetere l’esperienza di quasi una settimana fa’, se sei d’accordo...- rispose malizioso. 
Non ricevette alcuna replica, quindi si chinò su di lei e le baciò le labbra. Quando si distanziò la ragazza gli portò le mani dietro alla nuca, intrecciandole ai suoi capelli corvini, e di nuovo avvicinò i loro visi. Si guardarono negli occhi, oro nello zaffiro, poi entrambi li chiusero e si scambiarono un altro bacio pieno di affetto. Feitan le accarezzò i fianchi e le braccia, mosso dalla passione, senza neppure ragionare. Un istante dopo si ritrovò steso schiena a terra, la lama argentea di lei puntata alla gola. 
–Non prenderti troppe libertà- lo ammonì dura. 
Il ladro la fissò sbalordito per qualche istante, poi scoppiò a ridere. 
Continuò per diversi minuti, e per tutto il tempo Kaede lo guardò in modo strano. 
–Perché mi guardi così?- chiese con le lacrime agli occhi, il viso contratto in un sorriso. 
–Perché l’ultima volta che hai riso di gusto come ora è stato... Non so, quattro anni fa’?- rispose ironica. 
Sorrise e ripose l’arma nel suo fodero. 
–Mi è mancata tanto questa risata. Sei sempre cupo e freddo...- mormorò. 
Lui la fece stendere al suo fianco. 
–Che vuoi farci? Sono fatto così.- replicò ghignando. 
–Già. Un essere freddo, spietato e senza emozioni.- rise la ragazza. 
Feitan  sbuffò. 
Non ancora. Lo diventerei se perdessi la cosa più importante che ho.
A quelle parole lei si zittì. 
E... quale sarebbe la cosa più importante che hai?- domandò perplessa dolo un istante. 
Il ragazzo si portò sopra di lei, baciandole il collo e il volto. 
Tu...- sussurrò pianissimo, sfiorandole l’orecchio con le labbra. 
Kaede sorrise timidamente, felice. 

Ed eccomi tornata! No, non ero morta, per vostra sfortuna... Be', mi spiace! 
Allora... Per iniziare... Questo è il capitolo più "sclerotico" (?) che mi è mai capitato di scrivere (o forse no...). 
In ogni caso, potreste lasciare un commentino per dirmi che ne pensate, per favore? 
Avrete notato che ci sono delle frasi in grigio... Ecco, quelle sono le frasi più dolci... E più importanti.
A presto,

Keyla


 

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