Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: RainySky    19/05/2013    1 recensioni
"Mi stava completamente tirando scema ed era solamente il primo giorno in cui vegliavo su di lei, eppure, non so come, mi sembrava già passata un’eternità.
Il suo nome è Paige."

Non tutti hanno gli stessi gusti, e non tutti hanno lo stesso senso di giustizia che Devin ha. Devin, la ragazza che si erige contro Markus e la sua banda di mentecatti. Devin, la ragazza che tiene testa al gruppo delle più popolari strafottenti del college - nonostante Devin stessa godesse della sua popolarità. Fu proprio per i suoi continui litigi con questi che la incontro, là, in un bagno. Lei era Paige, e le avrebbe sconvolto la sua normale routine sin da subito.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Si erano fatte le 9 di sera, avevo portato Ruby di sopra a letto, le avevo letto la sua fiaba preferita ed infine ero tornata di sotto. Paige era nella doccia da quasi 2 ore ormai ed iniziai sinceramente a preoccuparmi: e le mie paure si destarono quando sentì un urlo soffocato provenire da là; senza contare il fatto che la ragazza probabilmente era nuda mi ci fiondai dentro, chiudendomi la porta alle mie spalle per evitare che Ruby si svegliasse di nuovo e sentisse qualcosa di troppo.
Mi girai e trovai Paige, rivolta verso al muro, si stava lavando e sfregando talmente forte sulla pelle che, posso giurare, per poco non si scorticò viva. I miei tentativi di chiamarla più e più volte, cercando di non fiondarmi sotto la doccia per fermarla risultarono vani, portandomi a non poter più stare a guardare impotente quando cominciò a fregare malamente contro le parti intime, visibilmente in preda ad una crisi di panico.
Entrai nella doccia e le bloccai entrambe le braccia, nonostante lei cominciò a ribellarsi alla mia presa “Paige, va tutto bene. Calmati ora”, si dimenò per diversi istanti in ogni caso, fino a che iniziò nuovamente a piangere aggrappandosi alla mia maglietta. Mi ero completamente dimenticata di chiudere il flusso d’acqua ed ora ovviamente ero bagnata fradicia, con tutti i vestiti indosso; sospirai e portai entrambe le mie braccia sulla sua schiena stringendola a me.
“Devin..” la ragazza ancora sconvolta dai singhiozzi aveva alzato lo sguardo e mi stava fissando “Ti prego, aiutami”, alzai un sopracciglio senza capire dapprima ma più la guardavo più avevo la convinzione che in due ore non si fosse lavata per niente.
Presi lo sgabello che stava sotto il lavabo e ci feci sedere Paige, presi poi lo shampoo e dopo averle lavato il capo con l’acqua tiepida le insaponai i capelli – da quando ero diventata una baby sitter poi? – curandomi che il sapone non le andasse negli occhi.
Dopo averle tolto il sapone le diedi una nuova passata con l’acqua e finalmente notai una nuova nota di risata, seppur flebile “Mi spiace” sussurrò lei accennando anche ai miei vestiti bagnati ed io scossi la testa cercando di non guardarla più di tanto. Dopotutto lei era nuda, ed io avevo pur sempre i miei gusti. E’ una visione gratificante per me, ma non mi sembrava il caso di approfittarne.
Paige chiuse l’acqua ringraziandomi ancora una volta, e scusandosi per la millesima; le passai un accappatoio e lei lo indossò con estremo piacere; prima di uscire dal bagno mi fermai sull’uscio “Hai bisogno o posso andare?”.
La ragazza sorrise e scosse il capo “Dovresti cambiarti”, abbozzai un sorriso e tornai di nuovo in sala, recandomi poi al secondo piano dove vi era anche la mia camera da letto, indossando direttamente qualcosa di leggero da usare come pigiama: shorts e canottierina! Viva la libertè.
Dopo essermi messa comoda mi sedetti alla scrivania ed accesi il computer, tanto per vedere se riuscivo a intercettare online su skype mamma o papà, ma forse erano troppo impegnati per badare a noi.
Qualcuno si schiarì la voce sulla soglia della camera ed io mi girai di scatto, rimanendo alquanto sconvolta, Paige era terribilmente carina, senza parlare dei suoi capelli poi, mi sarei alzata volentieri per andare a toccarli se solo avessi potuto. Arrossì imbarazzata quando notò che la stavo fissando a quel modo, soprattutto poiché sapeva, mi girai di scatto a fissare il monitor e fra me e me ringraziai mentalmente che avesse ancora l’accappatoio addosso.
“Non è che hai qualcosa che posso mettere?” chiese imbarazzata e io le indicai i cassetti e l’armadio dove poter frugare, appena trovò qualcosa di semplice da poter indossare mi pregò di non girarmi mentre si cambiava – nonostante la tentazione fosse forte.
La sentì infine sedersi sul letto ed io mi girai verso di lei: stava scrutando la mia camera, il che mi metteva a disagio. La mia camera era stata interamente scelta dai miei genitori, i muri erano di uno strano colore violetto in una via di mezzo tra scuro e chiaro, il guardaroba era interamente bianco fatta eccezione per i cassettoni di un color marrone chiaro. Subito accanto avevo la mia libreria personalizzata che si apriva a mo’ di ponte sopra al letto, davanti al quale avevo poi la scrivania. I muri erano tappezzati di quadri di ogni genere, in alcuni vi erano incorniciate delle medaglie, in altre delle foto di quando ero piccola ma in quasi nessuna di queste comparivano i miei genitori. Forse in una sola, quella del mio primo compleanno, poi mi lasciarono sola. A Ruby andò peggio, mamma e papà non tornarono a casa nemmeno per il suo primo compleanno, anzi, è meglio dire che non tornarono mai a casa per un suo compleanno. Mai nessun regalo, mai nessuna cartolina, niente di niente.
Ogni tanto mi domandavo se Ruby avesse ancora presente di avere dei genitori, o se per lei erano solo dei signori che di tanto in tanto passavano a salutarci.
“E’ una camera strana” esordì infine Paige, facendomi ridere un po’. Annuì e mi andai a sedere di fianco a lei, ed essa avvampò in quello stesso istante ma non ci feci caso, non più di tanto.
Mi sdraiai sul letto per metà, lasciando cadere a penzoloni le gambe “Come stai?” – so che è una domanda minatoria per una ragazza come lei e soprattutto per una ragazza nelle sue condizioni, ma preferivo evitare altri episodi come quello della doccia. Rimase in silenzio per lunghi attimi, giocando con una ciocca di capelli che le cascava sulla spalla destra “Avrei potuto star meglio”, non sapendo che altro dire lasciai cadere la conversazione fino a che non notai l’orologio sulla parete: mezzanotte e mezza.
“Puoi dormire qui nel letto, io starò di sotto sul divano, quindi se hai bisogno di qualcosa chiamami pure” feci per alzarmi dal letto ma la ragazza prendendomi per la manica mi trattenne lì, la guardai e riuscì a vedere il viso, pallido, solcato dalle lacrime ancora una volta. Portai la mano libera fin ai miei capelli, grattandomi dietro l’orecchio pensando a cosa fare, non potevo certo dormire con lei. O almeno, così pensavo.
Feci il giro del letto, presi posto su di esso e mi appoggiai alla parete, solo quando fui comoda infine, allargai le braccia verso Paige, la quale si fiondò praticamente contro al mio torso – tuttavia stavolta decise di non inzupparmi la canottiera, bensì usò direttamente il mio collo come fazzoletto “Paige, se hai bisogno di sfogarti non serve che tu ti trattenga. Piangi e basta”, la mia affermazione la fece sospirare e allo stesso tempo la portò a sostenere il mio sguardo, rinvolgendomi un sorriso a dir poco dolce, che mi sciolse.
pensai, cercando di controllarmi con tutte le mie forze e costringendo me stessa a guardare altrove.
Passai l’ultima mezz’ora ad accarezzarle i capelli, fino a quando non mi accorsi che si era addormentata: era stata una giornata pesante per lei, non che per me non lo fosse stata eh, ma per oggi avrei ceduto il record.
La feci ruzzare delicatamente dall’altro lato del letto così che io potei sollevare le coperte e la adagiai sotto di esse, al calduccio liberando anche uno spazietto per me dall’altro lato, nonostante il letto fosse si e no una piazza e mezza.
Quando mi fui sistemata sotto le coperte guardai di nuovo Paige: il suo sguardo era fin troppo provato, ammetto che mi metteva una tristezza ed ansia incontrollabili se solo pensavo a cosa Markus e i suoi le avevano fatto. La mia mano si mosse in automatico verso di lei, accarezzandole la guancia prima di girarmi dall’altra parte a spegnere la piccola luce del comodino.
Mi stava completamente tirando scema ed era solamente il primo giorno in cui vegliavo su di lei, eppure, non so come, mi sembrava già passata un’eternità.
 
Il suo nome è Paige.

-----------------------------------

Purtroppo oggi sono costretta a scombussolare la tabella di marcia - sto provando a ripristinare il computer per un problema tecnico e non avevo voglia di perdere la storia (e non ho chiavette USB, sono un disastro ahahah) -

In ogni caso parlando del capitolo, Devin sembra iniziare a provare un lieve interesse per la piccola, che sia solo perchè le fa tenerezza o meno, ancora non lo sappiamo. Dopotutto abbiamo visto la reazione della ragazza quando ha saputo che Devin è lesbica. Ma! Ancora non sappiamo nulla su Paige.
Spero che Devin sia pronta ad ogni evenienza, in ogni caso le cose potrebbero andare come lei spera, o magari no ?
Chi lo sa insomma, si vedrà nelle prossime puntate!

*Scusate se ci sono errori ma non ho proprio tempo di rileggere, oltretutto il capitolo è un po' corto.. Sigh*
Rain
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: RainySky