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Autore: _RockEver_    19/05/2013    2 recensioni
-Sai, ieri ti ho vista con un bambino al parco. Ti ha chiamata mamma. Tu sei..cioè lui è davvero tuo figlio?-
disse Bill cercando di guardare negli occhi Lucy,che repentinamente abbassò lo sguardo.
-Si, Thomas è mio figlio-.
C'era qualcosa di strano nei suoi occhi. Erano limpidi,quasi quelli di una bambina,ma erano impenetrabili,non lasciavano trasparire alcuna emozione se non assoluta diffidenza.
Lucy si avvicinò al tavolino di un bar e lasciò cadere lo zaino per terra.
-Però se non ti dispiace preferirei non parlartene-.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! :-)  chiedo immensamente scusa per il ritardo *si inginocchia*. Il fatto è che non sono stata a casa, e quando sono tornata internet e la rete telefonica non funzionavano D: vi chiedo ancora scusa! OK, non vi faccio aspettare ancora :-). Buona lettura!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il ragazzo dai capelli neri allontanò la sigaretta dalla bocca, emettendo una nuvoletta di fumo in uno sbuffo.
Appoggiato al muretto del cortile della scuola, con lo zaino in spalla, si chiedeva quanto fosse giusto ciò che stava per fare. Non era qualcosa eccezionalmente difficile o eccezionalmente cattivo, ma sapeva che avrebbe potuto rovinare qualcosa nella vita di una persona. Si sistemò il cappello e sollevò gli occhi al cielo, ammirando il volo di uno stormo di rondini.
Si domandava anche che interesse avesse il suo committente biondo in tutta la faccenda. In un certo senso stava riflettendo attentamente su ciò che voleva realmente fare. 
Sapeva che non era certamente corretto, ma cinquecento euro erano comunque una somma non indifferente per un ragazzo della sua età.
Non si era mai trovato in una situazione del genere prima, o quanto meno, non coinvolto in una faccenda sentimentale. E soprattutto mai aveva avuto ripensamenti sui suoi loschi affari, che coinvolgessero droga o quant'altro.
Lasciò cadere la sigaretta per terra, e in quel preciso istante vide passare davanti a sè quella che sarebbe stata la sua vittima. La ragazza camminava da sola verso una panchina con un libro in mano. Vi si sedette e cominciò a leggere.
Decise di osservarla, non l'aveva mai fatto nonostante andassero nella stessa classe. In genere guardava un altro tipo di ragazze.
Le gambe sottili erano fasciate da dei jeans chiari, indossava una maglietta bianca molto leggera e una giacca verde militare, su cui ricadevano i suoi lunghi capelli castani. Esaminò i tratti delicati del suo viso, limpido, sereno, persino timido. Solo ora si rendeva conto di quanto fosse bella.
Vide un ragazzo che conosceva bene avvicinarsi a lei, e poi baciarla. Vide il modo in cui gli sorrideva, e si convinse che non voleva essere partecipe al piano del biondo.
Proprio in quel momento però il suo amico, quello con cui avrebbe collaborato, gli apparve davanti all'improvviso.
 -Harry, che ci fai qui?- disse quest'ultimo osservando dal basso della sua statura il moro.
  -Jim, stavo pensando- rispose.
McPhil, così a scuola tutti gli altri erano abituati a chiamarlo.
Basso, grosso e ignorante. Era famoso per essere stato più volte coinvolto in risse. Gli piaceva particolarmente prendersela con i più deboli e, perché no, anche con quelli che deboli non erano. Harry era il suo migliore amico, anzi, il suo unico vero amico. Erano amici da dieci anni, e da dieci anni era sempre stato invidioso di lui, del suo fascino, della sua fortuna con le ragazze, della sua famiglia. Semplicemente di ogni cosa.
  -A cosa pensavi?- chiese seguendo lo sguardo di Harry -Ah, capisco. Oggi è il giorno-
  -Non ne sono sicuro-
  -Cosa? Non mi dire che ti stanno venendo i sensi di colpa!- 
  -Non dire stronzate! Semplicemente è troppo facile. Mi hanno proposto altro, e mi pagano di più. E poi... Sembrano felici. Non ho alcun interesse in tutta la faccenda- disse facendo per andarsene, ma Jim lo afferrò violentemente per il colletto della maglietta e lo guardò truce.
  -Ti sembra troppo facile?! Sono troppo felici?! Amico, forse non hai capito che ormai abbiamo accettato, se non portiamo avanti questa cosa quello ci schiaccia come formiche! Non ti deve importare un cazzo di quei due, come hai sempre fatto! Ci pagano, noi eseguiamo gli ordini. È semplice. Quindi smettila di dire cazzate, perchè dopo le lezioni farai come ti è stato detto, chiaro?- sibilò, mentre Harry lo fissava serio. Aveva ragione, era troppo tardi per tirarsi indietro ormai.
Jim lo lasciò e lui si sistemò il colletto. Gli diede le spalle per andare in classe.
  -E comunque- disse voltandosi nuovamente, sorridendo maliziosamente -a te è capitata la parte migliore, o sbaglio?-
 
 
 
                                                                                               ***
 
 
 
Lucy era di buon a umore quella mattina. Era diretta a scuola con il sorriso stampato in faccia. Una volta arrivata prese posto sulla prima panchina disponibile e aprì il libro che teneva in mano, comprato quella stessa mattina. 
Si immerse nelle prime righe, viaggiando con la fantasia in posti straordinari, come le capitava sempre quando leggeva. 
Alla fine della seconda pagina fu distratta da qualcuno che le sollevò il mento e la baciò. Riconobbe all'istante il profumo di Bill, così sorrise e continuò a farsi distrarre per alcuni secondi.
  -Ciao splendore, come stai?- disse sedendosi accanto a lei.
  -Ciao Bill! Io sto benissimo! Oggi è una bellissima giornata, non trovi?-
  -Hai ragione, si sente la primavera. Mi fa piacere vederti felice- rispose portandole un braccio intorno al collo -Che stai leggendo?-
  -Oh, è "L'isola misteriosa" di Jules Verne. L'ho comprato stamattina, anche se erano anni che volevo leggerlo!- esclamò Lucy euforica.
  -Wow, solo tu riesci a leggere mattoni del genere!-
  -Non possiamo essere tutti pigri come te-
  -Ehi!-. Lucy gli diede un bacio subito dopo per evitare che le mettesse il broncio, e la cosa sembrò funzionare. Si appoggiò alla spalla di Bill, consapevole che quel libro l'avrebbe letto in un secondo momento.
  - Piuttosto, abbiamo qualcosa in programma stasera?-
  - Stasera non possiamo uscire. Devo rimanere a casa con Tommy... Papà è via e Beth doveva vedersi con tuo fratello, non vorrei disturbarla-
 -Per me va bene, tranquilla. Se il diavoletto ha bisogno di te io non mi oppongo. Ehi, c'è qualcosa che non va?- chiese vedendola guardarsi cautamente intorno.
 -No, è solo che mi sentivo osservata. Ho sempre questa impressione ultimamente. Sarà che sto diventando paranoica-
Bill si diede una rapida occhiata in giro ma non vide nessuno di sospetto. Tutti quanti stavano entrando per il suono della campanella, così prese la mano di Lucy e la tirò gentilmente verso l'entrata.
 
 
 
                                                                                                ***
 
 
 
A Jim McPhil non poteva importare di meno della lezione sulla guerra fredda. Era preso a pensare in quale modo avrebbe potuto eseguire il suo compito. L'occasione si presentò quando un bidello entrò in classe con una circolare. In questi momenti l'attenzione di tutti era su quel foglio di carta, nella speranza che mancasse qualche professore. 
Furtivamente lasciò cadere la penna sotto al banco,  e con aria incantata si piegò per raccoglierla.
Lucy e Bill erano seduti proprio di fronte a lui.  La giacca della ragazza era poggiata sullo schienale, con un rigonfiamento in una delle tasche. 
Allungò la mano ed estrasse il cellulare dalla giacca e con molta calma, senza fare rumori o movimenti sospetti, lo infilò nella tasca di Bill. 
Il peso del cellulare fece muovere la giacca del ragazzo. Jim strizzò gli  occhi pensando di essere stato scoperto, ma Bill non si era accorto di nulla.
Così tirò un sospiro di sollievo, raccolse la penna e si risedette compostamente.
Harry, che aveva osservato tutta la scena, gli fece un cenno con la testa, al quale Jim rispose con un sorriso complice.
La prima fase era andata a buon fine, ora veniva il turno di Harry.
 
 
 
                                                                                                ***
 
 
Usciti da scuola, i ragazzi passeggiarono per un po' nel cortile, godendosi la loro compagnia un paio di minuti prima di avviarsi ognuno verso casa. 
Lucy mise le mani in tasca, e solo allora si rese conto di non avere il cellulare. 
  -Cavolo! Bill sai dov'è il mio cellulare?- chiese agitata.
  -No, ce l'avevi in tasca l'ultima volta!-
  -Sì ma ora non c'è più! Uffa! Ora mio padre mi uccide- si lamentò demoralizzata, poggiandosi a Bill.
  -Dai, ne prenderai un altro, tranquilla. È solo un cellulare- 
  - Hai ragione... Sarà meglio che vada a prendere Thomas. Ci sentiamo più tardi, chiamami- disse dandogli un leggero bacio sulle labbra.
Mentre Lucy stava per uscire dal cancello si schiantò contro qualcuno. Sollevò lo sguardo e incontrò quello di Harry Strauss. 
 -Scusa, non volevo farti male- disse lui gentilmente.
  - No figurati, è tutto ok- disse la ragazza sbrigativamente cercando di passare, ma Harry mostrava insistenza a non volerla lasciar andare.
  -Lucy, mi sembra che tu abbia lasciato il cellulare in palestra. Scusa, ho sentito che dicevi al tuo ragazzo di averlo perso, e io in palestra ne ho visto uno... Se vuoi ti ci porto-
  -Davvero? Grazie! Sei molto gentile- gli disse sorridendo.
Harry le fece strada verso la palestra, e durante il tragitto non smise di fissarla. Lucy era leggermente a disagio con lui, sembrava strano. 
La palestra era deserta. Harry la portò in un angolo, dicendole che il cellulare era lì. 
  
 
Bill sentì una suoneria diversa dalla sua provenire dalla sua tasca. Mise la mano ed estrasse il cellulare della sua ragazza. 
"E tu come sei finito qui? Beh, Lucy sarà contenta"
Vide sul display che era arrivato un messaggio da un numero sconosciuto. In preda alla curiosità lo lesse: "Ehi piccola, ieri sera sei stata fantastica. Ti aspetto oggi alle 22. Non vedo l'ora ;-)"
Bill rimase con la bocca socchiusa, immobile. Il mondo stava praticamente crollando su di lui come un peso da milioni di tonnellate. Rilesse il messaggio altre tre volte, per accertarsi che non stesse sognando.
Allora era quella la verità? Tutto ciò che Ivan gli aveva detto era vero? 
Non riusciva a crederci, era sul punto di esplodere per la disperazione.
McPhil intanto, da dietro l'angolo, chiuse il suo cellulare non appena lesse "Messaggio Inviato". Uscì dal suo nascondiglio, e con disinvoltura si avvicinò a Bill, godendo nel vedere la sua faccia distrutta. 
  -Ehi Kaulitz!- esclamò sorridendo sadicamente -Credo di aver visto la tua ragazza in palestra- concluse andandosene.
Bill lo guardò per alcuni secondi spaesato, e in una frazione di secondo corse verso la palestra.
 
 
 -Allora, dov'è il mio cellulare?- chiese Lucy non vedendo assolutamente nulla nell'angolo. Tutta la situazione le sembrava molto strana, ma cercava di ignorare il brutto presentimento.
  -Sei molto bella, Lucy- disse Harry accarezzandole il fianco con la mano.
La ragazza si voltò di scatto sgranando gli occhi. 
"Perché ci sta provando?" si chiese.
 -Mi dispiace- le disse.
  -P-Per cosa?- balbettò lei indietreggiando.
  - Per questo-
La spinse contro l'angolo, tenendola ferma col corpo e la baciò violentemente.
Bill era arrivato trafelato in palestra. Si affacciò e vide ciò che mai avrebbe voluto vedere. Vide la ragazza che amava più della sua stessa vita con un altro. Rimase lì immobile a fissarli, e una lacrima salata scese sulle sue labbra, seguita da un'altra, e un'altra ancora. Gli sembrò quasi di sentire il dolore nel suo cuore, come se si stesse spezzando. Si appoggiò al muro fuori della palestra, non voleva vedere altro.  Asciugò le lacime che cadevano copiosamente con la manica e, stringendo il cellulare con rabbia tra le mani, uscì da scuola.
 
Lucy cercava di dimenarsi, ma tra le pareti e il corpo del ragazzo che le teneva le braccia incollate al muro non aveva possibilità d'uscita. Harry sentì la ragazza dirgli di lasciarla andare, ma la ignorò.
Girò lo sguardo verso la porta, vedendo Bill sulla soglia con la coda dell'occhio. Continuò a baciarla finché non lo vide andar via. Nel momento in cui la lasciò andare, Lucy si allontanò da lui ansimando.
  -Tu sei pazzo!- gli urlò, e corse via.
  
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