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Autore: nevaeh    19/05/2013    6 recensioni
Non è colpa sua, però, se è fondamentalmente un tipo perfezionista e vuole che, se una cosa debba essere fatta, debba essere fatta bene. Se si tratta delLa Proposta, poi, allora deve essere perfetta. E’ per questo, più o meno, che ha scomodato praticamente tutti: quello de La Proposta, ormai, è diventato un affare di famiglia.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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N.D.A. Scritta, letta, riletta e corretta in meno di trenta minuti dopo due giorni di discorsi di matrimoni, casa in campagna, pargoletti e viaggi di nozze. In effetti non ho nemmeno io idea di cosa effettivamente sia, ma ad Aria è piaciuta, io mi sono divertita a scriverla, Fra l'ha commentata con "awwwwwwww" e quindi... perché no?

Spero che vi piaccia o che vi strappi almeno un sorriso!

Enjoy! ♥

 

La Proposta

 

Liam Payne sta ancora piangendo, non ha fatto altro da quando Harry glielo aveva annunciato solo qualche sera prima. E lui in quell’occasione si era alzato, lo aveva abbracciato stretto come solo un padre orgoglioso avrebbe potuto fare e gli aveva mormorato “il mio bambino!” nell’orecchio, in un modo che aveva messo Harry parecchio in imbarazzo. Nemmeno Zayn Malik e Niall Horan avevano avuto la reazione che si era aspettato. Be’, in effetti parlare di reazione per Zayn era abbastanza esagerato: non aveva alzato nemmeno gli occhi dallo schermo dell’iPad, lasciando a Niall il compito di guardarlo, alzare un sopracciglio e dire, fin troppo serio: “Harry, amico, non sapevo che adesso facessi anche battute di spirito!” prima di tornare alla sua chitarra da accordare. Ad Harry non importa, però, perché ormai lo ha deciso e non riesce a pensare a nient’altro: chiederà a Louis di sposarlo.

E, se è vero che gli amici veri si vedono nel momento del bisogno, Harry non può dire di non essere circondato da persone fedeli e, soprattutto, pazienti. Non è colpa sua, però, se è fondamentalmente un tipo perfezionista e vuole che, se una cosa debba essere fatta, debba essere fatta bene. Se si tratta delLa Proposta, poi, allora deve essere perfetta. E’ per questo, più o meno, che ha scomodato praticamente tutti: quello de La Proposta, ormai, è diventato un affare di famiglia.

Lo sanno bene Anne, Gemma, Tom e Lou Teasdale, Eleanor Calder, Josh Devine, tre quinti degli One Direction, Nick Grimshaw e pure Perrie Edwards, che era sul serio convinta di poter passare qualche giorno in pace col fidanzato in una città romantica come un’altra. Illusa.

 

Harry ha gli occhi verdi e le fossette, la voce profonda e le guance che diventano rosse a comando: davvero qualcuno potrebbe pensare di dirgli di no? E’ quindi via all’operazione La Proposta, di cui lui è ideatore, direttore generale, regista e pure produttore. Niall si occupa del cibo.

Harry ha stilato anche una To do List per non dimenticare niente, con nomi e freccette e V quando un’azione è conclusa. Ci ha scritto, nell’ordine:

  • Trovare una location (perché non potrebbe mai chiedere a Louis di sposarlo in uno squallido ristorante a cinque stelle a Londra)
  • Comparare un anello
  • Ordinare i fiori
  • Ritirare i fiori
  • Contattare un servizio catering
  • Trovare un idiota che parli italiano per contattare il servizio catering
  • Trovare outfit perfetto
  • Preparare un discorso
  • Tenere lontano Lou fino a quando non finisci tutto

e, in ultima analisi, ha aggiunto anche:

  • Spiegare a Liam Payne che i maschi non possono rimanere incinti

perché, davvero,  gli vuole bene e ha trovato divertente all’inizio tutti gli sms che suggerivano nomi per probabili pargoli – non chiamerebbe mai una bambina Vinetha, però, e che cavolo – suoi e di Louis, ma ormai è diventato anche un po’ stressante, e Harry non è famoso per la sua pazienza. E’ contento, comunque, perché è Maggio ed è appena atterrato a Milano con Niall Horan e, tutto sommato, le cose procedono secondo i piani. Ha già spedito Josh Devine a Verona – l’aver scoperto che Romeo e Giulietta è ambientato proprio lì gli ha aperto un mondo. E poi dicono che Wikipedia è inutile – per cercare informazioni per qualcosa di carino come, che ne so, comprare il palazzo per regalarlo a Louis; ci è rimasto un po’ male quando, un paio d’ore dopo, un desolato batterista gli ha mandato “figlio di puttana” prima e “scemo io che ti vengo dietro” poi. Ha scoperto solo dopo che il poveretto era stato assediato da proud directioners e un po’ ridacchia, ma ben gli sta. Comunque è venuto fuori che, con un paio di telefonate alla persona giusta e un regalino a quel tizio che lavora in comune, non sarebbe troppo difficile affittare il palazzo solo per una sera, dopo la chiusura ai turisti.

La location, quindi, è andata.

Anche Lou Teasdale che, davvero, gli vuole un bene dell’anima, l’ha già mandato al diavolo un paio di volte da quando tutta questa storia è cominciata. Nemmeno in questo caso è colpa di Harry, o almeno… Che male c’è a volere l’Anello? E poco importa se per la scelta ha coinvolto Lou, un’annoiatissima Eleanor – “non ho tempo da perdere dietro le vostre cazzate da ragazzini, ho una laurea da preparare io.” – e sua sorella Gemma. Ha visitato tutti i siti internet del mondo, si è fatto aprire le migliori gioiellerie di Londra – e di Los Angeles e Parigi e Berlino – a notte fonda, ha sfogliato cataloghi e chiesto a sua madre e alle sue amiche che adesso sono all’Università e non hanno tempo da perdere. Anche questa, però, è andata: si porta dietro le fascette in oro bianco con l’incisione Louis (su quella più grande) e Harry (sull’altra minuscola) come se fossero il Sacro Graal. E forse un po’ lo sono, ma intanto accarezza la scatolina con la punta delle dita ogni volta che ne ha l’occasione.

Due su nove (dieci, con la questione di Liam), quindi è ok, potrebbe andare meglio?

Per i fiori la questione è stata un po’ più difficile: Louis odia i fiori, lui odia i fiori. Potrebbe esistere una proposta senza fiori, però? Probabilmente, ma la sua deve essere La Proposta, quindi perché non disturbare Nick Grimshaw alle sei del pomeriggio – che, per il lavoro che fa, è come chiamarlo alle quattro del mattino – per chiedergli di andare da quel fioraio a Chelsea per ordinare le gardenie? Tre su nove, allora, o quattro se si considera la chiamata fatta nel cuore della notte a sua madre perché “così vai tu a ritirare le composizioni, vero mamma?”. Lei non è dimostrata molto d’accordo, ma il figli sono figli e il suo sta seriamente rischiando un’embolia.

Le cose stanno andando bene, comunque: La Proposta sarà perfetta.

 

Se le cose devono essere fatte per bene, però, (e le cose devono essere fatte per bene) allora bisogna seguire la tradizione. E, se la tradizione vuole che il pretendente chieda la mano ai genitori, prima, allora chi è Harry per disubbidire?

La conversazione è stata celere e anche piuttosto imbarazzante, con decisamente troppe paia di occhi azzurri che lo fissavano dal divano a fiori del salotto di casa Tomlinson. Harry però è un ragazzo innamorato, e si sa che i ragazzi innamorati sono estremamente coraggiosi, quindi non è stato troppo difficile per lui sorridere a Jay e dirle: “vorrei il tuo permesso per chiedere a Louis di sposarmi.”

Charlotte Tomlinson – piccola stronza – sta ancora ridendo.

L’Italia è bellissima, le fan sono psicopatiche come al solito e Niall Horan ha trovato la cucina nostrana di suo gradimento: La Proposta avverrà in poche ore dopo il concerto e Harry non potrebbe essere più agitato. Eppure è tutto pronto: ha trovato un idiota che parla italiano e inglese – aveva il vago sentore, in effetti, che Marco fosse un nome del Bel Paese – e ha provveduto a far preparare una cena per due da servire direttamente nel cortile di casa Capuleti; persino Lux è stata sfruttata perché gattonasse sulla camicia perfetta per l’appuntamento e Tom ha già disegnato il prossimo tatuaggio celebrativo.

Tutto secondo i piani, insomma.

 

Il discorso, be’, quello è un problema. Harry ha un sacco di pregi – sa di averceli, che senso ha fingere modestia? – ma quello del bel parlare non è tra questi. Come, quindi, trovare il modo giusto per chiedere la mano dei Louis?

“Ed, devo chiedere a Lou di sposarmi.”

“Hai stomaco, amico.”

“Mi scrivi il discorso?”

Piccola pausa, “non puoi dire semplicemente Vuoi sposarmi? come tutte le persone normali?”

Ma no, con tutta la storia dei fiori e della location e della cena e della camicia non ha assolutamente intenzione di cadere proprio sul discorso. Ha bisogno del discorso, come fa Ed Sheeran a non capirlo?

“No..?”

“Chiama Taylor Swift, allora.”

Harry sbuffa, perché vuole chiedere a Louis di sposarlo, non ci suicidarsi, quindi rispondere gli sembra anche inutile. Riesce a strappare anche questo favore, però, in fretta e per sms proprio mentre Louis entra nella suite dell’albergo di fronte all’Arena dove si esibiranno e lo bacia sulla punta del naso.

“Ti vedo un po’ stressato, amore.”

Ed Harry, con una palpebra che trema e un’irritazione cutanea per il nervosismo – oltre al mostruoso brufolo che gli sta nascendo sulla fronte – ha anche il coraggio di sorridere e rispondere “che dici, amore? Mai stato più tranquillo.”

Louis non gli crede, perché sospira mentre gli passa le braccia intorno al collo, ma a lui non interessa: poche ore e sarà finito. E Louis sarà suo per sempre.

 

La parte più difficile, comunque, è stata tenerlo all’oscuro da tutto. Per la prima volta, Harry ha odiato quasi il loro dividere praticamente ogni cosa: e non si tratta solo dei vestiti e del bagno, ma anche delle password di cellulare e computer, degli amici, della casa e, troppo spesso ultimamente, anche dei pensieri. Gli One Direction, comunque, ogni tanto rivelano la loro utilità: Liam Payne ha portato Louis praticamente ovunque mentre Harry chiamava, messaggiava, inviava e riceveva mail e impazziva al telefono con quell’imbecille che gestisce la casa di Romeo e Giulietta. Anche Zayn, nonostante tutto, ha contribuito insieme alla sua ragazza. Poco importa, quindi, che Louis sia tornato a casa ubriaco praticamente tutte le sere, davvero poco importa: è tutto pronto, adesso, e Harry sa che andrà bene.

L’Arena è enorme e antica, lui ha quasi paura quando entra lì dentro per la prima volta a poche ore dall’inizio dello spettacolo e per una volta nemmeno si preoccupa del cuoco o dei fiori o della scatoletta di velluto che custodisce nello zaino.

“Sarà grandioso.” mormora Louis, stretto tra le sue braccia. Harry si limita ad annuire, gli lascia un bacio dietro l’orecchio e un altro tra i capelli, poi sono costretti a diversi per le prove e tutto il resto passa in secondo piano.

 

“Non è possibile. Non. E’. Possibile.” Harry cammina avanti e indietro per le quinte, Zayn Malik non lo calcola e Liam Payne potrebbe avere una crisi isterica. Niall Horan mangia.

Lo show è finito da mezz’ora, gli One Direction hanno smesso di essere gli One Direction e Harry Styles sta avendo una crisi di panico. Tutto quello che poteva andare storto è andato storto: diluvia, un’assistente gli ha riferito che c’è stato un disguido e quindi i fiori non arriveranno mai a Verona, casa Capuleti non può essere affittata a privati neanche se paganti, il servizio catering è sotto inchiesta per segnalazioni di cibo avariato e, come se tutto ciò non bastasse, Lux ha vomitato sulla camicia perfetta.

“Cosa non è possibile, amore?” Louis entra nel salotto dove tutti stanno in un silenzio che farebbe invidia ad una camera ardente.

Harry si volta immediatamente verso si lui e quasi scoppia a piangere, perché tutto quello che voleva era una cena romantica a due col ragazzo che ama, delle gardenie, un discorso profondo e un “sì, lo voglio” da parte di Louis alla fine. E magari anche del sesso di festeggiamento, ma si quello non deve certo preoccuparsi.

Scuote la testa, quindi, e allunga una mano perché Louis gliela prenda: “niente, va tutto bene.” gli dice, ma il suo ragazzo scuote la testa e lo tira verso di sé.

“Meglio. Ci vieni con me a fare un giro?”

Ed Harry annuisce soltanto perché tanto ormai non ha più senso niente, se la sua serata perfetta è andata a rotoli in due ore e mezza di concerto. Lo ha sempre detto che What makes you beautiful gli porta sfiga e mai nessuno che gli crede.

 

Camminano sotto la pioggia senza ombrello, stretti l’uno tra le braccia dell’altro come turisti qualunque che cercano rifugio dal diluvio: Harry indossa una maglia a mezze maniche, la fedora – sa che Louis la trova estremamente sexy – e un paio di scarpe di tela ormai completamente zuppe. A Louis non sembra importare, ogni scusa è buona per tirarlo sotto un balcone e baciarlo, per passare le mani sulle sue spalle e poi sotto la sua T-shirt. Harry gli sorride, allora, perché magari la cena poteva essere perfetta e anche i fiori e la camicia, ma basta che Louis lo guardi e tutto è perfetto lo stesso.

“Sei stato strano, ultimamente.”

Sono sotto un balcone del centro storico, tremano un po’ per l’acqua che è penetrata attraverso i vestiti ma stanno abbracciati e parlano praticamente uno sulle labbra dell’altro. Harry si stringe nelle spalle, si sente un completo idiota ma non potrebbe mai nascondere nulla all’uomo che ama.

“Avevo organizzato una cosa per me e te, stasera.”

Louis lo bacia sulla fronte, sulla punta del naso e sulle labbra “e poi?”

“E poi è andato tutto a rotoli.” ammette, abbassando lo sguardo.

“E questa cosa per cos’era?” continua ad indagare placidamente Louis, stringendogli ancora un po’ le braccia al collo.

Il messaggio che gli aveva inviato Ed Sheeran conteneva una miriade di “ti amo” e “sei speciale”, oltre che a un paio “sarei un uomo perso senza di te” e anche un “morirei, se non vedessi i tuoi occhi tutte le mattine”. Ma Louis lo sta guardando con quel sorriso che lo fa impazzire e gli occhi che sembrano più azzurri oltre le ciglia bagnate, e d’un tratto Harry si sente davvero un idiota, perché credeva sul serio che per conquistare il suo cuore avrebbe dovuto cercare il posto più strano o il menù più elaborato?

Non ci pensa nemmeno, quindi, quando risponde “per chiederti di sposarmi.”

Louis abbassa un attimo le palpebre, allora, quando lo riguarda i suoi occhi sono brillanti: “quindi non me lo chiederai più?”

La scatolina di velluto preme nella tasca dei jeans, Harry la prende senza preoccuparsi di bagnarla sotto la pioggia: l’anello più piccolo scivola facilmente sull’anulare del maggiore. “Ce n’è bisogno?”

“Sì, che ce n’è bisogno.” ride allora, ma sta già prendendo l’altra fedina per mettergliela al dito.

Harry sorride e bacia l’anello che, ne era sicuro, calza a pennello a Louis: “vuoi sposarmi?”

E, nonostante tutto, La Proposta è riuscita.

   
 
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