Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: dreamlikeview    19/05/2013    6 recensioni
La primavera è arrivata, ma i Baby non sanno cosa fare durante uno dei tanti pomeriggi.
Cosa succederà se il piccolo Harry, preso da un attacco di allergia inizierà a fare capricci?
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Baby One Direction.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
N.d.a. Ci sono un paio di congiuntivi sbagliati nei dialoghi, non perchè io sia analfabeta o una scaricatrice di porto, ma perchè mi adeguo al lunguaggio dei bambini, grazie dell'attenzione, enjoy!

 

 




 

 
La primavera stava arrivando. Il ventuno marzo era passato da un pezzo, e i bambini erano trepidanti.
La neve  si era sciolta e i primi fiori primaverili iniziavano a sbocciare, gli uccellini cinguettavano, e tutti erano più felici.
Tutti, ma non i bambini della grande One Direction House.
I bambini erano in uno strano stato d’ansia, come mai lo erano stati in vita loro.
C’era Harry, il più piccolo, che starnutiva ogni minuto, perché era allergico ai pollini primaverili, c’era il piccolo Louis che era giù di morale, c’era Zayn che aveva il ciuffo afflosciato, c’era Liam che giocava svogliatamente con Bau, e poi c’erano Niall e Valerie che mangiavano insieme e si tenevano per mano come due fidanzatini.
“Leeeeewis!” – urlò il piccolo Harry nell’orecchio del più grande.
“Harold, non chiamarmi Lewis, che cosa vuoi?”
Il piccoletto riccio sporse il labbro inferiore verso il basso, facendo scomparire le sue adorabili fossette, e Louis scoppiò a ridere vedendo la reazione dell’altro così.. infantile. Louis, essendo più grande di Harry, si sentiva più maturo, più responsabile, quindi meno infantile.
“Perché sei triste? E’ primavera!” – starnuto –“ci sono i fiori!” – altro starnuto –“le nuvole bianche!” – terzo starnuto –“giochiamo con le nuvole, Louis?”
Il maggiore lo guardò inclinando la testa, e afferrò dal tavolo un fazzoletto. Dolcemente, lo appoggiò sul naso gocciolante dell’altro e delicatamente lo pulì e “Soffia!” – esclamò. Harry, divertito, soffiò all’interno del fazzoletto, credendo che quello fosse un divertente gioco che il suo amico Louis stava facendo con lui.
“Adesso giochiamo con le nuvole?”
“E va bene, andiamo a giocare con le nuvole, ma appena starnutisci..”
“Torniamo qui, va bene” – gli afferrò il braccio, appendendosi ad esso come se fosse un ramo.
“Ehi, piccolo Koala, non farti male!”
“No, Lou!” – ridacchiò il marmocchio. –“dobbiamo chiamare anche gli altri, così ci divertiamo di più!”
“Hai ragione! Al tre, okeay?” – sussurrò abbassandosi al suo orecchio.
Harry annuì capendo cosa l’amico dicesse, ed entrambi presero un profondo respiro prima di…
“Niall, VALERIE, LIAM, ZAYN!” – urlarono in coro dalla porta –“ANDIAMO FUORI A GIOCARE, SU!”
Gli altri quattro sobbalzarono dai loro posticini e guardarono verso i loro amici. Valerie, con una mano appoggiata sul petto all’altezza del cuore li fulminò con lo sguardo.
“Che avete da urlare voi due?” – li rimproverò.
Liam si girò contrariato, lasciando per un attimo le coccole che stava facendo al suo cagnolone.
“Ehi, è il mio ruolo fare quello che richiama gli altri, quindi, cosa avete da urlare tanto?”
Valerie sbuffò divertita.
“Andiamo in giardino a giocare con le nuvole, venite anche voi!” – esclamò felice il piccolo Harry, con un sorrisone enorme sulle labbra, spingendo anche gli altri presenti a sorridere, tranne Liam.
“Harry, ma tu hai l’allergia, non puoi uscire.” – lo riproverò il bambino saggio, non conoscendo la differenza tra allergia e raffreddore.
“E se facciamo un dolce?” – chiese gasato Niall. Non avevano mai fatto qualcosa del genere, e per un mangione come Niall, fare un dolce con le proprie mani doveva essere qualcosa di eccezionale, se ad esso si aggiungeva che l’avrebbe fatto con i suoi migliori amici. In fondo, cosa c’era di meglio al mondo, di un dolce preparato da loro stessi?
“Però dobbiamo chiedere a Mamma Clodagh di aiutarci, perché da soli, soli non ce la facciamo!” – si intromise Zayn, passare tutto il suo tempo con Liam, lo stava trasformando in un bambino quasi saggio.
“Io sono d’accordo!” – esclamò Liam, appoggiando subito Zayn.
“Anche io!” – si aggiunse Valerie.
“Mmh, sì anche io!” – anche Louis diede il suo appoggio, mentre il piccolo Harry metteva su il suo adorabile broncio, intenerendo il più grande, facendolo quasi pentire della sua risposta affermativa –“dai Harold, poi ti travesto da coniglietto rosa come ho fatto a Pasqua!” – aggiunse immediatamente, cercando di placare l’imminente pianto del più piccolo.
“No, non voglio, voglio giocare con le nuvole con te!” – strillò Harry, guardando Louis e facendo il labbro tremulo, come accadeva ogni volta che stava per scoppiare in lacrime.
“Harry, dai, non fare i capricci” – tentò nuovamente Louis, stavolta allungando le braccia verso di lui per abbracciarlo e tranquillizzarlo come faceva sempre.
“No! No!” – urlò ancora, minacciando ancora di scoppiare a piangere da un momento all’altro –“credevo che tu eri il migliore amico! Sei cattivo, cattivo, cattivo, cattivo Lewis!”- e corse in camera sua, scoppiando in lacrime, lasciandoli tutti e cinque con gli occhietti spalancati. Sapevano che Harry facesse così solo per attirare l’attenzione su di sé, specialmente quella di Louis, e faceva così soprattutto perché non si sentiva bene, e in qualche modo, doveva sfogarsi, ma si preoccuparono comunque e corsero da Papà Paul, per raccontargli tutto, dicendogli che Harry si fosse chiuso nella camera dopo aver fatto i capricci.
“Perché, che è successo?” – chiese dolcemente l’uomo, comprensivo come sempre.
“Voleva andare in giardino…” “Ha urlato…” “Non voleva giocare…” “Noi volevamo fare…” – iniziarono tutti e cinque insieme senza far capire una singola parola di ciò che stavano raccontando al loro grande papone.
“Bambini, parlate uno alla volta, per favore”
Louis prese un respiro profondo e spiegò a Papà Paul cosa fosse successo con Harry per filo e per segno, e l’uomo non impiegò molto tempo ad andare al piano sopra dal più piccolo, trovandolo steso e rannicchiato sotto al letto a castello che c’era nella stanza, in lacrime.
“Harry, esci da lì, forza.” – lo incitò l’uomo.
“No, sono tutti cattivi con me! e nessuno mi vuole bene!” – si lamentò singhiozzando.
“Ma non è vero, Harry, ti vogliono bene e tu non ti senti bene, per questo stai facendo i capricci.”
“No, voglio Louis!”
Papà Paul rise e lo rassicurò che Louis sarebbe andato da lui subito, e così fece. Non appena fu al piano di sotto, disse a Louis che Harry lo volesse e il bambino più grande non si fece aspettare per troppo tempo. Subito dopo aver detto agli altri cinque di raggiungerlo dopo una mezz’oretta, arrivò in pochi minuti nella loro cameretta. Si infilò sotto al letto, storcendo il naso a causa della polvere, e sorrise al più piccolo.
“Mi volevi, Harreh?”
“Boo!” – urlò allungando le braccia verso l’amico, tirando sul col naso, iniziando a tossire subito dopo.
“Usciamo, vieni, che qui è pieno di polvere e ti fa male.”  - ridacchiò Louis, uscendo da sotto al letto e mettendosi seduto per terra, poi afferrò Harry per le caviglie e lo tirò fuori da sotto al letto.
“Boo!” – fece di nuovo, lanciandosi letteralmente contro l’amico piangendo a singhiozzi mentre lo abbracciava, sussurrandogli tante scuse per aver urlato con lui prima, e Louis come un bravo fratello maggiore lo strinse forte dicendogli che non faceva nulla.
“Mi vuoi bene?” – chiese tirando su con il naso.
“Certo che te ne voglio!” – sorrise Louis –“adesso andiamo dagli altri?”
“No! Voglio stare qui!”  - Louis si aspettava questa mossa, per questo non aggiunse altro. –“voglio stare con te, qui!”
“E va bene, restiamo qui. Facciamo venire gli altri qui?”
“Sì!” – Louis annuì alzandosi in piedi per andare a chiamare gli altri, ma Harry si strinse a lui vincolandolo per terra vicino a lui.
“No, ti voglio vicino a me!”
“Harry, ma che ti prende oggi?”
“Voglio stare con te, Lou” – mormorò rannicchiandosi contro di lui. Louis sorrise prendendolo in braccio, e facendolo sistemare meglio. Per fortuna, aveva detto agli altri di raggiungerlo. Almeno avrebbero potuto aiutarlo a sistemare le cose con Harry.
 
Intanto al piano di sotto…
 
“Dobbiamo salire?” – chiese Zayn a Liam.
“No, non ancora. Non senti che urla ancora?”
“Giusto, giusto.”
I quattro bambini al piano di sotto erano preoccupati. Non sapevano cosa fare, in fondo Harry aveva solo quattro anni, era dispettoso e capriccioso, ma quando gli faceva comodo, diventava un angioletto dolce con tanto di fossette e riccioli.
“Adesso possiamo salire?” – chiese Zayn, ancora, dopo un paio di minuti.
“No, aspetta.”
“Liam…?”
“Zayn, ho detto che dobbiamo aspettare!” – sbottò Liam, fissando le scale.
“Va bene…”
Valerie e Niall, invece occupavano il tempo a schizzarsi con l’acqua mentre il più grande riempiva un bicchiere d’acqua alla bambina da bravo “fidanzatino” qual era.
“Niall, dai!” – strillò divertita –“mi fai la doccia!”
“Sì!” – rise Niall –“sei bella, Valerie!”
La bimba arrossì, e ringraziò il bambino con un immenso sorriso sulle labbra, mentre l’altro scendeva dalla sedia usata come scala per arrivare al rubinetto.
“Dividiamo una merendina?” – chiese Niall.
“Certo, mentre aspettiamo che Harry si calmi, poi ne portiamo una anche a lui!”
“Certo, poi la portiamo anche a lui.” – sorrise il bambino, che spostò la sedia verso il mobile lungo dal quale estrasse una merendina al cioccolato e la divise a metà, porgendo la metà più grande a Valerie.
“Liam!”- sentirono urlare dal salotto –“devo salire!”
“Ma Zayn, non è ancora…”
“Devo fare pipì!” – urlò diventando tutto rosso.
“Oh.. allora… vai.” – borbottò Liam, imbarazzato. Non si era accorto che all’amico servisse per forza salire sopra, e aveva rischiato di fargli fare un macello, solo perché per lui non era ancora il momento giusto.
 
Quando tutto fu sistemato, le urla placate, i bisogni di Zayn soddisfatti, le merendine quasi esaurite, gli altri quattro bambini si diressero nella stanza, dove trovarono un Harry placidamente addormentato tra le braccia di Louis, che lo cullava ancora – chissà per quanto tempo ancora avrebbe mantenuto lo standard di più grande, quindi più alto – e ridacchiarono, mentre “Shhhh!” – faceva Louis portandosi un dito sotto al naso, zittendoli tutti.
Chissà se al risveglio Harry avesse pianto ancora, chissà quanto avessero ancora sudato per calmarlo, e quante merendine fossero finite, non lo sapevano, e non l’avrebbero saputo tanto presto.
Ma questa è un’altra storia.

 






NO, JIMMY PROTESTED!

Ich. Credo che non abbia mai scritto qualcosa di più orrendo di questo episodio dei Baby.
Allora. Passo a spiegare.
Ci tengo a pubblicarlo lo stesso, uno perchè è stato un parto gemellare a dieci gemelli.
Non  mi veniva niente da una vita su di loro, ma spero che prima o poi l'ispirazione tornerà.
I BABY SONO TORNATIIIIIIIIIII!
E cantiamo la canzoncina perchè oggi è il mio compleanno, I'm ooooooooooooooooooooooooold! (cit. Louis)

Anyway. Ci tenevo a pubblicarlo anche per sollevare, diciamo così, il morale a tutte le ragazze che oggi purtroppo come me non sono al concerto dei boys, so.. spero che comunque vi abbia strappato un sorriso e non lacrime di schifo, davvero.
Beh, buona serata, io torno ad ingozzarmi di torta al cioccolato eeew.

Ciaaao!

P.s è corto, lo so, mi farò perdonare con una bella OS lungherrima nei prossimi giorni, I promise! :3


   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: dreamlikeview