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Autore: TwistedRocketPower    19/05/2013    3 recensioni
Traduzione ad opera di Leana
Quando Kurt aveva nove anni, sua madre, una donatrice di organi, morì. Ora, a diciassette anni, Kurt è alla ricerca di chi ha ricevuto il suo cuore... ma, finirà per trovare molto di più.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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 - IN A HEARTBEAT -


CAPITOLO 28 - TIRED 

(link originale)



“Posso stare con te per questa notte? Non mi sento bene”
 
Blaine vomitò per tre volte, ed era ovvio che incominciasse a risentirne.
 
Tossì, poi prese dei respiri profondi mentre si piegava indietro.
 
Kurt si allungò da dietro, e tirò lo scarico. Gli riempì un piccolo bicchiere di colluttorio e un altro con della Gatorade verde.
 
“Ecco il colluttorio” disse Kurt con calma. Blaine alzò le mani per prenderlo, ma Kurt si accorse che stava troppo male. Non sarebbe riuscito a reggere il bicchiere.
 
“Lascia fare a me” gli disse. Appoggiò il bordo del bicchiere alla bocca di Blaine, e inconsciamente fece scorrere l’altra mano tra i capelli sudati.
 
Blaine, troppo stanco persino per parlare, lasciò che Kurt l’aiutasse. Fece un paio di sciacqui, e poi lo sputò nel gabinetto.
 
Prendendo l’altro bicchiere, Kurt gli allungò la Gatorade. “Bevi questo” gli disse portandoglielo alla bocca.
 
Blaine gemette pietosamente. Fece una smorfia, e indietreggiò fino ad appoggiarsi con la schiena alla vasca.
 
“So che non vuoi berlo” rispose Kurt “ma se non lo fai, rischi di disidratarti, e non va affatto bene”
 
Si sedette accanto a Blaine che ora aveva gli occhi chiusi. Kurt allungò una mano, e gli toccò una gamba, strofinandola dolcemente per avere la sua attenzione.
 
“Bastano solo un paio di sorsi” continuò una volta che Blaine ebbe riaperto gli occhi.
 
Blaine sembrava sul punto di protestare, ma era troppo esausto. “Bene” disse con voce roca.
 
Kurt annuì, e si inginocchio per poter portare il bicchiere fino alla bocca di Blaine più facilmente. “Ricordati solo di bere lentamente, d’accordo?”
 
Blaine annuì di nuovo, poi prese un paio di piccoli sorsi. Ne prese uno in più solo per far felice Kurt, poi riappoggiò la testa indietro.
 
“D-dove è andata mia madre?” chiese Blaine notando solo in quel momento la sua assenza.
 
“E’ andata a prendere altri panni. Torna subito”
 
Blaine annuì in risposta.
 
“Vuoi tornare a letto?” gli chiese Kurt sapendo che non doveva essere molto comodo in quella posizione.
 
Blaine scosse la testa. “Non è ancora finita”
 
Kurt sospirò, tornando a sedersi accanto a Blaine. “Dubito che ti sia rimasto ancora qualcosa da vomitare”
 
“Solo la bile” rispose Blaine, rabbrividendo al ricordo della gola i fiamme.
 
Kurt gli avvolse intorno un braccio, prendendogli la mano, e massaggiandogli delicatamente la testa. “Vorrei poterti far sentire meglio” confessò con voce tranquilla, mentre Blaine appoggiava la testa alla sua spalla.
 
“Il fatto che tu sia qui mi fa sentire meglio” rispose Blaine con voce così bassa che Kurt riuscì a sentirlo a stento.
 
Kurt non rispose, anche se il suo cuore aveva iniziato a battere più velocemente. Continuò a massaggiare la testa di Blaine, e dopo un po’ il ragazzo si addormentò sulla sua spalla.
 
 




 
Quando Blaine si svegliò, trenta minuti più tardi, di certo non fu uno di quei risvegli dove lui arrossiva e si scusava con Kurt per essersi addormentato addosso a lui. Dovette, invece, lanciarsi sopra al water, tenendosi la pancia mentre vomitava.
 
Kurt gli massaggiò la schiena, mentre la preoccupazione gli tormentava la testa. Non importava quanto Blaine e Diane trovassero normale quella situazione, perché per lui non lo era affatto. Non gli piaceva vedere Blaine in quello stato.
 
Diane entrò nella stanza pochi secondi dopo che Blaine aveva iniziato a vomitare. Era scesa al piano di sotto mentre Blaine dormiva, approfittandone per finire alcuni lavori domestici.
 
“Sembra che sia peggiorato” disse mentre Blaine continuava a vomitare nient’altro che bile.
 
“Sei sicura che stia bene?” chiese Kurt con voce tremante cercando di sembrare calmo di fronte e Blaine. “Non è meglio portarlo in ospedale, o altro?”
 
“So che sembra brutto” rispose lei. Blaine stava iniziando a calmarsi, tossendo e cercando di riprendere fiato. “Però è capitato che stesse anche peggio”
 
“Non ci sono delle medicine per fermare il vomito?”
 
“Non aiutano” ansimò Blaine. Era così esausto che non sembrava più nemmeno lui.
 
Diane tirò lo scarico, poi prese un asciugamano dal lavandino, e asciugò la bocca di Blaine. Gli diede il colluttorio, e lui si sciacquò pigramente la bocca prima di sputarlo.
 
Diane andò a prendere un altro bicchiere, e sospirò. “Devo andare a prendere dell’altra Gatorade” disse. “Torno subito”
 
Kurt circondò con un braccio la vita di Blaine. “Ti aiuto a sederti” disse, sapendo che per Blaine non era stato affatto un bel risveglio.
 
“Io non… credo… di riuscire a muovermi” rispose Blaine respirando affannosamente.
 
Kurt ignorò la sensazione di indolenzimento al petto, e si concentrò per trovare un modo di far appoggiare la schiena a Blaine alla vasca da bagno.
 
Dopo un momento, pensò di aver trovato la soluzione.
 
Fece passare le braccia sotto le ascelle di Blaine, e le avvolse intorno al petto. “Probabilmente non è il modo più comodo, ma è sempre meglio che stare sopra al gabinetto”
 
Kurt tirò su Blaine, praticamente portando tutto il peso, e lo trascinò fino alla vasca da bagno dietro di loro. Erano solo un paio di passi, ma stava trascinando Blaine a peso morto, e Kurt non era abituato a trascinare in giro la gente in quel modo.
 
Una volta arrivato fino alla vasca, si rese conto che l’unico modo per uscire da lì era lasciar andare Blaine. Oppure avrebbe dovuto scavalcarlo… ma sarebbe stato imbarazzante.
 
Quindi, Kurt si lasciò cadere a terra. Allungò le gambe in modo che Blaine potesse stare comodo in mezzo ad esse, e appoggiò la schiena alla vasca. Tirò Blaine più vicino a sé, facendogli posare la testa contro il suo petto.
 
“Sei comodo” mormorò Blaine, già mezzo addormentato. Non era sicuro che quello spostamento avesse giovato a Blaine, ma lui non si era lamentato.
 
Kurt sorrise a quel complimento. “Grazie” sussurrò.
 
Ci volle qualche secondo prima che si accorgesse quanto scomodo fosse stare con la schiena appoggiata alla vasca da bagno. Non gli sembrava così scomodo prima, ma ora era decisamente fastidioso. Suppose che qualsiasi superficie dura sarebbe diventata fastidiosa dopo un po’.
 
Proprio in quel momento, Diane tornò in bagno. Si fermò per un momento, osservando la scena che si trovò davanti. Suo figlio, sudato e sfinito, era svenuto tra le braccia di un altro ragazzo il cui volto era pieno di preoccupazione e stanchezza. Era un’immagine bella, e commovente allo stesso tempo.
 
“Come siete finiti così?” chiese lei con un piccolo sorriso, appoggiando la Gatorade.
 
“L’ho dovuto trascinare fino a qui in qualche modo, perché aveva detto che non riusciva a muoversi, ma mi sono accorto troppo tardi che non mi sarei più potuto spostare da qua dietro, così…”. Kurt si strinse nelle spalle.
 
Lei indicò la vasca dietro di lui. “Potevi mettere un piede dentro alla vasca, sai?”
 
Kurt aggrottò le sopracciglia, e si voltò a guardare la vasca. “Oh, io… non ci aveva pensato. Posso rialzarmi e-“
 
Diane alzò una mano per fermarlo. “Non muoverti. Non ho mai visto Blaine così tranquillo in tutte le volte che è stato male. Ti prendo un cuscino per la schiena”
 
“Grazie” rispose Kurt, sistemando Blaine un po’più vicino a lui.

 



 
Nathan guardò l’orologio. Erano quasi le cinque del pomeriggio. Aveva trascorso tutto il giorno chiuso nel suo ufficio. Rimaneva sempre a casa quando Blaine stava male, in caso Diane avesse bisogno di aiuto, ma onestamente non gli piaceva vedere suo figlio star così male, quindi cercava di restarne fuori.
 
Era contento che Diane non avesse chiesto il suo aiuto, e lui aveva cercato di ignorare il suono di qualcuno che vomitava e tossiva dal piano di sopra, ma era parecchio tempo che c’era solo silenzio. Da qualche ora, effettivamente. Suppose che avrebbe fatto bene ad andare al piano di sopra, e controllare suo figlio.
 
Si diresse verso le scale, prendendo tempo in caso Blaine stesse ancora male. Pensò che Blaine fosse tornato nella sua stanza, ma diede comunque un’occhiata in bagno. Anche se non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce, quello che vide probabilmente fu una delle cose più adorabili che avesse mia visto.
 
Blaine era comodamente addormentato contro il petto di Kurt, e lo stesso era Kurt con la testa rivolta verso i capelli di Blaine, liberi dal gel per quel giorno. Nathan sapeva che quando si sarebbe svegliato avrebbe avuto un terribile torcicollo, ma non c’era un altro posto dove potesse appoggiare la testa. In più, sembravano entrambi rilassati.
 
Nathan si guardò intorno, assicurandosi che sua moglie non fosse in vista, poi tirò fuori il cellulare dalla tasca, e scattò una foto. Stava giusto mettendo via il telefono, quando Diane uscì dalla loro camera con una coperta in mano.
 
“Sembrano così tranquilli, non credi?” disse lei sorridendo.
 
“Già” concordò lui appoggiandosi allo stipite della porta, e incrociando le braccia. “Come sta?”
 
“Ha vomitato meno dell’altra volta. Ha smesso qualche ora fa. Gli ho preparato un bagno per quando si sveglierà, ho paura che gli giri troppo la testa per una doccia. Non dovrebbe più vomitare, ma il mal di testa che gli viene il girono dopo… lo sai…”
 
“Chiacchierate pazze” finì Nathan, ridendo leggermente.
 
Diane annuì. “Non dovresti ridere, Nathan”
 
“Mi dispiace” rispose, cercando di nascondere il sorriso. “ma ripensavo all’ultima volta. Sai, probabilmente dovremmo rinominarlo ‘onesto parlare’. E’ l’unica volta in cui non ha filtri, e dice tutto quello che gli passa per la testa”
 
“Già. Ora sarà meglio se li copro”
 
“Oh, ci penso io” si offrì Nathan, prendendo la coperta dalle sue mani.
 
“Grazie, tesoro. Vado a preparare la cena”
 
“Okay”
 
Diane scese al piano di sotto, e Nathan entrò nel bagno. Si inginocchiò, e delicatamente appoggiò la coperta sopra ai ragazzi, cercando di non disturbarli. Fissò Blaine per un momento, e le lacrime gli riempirono gli occhi all’idea di quanto dovesse essere stato male… e quanto male dovrà ancora stare per anni. Alzò una mano alla bocca, e gli baciò le dita, poi gli passò leggermente una mano sulla fronte. “Ti voglio bene, figliolo” disse, poi si alzò e scese al piano di sotto per stare con sua moglie.
  
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