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Autore: Ramble On    19/05/2013    6 recensioni
Prendete una ragazza sbadata, un terribile malinteso e un gruppo di quattro ragazzi scatenati.
Il gioco è fatto!
Genere: Demenziale, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Bruxelles.
 
Mossi la pedina in diagonale concludendo l’ennesima partita con la mia vittoria.
-Scacco matto!
Jonsey si portò esausto le mani nei capelli.
-Spiegami quale trucco usi, ti prego.
-Nessun trucco caro. È  tutto qui dentro.
Risposi battendomi l’indice sulla testa.
-E comunque- continuai –è finalmente giunto il momento . Voglio sapere tutto.
-Che ne dici di un’altra partita?
-Non se ne parla. Assolutamente no!
Presi gli scacchi e cominciai a riporli nella scacchiera con l’aiuto di Jonsey.
-Però voglio sapere anche io di ieri sera.
Si lamentò lui.
-Io ho vinto tre partite su tre, quindi posso starmene zitta ed ascoltare il tuo racconto.
-Come vuoi tu… Tanto Robert ci ha già raccontato tutto.
Gli lanciai un’occhiata divertita.
-Ah-ah! Come no!
Il bassista fece le spallucce.
-Non ci credere allora…
-Lo ha fatto veramente?
Jonsey rimase in silenzio.
-Che infame! Quel biondo cotonato me la pagherà cara.
Chiusi con forza la scacchiera e la gettai a terra.
Il mio amico si affrettò a raccoglierla e ad appoggiarla delicatamente sul tavolino.
-Calma, calma.
-Gli faccio saltare via i gioielli di famiglia!
Jonsey prese un po’ troppo sul serio le mie minacce e si decise a cambiare discorso.
-Non volevi sapere di me e Blue?
Mi accesi una sigaretta e gli feci cenno di continuare a parlare.
-è successo. È successo quello che non doveva accadere. Ieri non ho saputo resisterle.
-Ma è fantastico Jonsey. Voglio dire, dopo tutto questo tempo…
Il ragazzo si rabbuiò.
-Non lo è, Eva. Io mi sento tremendamente in colpa.
-Per tua moglie?
-Per lei, per le bambine e per la stessa Blue. Io ho ingannato tutti.
-Credo che tu stia esagerando. Insomma…
-Io non sono come gli altri! Non riesco a non pensare a chi mi sta aspettando a casa.
Guardai Jonsey stupita. Avevo sempre sospettato che avesse una sensibilità spiccata, ma non che fosse così inspiegabilmente diverso dagli altri.
Aspirai a lungo il fumo della sigaretta cercando le parole giuste per dargli conforto. Purtoppo non ero mai stata brava con le parole, quindi riuscii solo a buttare là una domanda banale.
-Cosa pensi di fare?
-Credo che la chiamerò e le dirò tutto. Anzi, lo farò subito. Devo togliermi questo peso.
Jonsey si alzò di scatto dalla poltrona.
-E con Blue?
-Chiuderò una volta per tutte la questione. E dammi retta, fossi in te, chiuderei subito con Robert. È un bravo ragazzo, ma non pensa alle conseguenze che potrebbero avere le sue azioni. A lungo andare finirà per spezzarti il cuore.
-Nessuno può spezzarmi il cuore.
Jonsey sorrise amaramente.
-Lo spero. Veramente.
Mi stampò un bacio sulla fronte ed uscì dalla stanza.

 
 
Spensi la sigaretta nel posacenere di vetro e chiusi gli occhi lasciando che i pensieri prendessero il sopravvento.
-Ciao bellezza.
-Pensavo proprio a te.
Mi girai di scatto verso la porta, ma Robert era già saltato sul divano dove ero seduta io.
-Vuol dire che hai smesso di ignorarmi?
-Ti ho ignorato?
-Si. E il fatto che tu stia ignorando di avermi ignorato, vuol dire che mi stai doppiamente ignorando!
-Oseresti dire che sono un’ignorante?
Robert incrociò le braccia al petto ed alzò il mento.
-Stai sminuendo il problema cara.
-O forse sei solo tu che ne stai facendo una questione di stato inutilmente.
-Sono punti di vista. E comunque, hai ignorato le mie provocazioni.
Lo fissai cercando di capire dove volesse arrivare.
-Del tipo?
-Ho commentato il tuo culetto con Jimmy quando ti sei piegata per prendere la valigia, appena scesi a Bruxelles, e non ti sei nemmeno girata.
-Cosa hai fatto tu?
La mia pazienza conosceva un limite e questo limite era stato ampiamente messi alla prova e superato più e più volte da Robert.
Il biondo alzò le mani in segno di scuse.
-Hai un bel didierto Eva. È un dato di fatto.
-Provaci ancora e ti cambio i connotati.
-Non lo faresti mai.
-Quando meno te lo aspetti, Plant.
Fece finta di non sentirmi e si sdraiò sopra le mie gambe, intrecciando le mani nei miei capelli.
-I have a bird that whistles, I have a bird that sings.
Lasciai perdere la palese provocazione. Se c'era una cosa che avevo imparato in questi giorni su Robert, era che arrabbiarsi con lui è totalmente inutile: riesce sempre ad averla vinta.
-Non dovresti essere alle prove per stasera?
-Teoricamente si…
Robert si tirò su finendo a due centimetri dal mio viso.
Respirai profondamente cercando di concentrarmi su qualcos’altro.
-Perché non vai, allora?
Chiesi con tono distaccato.
-Avevo voglia di divertirmi un po’, prima.
Il suo ghigno dava l’idea di non promettere nulla di buono.
Infatti, prese il mio volto tra le mani e lo avvicinò al suo.
-Baciami.
Sussurrò.
Sorrisi e feci aderire le mie labbra alle sue, accogliendo subito la sua lingua.
Come se la serata precedente non fosse mai finita, riprendemmo a baciarci e ad esplorare i nostri corpi, presi dalla passione.
Delicatamente mi fece mettere seduta sopra di lui, sfilandomi poi la maglietta.
-Forse dovremmo andare in camera. Qui potrebbe vederci chiunque.
-Ancora più eccitante no?
Ripresi a baciarlo sul collo accondiscendendo al suo desiderio.
Mi alzai in piedi, seguita da Robert ed iniziammo a spogliarci.
Mi tolsi velocemente i pantaloni lasciandolo a bocca aperta.
-Non porti le mutande Eva!
-Non ti facevo così pudico.
Gli lanciai un’occhiata maliziosa e mi avvicinai a lui passandogli la lingua sulle labbra.
-Ho imparato dal maestro.
Robert mi strinse a sé prendendomi per i fianchi, fino a far aderire i nostri bacini.
La sua eccitazione premeva contro di me.
Si tolse i pantaloni e mi fece sdraiare sul divano sotto di lui.
Lasciandomi una scia di baci, arrivò fino alla mia femminilità provocandomi vortici di piacere.
-Robert, ti voglio. Ora.
-Ogni tuo desiderio è un ordine.
Risalì il mio corpo con un’altra scia di baci ardenti. Mi guardò negli occhi e lo accolsi dentro di me.
Ad ogni spinta il mio desiderio cresceva ed i nostri respiri si facevano sempre più corti.
La mia testa iniziava a farsi sempre più leggera…
 
-Eva, l’ho fatto. L’ho fa… Ma che cazzo state facendo???
Io e Robert ci girammo contemporaneamente verso la porta dalla quale Jonsey ci guardava scandalizzato.
-Io… Ripasso più tardi magari.
Robert notò subito che l’occhio di Jonsey cadde inevitabilmente sul mio corpo sudato.
-Ottima idea, bravo!- disse coprendomi con il suo corpo –Chiudi anche la porta.
Jonsey, rosso come un pomodoro, ubbidì e chiuse la porta alle sue spalle.
Robert mi guardò divertito.
-Dove eravamo rimasti?
-Più o meno così.
Risposi mettendomi nella posizione di prima.
-Ah, si ora ricordo…
 
 
 
Angolo dell’autrice:
Okay, questo capitolo non ha un grande senso fondamentalmente, però così è venuto e così lo dobbiamo accettare. Poi non sono nemmeno troppo in ritardo :D
By the way, ringrazio il mio amico (magari) Bowie che mi ha accompagnato nella stesura del capitolo.
E ringrazio tutti voi che mi leggete, recensite, ricordate e preferite!
Bb everybody! Se y’all soon (I hope so).
:*
  
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