Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Marty_Angel    19/05/2013    2 recensioni
Dal capitolo 11:
- Non lo so principessa ma se non ti va bene, ti scarico qua- sbottò sbrigativo lui. Quella subito negò con la testa e si strinse maggiormente al suo collo. Qualcosa dentro di lei, una piccola minuscola parte, la incitava a fidarsi di quel mostro e di non contraddirlo troppo se voleva sopravvivere. Ma l'avvocato Grant rimaneva sempre l'avvocato Grant.
- Comunque sappi che mi devi un Suv nuovo!- sibilò velenosa ripensando alla sua povera macchina ridotta ormai simile ad una sottiletta. Duncan non poté fare a meno di scoppiare a ridere.
Genere: Erotico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
10

Tyler entrò trascinando i piedi nel suo lussuoso appartamento dove la sua amata moglie Lindsday lo stava aspettando. Appena aprì la porta, la voce squillante ed acuta della sua compagna si diffuse per tutto il grattacielo, stordendo il povero angelo.

- Tyler, tesoro sei tornato! Come sono felice di vederti!- esclamò tutta felice precipitandosi ad abbracciarlo, inciampando diverse volte nell'unico tappeto presente in casa. Il ragazzo dai capelli castani, ricambiò l'affetto e sospirò mentre Lindsday cominciava a porgli, come al solito, mille domande a cui faticava rispondere.

- Li hai uccisi quelle stupide bestiacce? Erano tanti? Come sto con questo nuovo trucco? Sai che Gwen ha partorito? Trent lo sa? C'era anche Bridgette? Sai che mi sono fatta la manicure? E...- la ragazza continuò ininterrotta a parlare, sotto lo sguardo rassegnato di Tyler che si limitava a fissarla senza dire una parola.

L'angelo si chiese per l'ennesima volta come fosse arrivata a quel punto. Lindsday non era sempre stata così sciocca e fuori di testa anzi... quattrocento anni fa, quando si erano conosciuti, era l'angelo più bello che si fosse mai visto sulla faccia della terra. Si mormorava che fosse la figlia di Venere, la Dea Greca, ma oltre che meravigliosa era anche un incredibile combattente, tanto da essersi guadagnata il soprannome di "Guerriera Amazzone", proprio per queste sue peculiarità. Il suo aspetto non era cambiato affatto da allora: era alta, con un fisico perfetto, aveva i capelli lunghi e biondi e due profondi occhi color azzurro mare ma qualcosa nel suo spirito si era da tempo rotto in lei.

Anche Tyler rimpiangeva speso gli anni d'oro della sua vita, quando era un guerriero forte  e coraggioso che con un solo pugno era capace di stendere due vampiri contemporaneamente. Erano perfetti insieme. Inevitabile era, quindi, che da cotanta perfezione nascesse una bellissima figlioletta con il significativo nome di Psiche, rifacendosi alla favola di "Amore e Psiche" di Apuleio. Difatti come la protagonista della storia, Psiche divenne un bellissimo angelo, con lunghi capelli lisci castani e gli occhi uguali a quelli della madre. Cresceva forte e stupenda, scoprendo di avere una spettacolare abilità innata: uno straordinario potere curativo, in grado di guarire le ferite più profonde al solo tocco. Una dote rara e speciale, proprio come lei.


Inizio flashback

Psiche era sempre stata uno spirito ribelle e, sebbene i suoi le avessero categoricamente proibito di andare a cercare i vampiri, decise comunque di disobbedire ai suoi vecchi, eccitata come i suoi coetanei di poter dimostrare quanto fosse abile nel combattimento. Mica poteva essere meno della leggendaria Guerriera Amazzone! Era sicura che presto si sarebbe guadagnata un soprannome altrettanto significativo come quello di sua madre.

Una notte di plenilunio, intorno a mezzanotte, insieme ai suoi compagni di addestramento, si addentrò nei meandri più bui della città, armata fino ai denti e contenta di poter emulare le gesta dei genitori. Com'era inevitabile incrociarono bel presto tre vampiri, usciti per potersi nutrire di prede facili, che appena notarono il gruppetto inesperto di angeli non esitarono ad attaccarli, sicuri di poterli sconfiggere e ricoprirsi di gloria agli occhi del loro capo. Nonostante ciò, l'incontro subì una piega inaspettata: Alejandro stesso giunse sul campo di battaglia e ordinò ai suoi uomini di non ucciderli ma solo di catturarli tutti quanti.

Psiche fu una delle ultime ad essere presa e, anche se legata con spesse catene, continuava a dimenarsi come un leone, non capacitandosi di come avessero potuto perdere così facilmente. Urlava ai suoi compagni di riprendersi e combattere ma lesse perfettamente negli loro occhi del sano terrore. Due sue amiche si misero sonoramente a piangere, pregando i loro carnefici affinché le lasciassero libere ma ottennero in risposta due sonori calci nello stomaco per far zittire il loro piagnisteo. Un altro si era letteralmente pisciato addosso dalla paura e un altro ancora era svenuto. Patetici! Lei non si sarebbe mai piegata a quei mostri, era forte e avrebbe trovato il modo di fuggire!

I vampiri fecero in tempo a scomparire nella notte, grazie ai migliaia di cunicoli e passaggi segreti creati da Burromuerto stesso, prima che Lindsday e Tyler insieme a Geoff, Trent e Owen, giungessero sul posto per aiutarli, avvisati precedentemente da Cameron che si era accorto troppo tardi della loro scappatella.

A nulla valsero le continue ricerche per riuscire a scovare il covo delle sanguisughe e salvare i giovani. X, purtroppo, non era ancora riuscito ad individuare l'esatta collocazione del maniero e gli angeli si trovavano alle strette, continuando a lottare contro il tempo. I genitori di Psiche erano a dir poco disperati, pattugliavano loro stessi tutta l'America, in particolare la città, sperando di trovare qualche indizio ma niente... tutto fu inutile. Da quel momento iniziò uno dei periodi più bui di tutta la storia degli angeli, che rimarrà per sempre impresso nelle menti di coloro che l'hanno vissuto.

Pochi giorno dopo l'accaduto, Geoff chiamò a raccolta i suoi guerrieri più fidati e senza avvisare niente e nessuno si avviarono verso la periferia della città, sulle sponde del fiume Hudson. Molti, incuriositi che il loro capo si muovesse, lo seguirono e tra questi vi erano i due coniugi distrutti dalla fatica delle ricerche. Ciò che si presentò ai loro occhi fu uno degli spettacoli più strazianti che si potesse vedere: sulla riva vi erano esattamente cinque cadaveri di angeli, dilaniati da ferite, con interiora fuori, uno addirittura con la testa decapitata e tutti con le ali strappate. Urla di genitori si sparsero per tutta la città, grida disperate per lo spettacolo agghiacciante le seguirono a ruota, angeli svenuti e lacrime che sgorgavano dagli occhi di ognuno di loro furono il passo successivo.

Lindsday si aggrappava al braccio di Tyler con tutta la forza che aveva, non riuscendo a distogliere lo sguardo dallo scempio che aveva di fronte. Sentì Geoff avvicinarsi a loro e aspettare che dessero voci ai loro pensieri.

- Psiche non c'è...- sussurrò con un fil di voce il moretto. Geoff annuì calandosi il cappello da texano sulla fronte.

- Lo so. Ne mancano ancora sette all'appello- rimase qualche secondo in silenzio - Faremo il possibile-.

Il tempo passava ma di Psiche non vi era traccia. I giorni degli angeli erano scanditi dal terrore che un nuovo corpo potesse essere ritrovato. Dopo cinque giorni, ne furono trovati altri due, in un ghetto periferico della città, senza più una sola goccia di sangue in corpo e le consuete ali recise ma neanche questa volta la ragazza era una di loro. Una settimana passò e ne furono trovati altri tre, ridotti sempre peggio ma ancora niente. Psiche e un altro ragazzo continuavano a non trovarsi.

Lindsday e Tyler erano sempre più stanchi e angosciati. La moglie era diventata completamente silenziosa, non riusciva più a parlare. La sua voce, un tempo così melodiosa e dolce, sembrava non esserci mai stata. Si rannicchiava ogni giorno nello stesso angolino del letto e vi rimaneva fino a sera, non partecipando neanche più alle ricerche per sua figlia. Il suo cervello rimaneva spento per tutto il tempo, si rianimava soltanto quando le giungeva voce che altri cadaveri erano stati ritrovati. Allora riprendeva vigore e si precipitava fuori per poter vedere di persona che non si trattasse di Psiche, per poi ritornare alla sua solita routine quotidiana.

La loro agonia crebbe ulteriormente quando Geoff venne e bussare alla loro porta. Appena Tyler aprì e se lo trovò di fronte con la faccia buia, non ebbe più nessun dubbio e grosse lacrime cominciarono a sgorgargli dagli occhi. Fece per chiamare Lindsday ma scoprì che li stava già superando e si stava dirigendo nell'atrio. Appena la videro tutti si ammutolirono, Trent le andò incontro e fece segno di seguirlo. Si addentrarono due piani nel sottosuolo nell'obitorio dove Cameron li attendeva con uno sguardo tristissimo in volto.

- Lindsday, Tyler non potete immaginare quanto mi dispiaccia...- mormorò con le lacrime agli occhi il topo di laboratorio mentre toglieva un lenzuolo bianco dalla barella. Fece attenzione a scoprire solo il volto, in quanto al corpo mancavano sia le ali che un braccio, completamente reciso da zanne potenti come il diamante e per non parlare di come era stato completamente smembrato.

In quel momento una parte dei genitori di Psiche si ruppe completamente e niente fu più come prima.

Fine flashback.


Cameron aveva visitato più volte Lindsday e ne aveva dedotto che questo suo "rimbambimento" era una conseguenza del trauma subito. Cure? Non ce n'erano, solo farla stare tranquilla e assecondarla in tutto e per tutto ma soprattutto, non pronunciare mai, in sua presenza, il nome Psiche o si sarebbe rischiato di mandarla all'altro mondo.

Quanto a Tyler era passato da "Tyler la Tigre nel Cielo" a "Tyler il Babbuino Incapace".  Non era stato capace di salvare sua figlia, come poteva sperare di salvare l'umanità?


                                                                                                            ***


- E' tutto pronto?- chiese impaziente Geoff esaminando il jet davanti a sé. Erano le cinque di mattina e il sole non era ancora sorto a New York, eppure la città era già in fervente attività con auto che strombazzavano a tutto volume.

- Si! Il motore è a posto, l'ha controllato B l'altro ieri e carburante ce n'è a sufficienza. Non vi resta che partire!- confermò Cameron leggendo i suoi appunti. Gli occhiali da vista giganti gli tremavano sul naso a causa del forte vento che si era levato proprio poche ore prima e sembrava che il suo fisico così piccolo e gracile potesse farlo volare via da un momento all'altro.

- Ah proposito di B... dove si è cacciato?- chiese Mike guardandosi attorno.

- E' già al posto del pilota che vi attende- gli rispose l'occhialuto - Geoff non sono comunque sicuro del tuo piano! Io non sono capace ad impersonificarti e soprattutto non so per quanto ancora riuscirò ad ingannare Harold con il mio nuovo programma! Forse è più bravo di me nei computer! Cavoli, sto andando in iperventilazione!!-.

- Rilassati Cam! Sei troppo agitato e Zoey ha già abbastanza pazienti a cui badare senza che ti ci metta anche tu. Fai due respiri profondi!- rise divertito il moretto.

- Giusto piccoletto! Mangiare comunque aiuta a rilassarsi, dovresti farlo più spesso!- esclamò Owen. L'angelo era infatti da poco rientrato da una sua missione di perlustrazione insieme a Cody ma aveva subito accettato di ripartire insieme al suo migliore amico Geoff. Nonostante l'enorme stazza, era un guerriero temibile: nessun vampiro, neanche Alejandro stesso, era mai riuscito a ferirlo gravemente. La sua massa adiposa era talmente elastica e allo stesso tempo impenetrabile che rendeva difficile mandarlo KO. I suoi capelli biondi sbarazzini riflettevano molto il suo animo allegro e spensierato, una vera manna per le truppe.

- Non devi fare niente di che Cam. Travestiti e lascia che sia Bridgette a condurre la conversazione con la sanguisuga, ok? Noi massimo due giorni e dovremmo tornare- detto questo Geoff si diresse insieme ai suoi fidati compagni sul veloce mezzo, prima di partire velocemente verso ovest con B esaltato di poter finalmente entrare in azione.


                                                                                        ***


- Pai?- chiamo il vampiro di guardia a Dawn con profondi occhi grigi e capelli biondo cenere.

- Dimmi- biascicò l'altro sbadigliando sonoramente.

- Mi sto rompendo i coglioni a stare qui a non fare un cazzo- sbuffò Ryan guardando di striscio l'angolo con le gambe incrociate che sembrava stesse meditando.

- Anche io ed ho pure sete- sbottò il compagno sistemandosi il ciuffo di capelli neri che gli scendeva sugli occhi.

- Se la lasciassimo qui per andarci a fare un drink?- ghignò il primo mentre pregustava l'aroma del sangue in bocca.

- Se Al ci scopre ci uccide, dobbiamo dirlo a qualcuno prima- il suo amico sbuffò sonoramente.

- Sei proprio una colomba va! Stiamo via per dieci minuti, nessuno se ne accorgerà!- continuò imperterrito Ryan.

- No io...- Pai fu bruscamente interrotto da una voce che conoscevano bene.

- Andate pure. Sto io di guardia- una figura snella si parò di fronte ai due.

- Scott? Che ci fai qua? Vuoi per caso riprovare a uccidere il piccione?- sghignazzò divertito il biondo ripensando alla scena del giorno precedente.  Il rosso non rispose e si limitò a fissarli.

- Andate, ripeto. Sto io qua e di sicuro Al non se la prenderà con me- si limitò ad affermare il ragazzo dai capelli rossi - Inoltre tra poco mi raggiungerà Jo, non dovete preoccuparvi-

I due si guardarono per un pò prima di annuire all'unisono e sparire nei corridoi della villa. Scott li scrutò allontanarsi finché non svoltarono verso il passaggio che collegava la residenza alle industrie di sangue e si rilassò soltanto quando li vide sparire. Con lentezza inaudita si avvicinò alla porta, prese un bel respiro e guardò dentro. Il suo cuore, che erroneamente si crede fermo e privo di vita, accelerò i battiti e il respiro gli venne meno. Il vampiro non riusciva a capire il perché di quelle strane reazioni, erano forse quegli stranissimi occhi color cobalto che tanto lo mettevano in soggezione? Non ne aveva idea ma sentiva chiaramente l'anima dividersi in due: la parte più bestiale e cruenta lo incitava a sfondare quella maledetta porta e a ucciderla; l'altra invece più calma e indifferente gli suggeriva di osservare il nemico e starsene buoni, per ora.

Dawn si era subito accorta che la strana aure percepita il giorno prima era tornata. Notò che era diversa, non più un vorticoso ciclone nero ma solo un nuvolone scuro, apparentemente calmo. Dalla fessura sulla porta poté vedere due grandi occhi grigio topo che la stavano osservando.Sembravano particolarmente interessati alla ferita che aveva sulla fronte che era ancora infetta e pulsava. In altre circostanze avrebbe approfittato della situazione rivolgendogli la parola per poterlo "portare sulla retta via", invece rimase inspiegabilmente muta, scoraggiata dal tentativo fallito con quel piccolo vampiro che l'aveva messa KO pochi giorni prima. Aveva forse già mollato? Tutte le sue convinzioni e credenze erano evaporate? Forse si... dopotutto i suoi genitori l'avevano avvisata quanto fossero ottusi e crudeli quegli esseri spietati e ne aveva avuto la dimostrazione sulla propria pelle.

Stanca di essere esaminata voltò la testa verso il muro, sfuggendo a quegli occhi inquisitori e provocando una leggera frustrazione al vampiro. Raggio Di Luna non voleva mostrarsi in alcun modo una debole: potevano averla catturata ma non si sarebbe arresa senza aver almeno provato a difendersi, anche se questo voleva dire ferire o, Dawn rabbrividì, uccidere qualcuno. Il ricordo però dell'aggressione si fece nuovamente vivo nella sua mente e da un occhio dell'angelo una piccola lacrima scivolò giù lungo il grazioso viso. No! Non doveva piangere! Lei era la figlia di Geoff e Bridgette i più potenti angeli del mondo non doveva, non...

Scott sussultò: l'angelo stava piangendo. Sebbene per un orecchio umano fosse impercettibile, sentì chiaramente piccoli singhiozzi provenire dall'esile figura. Era forse crollata psicologicamente? Dopotutto sembrava molto giovane e l'essere tenuta prigioniera in un covo di vampiri beh... non era proprio il massimo per una colomba. Il ragazzo non si chiese come mai questo tipo di pensieri gli andassero ad ingarbugliare la mente, era così e basta.

- Scott! Porca puttana!- la voce anzi l'urlo di Jo lo fecero balzare.

- Che cazzo hai da gridare trans?- ringhiò di rimando fulminandola con lo sguardo. Odiava essere interrotto mentre pensava! Calamity si limitò ad indicare il pavimento dietro la sua figura. Vide chiaramente il volto dell'amico contrarsi e un espressione terrorizzata delinearsi sul viso.

- Che ti succede?- chiese a bassa voce la ragazza dai capelli biondo cenere.

- Non lo so... è...- non finì la frase e si limitò ad indicare la stanza della prigioniera.

- Devi piantarla di venire qui!- esclamò decisa Jo.

Scott sfoderò le zanne e si mise in posizione di attacco.

- Fanculo, non prendo ordini da nessuno!- grugnì furibondo - Sai che non è colpa mia! Tu sai che lo sento, maledizione! Tu non puoi capire, non hai patito ciò che ho patito io! Credi sia facile starmene in questo letamaio e sentire il suo cazzo di odore ovunque? Eh? Rispondimi!-

Ma la vampira non poteva farlo perché conosceva il passato di quel suo "fratellastro". Si limitò a scrollare le spalle per niente intimorita dai suoi artigli a pochi centimetri dalla faccia.

- Non resisterà a lungo comunque e forse è meglio così. Prima sto piccione muore e meglio sarà per te- sbottò Jo prima di voltarsi e andarsene.

Scott rimase perplesso all'affermazione dell'amica e una strana angoscia si impossessò delle sue viscere. Guardò per l'ultima volta dentro la cella prima di seguirla.

- Che intendi dire? Al la vuole forse uccidere?- le chiese affiancandola.

- Non sarà nessuno di noi a farlo ma perirà lei stessa. Sai qual'è la loro fonte di energia principale? Il loro nutrimento?- il rosso scosse la testa - Sono degli strani raggi divini, non so bene come siano fatti ma so per certo che chiusi in uno scantinato, senza una fessura sul mondo esterno che faccia filtrare un pò di luce con quegli strani raggi, periscono. Secondo Heather può resistere una settimana non di più, quindi ancora sei giorni, ora più ora meno-

Scott si fermò in mezzo al corridoio: sei giorni, sei giorni soltanto...





Nota autrice:
Ed eccomi qua con il decimo capitolo! Allora come promesso dal precedente ecco il famoso passato di Lindsday e Tyler! Forse molti di voi vi starete chiedendo il perché io mi sia addentrata nei ricordi di questi due personaggi secondari, ebbene sappiate che... ahah non ve lo dico :D vi rovinerei la sorpresa :D
Duncan: Ti credi simpatica?
Un sacco :D
Duncan: Quanto un clistere :D
Senti chi parla! Comunque, beh lo scoprirete più avanti! Spero che il capitolo sia piaciuto e preparatevi perchè il prossimo sarà uno dei capitoli più movimentati della storia: finalmente compariranno Alejandro ed Heather che sveleranno parti dei loro segreti; Scott compirà una scelta che si potrà definire fatale ed infine ecco Duncan e Courtney, finalmente comparirà per bene questi due bellissimi personaggi!
Duncan: Io sono bellissimo :D
Scott: Megalomane!
Bene, non vi dico altro perchè altrimenti vi rovinerei la sorpresa. Spero come sempre che sia piaciuto e fatemi sapere secondo voi quali potrebbero essere gli sviluppi della vicenda :) un bacione a tutti alla prossima!
                                                                                 Marty Angel




  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Marty_Angel