Fanfic su attori > Cast Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Simply96    19/05/2013    8 recensioni
Ciao a tutti! Prima storia su Ian e Nina, spero vi piaccia :) L'idea è quella di ripercorrere tutte le tappe della loro relazione fino a quando sono usciti "allo scoperto". La storia inizia dalle riprese della seconda stagione, quando si è iniziato a parlare di loro più come coppia.
Dal nono capitolo:
Il mio dito scivolò dalle sue palpebre fino al naso, poi delineò le mascella e risalì fino alle labbra.
Nel toccarle, Ian le dischiuse leggermente e il suo respiro caldo accarezzò i miei polpastrelli.
La mia pelle stava andando a fuoco sotto il suo sguardo.
Una voglia improvvisa m’investì il corpo.
Baciami.
Attenzione: all'interno potete trovare parti che sfiorano il Raiting rosso, ma non in modo esplicito. Per chi resta un pò imbarazzato davanti a certe scene, può sempre contattarmi per mp. Buona lettura :)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Attenzione: contenuti un pò... ambigui e a doppio senso riguardanti una certa cosuccia che sfiora il rosso. Spero di non dar fastidio a nessuno :)

Capitolo sedici.
Wrap Up Party


Le pareti vibravano, la musica entrava nel petto con quel ritmo cadenzale, quasi ipnotico. L’energia si sentiva letteralmente nell’aria.

Tutto era vivo lì dentro: le sedie, i tavoli, le piante, come se volessero lasciar da parte la loro staticità ed animarsi.

I cantanti – anche non professionisti -  salivano sul palco immedesimandosi in Michael Jakcson o Steven Liz, accentuando passi inventati al momento.


Era un locale grandissimo che poteva contenere quasi cento persone, arredato nel più selvaggio stile californiano, contaminato dall’eccentricità del luogo e dalla vivacità degli animi.

Le luci si accendevano e spegnevano a ritmo di musica disco e delle volte cambiavano colore, passando dal blu al viola, creando così un’atmosfera stravagante.

Era passata la mezzanotte ma sembrava che lì dentro il tempo non contasse.

C’era gente che non aveva smesso di ballare da quando aveva messo piede nella pista e c’era chi invece rideva e scherzava seduto ai tavolini di legno posti lungo le pareti.

E questo perché il Wrap Up Party era stata sicuramente la cosa più affascinante e sensazionale che io abbia mai visto.

Oltre alla discoteca vera e propria, tutt’attorno vi era un grande prato, contornato da luci e, all’entrata, una passerella che arrivava fino al cancello.

Un locale diverso da quelli che solitamente frequentavo.

Innanzitutto, c’erano solo attori o volti cinematografici. Niente paparazzi, bodygard alle porte e nessuno, intendo dire proprio nessuno, strabuzzava gli occhi gridando “O mio dio, è Nina Dobrev!”

Non che la cosa mi desse fastidio, al contrario, solo che mi sembrava alquanto strano passare da un tavolo all’altro o semplicemente andare al bagno senza che neanche uno si voltasse.

Perché erano tutti come me. C’erano Vanessa Hudgens, Kristen Stewart accompagnata dal suo collega Kellan Lutz, Mark Salling, Matt Barr, Taryn Manning, Jamie Sigler, Jamie Chung e molti altri ancora.

Indossavamo vestiti stravaganti, fuori dal comune, che ricordavano molto lo stile hippy o le tipiche serate notturne sulla riva del mare. Io portavo un lungo abito color crema, con degli orecchini a gufo abbinati e la tipica fascia sulla fronte degli anni ‘80.

Ognuno di noi era vestito in modo diverso, rendendoci unici e particolari.

Ed eravamo tutti liberi di fare quel che volevamo, tant’è che svariate volte mi ero ritrovava vicino a Ian in atteggiamenti che ci vietavamo di concederci in pubblico, ma sembrava che le persone attorno a noi nemmeno ci facessero caso.

Questa era una libertà che mi prendevo solo quando stavo fra amici o a casa di qualcuno, ma mai in eventi pubblici.

Eppure potevo prendergli la mano, ballarci o semplicemente avvicinarmi sfiorandogli le labbra con le mie.

Verso metà serata, Ian - ubriaco come non mai - mi aveva addirittura baciata con foga.

Io ridevo, scansandolo e lanciando qualche vaga occhiata attorno, come facevo di solito per abitudine.

Eravamo solo una normalissima coppia in mezzo ad altre mille.

Il Dj alzò il volume e il locale era talmente pieno che era impossibile  non prenderci delle gomitate.

Tenevo le mani in alto, sopra la testa, e ridendo mi scuotevo a ritmo della musica, girando su me stessa e ballando con chiunque.

Era questo il bello della serata: potevi voltarti e ritrovanti davanti persone mai conosciute - tipo Danny Devito - prenderti per un braccio e offrirti qualcosa da bere.

Lo stesso Ian si divideva tra me e un gruppo di persone conosciute lì per caso.

Indubbiamente, quella era una tra le miglior feste della mia vita.

Ad un tratto qualcuno mi aveva avvolto i fianchi con un braccio.

Ian si muoveva lentamente, mentre con l’altra mano mi tastava sensualmente la schiena.

Reclinai la testa all’indietro, continuando a spostarmi da un piede all’altro e a ondeggiare con il capo.

Chiusi gli occhi, lasciando che il ritmo mi entrasse nell’animo e facendo sì che le mani di Ian mi toccassero la schiena.

Sentii avvicinare il suo viso sulla mia guancia, il respiro caldo contro il mio. Con le labbra mi sfiorò il naso, per poi scendere sul collo e morderlo.

– Oh, Ian. – risi senza scostarlo – credo che ti sei calato un po’ troppo nella parte. – continuai passandomi una mano fra i capelli attaccati alla pelle.

Lui si levò, ridendo, con lo sguardo voglioso e perso. Aveva bevuto, ma molto più di me.

Mi circondò con le braccia, baciandomi con foga.  A differenza di ciò che avrei fatto se fossi stata sobria, non lo scostai, lasciandolo fare.

Con le labbra ancora attaccate, ballavo stretta fra le sue braccia, creando così un unico movimento con i nostri corpi.

Ian si allontanò un poco, facendo su e giù con la testa, ridendo allegramente, mentre io posavo le mie braccia sul suo collo, mantenendo gli occhi chiusi.

 Continuavo a volteggiare su quei tacchi troppo alti per ballare.

Non mi sentivo più i piedi ma questo non importava. Volevo ballare e Ian era un accompagnatore eccezionale.

Tornammo a baciarci, in mezzo alla pista, fra i tanti corpi che sbattevano su di noi.

E ridevamo, perché eravamo una coppia libera, perché non dovevamo preoccuparci, perché eravamo senza pensieri e perché, per una volta, le nostre azioni non avrebbero portato a strane conseguenze.

La musica si fece più cadenzale e sensuale e Ian, andando a tempo, mi passava le mani sui fianchi, avvicinando il suo bacino al mio, senza levarmi gli occhi di dosso,

Io ghignavo, serpeggiando con il corpo, abbassandomi un po’ e rialzandomi lentamente, avvinghiata al suo collo.

Il Dj aumentò di colpo il ritmo e tutti alzarono le braccia saltando sul posto, mentre la musica entrava nelle vene e l’energia di quel magico locale faceva il suo effetto.

Ian si fermò, prendendomi per mano e portandomi verso i divanetti.

Lo seguii traballante sui tacchi, muovendomi ancora senza smettere di ridere.

Ci sedemmo, mentre il bar man in persona gli offriva sorridente un bicchiere.

– Sai, non dovresti esagerare. – bofonchiai mentre lui non mi dava ascolto e mandava giù uno strano liquido… bluastro?

Appoggiai la testa sulla sua spalla, rendendomi conto con l’unico briciolo di lucidità che mi restava quanto fossi stanca.

Non avevo smesso un solo minuto di ballare e ora i miei piedi chiedevano clemenza.

– Ti ci devo portare più spesso alle feste. – fece lui poco dopo, battendo le dita sul bicchiere a tempo di musica.

Mi tirai su, spostando i capelli su un lato della spalla, fissandolo divertita.

– Amo il Coachella. – risi rubandogli l’ultimo sorso del liquido dal colore innaturale.

Cavoli, era forte e amaro. Lo sentii scorrere lungo la gola come se me la stesse corrodendo con una sfilza di coltelli. Ridiedi il bicchiere al suo legittimo proprietario che lo finì in un unico sorso.

– Eh, Dobrev, ci vogliono anni di duro allenamento per buttar giù alcool del genere. – affermò con aria superiore da esperto di vino.

Gli diedi una botta sulla spalla, sorridendo.

– Questo perché Damon fa solo due cose in tutta la sua esistenza: la prima è appunto bere – iniziai alzando su l’indice, seria – e la seconda è… –

– E la seconda è fare tanto, tanto sesso? – finì per me ghignando beffardamente e socchiudendo gli occhi.

Ci pensai un po’ su storcendo la bocca.

– Stavo per dire “fare sempre il terzo incomodo” ma sì, anche quello. – accettai infine facendogli l’occhiolino.

Ian posò il bicchiere vuoto, dedicando la sua attenzione a me.

– Quindi sono un buon bevitore perché bevo durante le riprese. Secondo questa logica dovrei anche essere modestamente bravo a letto. – constatò aggrottando la fronte, sicuro di sé.

Inarcai un sopracciglio divertita, mantenendo il sorrisetto malizioso.

– Anche Katherine si è fatta una marea di uomini, questo fa di me un’ abile… – lo provocai, levandomi lentamente una spallina – seduttrice? – gli mormorai all’orecchio sensualmente.

Ian prese un profondo respiro, arrossendo di colpo e accavallando le gambe.

Oh, sì, avevo decisamente bevuto, ma quel momento me lo stavo lentamente gustando.

Mi passai la lingua fra le labbra, continuando a giocare con le sue reazioni.

Ian bloccò la mia mano, dove le dita serpeggiavano nella mia scollatura.

– Hai bevuto un po’ troppo. – iniziò lui con sguardo critico – mi piace. – continuò malandrino.

Ridacchiai, incrociando le mie dita con le sue.

A questo punto, fu Ian a portare avanti il gioco. Ci eravamo talmente isolati che la musica - leggermente abbassata - non ci disturbava più.

– Sedurre è solo la prima tappa del sesso. Il risultato… lo si vede sotto le coperte. – corrugò la fronte, alzando il mento e socchiudendo un occhio, in attesa della mia risposta.

Mh, provocatorio eh.

La tensione era palabile, il respiro mi mancava.

Sapevo ribattere a modo mio e a vincere quello strano gioco di cui non conoscevo neppure le regole.

– Direi che hai bevuto abbastanza pure tu… – iniziai, prendendo il bicchiere vuoto e disegnando il suo contorno con l’indice.  – Sai, non credo di essermi mai fatta un uomo.. ubriaco.. – sorrisi maliziosamente leccandomi il polpastrello inumidito dal bicchiere.

Ian lasciò il sospiro a mezz’aria. Stava cedendo. Sono più che sicura che, se avessimo avuto una coperta a 10 centimetri di distanza, mi ci avrebbe buttata senza farsi troppi scrupoli.

Sfortunatamente, non avevamo nessuna coperta a portata di mano.

Aspettai una risposta che non venne, perciò continuai, sorpresa.

– Cos’è Somerhlader, non hai un asso nella manica in queste occasioni? – chiesi fingendo una faccia eccessivamente meravigliata.

Ian ridacchiò fissandomi con quegl’occhi svuotati dall’alcool ma vispi ed eccentrici.

– Il mio asso nella manica sarebbe chiuderci nel bagno per il resto della serata. – rispose con calma, misurando bene le parole.

Mi avvicinai lentamente, sfiorandogli il lobo dell’orecchio con le labbra e passandogli lussuriosamente una mano sul petto.

– Ma perché andare in uno squallido bagno pubblico… quando abbiamo una matrimoniale tutta per noi? – soffiai leggermente, aumentando la pressione con la mano.

Ian ora si trovava in quello stato di limite sopportazione.

Era sorpreso quanto me di questi miei gesti alla Katherine che, però, stavano avendo un effetto desiderato.

– Attenzione Dobrev, stai scatenando in me la belva. – rispose scherno, aggrottando la fronte.

Risi gustosamente divertita.

– E’ la mia intenzione. – feci fiondandomi su di lui e baciandolo.

Ian passò le sue mani sui miei capelli, scompigliandoli ancora di più, mentre la sua lingua incrociava la mia in una danza vorticosa.

Stavamo entrambi letteralmente cedendo, ma fu una vibrazione a salvarci.

Di malavoglia, presi il telefono di Som e lessi il messaggio, mentre lui sospirava in silenzio deluso da quell’interruzione.

Mi passai una mano fra i capelli, sistemandoli un po’, e storsi la bocca.

– Sono arrivati a prenderci. Ci stanno aspettando alle porte del cancello per tornare in hotel. – gli riferii chiudendo il piccolo schermo.

Lui si alzò, un po’ traballante, prendendomi per mano.

Di malavoglia fui costretta a scansarla, mentre mi guardò con aria interrogativa.

– Qui dentro possiamo fare tutto. Là fuori – indicai con un cenno del capo la porta sul retro – no. – finii facendo spallucce.

– Oh, è vero. – scosse il capo.

Entrambi ci riferivamo ai paparazzi che, per nostra sorpresa, se n’erano andati tutti via.

Forse perché erano… le tre del mattino.

Salimmo in macchina e in meno di mezzora fummo finalmente in hotel.

Ciò che poi successe resta confuso, come quando ci si sveglia e non si sa se  quel che è accaduto era un sogno oppure la realtà.

Ricordo solo che Ian, chiusa la porta della camera, si era fiondato su di me.

E la belva, dopo tante parole e provocazioni, si era scatenata.
 

Un rumore fastidioso mi penetrò le orecchie, come se stesse lì per ricordarmi che dovevo alzarmi.

E infatti, così era.

La sveglia trillava insistentemente dall’altro capo del letto, posta sul comodino di Ian che nel frattempo sembrava non accorgersi di nulla.

Sprofondai sotto le coperte, chiudendomi la testa con il cuscino.

Il rumore continuava petulantemente, aumentando.

Dannazione.

Diedi un calcio da sotto le coperte a Ian, il quale finalmente diede segni di vita.

Mugolò, imprecando sottovoce, ma non si mosse di un centimetro per spegnere quel’oggetto che nel frattempo stava letteralmente impazzendo.

Passarono i minuti e sembrava che a Som nemmeno turbasse quel fastidioso frastuono. Molto probabilmente si era riaddormentato.

Aprii definitivamente gli occhi, stiracchiandomi.

Dovevo spegnere quella sveglia.

Strisciai sopra Ian che, inerme, continuava a non muoversi - di lì a poco mi sarei preoccupata seriamente - e allungai la mano per fermare quel fracasso.

Oh, finalmente, silenzio.

Mi accasciai nuovamente, restando sopra quell’uomo che era diventato un tutt’uno con il lenzuolo.

Lo osservai per svariati minuti.

Il volto rilassato, un po’ arrossito. Il petto che si alzava ed abbassava regolarmente, le braccia distese lungo il corpo morbido e forte.

Sorrisi, contornandogli il viso con il polpastrello dell’indice.

Lanciai un’occhiata distratta all’orologio. Fra meno di due ore dovevamo trovarci in aereo.

Dovevo svegliare quell’essere che sembrava non accorgersi che la sua fidanzata gli si era sdraiata sopra.

Seduta sopra di lui, una gamba di qua una di là, iniziai a schiaffeggiarlo svariate volte, ma l’unica cosa che ottenni fu che aprì, per un solo istante, un occhio.

Sbuffai divertita ai suoi borbottii.

– Ian. –

Ormai, l’unico metodo che aveva avuto un qualche successo, era quello riguardante la lagna: scuoterlo e chiamarlo più e più volte fin quando, stufo, non si alzava.

– Iaaan. –

Ha aperto entrambi gli occhi.

–IAAAAAAN. – aumentai il tono della voce premendo di più le mani sul petto.

Tossì un poco poi, protestando, mi spinse sulla mia parte di letto.

– Buongiorno. – sorrisi tornandogli vicina, sdraiata su un fianco.

Lui si toccò la fronte, poi passò a tastarsi il resto della faccia, scansando delicatamente le mie mani.

– Mi fa male la testa. – brontolò sommessamente, come se fosse colpa mia.

Sospirai, tornando ad accarezzarlo.

– Vedi che succede a bere liquidi blu? – lo rimproverai come se fossi sua madre, abbassandomi a dargli un bacio sulla fronte.

Lui sorrise, accarezzandomi i capelli.

– Tra quanto abbiamo l’aereo? – mormorò stropicciandosi gli occhi.

– Tra due ore dobbiamo stare in aeroporto, prenderemo un taxi, lasceremo le valigie a casa e poi subito sul set. Abbiamo delle scene arretrate da finire. –

Ian si stiracchiò, sbadigliando sonoramente e, afferrandomi per un fianco, mi fece sdraiare sopra di lui.

– Che genere di scene? – domandò osservando i lineamenti del mio viso, seguendoli con l’indice.

Corrucciai il naso, pensierosa.

– Spero non si tratti di scene di sesso. – continuò lui, ghignando.

Non… non voleva riaprire sul serio i discorsi della sera precedente, vero?

Sorrisi leggermente imbarazzata, scostando una ciocca che era finita sul mio viso.

– Non dirmi che ti sei stancato. – inarcai un sopracciglio, baciandogli la punta del naso.

Non rispose, ma dal suo sguardo… oh, sì, si era stancato.

Io, Nina Dobrev, 22enne, impacciata attrice alle prime armi, avevo fatto stancare Ian Somerhalder, 30enne, uomo di cinema da tempi ormai remoti.

Oh.

– Mi aspetta un gran lavoro.  Elena dovrà andare incontro ad un sacrificio e Katherine… bè, è Katherine. E poi devo ripassare le battute. – scossi la testa, pensierosa.

Ian sembrò pensarci su un momento.

– Mh. Damon invece sta sul letto di morte. Direi che non c’è paragone. – affermò convinto e felice di non dover far nulla di così eclatante, se non starsene sdraiato, sudare e parlare come se qualcuno gli avesse strappato le corde vocali.

Riprogrammando mentalmente la mia giornata, mi alzai, dirigendomi lentamente verso il bagno.

Prima di aprire la porta Ian mi richiamò.

– Che c’è? – domandai girandomi di trequarti.

Lo trovai seduto, con le braccia piegate dietro la nuca e uno sguardo inquisitore rivolto al mio corpo.

- Con questo pigiamone bianco hai perso tutta la tua aria di brillante seduttrice. - constatò convinto.

Sgranai gli occhi e la bocca.

– Ti… ricordi? Ma scusa, non eri ubriaco? – domandai incredula.

Lui ridacchio, passandosi una mano fra i capelli.

- Ehhh, Nina Nina. Più che ubriaco mi considererei brillo e allegro. E ricorda: tutti gli uomini ubriachi sanno ciò che hanno fatto la sera prima. –

Mi mordicchiai il labbro superiore, lasciandomi dietro quella sua gran perla di saggezza ed andai a lavarmi i denti, certa che quella giornata sarebbe stata pesante.

Inoltre, nonostante apparissi meno stanca di Ian, un leggero mal di testa pulsava nella mia mente come per farmi ricordare di aver alzato il gomito la sera precedente.

Ero spossata, ma Elena mi aspettava sveglia e pimpante, e la mia faccia poteva esser ben risistemata con una buona dose di trucco.

Dopo aver aspettato quella buona mezzora in cui Ian si ricordava come vestirsi, potemmo finalmente scendere per fare colazione e, infine, tornare per la Georgia.

Lì, una volta arrivata sul set, non solo avrei ripreso la mia routine, ma avrei dovuto fare i conti con il post-Coachella.
 

– Non. Posso. Crederci. –

Kat rideva sottovoce alla mia espressione sconvolta e Candice mi stava riprendendo con il telefonino.

– “E questa è la tipica faccia di Nina quando, ricordandosi di essere una star internazionale, capisce che non può andare ad un Coachella con il suo presunto nuovo fidanzatino e tenerlo per mano.” – continuava la bionda rivolgendosi al piccolo schermo illuminato, prendendomi in giro.

Sono più che sicura che, se quel portatile non fosse stato il mio, lo avrei scaraventato contro il muro di fronte.

– Per non parlare di quello che avete fatto al Party. – aggiunse divertita Kat aspettando una mia reazione.

Di colpo sbiancai sgranando gli occhi.

– C..cosa? E voi… e voi come fate a saperlo?! – gridai sommessamente prendendo la testa fra le mani e passando lo sguardo imbarazzato da Kat a Candice.

Le due, dopo un momento di esitazione, scoppiarono a ridere, battendo allegramente le mani.

– Nina, stai calma. E’ stato Ian stesso a rivelarcelo. –m’informò la bruna tranquillizzandomi.

– Come sarebbe a dire? Cioè, Ian vi ha raccontato che… –

Non riuscivo nemmeno a finire la frase.

Sentivo il sangue fluirmi nelle guancie e il cuore battermi all’impazzata.

– Ci ha solo raccontato che vi siete un po’ lasciati andare, ma ha preferito non entrare nel dettaglio. – continuò Candice scotendo il capo.

Kat riprese la parola, sorridendo maliziosamente e avvicinandosi a me.

– Perché, avete fatto qualcosa di iper-sconcio che non potete raccontare? – mi stuzzicò inumidendosi le labbra, mentre Candice finalmente spegneva quel suo dannato telefono e si sedeva stretta accanto a me.

In mezzo, tra le mie due migliori amiche, non potei far altro che raccontare la verità.

Che sì, insomma, eravamo talmente ubriachi - Ian soprattutto - che se non fosse stato per il telefono ci saremmo davvero chiusi in un bagno.

– Mh, non è da te. – constatò Kat dopo la scottante rivelazione.

Io sospirai, scuotendo la testa.

– Esattamente. Questo non dovete assolutamente dirlo a nessuno. Nemmeno agli altri. – aggiunsi guardando prima una e poi l’altra.

Candice si mise una mano sul cuore.

– Ma per chi mi hai preso, per una che spettegola a destra e a sinistra e che sa tutti gli ultimi gossip del momento? – domandò innocentemente.

Kat reclinò la testa in avanti, lanciandole un’occhiata torva.

Io ridacchiai, mentre la bionda ruotava gli occhi sbuffando.

–E va bene, ma di certo non infamerei un’amica. – confermò più autoritaria, e questa volta le sorridemmo entrambe, abbracciandola.

Tornai a fissare lo schermo del pc assieme a loro.

Lì, sorridenti e sdraiati, io e Ian scherzavamo e ridevamo con Joshua e Diane.

– Bè, guarda il lato positivo: sei venuta bene in tutte le foto. Oh, sei così fotogenica! – sdrammatizzò Candice.

Le diedi una spintarella.

La neo-coppia di vampiri è finalmente decisa di uscire allo scoperto? – lessi ad alta voce, leggermente infastidita.

– Ciao ciao amore segreto. – osservò Kat facendo spallucce.

Scossi la testa, picchiettando contro lo schermo.

– Non significa niente! Insomma, se due persone si tengono per mano devono per forza stare insieme?! – esclamai esasperata guardando prima una poi l’altra.

Le due si lanciarono un’occhiata d’intesa.

– Ok d’accordo, io e lui stiamo insieme. Ma... suvvia, non ci siamo mica baciati! Quello avrebbe creato scalpore, non una piccola ed innocente presa per mano. – sbuffai, imprecando mentalmente contro chi aveva scritto quell’articolo.
Candice mi posò una mano sulla spalla.

– Nina smettila di avercela contro i giornali. In fondo, è il loro lavoro creare notizia e divulgare immagini. E poi, di cosa ti preoccupi? Vi hanno visti insieme, hanno scritto qualche commento, ma finisce tutto lì. Non sanno la verità e il massimo che possono fare è immaginarsela. Stai tranquilla, vedrai che tra meno di un mese queste foto nemmeno verranno più visualizzate. – cercò di rassicurarmi sorridente.

Naturalmente, nemmeno lei credeva a queste sue parole.

Kat la guardò come per dire Nina non è così stupida da crederci, ma io finsi ugualmente di confidare in quelle parole.

Nonostante questo, però, capii che io e Ian dovevamo stare più attenti.

Alla prossima convention o riunione non ci saremmo permessi di abbracciarci e tenerci per mano.

Almeno, non in luoghi creati apposta per i paparazzi.

E, mentre Ian entrava in Sala chiacchierando allegramente con Joseph, mi chiesi se ci sarei riuscita.

Se sarei riuscita a tenermi lontano dall’uomo che amavo.
 
  

(Per quanto riguarda Ian... non ho trovato nessuna foto...)

Ok, lo so… il mio ritardo è imperdonabile. Sto di fretta, come se non bastasse, quindi cercherò di sintetizzare al massimo tutto ciò che ho da dirvi.
Partiamo da questo capitolo. Sfortunatamente, volevo ampliare maggiormente il party ma poi sarebbe diventata una cosa troppo lunga. E poi, molte cose festose (?) tralasciate in questo capitolo verranno riprese per un altro party in seguito. L’immagine del locale spero sia stata chiara: un enorme sala piena zeppa di attori, invitati apposta per quell’evento. Non so se c’era anche “gente normale”, ovvero non-famosi, ma di sicuro i paparazzi non erano presenti poiché è un evento privato in cui si poteva accedere solo su invito!
In questo capitolo, ho voluto metter da parte la solita Nina riflessiva, rendendola molto più provocante. Spero che vi sia piaciuta perché cose del genere succederanno anche in futuro. So che non sono poi così tanto scandalose, ma per mantenere il Raiting arancione sono costretta a non andare troppo nel dettaglio. A me va bene anche così, non voglio diventi una storia troppo spinta, mi piace così com’è, normale :)
Non ho inserito scene di sesso perché.. bè, verranno inserite in altri capitoli y.y sempre in modo misurato però.
Infine, mi mancava il rapporto Candy-Nina-Kat, e non ho resistito a inserirle, anche se solo per poco, dentro un capitolo di passaggio!
Questo mese è stato un po’ difficile, soprattutto per la scuola -_- Spero che, nonostante non aggiorni da quasi due mesi, continuate a seguire la mia storia che sta giungendo al termine. Mancano ancora un bel po’ di capitoli, ma ci troviamo sulla via della conclusione.
Spero di sentirvi, tanti come prima. Un bacione a tutte, ci vediamo la prossima settimana, promesso! <3
Video del party Ian/Nina + altri attori: http://www.youtube.com/watch?v=58Im-eYbQlU
  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Simply96