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Autore: GiadyCherry    20/05/2013    0 recensioni
Lei è fuggita, fuggita da me, dalla sua famiglia, dai suoi più cari amici e tutto per dimenticarmi. Tutto solo ed esclusivamente per cancellare quello che eravamo stati, ma lei è pienamente consapevole che non può farlo. Vuole autoconvincersi che io appartenga al passato e che non avrò mai un posto nel suo futuro, ma io quel posto lo avevo e voglio fare ogni cosa in mio potere per riprendermelo. Gli sbagli non si possono cancellare e io con lei ho sbagliato diverse volte, ma non possiamo negare il fatto che noi ci apparteniamo. E sarà così per sempre. [tratto dal 2°capitolo]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4°CAPITOLO - Toccata e fuga.

LEI:
Usciamo velocemente, ci avviamo verso la macchina di Janine parcheggiata nel parcheggio sul retro del palazzetto per evitare il traffico.
Vedo una sagoma uscire dal retro, mi sembra di riconoscerla per questo affretto il passo, Janine fatica a seguirmi.
Arriviamo alla macchina e io salgo il più veloce possibile.
"Parti." Dico appena salita in macchina
"Ma..."  Prova a obiettare Janine.
"Janine, per favore parti!"
In quel momento obbedisce senza più replicare. E così ti lascio nuovamente, con mille domande. Ti lascio senza sapere cosa sarebbe successo se ti avessi ascoltato, se fossi rimasta con te, se per una volta il cuore si fosse imposto sulla mente.
Durante il tragitto non proferisco parola, il mio sguardo è fisso in direzione del cruscotto e completamente assente. La mia mente, il  mio cuore, la mia anima, tutto va a lui. Solo il mio corpo è qui e non vorrebbe esserci. Cerco di autoconvincermi di aver fatto la cosa giusta, perché perdendomi nuovamente nei tuoi occhi e respirando ancora il tuo profumo, mi sarei fatta ulteriormente del male. Cerco di fissare nella mia mente il motivo per cui sono venuta qui a Monaco: per chiudere definitivamente con il mio passato e con tutto ciò che riguardava te. Rimarrai un ricordo, un bellissimo ricordo, Bill. Solo questo e niente altro, per quanto possa fare male è la scelta giusta da fare. Non hai bisogno di me, non ne hai mai avuto e non ne avrai mai. Vivrai meravigliosamente la tua vita, con la tuo fianco una ragazza che saprà amarti e che ti starà accanto, mentre io resterò un semplice dettaglio in un angolo dimenticato della tua straordinaria esistenza.
 
LUI:
Mi guardo in giro abbastanza spaesato, l'unico movimento è un auto che si allontana dal parcheggio, per il resto tutto tace. Sicuramente non puoi essere qui, mi sposto verso l'uscita, non rendendomi conto di quello che faccio.
In un attimo mi ritrovo addosso una massa indescrivibile di ragazzine urlanti che chiedono foto e autografi non credendo ai loro occhi.
Fortunatamente le guardie sono pronte a tutto e me la cavo con qualche autografo veloce per la felicità di quelle poche ragazze.
"Si può sapere che ti è saltato in mente, Bill?" David è a dir poco furioso, Tom si passa una mano sul volto, io non proferisco parola.
"Che volevi fare?"
"Ehm...niente." Soltanto ritrovare ciò che mi manca da troppo tempo.
"David, dai, lascialo in pace. Siamo tutti stanchi." Cerca di dire Tom.
"Lasciarlo in pace?! Non capisci che in questo modo ha attentato alla sua incolumità?!"
"David sono solo delle fans, non vogliono far del male a nessuno." Intervengo io, cercando di riparare il danno.
"Andate a dormire, per favore!" Conclude David massaggiandosi le tempie.
Quando finalmente riusciamo ad avviarci verso le nostre camere vengo bombardato di domande, anche da Gustav e Georg, ma riesco a deviarle non so come ed entro nella mia stanza seguito a ruota da Tom.
"Almeno l'hai trovata?" Chiede impaziente.
"Pensi che sarei qui se l'avessi trovata?!"
"Sarà più difficile del previsto."
Sospiro.
"Lo so."
"Monaco ha più di tre milioni di abitanti. Potrebbe essere dovunque."
"La troverò, Tom."
"Hai preso in considerazione tutte le possibilità?"
"Sì, sono consapevole che sarà difficile, so anche che potrebbe non volermi neanche vedere oppure avere un altro uomo." Pronuncio a fatica queste parole, perché con tutto me stesso scongiuro che non siano vere.
"Abbiamo solo qualche giorno, poi dovremo partire per Parigi."
Parigi...di nuovo un ricordo del nostro ultimo incontro, era lì che eri stata prima del nostro addio. Quel luogo magico che ti aveva allontanata diversi giorni da me e che è riuscito a far sì che ti perdessi definitivamente.
"Bill." La voce di mio fratello mi distoglie dai miei pensieri. Lo guardo con un'espressione quasi apatica dipinta sul volto.
"Sei davvero sicuro di volerla rivedere?"
"Perché me lo chiedi, Tom?"
C'è una lunga pausa, dove il silenzio diviene anche fin troppo assordante alle mie orecchie.
"Perché ho paura." Per la prima volta Tom Kaulitz, il celebre e invincibile chitarrista dei Tokio Hotel ammette di avere paura e non per se stesso, ma per me.
"Di cosa, Tom?" Gli domando anche se posso facilmente intuirlo.
"Ho paura che tu possa non trovare quello che cerchi, ho paura che tu possa commettere un altro errore e soffrirci ancora più del precedente e ho paura in quel caso di non essere in grado di starti vicino come vorrei." Dal suo sguardo capisco che è seriamente preoccupato e per la prima volta mi ha esternato ciò che prova senza sentire necessariamente il bisogno di mostrarsi in ogni caso il più forte dei due.
Accenno un sorriso.
"Tu fai già troppo per me." Lo abbraccio, approfittando di uno di quei rari momenti di tenerezza con mio fratello. "Grazie." Concludo infine, ricevendo in cambio un sorriso forse un po' imbarazzato.
"Dai, idiota vai a dormire!" Mi dice colpendomi scherzosamente con un cuscino e alzandosi dal mio letto. "Buonanotte!"
"Grazie Tom. Ti voglio bene."
Sorride ed esce dalla mia stanza chiudendo la porta dietro di sé. Mi faccio una lunga doccia rilassante, sempre con gli stessi pensieri in testa e mi addormento a fatica con la sua immagine chiara e nitida nella mia mente.
 
LEI:
Il viaggio in macchina risulta terribilmente lungo e silenzioso. Dallo sguardo di Janine capisco che vuole una spiegazione e non la biasimo.
Guardo fuori dal finestrino, le luci di Monaco sono fantastiche a quest'ora, mi domando se dalla finestra della tua suite o, magari, dal finestrino del tuo bus le stai ammirando anche tu. Forse non dovrei pensarti così tanto perché sicuramente tu non lo stai facendo e non lo farai.
Mi chiedo solo il motivo per cui tu sia uscito in quel modo dal palazzetto, rischiando di essere visto, anzi, per quanto ne so io potresti anche esserci riuscito ed esserti ritrovato addosso un numero spropositato di persone adoranti per un motivo a me oscuro.
Persa tra i miei pensieri non mi sono neanche accorta che siamo arrivate a casa, Janine parcheggia e, sempre in silenzio, saliamo nel nostro appartamento situato appena fuori dal centro della città.
Cerco di comportarmi in maniera più indifferente possibile, forse per evitare di dover dare spiegazioni, ma a quanto pare non basta.
"Non credi di dovermi una spiegazione?" Mi ferma Janine, mentre sto per recarmi nella mia stanza.
"Su cosa esattamente?"
"Per esempio sul fatto che mi hai fatto fare una partenza da formula uno, senza spiegarmi perché."
La guardo incerta, poi decido che tanto vale mettere le carte in tavola e dirle la verità.
"Janine." Prendo un bel respiro. "Bill stava uscendo dal retro del palazzetto."
"Cosa?!" Mi fissa con espressione incredula. "E perché non me l'hai detto subito?"
"Non volevo incontrarlo."
Sospira.
"Era solo?"
"Sì."
"E secondo te perché è uscito da solo senza guardie del corpo?"
"Non lo so. Non è un mio problema." Cerco di concludere.
"Lo diventa se è uscito per cercare te."
"Cercare me?! Janine tu fantastichi troppo."
"E tu troppo poco." Mi rimprovera.
"Neanche ricorderà più il mio nome."
"Lo dici tu. E comunque puoi fingere con chiunque, ma non con me. Io so che tu lo ami ancora e non capisco perché fuggi da lui."
"Io non fuggo da niente e da nessuno. Lui mi ha tradita e ora mi avrà anche dimenticata. Non abbiamo più niente da spartire."
"Secondo me sbagli!" Conclude lei recandosi nella sua stanza e lasciandomi con il dubbio, se sto facendo o no la cosa giusta di cui fino a ieri ero fermamente convinta.
Tiro su le coperte e cerco inutilmente di prendere sonno, mentre il suo volto continua ad apparire nella mia mente. Dopo stasera non lo rivedrò mai più e forse con il tempo il dolore lascerà il posto al ricordo. Una singola lacrima scivola sulla mia guancia e mi addormento con essa, facendomi largo in un sonno pieno di angoscia e tormento.


Spazio autrice: Ok, ci ho messo una vita e mezza a pubblicare, anche se il capitolo era già pronto da un sacco di tempo, chiedo umilmente perdono a chi aspettava di leggere il continuo, e soprattutto all'unica persona che è stata così gentile da lasciarmi una recensione al capitolo precedente, spero che almeno il capitolo sia all'altezza. Un bacio.
  
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