Nota iniziale: parto col dire che questa è una storia a 4 mani, ambientata alla fine dell’ ottocento, narra l’amore che potrebbe nascere anche fra due persone di diverso ceto sociale, ogni capitoli saranno divisi in diversi spazi, non ho molto da dirvi tranne che spero sia di vostro gradimento, vi auguro una buona lettura!
Alla biblioteca…
Capitolo 1
Eleanor Summington era una ragazzina sui diciassette anni, capelli biondi, e occhi di un insolito color ametista, quella mattina era uscita senza carrozza, era una giornata splendida come non si vedevano da mesi, salutò cortesemente il vecchio banchiere, amico d'affari di suo padre, un uomo severo e dolce allo stesso tempo, arrivò alla sua destinazione, "la biblioteca" del paese, la sua passione era leggere, divorara i libri in pochissimo tempo, entrò e andò al bancone dove era certa che avrebbe trovato il vecchio signor Frederic, un anziano uomo che conosceva fin da, quando era bambina, si appoggiò alla scrivania "Signor Frederic? Sono tornata a restituirle il libro!"
Già...Aveva per le mani una decina di libri che torreggiavano sul suo capo con la stessa minacciosa presenza di una tempesta nei pressi di un porto e si chiedeva per quanto ancora avrebbe resistito alla letale prova d’equilibrio. La fronte cominciò ad imperlarsi di sudore, mentre le mani si fecero viscide e insicure sotto l'inquietante peso dei vecchi registi del Sindaco.
Il silenzio pareva l'unico fattore in grado di dare equilibrio alla situazione a dir poco ridicola, i suoi grandi occhi verdi saettarono per un attimo verso la porta d’ingresso che con il suo cigolio aveva svelato la presenza di un cliente. Poi di seguito una dolcissima voce giunse alle sue orecchie e lì si scatenò il putiferio, distratto dall'incantevole suono i libri scivolarono su un lato.
Gravarono tutti in un'apocalittica visione sul piede destro, il dolore fu così forte da strappargli un gridolino. Osservò per un attimo il danno e felice di non essere presente difronte al sindaco decise di lasciare lì ogni cosa e dirigersi immediatamente verso la cliente, non sapeva chi poteva essere, forse una delle oche che frequentava la moglie del sindaco nei suoi penosi picnic, e se l'avrebbe saputo la moglie sarebbero stati guai...Corse immediatamente verso il bancone, pregando Dio che la donna non si fosse incuriosita per cercare il vecchio Frederic, di cui lui aveva preso il posto. Attraversò la soglia dello sgabuzzino. "Buongior...Auch!" Nella corsa era inciampato nei suoi stessi piedi e difronte alla tenera ragazzina che aveva visto dietro al bancone cadde.
Già...Vincent era proprio un ragazzo maldestro...
Eleanor si avvicinò e gli porse gentilmente la mano sorridendo "Si è fatto male?" chiese con tono educato "Ho sentito un rumore, le sono caduti dei libri?"
Continuò a sorridere dolcemente "Il signor Frederic non c'è? Ieri ero venuta a prendere un libro e l'ho riportato...".
Una ciocca cadde dalla coda bassa che era solita portale finendole sul viso, ridacchiò leggermente, mentre continuava a porgergli la mano per aiutarlo a rialzarsi.
"Oh...Grazie...Ma non c’è il bisogno...Posso fare da solo...Non c'è...." Disse alla ragazza, mentre si rialzava da solo, un pò imbarazzato, ma ancora intontito dalla caduta"...Dicevo...Non c'è bisogno di scomodarsi per me" Lanciò un sorriso colmo d’imbarazzo, mentre la sua mente tornava a pochi secondi prima ricordando il tenero risolino della ragazza che ora guardava affascinato negli occhi.
Continuò a sorridere gentilmente sistemando la ciocca dietro l'orecchio "Secondo me, bisogna scomodarsi per tutto e tutti" ammise per poi arrossire e abbassare lo sguardo "Ma sono solo i pensieri di una donna... Non contano molto, anzi... Non contano per nulla...”.
"Non si deve non dare poco conto ai vostri pensieri, quanto a quelli di chi parla senza pensare realmente" lanciò un sorriso, mentre, meravigliato della modestia di quella ragazza ne osservava ancora i lineamenti del viso così gentili. " Ma la prego di presentarmi, sono Vincent Shadowing, sono una nuova recluta della cultura Inglese, pronto a servirla" sorrise nuovamente con maggiore sincerità.
Porse la mano "Eleanor Summington, lieta di fare la vostra conoscenza signor Shadowing" disse con ancora il rossore ad imporporarle le guance "Come mai il signor Frederic non c'è?" chiese leggermente preoccupata "Non manca mai a lavoro...".
Non diede importanza alle parole quanto alla mano che lei gli stava porgendo, la prese con delicatezza e finse di baciarla stando bene attento a non sfiorare con le labbra nemmeno il guanto che le copriva.
Un secondo dopo rivolse il volto nuovamente verso di lei e sentendo il nome di Frederic subito rispose. " Ah già. il vecchio Frederic, la vecchia raggiunge tutti e a maggior ragione lui che di anni ne ha sempre avuti rispetto a noi giovani. Ho preso il suo posto, sinceramente non so quando deciderà di tornare, ma credo che prima o poi si riprenderà".
"Oh..." aggiustò l'abito color panna, stranamente semplice per una del suo rango, stretto in vita, il bustino era leggermente ricamato con dei fiori, sospirò "Che peccato, il signor Frederic mi mancherà un pò..." fissò il ragazzo e sorrise "Comunque, sono qui per prendere un'altro libro!" esclamò
Il ragazzo portò un per attimo la mano ai lunghi capelli
castani e li mosse leggermente sentendosi spettinato, poteva essere definito
quasi un tic , lo faceva sempre quando si sentiva
imbarazzato o difronte a qualche incredibile dilemma. I suoi occhi verdi
studiarono ancora per un attimo il volto per poi seguire con lo sguardo la mano
della dolce ragazza che teneva ancora. Il vestito aveva il colore delle perle
del mare eppure pareva che il vestito in realtà fosse semplicemente bianco ma
che i raggi del sole si divertissero a colorare con diverse sfumature le piege e i piccoli fiori che decoravano il bustino. Una
nuova ondata di imbarazzo invase il suo stomaco
lasciando automaticamente la mano e quasi pentito del gesto osservò gli occhi
della ragazza alla ricerca di una sorta di qualche ammonimento a quella
condotta poco cortese e sgarbata. Si era dinuovo
perso nei suoi pensieri e tra un timore e l'altro non aveva ascoltato ciò che
la ragazza le aveva detto, non poteva fare peggior
errore. Fece un lentissimo e impercettibile passo indietro portando le mani
delle tasche del gilet che indossava, era verde come i suoi occhi e cercò, in
quel colore che tanto adorava, un pò di calma.
Sicuramente era lì' per un libro e mostrando
nuovamente il suo sorriso imbarazzato si rivolse con gentilezza alla ragazza.
" Siete venuta qui
per un libro credo? Nevvero?"
E chiamò per la seconda volta la divina provvidenza affinché lo proteggesse
dalla più terribile delle catastrofi...
L'ira di una donna...
"Si, sono qui
per un libro!"
Rispose senza smettere di sorridere
"Ormai li ho letti tutti, ma voi
sareste così gentile da mostrami quello che più vi
piace?"
Quasi si pentì della richiesta, infatti diventò subito rossa sulle guance e
abbassò nuovamente lo sguardo intrecciando le mani fra di loro, come faceva
quando era imbarazzata, afferrò un lembo del vestito e cominciò a torturarlo.
"Però... Se non volete, vi capisco
benissimo messere...".
Non se ne era accorta...Che
sollievo...
Tirò un silenzioso sospiro di sollievo mentre ascoltava, con la stessa
attenzione che si presta a un ladro che fa una minaccia di morte, le richieste
della ragazzina che parevano quasi inverosimi,
difronte all'affermazione di aver letto tutti i libri della biblioteca.
Con la mente ritornò nello sgabuzzino ad immaginare la moltitudine di libri che
in un solo giorno aveva imparato ad odiare, era
umanamente impossibile leggerli tutti, si chiese per un momento se difronte a
lui non ci fosse qualche strana e mistica creatura, una di quegli esseri che
vivevano per anni rimanendo sempre giovani e stupende.
Eccolo nuovamente mettere il piede in fallo, e ben presto fù
conscio di non aver ascoltato l'ultima parte del discorso, non desiderava
deludere la gentile ragazza e, per quanto stupide
fossero le sue supposizioni, nella sua mente rimanevano sempre i dubbi che la
ragazza, forse volontariamente, aveva fatto sorgere in lui.
"Bene, riconosco di essere anche io un accanito lettore, ma non potevo mai
immaginare che una ragazza come lei dopo aver letto tutti quei libri..."disse
segnando con la mano lo sgabuzzino alle sue spalle.
"...Si rivolgesse a me per conoscere quello che con più piacere ho
letto...MI fate un grande onore..."
Portò nuovamente la mano tra i suoi scompigliati capelli castani questa volta
per riflettere e pian piano selezionare quale libro sarebbe stato più degno.
"Credo proprio che le consiglierei Il Ritratto di Dorian Gray di Oscar
Wilde è uno scrittore di piccola fama ma i suoi scritti mi hanno colpito
molto...E' un libro da rileggere, ne sono certo..."
Un sorriso misto tra compiacimento e sicurezza, aveva risolto un dilemma e
anche in maniera abbastanza concisa...
Voleva dare una buona impressione, ci era riuscito?
Non lo poteva assolutamente immaginare...
Ecco era tornato ai suoi soliti pensieri e non aveva in alcun modo degnato la
ragazza di un minimo di attenzione...
Già se ne pentiva...
Si accorse della disattenzione del ragazzo e abbassò lo
sguardo, era ovvio, lei era una ragazza, non contava molto nella scala, poteva
anche essere nobile, ma era pur sempre al disotto di un uomo... Sospirò e continuò a torturare il vestito.
"Grazie del consiglio..."sussurrò lievemente "So dove trovare il
libro..."
Gli rivolse un breve sorriso di cortesia e si avviò fra gli scaffali, non
sapeva nemmeno cosa le stesse succedendo, quegli occhi, così verdi e belli,
l'avevano ammaliata, si sentiva strana, rattristata dallo scarso consideramento
del ragazzo.
Prese il libro e lo fissò tristemente, infondo, non doveva e non poteva pensare
ad un altro giovane, si sarebbe sposata fra una settimana col barone Catterbun,
un uomo dieci anni più grande di lei, non dimostrava interesse per i libri,
anzi, era contrario al fatto che una donna leggesse.
Certo, non poteva negare che era un uomo di bell'aspetto, ricco, ma non
l'amava... Era un matrimonio combinato da suo padre, aveva cercato di opporsi,
ma con scarso risultato, e adesso, si presentava difronte a lei un ragazzo che
aveva la sua stessa passione per i libri, poteva anche non essere nobile, ma
lei credeva nell'amore a prima vista e, da quel che il suo cuore le diceva, se ne era innamorata.
Scosse la testa per scacciare quei pensieri dalla mente e tornò da Vincent.
"Grazie mille del consiglio..."sussurrò con lo sguardo basso.
"Le riporterò il libro non appena l'avrò finito..."
Già... Dopodichè avrebbe detto addio alla lettura,
un'altra settimana, e avrebbe rinunciato alla sua vita.
Fine primo capitolo…