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Autore: PhoenixAinsel    20/05/2013    0 recensioni
Nella Valle di Salim, qualcosa è accaduto.
Un Portatore dopo secoli ha fatto il suo ritorno, per venire a prendere la Custode che gli appartiene.
Un compito da svolgere, una missione che non può essere svelata...
Ma solo letta da voi....
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un possente tonfo che fece tremare l’intera valle di Salim, annunciò l’arrivo del Portatore al Monastero.
Un gran brusio faceva da padrone mentre l’elegante figura, nelle sue magnifiche e sobrie vesti color nero argento, faceva risuonare il suo passo per i grandi chiostri dell’austero loco che profumava di antico e saggezza.
“Mio signore, troverai la Custode presso il Chiostro del Sigillo” disse uno dei Novizi con le mani celate nello scapolare.
Chinò quindi il capo e si fece d’un canto indicando con la dritta la direzione da prendere al Portatore.
Ed Egli avanzò, mentre l’eco del rumore prodotto dagli stivali si affievoliva assieme all’eco dei brusii.
Raggiunse quindi l’intarsiata porta che dava presso il Chiostro della Luna.
Al suo interno vi avrebbe trovato colei che cercava.
Poggiò la palma sul legno finemente intarsiato del portone e restò cosi, immobile. Prese un respiro mentre la dritta veniva condotta al pomolo della Lacrima, quindi spinse.
L’uscio si aprì cigolando appena. Vide un profluvio di luce inondare la sala, giochi di arcobaleni argentei e scintillanti che arricchivano di luce le colonne che convergevano in semplici archi al centro presso una fontana.
E li davanti Lei. Longilinea figura in una veste semplice di veli e raso che lasciava scoperta la schiena e due grandi ali ripiegate e piumate di nero.
“Ti aspettavo” mormorò ella senza volgersi.
Il Portatore fece cinque passi dopo l’ingresso e si fermò, divaricò appena le gambe.
Lei si volse, lasciando ondeggiare i capelli bruni. Occhi dal taglio allungato, profondi e castani lo incatenarono.
Ai polsi pendevano i bracciali di due catene e le catene stesse spezzate dopo circa cinque o sei anelli. Ferite di vario genere tumefacevano i polsi stessi rendendoli violacei e lividi. Iniziò ad avanzare. Ad ogni passo si intravedevano i piedi nudi far capolino dalla veste ed un clangore di catene provenire dal suo passo che pareva eppure tanto lieve. Man mano che la Custode si avvicinava il Portatore poteva vedere come anche le ali non erano state risparmiate allo strazio delle catene ed in alcuni punti avevano il piumaggio arruffato e sporco di sangue rappreso, come se uncini le avessero tenute aperte contro forza.
“Perdonami se ho tardato al mio compito, Portatore, ma sono stata fermata e, benché ciò non mi giustifichi, ti prego di perdonarmi ugualmente…”
Chinò il capo lasciando scivolare in avanti i lunghi capelli bruni e arrestò il passo a meno di un metro da lui.
 Lui rimase semplicemente ad osservarla, silenzioso, le braccia incrociate sotto il mantello. "Immagino tu abbia tentato il possibile..." Rispose laconicamente, guardandola e poi spostando lo sguardo alla finestra... "Anzi ti chiedo io perdono per averti recato disagio con la mia richiesta..."
Ella sollevò quindi il capo portando nuovamente gli occhi sulla di lui figura ed annuì. Tacque il fatto che il dolore alle ali o ai polsi la straziava. Non poteva permettersi di vacillare dinnanzi un Portatore.
"Non devi scusarti...desideravo raggiungerti...più d'ogni altra cosa..."rispose lei.
"Ora sono qui..." con un tono insolitamente gentile, mentre la osservava di nuovo. "Perché non hanno fatto nulla per alleviare le tue pene?" Una domanda semplice, quasi un sussurro, mentre osservava le figure nel cortile, dalla finestra...
"Non v'è stato il tempo, ma posso resistere. Tormento peggiore sarebbe stato disattendere al tuo desio ed al mio compito di proteggerti. Mi vedrai anche peggio di cosi, ma non temere...niuno riuscirà a toccarti, finché non porterai a termine la tua missione...la mia vita è una quisquilia rispetto l'importanza della tua" Mormorò lei, abbassando appena le palpebre
"Il tuo desiderio di proteggermi mi onora." Il tono formale con cui venne formulata venne spezzato da un respiro che faceva presagire ci fosse ancora altro in aggiunta alla prima frase. "Ma la tua vita è importante e vederti soffrire rattrista il mio cuore."
Ancora uno sguardo verso le figure di nel cortile di sotto. "Già porto una lacrima con me, aiutami a non portarne altre sul viso... Abbi maggiore cura di te..."concluse volgendosi a guardarla con occhi tristi.
La Custode sollevò la mano destra ed il clangore delle catene suonò ancora diffondendosi nell'aere del Chiostro. Se la portò al petto, in corrispondenza del cuore. "I monaci provvederanno a medicar le mie ferite, ma prima, prima di ogni altra cosa..." Sibilò lei avanzando sollevando la sinistra all'indirizzo del viso del Portatore "prima dammi un nome, cosi che io possa definirmi la Tua Custode..."Deglutì quindi fissandolo, ansiosa.
"Un nome?" Le rispose sfiorando le catene e lasciando che il metallo divenisse polvere... "Un nome mi chiedi?" Di nuovo, osservandola, pensieroso... "Un nome..." Si zittì ancora. Poi con tono leggero e in un soffio appena disse: " Neve."
"Neve" sibilò lei arrestando il suo desio di toccarlo a mezz'aria, nell'istante preciso in cui le catene divennero polvere. "Allora sarò la tua Neve..." Aggiunse quindi mentre ritraeva lentamente la mano osservandosi il polso ferito e livido.
"Non posso guarire le tue ferite, posso solo distruggere." Di nuovo un sospiro nel risponderle."Ma almeno ho alleggerito il tuo fardello."
E lei sorrise avvicinandosi a lui."Ciò che hai distrutto ha creato una Neve libera" umettò le labbra appena al centro e poi riprese "Quindi non sei solo Distruzione...Mio Portatore...Io lo so" Arrestò il passo accanto a lui. "Mi permetti di essere io ad alleviare il tuo dolore e la tua solitudine?posso stringerti?"Domandò infine.
"Dalla morte nasce la vita." Un bisbiglio prima che Egli annuisse. "Vieni..."
Lentamente la Custode azzerò le distanze che la separavano dal Portatore. Sollevò quindi le braccia cingendone i fianchi e lasciando che le mani scivolassero con lentezza sulla stoffa nera delle sue vesti fin a raggiungere le spalle ove si aggrappò. Adagiò delicatamente il capo sulla spalla destra dell’uomo e celò il profilo del viso nell'incavo del suo collo. Indi spiegò per la prima volta le ali nere, ampie e maestose e cinse nella loro quiete entrambi. Un lieve sospiro mentre socchiudeva gli occhi inspirando il profumo di lui.
"Ora riposa, Neve..." Furono le parole del portatore mentre le cingeva delicatamente i fianchi. "Riposa ed trova un pò di pace da tutte le sofferenze che ti hanno inflitto." Aggiunse in un sussurro. "Ed il domani ci dirà che fare..."
"Continua a stringermi ed io avrò trovato il luogo solo per me, Mio Portatore" Sussurrò lei "Scalderò il tuo corpo ed allevierò la tua mente dall'affanno" Mormorò in un soffio prima di abbandonarsi al dolore delle ferite ed alla stanchezza, lasciando che le ali si richiudessero scomposte e appesantendo il Cavaliere con la sua figura minuta.
"Riposa." Disse Lui ancora una volta, mentre la prendeva tra le braccia, avviandosi verso la porta."Riposa ora..."
  
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