6
Avevo scordato l’intera faccenda.
“Papà?”
Alla fine non avevo più dato peso a questa storia.
“Papà?”
Però a ripensarci…
“Maka-chop!” Il dorso di “Guerra e Pace”, che mia figlia stava leggendo, si marcò sulla mia testa. La guardai, massaggiandomi la parte lesa.
“Ti eri incantato.” Mi spiegò. Io tossii e ripresi quel poco di decoro che mi rimaneva.
“In questa foto ci sei te, la mamma, il Dottor Stein e la professoressa Marie, dico bene?”
“Si. L’ultima foto che abbiamo scattato tutti insieme. Poi io mi sono separato da Stein e sono andato con tua madre, e il resto lo sai.” Lei annuì.
Io chiusi l’album emi alzai. “Ora Maka, perdonami, ma il tuo papi ha una faccenda da sistemare.”
“Va bene.” Sospirò. Io andai verso l’uscita.
“Se hai altri album fotografici…” Mi disse timidamente. “… Puoi anche tornare che li rivediamo insieme.” Stavo quasi per piangere dalla felicità.
“D’accordo.” Le sorrisi e la salutai. Uscii dall’appartamento e tutto contento andai alla Shibusen. Chiesi a Shinigami se Stein era ancora nella scuola e il Dio me lo confermò.
Controllai nell’infermeria…
… Nelle aule…
… Nella biblioteca…
… Niente, non c’era.
Poi feci due più due e andai alla balconata.
Cone le spalle al panorama, i gomiti posati sul bordo, e la testa lggermenta all’indietro, Stein fumava l’ennesima sigaretta della giornata. Espirando il fumo, volse lo sguardo verso di me e fece uno dei suoi soliti ghigni.
“Senpai, ciao.”
“Buongiorno, Stein.” Mi misi accanto a lui. Restammo in silenzio per un po’, poi dissi, senza un motivo preciso:
“Le nuvole hanno una forma e ambigua… Non trovi?” Stein mi guardò divertito.
“Ti ricordi ancora quella frase?”
“Ho una memoria di ferro, io.”
“Come il tuo autocontrollo?” Chiese ironico, ridacchiando. Per tutto il periodo in cui eravamo stati partner, aveva avuto diverse occasioni per testare quanto facilmente perdevo il controllo.
“Non ridere, idiota.” Sbuffai, imbronciandomi.
“Scusa, scusa.” Tirò un sospiro. “Quanto ricordi di quando eravamo partner?”
“Quanto basta.” Lui, d’un tratto, con la mano alzò la mia camicia verde, sottraendola dai pantaloni neri. Verificò se c’erano ancora le ferite che mi aveva procurato. Ne vide una, e ci passò sopra il pollice.
“Effettivamente dimenticare è difficile, con questi segni.” Rise, anche se l’espressione era malinconica.
Io lo guardai storto e sbuffai.
“Anch’io ti ho lasciato un segno, sai.” Mi vantai, anche se non dovevo.
“Davvero? Quale?” Sapeva benissimo a cosa mi riferivo, ma voleva che glielo dicessi. Che bastardo. Mi misi di fronte a lui.
“Sicuro di averlo scordato?” Il mio volto era serio.
“Si, senpai. Sono sicurissimo.” Gli presi il collo del camice e, tirandolo a me, lo avvicinai al mio volto. E così gli rubai un bacio, dopo tanto tempo. Quel contatto mi era mancato, e questa fu la prova che ero innamorato di lui, anche dopo tutto quello che mi aveva fatto.
“Ti sei fatto più audace, senpai.”
“E tu non sai più baciare bene.”
Ci guardammo negli occhi.
“Se ti vedesse adesso la tua ex moglie, chissà cosa direbbe.” Scherzò.
“Sicuramente che sono un’idiota che non sa prendere decisioni. Anche se alla fine anche lei sapeva che mi piacevi.” Usai un tono di sufficienza. Devo ammettere che mi sentivo stranamente tranquillo.
“Immagino allora che inferno starti accanto.”
“Sta zitto, va’. Te la devo ancora far pagare per essertene andato, senza neanche avvisarmi.”
“Ma davvero? Quale punizione vuoi infliggermi?” Fece il malizioso. Sperava ad una punizione di “quel genere”.
“Nessuna, non sono una persona rancorosa. Ci si vede.” Con passo altezzoso e le mani nella tasca, lo salutai con un gesto veloce e me ne andai; lasciandolo da solo a ghignare.
Amore o meno, quello rimaneva: un sadico, masochista, assassino, maniaco, psicopatico, malato, rattoppato, idiota. Niente l’avrebbe cambiato, né Dio, né il tempo, né le persone che lo circondavano.
Ma, tutto sommato, questo mi piaceva di lui. Affrontava i problemi con consapevolezza e con quel ghigno snervante sulla faccia.
Franken Stein, chissà se un giorno riuscirai anche a riordinare le nuvole nel cielo. Mah, io starò a vedere; osservandoti, da molto, molto vicino.
N.d.A.
Ammetto che questo ultimo capitolo sia più un epilogo a causa della lunghezza, ma non ve la prendete ^^" Allora, vi è piaciuto? La storia? Secondo voi è possibile (magari non considerando la parte shonen-ai) che la vicenda sia andata così? Fatemelo sapere, insomma... Ormai è finita ^^ Grazie a tutti quelli che mi hanno seguito, soprattutto te Caroline_T_Stein, veramente grazie :3 Non so cosa dire onestamente ... QUindi.
Addio!
Here we Go!