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Autore: Mannu    07/12/2007    2 recensioni
[TNG] In una regione del primo quadrante apparentemente lontana da tutto e da tutti una sorpresa incredibile attende solo che qualcuno la sveli. Un evento tale da spostare gli equilibri delle potenze del primo quadrante, Federazione inclusa. Ma l'imprevisto è in agguato...
Genere: Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Data, Jean-Luc Picard, Nuovo Personaggio, Worf
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Star Trek: la nuova frontiera'
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Giorno di Caccia, Giorno di Sangue - 7
7.

Diario del capitano, supplemento.
Come primo contatto con una nuova specie aliena, non poteva andare peggio. Il signor Data ha discrete difficoltà a interpretare il loro linguaggio scritto che, pur essendo in apparenza simile al vulcaniano, è in realtà totalmente diverso. Così di questa specie non sappiamo molto più di quello che il loro stesso comandante ha deciso di rivelarci. Questa donna, che ha detto di chiamarsi Vriine Leissia, rivendica l'appartenenza a una flotta armata di cui però non si è vista traccia. Secondo il signor Data tutte le tre navi coinvolte nello scontro, una delle quali è stata danneggiata dall'attacco del capitano K'tann più di quanto ci si potrebbe aspettare, sono state rubate. Abbiamo probabilmente avuto un primo contatto con i pirati di una specie aliena. Questo spiegherebbe anche i ridottissimi equipaggi trovati a bordo. Ciò ha gravemente minato le capacità di manovra e combattimento degli alieni, determinando la loro sconfitta. L'intervento dell'Enterprise ha sbilanciato notevolmente i valori in campo a favore dei klingon. Purtroppo, proprio a causa dell'inatteso coinvolgimento dei klingon, trovatisi per puro caso sul luogo dello scambio, si lamentano numerose vittime tra gli alieni, soprattutto sulla nave che imprigionava l'equipaggio del secondo sparviero comandato dal capitano Brell. Quando i klingon, la cui ferocia e pericolosità erano sconosciute a questa razza, si sono liberati non hanno perso tempo a neutralizzare l'equipaggio per prendere il controllo della nave aliena.
La missione è dunque da considerarsi fallita: non solo non sono riuscito a scoprire che fine hanno fatto i dati sottratti all'archivio della Flotta Stellare, ma nemmeno a scoprire chi, potendo avere a disposizione una nave di classe Saber, possa avermi beffato in questo modo. Le registrazioni dei sensori klingon mostrano diverse trasmissioni nella breve permanenza della nave misteriosa sul luogo d'incontro con la flotta aliena, ma nessuna di esse è stata registrata. Non ci sono quindi prove certe dell'avvenuta trasmissione dei dati trafugati, ma nemmeno c'è la certezza che ciò non sia avvenuto.
Non posso trattenere oltre a bordo i comandanti Bei Vaas e Vriine Leissia. Non mi diranno niente e non potrei giustificare la loro presenza a bordo, soprattutto in questa regione di spazio così lontana dai confini della Federazione.
Pensavamo di mantenere segreto il nuovo tunnel spaziale... che illusi. Ci è andata subito male con i vulcaniani e ora anche i klingon sanno della sua esistenza. Peggio: credono di averlo scoperto loro e accamperanno sicuramente diritti su di esso. Se i ferengi non arrivano prima: a questo punto è solo questione di tempo. Il potenziale militare e commerciale di questo nuovo tunnel spaziale è tutto da scoprire.
Infine devo sommare fallimento al fallimento: quest'oggi il signor Data mi ha chiesto se davvero avrei distrutto le navi aliene e rischiato di uccidere i klingon prigionieri per salvare lo sparviero klingon in difficoltà.
Non ho saputo rispondere.


- Computer, interrompere la registrazione.
Un triplice suono flautato segnalò l'avvenuta esecuzione del comando.
- Avanti – disse poi Picard, autorizzando l'ingresso nel suo alloggio. Accolse la dottoressa Crusher alzandosi dalla sua poltrona. La donna aveva un aspetto stanco, provato. Le indicò la poltroncina davanti alla sua scrivania, dalla quale sporgeva lo schermo sul quale la fitta interfaccia LCARS mostrava il diario del capitano, interrotto. Picard lo spense.
- Stavi lavorando... - disse la donna, abbandonandosi sulla poltroncina e ravviandosi i capelli.
- Sono contento che tu abbia accettato il mio invito – disse Picard avvicinandosi alla donna. Senza che quella si fosse accorta di nulla, tra le mani del suo comandante erano apparsi due eleganti bicchieri dal lungo gambo e una bottiglia di vino rosso.
- Mi hai riempito l'infermeria di aliene mai viste prima, ferite, contuse. E che puzza. Il minimo che potevi fare per farti perdonare era offrirmi da bere.
- Puzza? - chiese Picard versando il vino e porgendo un bicchiere alla dottoressa.
- Puzzano di pesce in un modo terrificante – confessò la dottoressa Crusher spalancando gli occhi.
- Peggio dei klingon?
Beverly Crusher bevve un generoso sorso di vino e fece una smorfia.
- Ah, i klingon – disse – altro bel regalo mi hai fatto – porse il bicchiere affinché Picard ripristinasse il livello del liquido color rubino.
- Ventotto klingon feriti leggermente... una piaga. Non abbastanza tramortiti da starsene buoni, ma abbastanza malridotti da avere bisogno di cure. E di me.
La dottoressa Crusher indugiò con lo sguardo in fondo al bicchiere, come se cercasse qualcosa nel vino. Poi bevve ancora.
- Quella bottiglia... è buono. Dovresti regalarne una a Worf. I suoi uomini riescono quasi a tenere a bada i klingon, credo che sia tutto merito suo.
- Plancia a capitano Picard – squittì il commbadge. Picard lo toccò e rispose. Era il suo Numero Uno: i klingon erano ancora in zona e stavano chiamando. L'infermeria ospitava ancora tredici klingon pronti per essere sbarcati e otto aliene in condizioni gravi.
- Perdonami – disse rivolto al suo ufficiale medico.
- Non ti preoccupare... devo andare a finire di sistemare le cose in infermeria – disse la donna alzandosi dalla poltroncina.
Quando Picard giunse sul ponte di comando, trovò sullo schermo principale il volto perennemente corrucciato del comandante klingon K'tann.
- La prossima volta che intende sapere dove sono diretto, provi prima a chiedermelo! – disse rudemente il klingon.
- Il... - cominciò Picard ma K'tann lo interruppe alzando la voce.
- L'isotopo che ha teletrasportato nel mio nucleo di curvatura per inseguirmi... qual'è la sua mezza vita?
- Quattordici giorni, due ore, ventotto minuti e sedici secondi – si intromise Data. L'idea era stata sua e aveva funzionato alla perfezione. I klingon procedendo a velocità curvatura lasciavano una scia che, se si sapeva dove cercare, era facilmente rintracciabile.
- Quattordici giorni! - urlò il comandante klingon.
- Potrà attenuare sensibilmente la traccia lasciata dall'isotopo polarizzando i toroidi degli emettitori di curvatura - rispose Data, incapace di capire perché il klingon se la stesse prendendo tanto. L'isotopo nascosto nel nucleo era poco e si sarebbe esaurito in meno di venti ore: lo disse, ma K'tann non si calmò affatto.
- Era necessario conoscere la sua posizione. - intervenne Picard - Ciò è tornato utile anche a lei, comandante. A che punto sono le riparazioni? Ha bisogno di aiuto? Posso inviarle qualche bravo tecnico...
K'tann si espresse con una smorfia. Sembrò che dovesse ricominciare a sbraitare, invece il suo tono di voce fu accettabile.
- I miei feriti – disse, rudemente però.
- Sono tutti in buone condizioni e pronti da teletrasportare – lo rassicurò. Il klingon non mutò espressione.
- Aspetto – disse.


Come ogni sparviero klingon la Jaj Chon era progettata per un equipaggio di quaranta uomini. In quel momento ne stava trasportando esattamente il doppio, alcuni dei quali feriti. La strada per tornare alla Jaj'lw non era molta, ma K'tann era già nervoso e quegli ambienti così affollati non giovavano al suo umore. Gli era stato riferito che gli ultimi feriti erano stati teletrasportati dall'Enterprise direttamente nel locale mensa perché lì era rimasto un po' di spazio.
- Toglietevi di mezzo! - gridò ad alcuni uomini della Jaj'lw che intralciavano il suo cammino. Stavano cercando di dare una mano ai suoi che riparavano un distributore energetico degli scudi, che erano stati piuttosto maltrattati dalle armi aliene.
Giunse nella mensa: era affollatissima e il vociare che lo accolse era elevato. Quando i guerrieri si accorsero della sua presenza, inneggiarono a lui elevando assordanti grida di guerra. K'tann rimase impassibile, scrutando i volti di ognuno, alla ricerca di un viso noto. Poi la vide: anche lei stava guardandolo, fiera nell'aspetto.
K'tann si fece largo con la forza finché non le fu davanti. Si scrutarono per un lungo momento: lui contemplò le ferite che lei portava sul volto. Lo sguardo assente, la debolezza indotta dalla tossina: non c'era più traccia alcuna dell'avvelenamento avvenuto a tradimento. Era calato il silenzio, tutti aspettavano di vedere quale sarebbe stata la sua mossa. Sarebbero stati i loro daqtagh ad avere l'ultima parola?
Scattarono entrambi, contemporaneamente, veloci come serpenti. Tutti sentirono distintamente gli abiti borchiati cozzare rumorosamente. Ognuno strinse l'altro con un forte, fiero abbraccio. Un abbraccio da guerrieri.
   
 
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