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Autore: blurredlines    20/05/2013    2 recensioni
Spesso mi capitava di perdere la testa e di sentirmi superiore agli altri, in fondo tutte quelle ragazze erano lì solo per me. I loro occhi brillavano al pensiero di potermi incontrare o solamente vedere da lontano, e questo mi faceva impazzire. Proprio in quel momento migliaia di ragazze stavano aspettando impazienti che io salissi sul palco, mi acclamavano. Mi piaceva stare al centro dell’attenzione.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Zayn)
 

Non mi ero ancora abituato alle urla delle fan. Spesso mi capitava di perdere la testa e di sentirmi superiore agli altri, in fondo tutte quelle ragazze erano lì solo per me. I loro occhi brillavano al pensiero di potermi incontrare o solamente vedere da lontano, e questo mi faceva impazzire. Proprio in quel momento migliaia di ragazze stavano aspettando impazienti che io salissi sul palco, mi acclamavano. Mi piaceva stare al centro dell’attenzione.
Un urlo mi risvegliò dalle mie fantasie: «Zayn! Cosa ci fai ancora qui? Quella massa di ragazzine urlanti pretende che tu esca. Accontentale, per amore dei miei timpani!»
«Quella massa di ragazzine urlanti ha pagato il braccialetto di Swarovski che porti al polso e la cena che ti ho offerto sabato sera.»
Era la mia migliore amica Valentina, l’unica con la quale mi sentivo davvero me stesso anche se non glielo avevo mai rivelato.
«Sai che non le capisco… come si può pagare per vedere un cesso come te?»
Era un insulto ma il suo sorriso mi faceva capire che era detto con amore, così le risposi: «Non è colpa mia se tu ascolti quegli sfigati degli Strokes.»
«Julian è sicuramente più sexy di te.», replicò lei.
Le avrei risposto volentieri ma Louis mi strattonò via perché dovevamo salire sul palco.
 
“Your hand fits in mine like it’s made just for me, but bear this in mind, it was meant to be...”
Mi sentivo così importante: le fan mi fissavano e piangevano, le loro voci mi accompagnavano, tenevano le mani sul cuore, come se fossi l’uomo giusto per loro.
L’arena era gremita di persone, tutto esaurito. Nei miei splendidi occhi si riflettevano le migliaia di luci sparse tra il pubblico. Ero convinto che niente mi avrebbe reso più felice.
“It make your lips so kissable”.
Le ragazze continuavano a fissarmi, a volermi. Erano tutte così belle, erano tutte mie. Nessuno poteva portarmele via.
Girai un momento la testa e vidi Valentina che mi sorrideva da dietro le quinte.
Il mio sguardo tornò subito sul pubblico. Tutte le ragazze continuavano a guardarmi e io mi esaltavo sempre di più. Erano lì per me, per me. Stavano piangendo e sorridendo per me.
Quando lasciammo il palco le ragazze cominciarono a disperarsi.
«Vi amo» urlai nel microfono prima di entrare nelle quinte.
 
«Devo ammettere che...», disse Valentina.
«Che sono il migliore» affermai.
«No, che non sei intonato.»
La squadrai; lei impazziva solo per quello strano gruppo indi-rock.
«Portami un asciugamano.», le dissi.
«Non sono la tua schiava.» Incrociò le braccia.
«Per favore!» Feci labbruccio.
Scuotendo la testa me lo porse.
«Grazie Vale.»
Dovevo andare in camerino con i ragazzi ma prima di lasciarla la invitai alla festa che ci sarebbe stata la sera successiva. Sapevo che avrebbe fatto la sostenuta, ma sapevo anche che adorava le feste a cui la portavo, nonostante non volesse ammetterlo.
«Mmh, magari vengo.» Stava cercando di controllare l’entusiasmo, non voleva darmi soddisfazioni, ma quel fantastico sorriso la tradiva.
«Porta qualche tua amica.» Ammiccai.
«Va bene, scemo.»
  
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