Farò di me stesso un piccolo Oltre-Uomo

Mi sono sempre chiesto quale senso avesse la mia esistenza; più ci pensavo più una sensazione di angoscia profonda strisciava dentro me. I dubbi mi assalivano, mi sentivo come un vaso vuoto al cui interno si scatenava un uragano nero; nero come il vuoto che si prova nel capire che in fondo in fondo un senso non c'è. Anni ed anni di spiacevoli momenti di sconforto senza senso, senza una ragione specifica, senza capire quale fosse la causa di tutto ciò.

Alla fine ho realizzato; niente ha veramente senso, se quel senso non glielo dai tu stesso. Gli obbiettivi, i risultati, i riconoscimenti, le storie, le conoscenze sono tutti paletti che ognuno di noi utilizza per definire ciò che è. Più paletti portano a più consapevolezza di se stessi, più consapevolezza porta più sicurezza ed questa che da veramente un senso a tutto. Quindi penso non sia sbagliato affermare che siamo i nostri paletti. Non siamo ciò che mangiamo siamo ciò che facciamo.

Tutto questo dovrebbe rendermi più tranquillo, potare via tutti quei dubbi, dissipare quell'orrendo uragano nero che sono quei momenti di solitudine in cui ti ritrovi a fare una stima della tua vita fino a quel punto. Eppure tutto questo non succede, eppure quella sensazione ancora mi assale e mi trascina con se in quel vortice di incertezze, paure, impotenza.

Ormai succede di rado ma prima fino alla prima adolescenza capitava molto spesso. Un bambino non dovrebbe pensare a certe cose, un bambino dovrebbe essere costantemente felice. E allora perché mi succedeva? Perché così spesso? Ora lo so. Non ero un bambino normale, come non ero un adolescente normale e come non sono sicuramente un ragazzo normale. Ho sempre sentito dentro di me che ero destinato a qualcosa di più, qualcosa per cui fossi ricordato non solo dalla mia famiglia. Quale sarà questo destino ancora non lo so ma so che c'è, è li in un angolo che aspetta di uscire, di dire “Ehi bello eccomi qua!! Visto che non ero solo una tua fantasia?”.

Sarò qualcuno di importante, o quantomeno qualcuno che farà della sua vita una vita degna di essere rivissuta. Ebbene si sono convinto che Nietzsche avesse ragione, l'Eterno Ritorno esiste. Per chi non sapesse cosa sia la disciplina dell'Eterno Ritorno basta citare un passo de “La Gaia Scienza” del sopracitato Nietzsche:

« Che accadrebbe se un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle tue solitudini e ti dicesse: “Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione [...]. L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere!". Non ti rovesceresti a terra, digrignando i denti e maledicendo il demone che così ha parlato? Oppure hai forse vissuto una volta un attimo immenso, in cui questa sarebbe stata la tua risposta: "Tu sei un dio e mai intesi cosa più divina"?. »

L' Oltre-Uomo, colui che diviene se stesso e che costruirà una nuova era, è colui che accetta l'Eterno Ritorno, colui che non si dispererebbe digrignando i denti.

Ora non ho la pretesa ne la presunzione di affermare di essere l'Oltre-Uomo, la mia è una idea un po' meno profonda e filosofica. Se è vero che la nostra vita si ripeterà all'infinito, se è vero che lo spazio ed il tempo sia un circolo vizioso e senza fine, allora devo fare in modo che la mia vita sia degna di essere rivissuta.