Videogiochi > Mass Effect
Segui la storia  |       
Autore: shadow_sea    21/05/2013    4 recensioni
Il seguito di "Come ai vecchi tempi".
Questa volta le avventure del comandante Trinity Shepard fanno riferimento agli eventi narrati in Mass Effect 3.
Come nella storia precedente, la mia intenzione è quella di scrivere storie che traggano spunto dal gioco originale e se ne discostino allo stesso tempo, sempre attente a non stravolgere la trama o i personaggi. Le storie che troverete qui sono frutto di considerazioni ed emozioni personali, sono frutto del mio amore appassionato per questa trilogia e per Shepard ma, soprattutto, per Garrus Vakarian.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Garrus Vakarian, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Shepard e Vakarian'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
TURIAN E UMANI


Clubbed To Death


- Pronto al decollo, comandante - comunicò Joker a Shepard, quando il comandante si fece vedere sul ponte, con la Normandy ancora attraccata all’hangar D24.
- Imposta la rotta per Sur’kesh - ordinò lei, prima di seguire IDA in una zona appartata della nave, lontano dalle orecchie del pilota e del resto dell’equipaggio, perché la IA aveva espresso il desiderio impellente di parlarle in privato.
- Dimmi.
- Dall’altro ieri Jeff è di cattivo umore, ma non vuole spiegarmene il motivo. A ogni mia domanda risponde con una battuta.
- Raccontami cosa avete fatto due giorni fa - rispose Shepard sorridendo divertita. Essere la confidente di una IA era un’esperienza singolare e in genere anche molto intrigante. E poi, dopo la spinta che aveva cercato di imprimere al rapporto fra IDA e Joker, si sentiva anche responsabile per tutti gli eventuali pasticci in cui quei due si sarebbero cacciati.
- La mattina siamo andati in giro per il Presidium. Nel pomeriggio siamo andati a vedere un film, come mi avevi consigliato tu. E’ stato... interessante.
- Fino a quel momento Joker si è comportato come al solito?
- Sì. Ha riso spesso durante la proiezione.
- E poi? Cosa avete fatto? - continuò a chiedere il comandante, sicuro che fino a quel punto non ci fosse nulla di allarmante.
- Abbiamo passeggiato un altro po’. Poi ho chiesto a Jeff se volesse cenare al ristorante panoramico, dato che eravamo proprio lì. Lui ha accettato senza molto entusiasmo: gli secca sempre un po’ mangiare in mia presenza. Però, arrivato a pochi passi dai tavoli, ha improvvisamente cambiato idea ed è voluto tornare sulla nave. Da quel momento ha quasi smesso di parlarmi.
Shepard fu certa che fosse lì la soluzione dell’enigma e si appoggiò alla parete del corridoio, supponendo che proprio in quella zona della Cittadella il suo pilota potesse aver visto o sentito qualcosa che lo aveva disturbato.

- Non ti ha detto proprio nulla che possa darci un indizio? - chiese, un po' incerta, perché senza la minima traccia le sembrava impossibile risalire al nocciolo del problema.
- Mentre stavamo salendo a bordo della Normandy mi ha chiesto Tu andresti a ballare con qualcun’altro? Ho replicato con un no deciso, ma non ho capito il senso di quella strana domanda. Lui ha scosso la testa, come se non fosse tanto convinto della mia risposta, ma non ha detto nulla.
- Non credo si riferisse al ballo in sé - rifletté ad alta voce Shepard - forse qualcosa l’ha fatto sentire... geloso...
- Definisci geloso - chiese IDA.
- Quando hai un rapporto speciale con un’altra persona, si può provare paura di essere traditi… paura che un altro ci sottragga la persona che amiamo.
- Intendi dire che l’amore fra umani è un sentimento esclusivo, che non ammette ci sia una terza persona in mezzo?
- Esattamente - rispose con un sorriso. IDA aveva capito la questione. Bisognava però ancora capire cosa avesse scatenato un sentimento di gelosia nel pilota.
- E vale solo per gli umani? - chiese IDA, interrompendo il filo dei pensieri del comandante.
- Non so quali razze della galassia provino la gelosia, ma gli umani certamente sì.

IDA si prese i suoi soliti nanosecondi per elaborare le informazioni ricevute e poi osservò - I turian no.
- Cosa te lo fa dire? - chiese Shepard ridendo, stupita dalla sicurezza con cui IDA faceva quella strana affermazione.
- Garrus stava baciando una turian al ristorante panoramico, insomma le stava dando quello strano bacio che usano loro, il cheek to cheek lo definiresti tu - rispose IDA, mentre Shepard sbiancava e si appoggiava alla parete che aveva proprio dietro le spalle.
- Tu e Garrus avete un rapporto speciale, quindi la turian è la terza persona - continuò con la sua solita precisa razionalità.
Poi si fermò un attimo e aggiunse - Ma è la terza persona solo per te che sei umana e quindi gelosa? Se i turian non fossero gelosi non esisterebbe la figura della terza persona per loro, vero? Non so trarre conclusioni per via di alcune evidenti incoerenze. Credo di essere confusa…
- Tu sei confusa, ma io no. Anzi, comincio ad avere le idee fin troppo chiare… - la rassicurò Shepard che senza neppure guardarsi le mani sapeva benissimo di essere ricoperta da capo a piedi da una vivace aura color blu.

Si prese un attimo per tirare le somme, sollevando la mano per interrompere una nuova domanda della IA che evidentemente non aveva capito bene quanto fosse complicato per un umano gestire un attacco di gelosia...
- Joker non ce l’ha con te - spiegò a IDA - si sta solo chiedendo se debba raccontarmi o meno questa storia - chiarì poi, mentre nel frattempo provava a immaginare quale genere di morte potesse risultare più dolorosa per un turian.
- Storia che suppongo tu non conoscessi finora... - precisò IDA, che stava fissando con attenzione l’aura blu del comandante, mentre Shepard si stava cercando di tranquillizzare, ripetendosi più volte “Non saltare a conclusioni affrettate, magari era solo un’amica, una parente o addirittura la sorella”.
- Pensavo che te l’avesse già raccontata Tali - concluse la IA, cercando di interpretare le strane letture fuori scala dei suoi strumenti di misurazione delle condizioni psicofisiche del comandante.
- Tali? Cosa c’entra Tali ora? - chiese Shepard con tono perplesso, perché se fino ad un istante prima si sentiva confusa adesso lo era anche di più.
- Tali stava cenando con i due turian - chiarì IDA.

Se Joker si arrovellava, incerto se parlarle o meno, mentre Tali aveva scelto appositamente di tacere era molto probabile che quel dannato cheek to cheek fosse decisamente preoccupante.
Le ritornò in mente la frase trasmessa dal comunicatore posto nella batteria primaria poche sere prima Nell’ultimo anno?... Uhm… forse quattro. Non si trovano molte femmine della nostra razza in giro e io passo quasi tutta la mia vita a bordo di una nave in cui sono l’unico turian… e fu certa che Garrus fosse arrivato a quota cinque.
- IDA, finiremo più tardi questo colloquio. Nel frattempo ti suggerisco di fare una ricerca sulla gelosia nelle varie razze della galassia... - ordinò Shepard che adesso aveva decisamente fretta.

Non appena entrò in sala macchine il comandante chiamò - Tali? - con una voce di un’ottava più alta del solito.
- Ciao, Shepard, come stai? - rispose la quarian, senza alzare il viso dal terminale.
- Ho bisogno di parlarti.
- Puoi aspettare qualche minuto? Sto finendo di…
- No. Ora!
Afferrando il senso di quelle parole, e soprattutto il tono con cui erano state pronunciate, Tali si girò di scatto, certa che qualcuno avesse raccontato a Shepard la scenetta al ristorante.
- Ok, ok, ho capito... Però non arrabbiarti. Contro ogni apparenza direi che puoi stare tranquilla... o almeno credo... - le rispose invitandola nell’angolo più appartato.

- Prima che inizi a farmi domande, mi diresti se Garrus ti ha... ehm fatto... ehm... una sorta di... proposta di fidanzamento? - aggiunse la quarian con tono teso.
- Sì, ma cosa c’entra? - chiese Shepard sbalordita. Le sembrava curioso e inquietante che il suo equipaggio fosse in possesso di tutte quelle informazioni che riguardavano la sua vita privata e quella di Garrus.
- E puoi dirmi anche quando è successo?
- Ieri - rispose seccamente.
- Allora è tutto a posto, o almeno credo
- Tali, se ripeti ancora o almeno credo, mi farò prendere da un attacco isterico - le rispose con una rabbia che era piuttosto palese. Tanto che Tali indietreggiò incespicando.
- E’ che io so solo quello che mi ha detto Garrus, quando gli ho chiesto spiegazioni - replicò la quarian cercando di usare un tono tranquillo e rigirandosi le mani nelle mani, con quel suo gesto tipico che denotava una condizione di stress - Sono certa che mi abbia detto la verità, però... magari potresti parlargli tu stessa? I turian non sono come gli umani o i quarian, Shepard… - aggiunse con tono insicuro - Hanno una visione un po’ diversa dei rapporti fra i due sessi...
- Questo lo avevo capito da sola - ringhiò lei - Ora vado nella batteria primaria… - aggiunse Shepard con una voce che Tali trovò leggermente troppo simile al ruggito di un varren nell’arena di combattimento.
- Ascolta, comandante... Ehm, ti consiglierei di aspettare qualche ora, oppure di prendere ulteriori informazioni prima di incontrare nuovamente il tuo ragazzo. Che ne diresti di ricorrere a IDA o magari all’Ombra…? - le suggerì timidamente, sperando che lei fosse disposta ad essere ragionevole anche quando era decisamente alterata.

Il comandante non rispose, ma si girò e prese nuovamente l’ascensore. La mezzora successiva la trascorse nella cabina di Liara, dopo aver avvertito Samantha Traynor e IDA che per il momento era impegnata e che nessuno poteva disturbarla.
Entrò senza neppure bussare e si diresse al terminale, che trovò già acceso. Liara era in un angolo della stanza e non la salutò neppure, tenendosi a debita distanza.
Quando fu sicura di aver compreso gli usi dei turian, si rilassò finalmente contro la spalliera della sedia e confessò a Liara - Sono entrata in questa stanza più furiosa di una Banshee.
- Ho notato - rispose la asari con un sorriso nervoso.
- Avevo torto.
- Bene - le rispose Liara in tono sollevato - Posso dirlo a Tali? Mi aveva preannunciato la tua visita ed era parecchio preoccupata…
- Ci passo io, credo di doverglielo - rispose Shepard - Sei stata davvero un’Ombra preziosa oggi e forse hai perfino salvato la vita ad un turian… - aggiunse ridendo, mentre si avviava nuovamente verso la sala macchine.
Trascorse il quarto d’ora successivo in compagnia di Tali facendosi raccontare, fra le risate, altri dettagli di quella famosa cena.


Everything I do


Era ormai sera inoltrata quando Shepard entrò nella batteria primaria della Normandy e trovò Garrus impegnato in una delle sue calibrature. Dopo le tante emozioni della giornata, sapeva che sarebbe stato inutile mettersi a letto: avrebbe finito solo per girarsi e rigirarsi fra le coperte. Per questo era venuta a vedere se anche lui fosse ancora alzato.
Aveva bisogno di parlare dei recenti avvenimenti: una volta capite le usanze dei turian aveva anche compreso come la proposta che Garrus le aveva fatto il giorno prima sul Presidio era di una serietà e di un impegno che non avevano uguali nella cultura umana e, forse, in quella di nessuna altra razza della galassia.

Adesso la frase Pensavo che ti servisse del tempo per riflettere su di noi e la domanda successiva Sei pronta a dedicarti a un unico turian? acquistavano un peso che le sembrava perfino troppo grave e allarmante.
Era spaventata dall’impegno di cui si era caricata senza rendersene conto. Nemmeno una proposta di matrimonio poneva un vincolo tanto gravoso fra gli umani.
- Garrus? - lo chiamò, non riuscendo ad aspettare che lui si decidesse a smettere di occuparsi del macchinario che sembrava interessarlo tanto.
- Si? - rispose lui senza alzare la testa.
- La domanda che mi hai fatto ieri al Presidio... è un po’... impegnativa per voi turian...
- Sì, decisamente - le rispose lui ridendo, meravigliato che si fosse presa la briga di studiare gli usi della sua gente.
- Ecco... io non lo sapevo...
- Ero certo che non lo sapessi - concordò lui - E’ un problema? - le chiese avvicinandosi incuriosito.
- E’ che... magari potevi avvertirmi... Una promessa così seria... Io... non so... E’ un momento difficile - rispose lei senza accorgersi che stava spezzettando frasi alla rinfusa, esattamente come faceva lui quando era teso.
- Non ti ho mai chiesto di essere una turian, Shep - fu la risposta immediata di Garrus, mentre continuava ad avvicinarsi. Tese una mano a farle una carezza lieve sul viso, sorridendole divertito.
- Mi accontento di una risposta da umana, almeno per ora - aggiunse, guardandola seriamente - Con questa guerra in mezzo, con questi Razziatori pronti a ucciderci, non possiamo perdere tempo con divergenze razziali, Shep, per quanto importanti possano essere.

“Non posso complicarti la vita” aveva concluso realisticamente, durante la notte precedente alla loro gita sul Presidio della Cittadella, senza doverlo ammettere ad altri se non a se stesso. Non era una proposta che un turian avrebbe mai fatto alla propria donna, ma non era certo quello il momento adatto per darle ulteriori motivi di ansia.
Se avessero avuto un futuro degno di quel nome, sarebbe stato diverso. Ma il loro futuro era effimero, poteva durare poche ore e terminare l’indomani mattina. In quel breve periodo di tempo lui voleva sentirsi suo, e che lei lo sapesse, senza chiederle nulla in cambio. Se ci fosse stato un domani, se avessero mai vinto quella guerra impossibile, le avrebbe chiesto un impegno più serio.
Una volta chiarite le sue intenzioni, Garrus tornò tranquillamente verso il macchinario a cui stava lavorando quando lei era entrata e Shepard rimase in silenzio, rendendosi conto di quanto riuscisse a tranquillizzarla sempre quello strano turian.

Restò nella batteria primaria: non aveva impegni fino all’atterraggio su Sur’kesh e voleva evitare di dover discutere ancora con Victus e con Wrex riguardo alla bomba trovata su Tuchanka o, peggio ancora, con il maledetto Consigliere salarian riguardo alla cura della genofagia. Diede a IDA l’ordine di non voler essere disturbata e si mise a gironzolare silenziosamente per la stanza stando attenta a non intralciare Garrus.
Non sapeva neppure se lui si fosse reso conto che lei era rimasta nella batteria primaria, assorto com’era in una serie di operazioni, con la testa incuneata dentro l’apertura dello stesso macchinario di prima.
Il computer di Garrus era acceso e lo schermo mostrava la pagina dei messaggi personali. Non avrebbe voluto sbirciare fra le sue cose, ma il suo sguardo fu attirato da una cartella che portava il suo nome: non Shepard, ma Trinity.
“Si riferirà a me?” si chiese un po’ confusa, “Non mi chiama così, di solito” aggiunse, ricordando la prima volta in cui quella voce roca e metallica aveva pronunciato il suo nome di battesimo: era stato uno dei momenti più difficili che avessero affrontato, ma alla fine ne erano usciti senza farsi troppo male, anche se l’immagine del suo sangue che gocciolava dalla schiena di Garrus avrebbe continuato a turbarli per il resto dei loro giorni.

Alzò la testa dal computer e guardò incerta verso il turian: non voleva aprire quella cartella senza chiedere il permesso. Fissò quelle sette lettere pensando che un giorno gli avrebbe raccontato come quel nome le fosse stato assegnato, quando era già un’adolescente, da una persona speciale, che aveva segnato il suo futuro.
Amava quel nome di battesimo proprio per quel ricordo lontano, ma nemmeno lei pensava a se stessa in modo diverso da Shepard. D’altronde anche il cognome le era stato assegnato da quella stessa persona.
Al richiamo - Garrus? - che aveva pronunciato con voce quasi impercettibile seguì solo il silenzio. Ripeté il nome del turian con un po’ più di energia e questa volta ricevette un mormorio confuso in risposta.
- C’è una cartella con il mio nome nella tua posta - osservò con voce un po’ insicura.
- Ah sì... vero - rispose lui.
Passarono diversi secondi di assoluto silenzio fino alla domanda successiva - E’ pura omonimia o si riferisce a me? - che lei pronunciò con un po’ di irritazione, dato che Garrus pareva deciso a non emettere più alcuna parola e a non alzare la testa.
Lui azionò il comunicatore posto sulla parete e chiese - IDA mi dai la variazione della gittata del Thanix?
- Rispetto a ieri rilevo un miglioramento del +0,33%. Rispetto a una settimana fa la variazione è superiore al punto percentuale.
- Ottimo... grazie IDA - concluse il turian con in faccia un’espressione di completa soddisfazione.

Shepard ripeté pazientemente la domanda - Quella cartella si chiama così per me?
- Non è un nome da turian e non conosco altre umane con quel nome - bofonchiò lui in risposta, mettendosi ad esaminare il macchinario alla destra di quello che fino a quel momento aveva calamitato tutto il suo interesse, dopo averle lanciato un sorriso divertito.
“Va beh” si disse Shepard a questo punto “sarà meglio che gli faccia la domanda diretta prima che mi venga voglia di scagliargli qualcosa contro” e quindi chiese - Posso aprire la cartella?
- No - fu la risposta che le arrivò nitidamente, prima ancora che lei completasse la domanda.
Un secondo dopo se lo ritrovò al fianco, mentre la acchiappava per la vita ridendo e impedendole di uscire dalla stanza.
- Prima mi dai un bacio e poi potrai curiosare tutto il tempo che ti pare nel mio computer.
“Non sarà solo un bacio” capì lei, non appena incontrò il suo sguardo. Di certo quel turian fuori di testa aveva voglia di festeggiare il successo della calibratura del Thanix...
- IDA, questa stanza è chiusa, io sono impegnata e tu stacchi tutti i tuoi collegamenti con la batteria primaria - fu il comando successivo pronunciato da Shepard.

- Dovrei decidermi a indossare l’armatura solo in missione - osservò Garrus, mentre il comandante stava cercando di dargli una mano a liberarsi dall’involucro di metallo.
- Non è un’operazione che riesce bene quando si ha fretta - concordò Shepard, ridacchiando, dopo aver fatto piombare sul pavimento la parte posteriore dell’armatura del turian con un fragore assordante.
Anche i minuti successivi, contrassegnati dai loro tentativi un po’ maldestri per trovare una posizione comoda, issandosi sui macchinari senza danneggiarli, furono all’insegna più delle risate che del desiderio classico, ma non per questo risultarono meno piacevoli.

La frase conclusiva di Garrus - E ora vorrei sapere come farò a lavorare su tutte queste sofisticate apparecchiature visto l’uso che ne abbiamo fatto… - che pronunciò mentre indossava nuovamente l’armatura, fu la classica ciliegina sulla torta che fece piegare Shepard in due per le risate.
Si accasciò a terra e cominciò a lacrimare ripensando a tutte le volte in cui lui le aveva risposto di essere troppo impegnato a fare qualche calibratura per poter perdere del tempo a chiacchierare.
Garrus la guardò un po’ perplesso, non capendo esattamente il motivo dell’ilarità del comandante, ma comunque felice di vederla ridere così di gusto, poi le passò l’ormai famoso fazzoletto di Joker.
Appena riuscì a sollevarsi da terra Shepard si avviò verso il computer di Garrus, ancora ridacchiando. Prima di aprire la famosa cartella provò a domandargli cosa contenesse.
- Guarda tu stessa - fu l’unica risposta che ottenne.

La cartella era divisa in due sezioni: una di immagini e una di documenti. Guardò prima le immagini: erano tutte sue istantanee catturate da fotografi professionisti in occasione di eventi ufficiali oppure da qualche membro dell’equipaggio durante una pausa nella navigazione o sulla Cittadella. Le immagini si riferivano a un lungo arco temporale, ma notò come fossero state tutte caricate nel periodo in cui era agli arresti domiciliari.
Anche i file dei documenti erano relativi allo stesso periodo. Li ordinò cronologicamente e aprì quello più vecchio.

Comandante,
per la prima volta riesco a capire la gravità del guaio in cui ti sei andata a cacciare. Mi hanno addirittura vietato di contattarti, ma sto cercando di farmi aiutare da Liara per farti giungere questo messaggio.
So che ti accusano della distruzione di quel portale, ma adesso stanno davvero esagerando. Avrebbero dovuto darti una medaglia al merito, altro che metterti sotto chiave…
Da fonti diverse mi è giunta voce che il Comitato di Difesa non vuole assolutamente credere al pericolo dei Razziatori. Continuano imperterriti a commettere sempre lo stesso errore e mettono tutto a tacere, esattamente come hanno sempre fatto i Consiglieri della Cittadella con la faccenda di Saren.
Tu però non ti abbattere: presto ne verrai fuori e ti dovranno chiedere anche scusa.
Garrus


Saltò qualche file e ne aprì a caso un altro.

Trinity,
è chiaro che le mie lettere non ti arrivano o avresti trovato un modo per rispondere. Le terrò nel mio computer. Te le scrivo lo stesso, perché mi pare che mentre digito sulla tastiera io possa quasi sentirti al mio fianco. Non sono mai stato romantico, lo sai benissimo, ma forse la tua assenza riesce a compiere perfino questo strano miracolo. Credo che tu per prima ne rideresti.
Stasera sono stanco e arrabbiato: non riesco ad abituarmi a non averti vicina. Ogni volta che mi accade un imprevisto sento l’impulso di venirti a cercare e mi serve molta freddezza e molta pazienza per rassegnarmi al fatto che non mi sia più possibile.
Tutto scorre più o meno nel solito modo e la routine mi sta distruggendo mentalmente. Devo fare qualcosa, qualsiasi cosa. Devo decidere in fretta o finirò per diventare un turian che non ti piacerebbe rivedere. Mi manchi orribilmente,
Garrus


Commossa, e con gli occhi umidi, Shepard saltò direttamente all’ultimo file della lista, mentre si accorse che Garrus le si era messo di fianco.
- E’ divertente rileggere le mie parole dopo tutto questo tempo, ora che quella disgraziata storia si è conclusa. Non ricordavo di essere stato tanto male, ma non faccio fatica a credere alle mie parole - fu la sua confessione sincera.

Shep,
sono andato a trovare mio padre. Lo scetticismo che il racconto delle nostre avventure suscita necessariamente in chiunque provi ad ascoltarle non ha impedito che accadesse l’incredibile: mio padre mi ha prestato attenzione e mi ha creduto. Ha parlato con il Primarca e sono a capo di una task force anti Razziatori.
Ti racconterò tutto in dettaglio non appena riuscirò a rivederti: sono certo che accadrà presto. Sta per succedere qualcosa, ne sono sicuro, lo sento nell’aria. Quando i Razziatori arriveranno, e arriveranno presto, so che tutta la galassia cercherà il tuo aiuto. Non sai quanto si parli di te anche qui sul mio pianeta natale. In molti ti considerano l’unica speranza nello scontro che ci attende.
Ogni tanto mi domando se, dopo tutto questo tempo, mi considererai semplicemente un vecchio amico e compagno fidato o se proverai ancora qualcosa di più profondo, ma mi basta sapere che mi cercherai in ogni caso. Quando arriverai, mi farò trovare pronto, come ai vecchi tempi,
Garrus


- Vorrei fare una copia della cartella, se non hai nulla in contrario - gli chiese dopo avergli appoggiato la testa contro il petto.
- Fai la tua copia e poi lasciami tornare ai miei calcoli. Sono certo che anche tu hai varie cose a cui pensare: ieri in sala tattica era evidente che ci sono parecchi individui che hanno bisogno del tuo aiuto - aggiunse con aria divertita, facendo sicuramente riferimento ai numerosi insulti che si scambiavano giornalmente Wrex e Victus, dopo il ritrovamento della dannata bomba, ogni qual volta si trovavano a distanza ravvicinata.



*****
Note
La musica è appositamente legata a Matrix (nel secondo brano tramite le immagini). E se vi siete mai chiesti da dove venisse il nome di battesimo della mia Shepard... ora lo sapete
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mass Effect / Vai alla pagina dell'autore: shadow_sea