i discorsi non fatti,
le note che non sanno
fiorire, primavera tardiva
assassinata da occhi
sfuggenti nel rifiuto.
M'imprigiona
un passato avido,
non sa lasciar spazio
a una nuova stagione.
Incapace di strapparmi
da queste grinfie antiche
avverto il vuoto
dei sensi mutilati.
Un cuore l'avevo, ma
l'ho sbranato, da tempo,
schiacciato
perché l'onta non s'aggiungesse
al danno.
S'affacciasse un tepore nuovo
ne saprei godere, ora?
Temo, ormai,
d'aver disimparato
ad amare.
(Vigevano, 2011)