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Autore: F_Morgana    21/05/2013    1 recensioni
Dopo la fine della serie un possibile continuo.
"Artù rinascerà. Ma un'ultima grande sfida è in serbo per lui. Un ultima sfida che segnerà o il suo totale trionfo o la sua definitiva distruzione."
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Morgana, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Capitolo 4

- Chi sei?
- Ti prego, siediti ti devo parlare, è urgente – disse Merlino. Scrutò il suo sguardo e vide timore.
- Hai paura di me?
- Sì. Beh, ti ho appena visto mentre ti davi fuoco alla mano ma… va tutto okay, sto solo impazzendo- rispose Sarah con un tono lievemente isterico.
- Non c’è motivo di temermi, non voglio farti del male sto solo chiedendo il tuo aiuto.
- Tu? Il mio aiuto? Direi che prima di chiedermi aiuto dovresti almeno rispondere alla mia domanda, no? Chi sei?
- Sarah… ti supplico fidati di me… dammi la tua mano e potrai capire tutto.
La ragazza guardò Merlino. La sua espressione sembrava sincera. Porse timidamente la mano esile, con le unghie smaltate di nero e un anello argentato a forma di teschio al dito. Al massimo, si disse, non sarebbe successo niente.
Non appena la mano del mago sfiorò quella della ragazza la mente di Sarah si riempì di immagini, sensazioni, piaceri, dolori, esperienze… Capì che erano ricordi, gli stessi ricordi che Merlino le aveva raccontato prima, solo che ora lei li stava vivendo attraverso lui.
Vide tanti volti: un vecchio uomo che, apprese dalle emozioni di Merlino, era come un padre per il mago. Vide un giovane, biondo, bello e dannatamente arrogante. Poi in rapida successione vide quello stesso giovane cambiare e diventare re, un re leale, giusto e coraggioso. Diventare l’Artù Pendragon delle leggende. Sarah percepì il legame che legava Merlino e al suo sovrano, un profondo legame di amicizia. Vide la regina Ginevra, e un’altra donna. Una donna bellissima, con lunghi capelli scuri e occhi verdi chiarissimi…
All’improvviso i ricordi sfumarono e un velo scuro coprì la visuale di Sarah. Si accorse che le mani di Merlino tremavano. La debolezza del mago però cessò in breve e la ragazza tornò a guardare la donna che tanto turbava il giovane. Era una persona buona, gentile, generosa. Come era successo per Artù però la vide cambiare sotto il suo sguardo. La vide in preda alla paura, con degli occhi che sembravano d’oro liquido, appiccare fuoco ad una stanza. La vide chiedere aiuto e provò pena per lei. La vide mentre, presa dall’amarezza, prendeva scelte sbagliate fino a diventare una strega potente e spietata. Vide poi un bambino dagli occhi di ghiaccio, un bambino dotato di poteri magici. Lo vide crescere e diventare un cavaliere di Re Artù, un cavaliere della città per cui Merlino sentiva tanto la mancanza: Camelot. Vide però poi quel medesimo ragazzo trafiggere il re con una spada e allora, ricordandosi della storia, capì chi era: Mordred. Vide la morte di Artù e sentì il dolore di Merlino scorrere dentro di lei fino a quando la mano del mago non si ritrasse.
Sarah barcollò improvvisamente, presa alla sprovvista da quel senso di vuoto improvviso. Guardò Merlino e scoprì che lui la fissava preoccupato:
- Tutto bene?
Lei non rispose ma si limitò a chiedere:
- Quindi è vero… sei uno stregone?
- Sì, Sarah ma avrai capito che non ho cattive intenzioni. Rivoglio solo il mio amico.
- E io cosa potrei fare scusa?
Merlino sorrise
- Molto più di quanto tu immagini… In te c’è il sangue di un Pendragon, sei l’ultima erede vivente dell’unico e futuro re. Solo te puoi aiutarmi a riportarlo indietro. Ti prego-
Sarah fece silenzio: tutto quello era assurdo. Fino a un’ora fa non credeva nemmeno all’esistenza della magia… ma quel ragazzo… non riusciva a spiegarselo ma non riusciva a non fidarsi di lui.
- Vuoi solo questo? Il mio aiuto?
- Sì.
La ragazza guardò il lago e improvvisamente cambiò discorso:
- Chi era quella donna?
- La regina…
- Non fare finta di non capire. Quell’altra.
Silenzio.
- Ti ho fatto una domanda…
Il mago si riscosse e rispose:
- Sarah… prima hai visto la strega Morgana.
- Perché era così spaventata in quell’immagine?
- La magia era bandita a Camelot e quando lei scoprì di avere il dono non fu abbastanza forte da resistere alla tentazione…
- Perché l’hai avvelenata?
- Non avevo scelta.
- Lo so, l’ho visto. Ti biasimi ancora per quello che hai fatto vero?
- Sì
- Non era colpa tua è stata…
- Basta!- la interruppe – non ho né il tempo né la voglia di parlare di lei. Sono venuto qui per un’altra ragione. Vuoi aiutarmi o no?
- E va bene… cosa devo fare?
Scese un silenzio imbarazzante:
- In realtà non so esattamente cosa devi fare ma credo che ci possiamo avvicinare al lago intanto – rispose Merlino
- Okay
Si avvicinarono alle sponde del lago con atteggiamenti del tutto diversi, Merlino era nervoso e tremava mentre Sarah era sicura di se e aveva quell’aria da dura che mascherava il suo cuore buono. Al mago ricordava, ogni secondo di più, Artù.
Erano vicini all’acqua quando improvvisamente Sarah immerse una mano nel liquido. Alla mano seguirono poi entrambe le braccia fino a che non si tuffò del tutto.
- Sarah! – gridò Merlino preoccupato
- Sono qui! - Disse uscendo dall’acqua.
Merlino notò che era perfettamente asciutta e che in mano teneva un oggetto.
- Cos’è?
- È per te. Solo te che hai aspettato così tanto il tuo re puoi usarlo. Solo io potevo trovarlo ma solo tu puoi usarlo –
Merlino tese la mano e la ragazza lascio cadere nel palmo aperto un sasso liscio e rotondo.
- Lancialo - gli disse
Merlino la guardò scettico ma prese quel sasso e lo lanciò più lontano che poteva, pregando che quella ragazzina non lo stesse facendo solo per farsi due risate. Poi ripensò a quando era uscita asciutta dall’acqua: non poteva essere uno scherzo: Artù sarebbe venuto.
Passarono i secondi.
L'agitazione del mago era palpabile.
Ad un certo punto le nebbie iniziarono a dividersi e una basca si intravide all’orizzonte. In piedi sulla barca c’era un uomo biondo che guardava verso la riva con un grande sorriso stampato in faccia.
- Artù!!
La barchetta approdò, Sarah si tenne in disparte, seduta su un masso mentre i due uomini si guardavano. Passò qualche istante e alla fine non si trattennero più: risero, risero e risero finendo poi per stringersi in un abbraccio fraterno. E in quel’abbraccio si comunicarono tutte le cose non dette, tutta la loro amicizia, tutta la loro gratitudine. Dopo di che Artù si staccò e disse:
- Mi sei mancato Merlino.
Poi si voltò e guardò Sarah.
- Grazie. So quello che hai fatto, ti ho visto, e per questo ti ringrazio.
- Piacere – disse lei e poi, con malizia, aggiunse: - “nonno”-
- Hey! Io non sono vecchio!- poi però rise e disse a Merlino
- Andiamo!
- Dove?- chiese il mago
- A casa.
Salirono entrambi sulla barca ma essa non si mosse e una forza invisibile la tenne ancorata alla sponda del lago.
- Che succede? – domandò Merlino.
- Io – intervenne una voce. Sarah li guardava con aria pensierosa.
- Come?-
- Sono io- continuò Sarah – il mio dovere non è ancora compiuto. Non so come faccio a saperlo ma se non vengo con voi non potrete andarvene.
Merlino fece silenzio: non poteva chiedere a quella ragazza di lasciare tutto ciò che aveva. Artù provò a parlare ma Sarah lo interruppe.
- No. Non parlare. Cosa ho qui? Niente. Ma cosa mi aspetterà la? Potrei anche morire nel vostro tempo e potrei non tornare mai più.
- Sarah – intervenne Merlino – hai la mia parola che se tu ci aiuti a tornare indietro io farò tutto ciò che è in mio potere per riportarti poi a casa.-
Sarah pensava. Aveva un bisogno enorme di evadere dalla sua monotona vita e quella era la sua unica possibilità. Ma i suoi avrebbero apprezzato? Le avevano sempre insegnato che non doveva scappare davanti alle difficoltà.
Poi, in un attimo, decise. Non stava scappando. Stava andando solo incontro a un nuovo inizio.
- Beh? Cosa aspettiamo?
Salirono nella barca, molto piccola per tre persone, e attraversarono il lago. Dinnanzi a loro comparse improvvisamente un velo che li avvolse, facendo piombare il trio nella più totale oscurità.

450 d.C.

Quando Merlino e Artù aprirono gli occhi si ritrovarono in una familiare radura, sullo sfondo… Camelot.
- Sarah… guarda! – disse Merlino.
Ma Sarah non era più con loro

Morgana si sveglio di colpo. Aveva avuto uno strano incubo. Artù era tornato. Poi c’era Emrys, in uno strano tempo che parlava con una certa “Dama del Lago”. E poi c’era lei.
Sarah. L’erede di Artù. Ricordava tutto nei minimi dettagli. Ricordava lo strano abbigliamento della ragazza e ricordava con certezza che le parole della Dama: “Lei dovrà scegliere perché i profeti narrano che sarà o il trionfo di Artù o la sua definitiva distruzione. E questa volta non ci sarà rimedio.”
Era certa anche di un’altra cosa, ne era certa da quando si era svegliata: quello non era stato un semplice sogno e se quella ragazza avesse potuto rappresentare una speranza per lei… non l’avrebbe sprecata
 

  
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