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Autore: njaalls    21/05/2013    5 recensioni
Annabelle rimase leggermente spiazzata dalla proposta sfacciata del suo migliore amico, perchè considerava Louis un ragazzo abbastanza intelligente -nonostante i cattivi voti, dovuti soprattutto alla pigrizia- e, pensava, avesse capito che non gli era indifferente, almeno non del tutto. Ma, evidentemente, Louis Tomlinson era una continua sorpresa, anche dopo quasi vent'anni.

"perchè mi stai portando con te?"
Lui sgranò gli occhi e si morse un labbro, mentre lo sguardo di lei lo osservava vuoto e dispiaciuto. Si sentì un mostro per averla trattata come uno straccio, ma sapeva -o almeno- sperava che alla fine sarebbe stata felice.
"pensavo che magari mi avresti potuto dare man forte prima dell'appuntamento" mentì, concentrandosi sulle sue mani.
"da quando Louis Tomlinson ha bisogno di aiuto?" chiese con una strana schiettezza, che non le apparteneva.
"giusto-" mormorò tra sè e sè, dandosi dello stupido.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Louis Tomlinson era sempre stato un ragazzo sicuro di sè, divertente e spigliato con tutti. Non si era quasi mai trovato in imbarazzo con qualcuno e il più delle volte era stato preso in giro dai suoi amici per questo suo modo di essere, perchè era in grado di sminuire tutto con un sorriso, anche quando le situazioni erano abbastanza delicate. Vestiva alla moda, non si curava del giudizio altri e a scuola - quando andava - non rendeva quanto i genitori speravano.
Annabelle Mendler, invece, era timida, impacciata e introversa. Qualsiasi situazione la intimoriva e viveva con la costante paura di sbagliare e fare la figura della stupida, odiava ammetterlo, ma per lei il giudizio della gente era fondamentale. Nonostante questo, vestiva con quello che le andava, senza seguire le ultime mode e tendenze, ad un paio di tacchi preferiva delle All Star e la sua borsa, anzichè essere piena di giornali del tipo Vogue o Cosmopolitan, conteneva sempre un libro da cui non si staccava, finchè non lo terminava.
Questi ragazzi, così diversi tra loro, ma allo stesso tempo tanto amici, avevano qualcosa in comune, dovevano solo scoprire cosa li legava.
"buongiorno" disse Louis, buttandosi sulla sedia del bar, mentre Anna metteva da parte un volume de le notti bianche. Lei sorrise e gli avvicinò un cornetto al cioccolato che aveva ordinato per lui, come ogni giorno.
"vieni oggi a scuola?" domandò la ragazza innocentemente, fissando Louis, che gustava la sua colazione con soddisfazione. Sollevò i suoi occhi azzurri in quelli castani di lei e le sorrise, facendola arrossire. Se c'era una cosa che Annabelle adorava di Louis era il suo saperla rendere felice, anche se significava mostrarsi fragile e nuda, diventando sempre paonazza, nonostante si conoscessero da una vita. Erano appena nati quando le loro madri fecero amicizia nella sala d'aspetto di un ginecologo, che avrebbe dovuto accertare le condizioni di salute di entrambe dopo il parto, quel giorno fu la base di una salda amicizia, che i due figli ereditarono felicemente.
"non penso, a pranzo ho un appuntamento-" si bloccò, stranamente incerto su cosa dire, era come se gli mancassero quasi le parole e constatò quanto la cosa fosse dannatamente strana. Notò, che l'amica aveva abbassato lo sguardo, un po' delusa, e si trattenne dal riderle in faccia, cercando anzi un modo per avvicinarla. "anzi, mi chiedevo, se ti andasse di darmi una mano. Intendo, per rendermi presentabile all'appuntamento"
Annabelle rimase leggermente spiazzata dalla proposta sfacciata del suo migliore amico, perchè considerava Louis un ragazzo abbastanza intelligente -nonostante i cattivi voti, dovuti soprattutto alla pigrizia- e, pensava, avesse capito che non gli era indifferente, almeno non del tutto. Ma, evidentemente, Louis Tomlinson era una continua sorpresa, anche dopo quasi vent'anni.
La ragazza inghiottì il boccone della sua brioche e alzò la testa, per accettare a malincuore.
"certo" sussurò solo, tentando di mantenersi tranquilla, ignara del vero significato del sorriso, che si era fatto largo sulle labbra dell'amico. Poi la prima campanella della scuola di fronte suonò ed entrambi si alzarono dal tavolo, lui soddisfatto e lei più che altro rassegnata. I due ragazzi erano soliti ad alternarsi per pagare il conto, perchè -andando a mangiare fuori ogni mattina- Anna aveva severamente vietato a Louis di offrirle tutti i santi giorni la colazione, così avevano trovato un accordo e quel giorno sarebbe toccato alla ragazza, se solo Louis non avesse allungato una banconota alla cameriera, battendola sul tempo. Poi uscirono, mentre la rossa si perdeva in discorsi diplomatici, su cosa fosse giusto e cosa no.

"allora, ti passo a prendere dopo scuola e andiamo a casa mia. Va bene?" Louis la accompagnò fino a davati al portone del liceo, dove frequentavano l'ultimo anno, e la ragazza annuì, trattenedo un principio di lacrime. Il moro faceva finta di non capire, di non essersi accorto di nulla, e, come se la sua migliore amica non fosse lì con gli occhi quasi lucidi, la salutò con un bacio sulla guancia e il suo solito sorriso, risultando tranquillo e affatto turbato. Dentro stava morendo, però. Lei agitò la mano e sparì, lasciandosi dietro un Louis -a suo avviso- felice.









"scricciolo" sussurò lui andandole in contro e facendola tingere di rosso, lei imbarazzata si guardò intorno, per assicurarsi che nessuno avesse sentito quel assurdo nomignolo, ma la fortuna non era dalla sua parte, perchè tutta la scuola li fissava. A denti stretti chiese di andarsene, mentre Louis la abbracciava come se volesse completare il tutto facendola andare a fuoco, poi lui rise al suo orecchio e la accontentò, scortandola fino al posto del passeggero.
"hai avvertito i tuoi, che sei con me?" domandò, dopo essere partito, corrugando la fronte. Distolse lo sguardo dalla strada per qualche secondo e lei annuì, sebbene Louis non avesse bisogno della risposta. Molto probabilmente aveva detto ai suoi soltanto che avrebbe ritardato per pranzo, non essendo a conoscenza dei piani del moro, così Louis aveva organizzato tutto nei minimi dettagli e non aveva scordato di chiamare i genitori della ragazza a metà mattinata, avertendoli che loro figlia non sarebbe proprio tornata a casa a mangiare. Quando Louis posteggiò davanti al garage della propria villa, entrambi scesero dalla macchina e come un gentiluomo Louis tolse lo zaino all'amica, mettendoselo in spalla e vedendola arrossire.
"posso?" domandò Annabelle sulla porta, con lo sguardo basso. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e senza molto tatto le disse di smetterla ed entrare senza permessi e formalità, pentendosene quasi subito.
"questa o questa?" domandò il moro poco dopo, mostrandole euforico due magliette, una polo e una girocollo molto scollata. Anna si trattenne dal non urlargli in faccia e dall'insultarlo, piena di tristezza e delusione, mentre lui si mordeva un labbro, vedendo come ci stesse male.
"ma maglietta girocollo" sussurò, stringendo arrabbiata un cuscino della camera del ragazzo, poi decise di aggiungere dell'altro, per non sembrare troppo lontana con la testa. "magari con una felpa"
Gli occhi azzurri di Louis brillarono e corse all'armadio per prendere qualcosa. Quando tornò, le mostrò fiero la felpa bordeaux che Anna le aveva regalato l'anno prima per natale e immediatamente alla ragazza salì un groppo alla gola.
"che te ne pare?" domandò il moro, entusiasta, cercando -seppur finto- il suo consenso. Quando arrivò, corse in bagno a cambiarsi, non perchè avesse difficoltà a mostrarsi semi nudo davanti a qualcuno, ma perchè, conoscendo Annabelle, sapeva quanto la imbarazzasse e per quel giorno non voleva darle altri problemi. Una volta pronto, uscì e si presentò all'amica, in attesa.
"stai bene" borbottò, alzandosi e raggiungendolo, prese ad aggiustarlo come una madre faceva al proprio bambino e Louis desiderò che non smettesse mai. Adorava sentire se sue mani sul suo corpo, al contrario della rossa che si chiedeva come avesse potuto prendere una tale iniziativa, dato che quei maledetti tatuaggi, che si intravedevano dalla maglia scollata, la stavano facendo impazzire.
"finito" mormorò, lui sorrise e poi uscirono. Per Annabelle fu il viaggio più lungo di tutta la sua vita e, ad ogni secondo che passava, la sua delusione cresceva. Stavano arrivando proprio davanti casa sua, quando Louis proseguì, senza imboccare il vialetto. La ragazza indicò la villetta e aprì la bocca per parlare, ma non ne uscì alcun suono, così si voltò verso il moro, vedendolo sorridere, furbo.
"Louis, ma che diavolo... Casa mia è lì. Che stai facendo, idiota?" se ne uscì Annabelle, battendogli una mano sul sul braccio.
"ti fidi di me?" domandò lui, guardandola completamente perso, per poi tornare a fissare la strada.
"no!" esclamò la rossa, rizzandosi impaurita sul sedile. Per tutta risposta, il moro rise divertito, simulando un pugnetto affettuoso sulla guancia di lei. "perchè mi stai portando con te?"
Lui sgranò gli occhi e si morse un labbro, mentre lo sguardo di lei lo osservava vuoto e dispiaciuto. Si sentì un mostro per averla trattata come uno straccio, ma sapeva -o almeno sperava- che alla fine sarebbe stata felice.
"pensavo che magari mi avresti potuto dare man forte prima dell'appuntamento" mentì, concentrandosi sulle sue mani.
"da quando Louis Tomlinson ha bisogno di aiuto?" chiese con una strana schiettezza, che non le apparteneva.
"giusto-" mormorò tra sè e sè, dandosi dello stupido.









"Belle-" la chiamò in un flebile sussurro, facendola sussultare. Quello stupido soprannome glielo dava solo quando combinava qualcosa di davvero grosso e che a lei non sarebbe piaciuto, così, quando diede meglio uno sguardo a cosa li circondava, tutto prese un senso.
"oh, no" mormorò, guardandolo male e puntando poi gli occhi verdi sulla campagna che li affiancava. Era immensa e infinita, i colori caldi dominavano la scena. Louis si fermò sulla strada deserta e prese un respiro profondo. "sei un deficiente, Tomlinson!"
Con una rabbia che non aveva mai visto in lei, la osservò mentre con furore apriva lo sportello e scendeva a tutta velocità. I capelli le svolazzavano sulle spalle e il vestitino blu che indossava quel giorno si muoveva a destra e sinistra ad ogni suo passo, il ragazzo pensò che non era mai stata più bella.
"mi dispiace, okay, Belle?" esclamò, non appena la raggiunse, fuori dal veicolo, in mezzo al nulla. La bolccò da un polso e la attirò a sè, ma senza  grandi risultati, perchè con una scossa si liberò dalla presa.
"non è vero. E sai perchè?" domandò retorica facendo rimanere Louis spiazzato da quel suo atteggiamento. "perchè tu sei sempre stato così! Non ti è mai interessato nulla degli altri, nemmeno di me, fai tutto di testa tua e poi finisce sempre in casini su casini. E io sono stufa di te, dei tuoi guai, del tuo modo di essere e di comportarti, non puoi pretendere che io stia tranquilla ora, dopo essere stata trascinata da scuola a casa tua e da casa tua al tuo stupidissimo appuntamento con la tua nuova fiamma, non me ne frega una cazzo, Louis William Tomlinson, capiscilo. Oh dimeticavo, che non sei così intelligente considerando che dopo tutto questo tempo non ti sei mai accorto di me, che ti morivo letteralmente dietro-"
"sei davvero strabiliante, Annabelle" la interruppe Louis con un risata fragorosa, le prese una mano e la avvicinò a lui. "l'unica che non ha mai visto nulla sei tu. L'appuntamento era tutta una grossa balla e tu ci sei cascata, complimenti-" lei rimase interdetta, non sapendo se essere più stupita dalle parole appena pronunciate dal suo migliore amico o dalla loro distanza. Erano così maledettamente vicini che si sarebbero pututi baciare da un momento all'altro e Louis lo stava per fare. Le sue labbra solleticarono su quelle della rossa, che avvampò impaziente e sconvolta allo stesso tempo. Poi lui si decise e la baciò con affetto. "era una sorpresa la mia, ma hai rovinato tutto, Belle"
"era tutto per me?" soffiò, dopo essersi staccata controvoglia da quelle calamite rosee e sottili. Ancora non ci credeva.
"sì, oggi mi sarei dichiarato a te" e la baciò ancora, in mezzo alla campagna più sperduta.





 

 





 

Sparisco.

Lo so, è una mezza cagata.. Okay è tutta una cagata, ma mi è venuta in mente mentre guardavo Friendzone - Amici o fidanzati? su MTV. E' quel programma dove quello innamorato organizza un appuntamento e racconta al/alla migliore amico/amica che deve uscire con una/uno, ma invece non è vero e, con la scusa di voler essere accompagnato, davati al luogo dell'appuntamento gli rivela che è tutta una bugia e che in realtà è una modo per dichiarasi allo/alla amico/a.
So che non ne avrete capito niente, ma tranquilli lol non è fondamentale, non so nemmeno io perchè guardavo quel programma.

Comunque, spero vi piaccia. Non ho mai scritto su Louis ed è stato fantastico, soprattutto in questo periodo di depressione post-concerto a cui non sono andata. So che arriverà il mio momento, non sarà probabilmente il 2014, ma arriverà e i ragazzi non mi dedicheranno Little Things perchè sono rimasta a casa, ma perchè ero lì. Non posso dire di essere stata la Giulietta di Harry per una notte, ma posso dire di essere stata una delle meravigliose fan che li amano, anche se non li ho fatti commuovere. Grazie a chi è andato e ci ha fatto fare una magnifica figura. Sono rimasti incantati, siete stati grandi.
E voi che siete rimaste a casa per lo stay at home, tranquille, ce la farete.


 

"le directioners italiane ci hanno rubato il cuore, ma scommetto che quelle a casa ci avrebbero rubato anche l'anima"
- Niall Horan, Milano, 20.05.2013.

(spero sia vera, non lo so.)


Love you all.

Hug me conor.

  
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