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Autore: Sweetie616    07/12/2007    4 recensioni
"Ero immersa nei miei pensieri quando si aprirono le porte dell’ascensore ed entrai, proprio nel momento in cui usciva un ragazzo vestito di nero, con cui, inevitabilmente, mi scontrai. “Vuoi guardare dove vai?” gli urlai contro, alzando lo sguardo quel poco che bastò ad incrociare due incredibili occhi verdi. Lui mormorò qualcosa in inglese, continuando a correre per il corridoio."
Cosa succede quando due persone deluse dall'amore si incontrano e scoprono di amarsi? Può succedere di tutto...soprattutto se uno dei due è Ville Valo...
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5.  Chains around your heart

 

“Ville!! Ci fai un autografo?”

Alzai gli occhi al cielo. Un gruppetto di ragazze si era avvicinato, spezzando la magia di quel nostro piccolo momento privato. Mi ero completamente dimenticata di ripetere l’azione diversiva di Firenze.

Ville firmò decine di autografi, poi mi prese dolcemente  per mano.

“Andiamocene da qui” mi disse.

Burton, Migè, Gas e Linde erano scampati per un soffio all’assedio delle fans, e ci aspettavano sul tourbus.

“Non hai funzionato, oggi, eh?” mi rimproverò scherzosamente Linde.

“Credo sia colpa di Ville” ridacchiò Gas.

“Birra?” propose Burton “Camilla, ieri ti sei persa una vera serata post-concerto...questa però non raccontarla nell’articolo!”

Risero tutti.

Andammo in un pub poco lontano...e scoprii cosa intendeva Burton. Nel giro di due ore, scoprii anche che tutti, a parte Ville che aveva davanti il solito caffè, reggevano benissimo l’alcool... al contrario di me. Quando fu il momento di tornare in albergo, mi resi conto che non riuscivo nemmeno a stare in piedi, attorno a me girava tutto. Tentai di alzarmi, ma ricaddi di nuovo sulla panca del pub.  Era ben diverso, però, da quando mi ubriacavo per non pensare a Luca...la verità è che mi stavo divertendo da matti.

“ Sembra che Camilla non regga molto l’alcool!” constatò Migè.

“ Ti aspetta una bella serata, Ville!” ridacchiò Gas.

“Piantatela di dire cazzate!” esclamò acido Ville, prendendomi in braccio.

“Ville, sto bene...mettimi giù...” borbottai, mentendo spudoratamente. Sapevo che se mi avesse messa giù, sarei crollata per terra, e per fortuna lui non si fece incantare, portandomi in braccio fino in camera. Mi depositò delicatamente sul suo letto, togliendomi le scarpe. Protestai debolmente. Per fortuna non mi veniva da vomitare. Volevo solo dormire...anzi no, volevo anche e soprattutto baciare Ville, ma quello non era un effetto dell’alcool, purtroppo.

“Vedrai che dopo una bella dormita starai meglio” disse.

“Non te ne andare, resta con me...” mormorai.

“Ma come, tu non eri quella del “con te non ci dormo?” rise, sdraiandosi accanto a me.

“Non l’ho mai detto.. mi dai il bacino della buonanotte?” aggiunsi. Ora sì che riconoscevo l’effetto dell’alcool, da sobria non l’avrei mai detto.

Ville ridacchiò, e mi stampò un bacio sulla fronte, scendendo poi, dolcemente, a sfiorarmi la guancia con le labbra, mentre, più o meno involontariamente, le mie braccia lo stringevano a me.

“Dormi” sussurrò.

“Ville...”

“Sì?”

“Penso anch’io che tu sia l’uomo più sexy del mondo...”  Ecco fatto. Ora sì che ero abbastanza sbronza per dire ciò che pensavo davvero. Rise.

“Ne riparliamo domani..e... Milla?”

“Mmm” mormorai, mezza addormentata.

“Promettimi che non ti vedrò più così sbronza” sussurrò, accarezzandomi il viso.

“Tanto non ci vedremo più...” borbottai, prima di scivolare nel sonno. Per tutta la notte sentii, ma non sapevo se stavo sognando oppure no, un braccio di Ville attorno ai miei fianchi.

 

Quando mi svegliai, con il peggior mal di testa che la storia ricordi, Ville era ancora accanto a me. Appoggiato su un gomito, con addosso solo un paio di pantaloni neri, mi stava guardando dormire e mi accarezzava piano i capelli.

Richiusi gli occhi. Ok, ero morta. Avevo bevuto birra fino a morirne ed ero finita all’inferno. No, a pensarci bene non poteva essere l’inferno, perché accanto a me avevo appena visto un angelo. E avevo troppo mal di testa e troppi pensieri sconci riguardanti l’angelo che mi stava accanto per essere morta. Riaprii gli occhi con cautela, e sprofondai di nuovo negli occhi verdi di Ville.

“Buongiorno...Stai meglio?” mi chiese, con la voce vellutata e il sorriso angelico.

“Sì...no, mi sta scoppiando la testa” mormorai. “E mi sento un’idiota”.

“Mmm...ti ci vorrebbe una bella birra, ora!” ridacchiò.

Aveva detto la parola magica. Quella che mi fece precipitare di corsa in bagno. Quando ne uscii, però, stavo decisamente meglio, a parte il pallore cadaverico e le occhiaie.

Tornai in camera, e Ville non c’era. Aveva saggiamente deciso di lasciarmi un po’ di privacy, e mi avvisava con un biglietto che mi avrebbe aspettato da Migè.

Mi feci una doccia e indossai una gonna e una maglia nera, con sotto gli anfibi. Mi truccai e completai l’opera con una sciarpa di vellutino bordeaux, poi andai a bussare alla porta di Migè.

Il bassista aprì subito.

“Tu lo sfratti...e lui invade il mio bagno” protestò.

“Scusa...” mi giustificai.

“Meglio il tuo che quello di Gas! Non voglio morire!” gridò Ville dal bagno.

Migè rise. In quel momento si aprì la porta e ne uscì il darkman, bello da restare senza fiato. Indossava dei pantaloni neri, una maglia, sempre nera, con le maniche lunghe tirate giù a coprirgli quasi le mani e...la mia stessa sciarpa.

Sorridemmo entrambi.

“Ok..ora ve ne andate e mi lasciate dormire un altro pò, vero?” disse Migè.

“Migè sei un gran rompipalle, lo sai?” disse ridendo Ville.

“Io, eh?”

 

Uscimmo, e andammo a far colazione in un bar poco lontano dall’albergo. Pensare che di lì a poche ore avrei dovuto prendere il treno che mi riportava a Roma mi infastidiva. Non capivo cosa mi stesse succedendo...era una cosa totalmente irrazionale, ma non volevo lasciare Ville. Una parte di me voleva dirglielo, ma l’altra... l’altra aveva una paura fottuta.

“Ville, scusa per ieri sera...” dissi, ad un certo punto.

Lui sorrise. “Per cosa, esattamente? Per avermi fatto fare due piani di scale con te in braccio o per aver messo a dura prova il mio autocontrollo abbracciandomi e chiedendomi di baciarti?”

Spalancai gli occhi. Ne avevo un vago ricordo... ma credevo, o meglio speravo, di aver sognato tutto.

Diventai improvvisamente paonazza.

“Oddio, Ville scusa...io non volevo...” mi schermii. Bugia, perché lo volevo eccome, anche e soprattutto da sobria.

“Io sì” ammise lui, dolcemente “Ma non nello stato in cui ti trovavi ieri sera.”

Il cuore di nuovo mi saltò nel petto.

“Allora non l’ho sognato..Stanotte hai dormito abbracciato a me? E mi hai chiamata...”

“...Milla?” concluse, sorridendo.

Annuii. “Mi chiamavano così i miei nonni, quando ero piccola. È stato bello risentirlo.... è stato bello risentirlo da te.”

 

Ville mi prese la mano, e ci incamminammo a piedi per le vie di Modena, quasi deserte di domenica mattina, e non smettemmo per un attimo di parlare.

Eravamo davanti al palazzo Ducale, quando mi voltai e accanto a me non vidi più Ville. Mi guardai intorno per cercarlo, finchè non mi sentii abbracciare da dietro.

“Cosa..?”

Ville rideva. “Ero andato a comprarti una cosa” disse, mettendomi davanti un piccolo peluche a forma di pipistrello...adorabile.

 “Volevo regalarti qualcosa che ti facesse pensare a me...e tra tutti i peluche su quella bancarella, questo è quello che mi rappresenta meglio!” sogghignò.

“Grazie...” mormorai, voltandomi verso di lui senza sciogliermi dall’abbraccio.

Ma io non voglio un tuo ricordo, Ville. Io voglio te... Questo ovviamente mi guardai bene dal dirglielo, ma in quel momento successe qulcosa di strano.

I nostri visi erano vicinissimi, potevamo sfiorarci con la punta del naso. Non doveva succedere con me sbronza, ora ne ero perfettamente consapevole. Sentivo le sue braccia cingermi la vita e mi abbandonai completamente. Ville mi guardò dolcemente negli occhi, poi le nostre labbra si sfiorarono. Fu un bacio dapprima dolce, poi sempre più profondo e passionale. Avrei voluto non staccarmi mai da lui e l’idea della partenza divenne sempre più straziante. La verità è che l’avrei seguito ad Helsinki...l’avrei seguito ovunque, ma purtroppo non era possibile. Tornammo in albergo tenendoci per mano, ed era già il momento dei saluti.

Quando arrivammo, Migè sbirciò le facce di entrambi, e capì che era successo qualcosa. Li salutai uno ad uno, lasciando Ville per ultimo.

Mi accompagnò fuori, dove già mi aspettava il taxi che mi avrebbe portato alla stazione.

“Ciao, Ville...” mormorai.

“Ci vediamo presto...te lo prometto” sussurrò, tenendomi il viso tra le mani.

Ci baciammo di nuovo, e fu ancora più bello della volta precedente.

 

I'll be drowning you in this river of gloom

Forever in my heart

HIM - Cyanide sun

 

KIITOS a:

Bell_Lua: grazie mille^^ (sopravvissuta al video? ;-p)

 

Middina: un kiitos speciale, visto che mi stai facendo da beta!! (se i prossimi capitoli fanno  schifo sei autorizzata a dirlo!!)

 

00glo00: sì, credo anch'io che dopo una dedica di Ville dovrebbero recuperarmi minimo minimo all'ospedale!!! xD

   
 
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