Disclaimer: GoRa
ancora non vuole concedermi Mikoto, e neppure K
Project; quindi non mi appartengono ç__ç
N.d.A: chiedo scusa per il ritardo di
questo capitolo, ma come si dice “Real life is a bitch and then you die”.
Ringrazio chi ha letto e commentato i precedenti capitoli, spero abbiate la
pazienza di assecondarmi anche nel presente ultimo atto di questa ridicola
storiella (eccetto l’epilogo).
Capitolo
4 – Tutti per un calendario, un calendario per tutti!
L’atmosfera all’interno del bar Homra,
fino a pochi istanti prima colma di vivace calore, sembrava essere stata
cristallizzata da un gelido alito di vento blu. Blu come le divise dei tre
nuovi arrivati, in piedi a ranghi serrati appena oltre la soglia del locale.
Il Re Blu si arrogò il compito di rispondere alla
domanda del barista, ma lo fece rivolgendosi al Re Rosso, ancora comodamente
seduto sul divanetto e intento a fumare una sigaretta con la massima calma, con
l’aria di ignorare i nuovi arrivati… almeno agli occhi di chiunque conoscesse Mikoto Suoh da meno tempo di Izumo Kusanagi: al biondo non era
sfuggita l’impercettibile tensione nel corpo atletico dell’amico. ‘Come un leone che si prepara a balzare
sulla preda’ fu il suo divertito commento interiore.
Il Comandante di Scepter4 mosse i pochi passi
necessari a raggiungere il suo rivale ed esordì con il suo più severo (e
noioso, a parere di tutti gli altri presenti) tono da burocrate: “Siamo qui in
merito a un’indagine di livello Blu Reale: da fonti sicure ci è stato reso noto
che Homra sta attivamente perseguendo una nuova
attività sovversiva.”
“Hah?” il monosillabo
interrogativo e un sopracciglio leggermente alzato furono il massimo della
preoccupazione esibita dal leader di Homra.
Cosa che, puntualmente, riuscì a urtare i nervi del
compassato ufficiale come nient’altro ne aveva il potere: “Non hai proprio
niente da dire in proposito?”
Le iridi dorate scorsero rapidamente sui volti tesi
dei propri uomini, notando preoccupazione soprattutto in quello di Totsuka, il quale mai avrebbe pensato che il suo innocente
hobby li avrebbe portati sull’orlo di uno scontro tra Re. Gli occhi felini si
socchiusero tornando sull’uomo dai capelli blu, e le labbra del rosso
s’incurvarono in un sorrisetto rilassato: “Nah.”
Gli affilati cristalli violetti di Reisi lampeggiarono dietro le lenti degli occhiali e si
chinò fino a portare il suo volto a pochi centimetri di distanza da quello
dell’interlocutore, soffiando velenoso: “Questo tuo atteggiamento appesta
l’aria che respiro; non l’ho mai sopportato, Suoh.”
Pigramente, come un grande predatore che si
stiracchia prima di una notte di caccia, il Re Rosso si alzò dal divano e fronteggiò
il proprio opposto con un ghigno provocatorio: “Se stai cercando un pretesto
per combattere basta dirlo…”
I presenti avvertirono fisicamente sulla pelle le
Aure dei due risvegliarsi, vampate di calore e di gelo che cominciarono a far
gemere gli interni in legno. Kusanagi impallidì,
aspettandosi da un momento all’altro di vedere il suo prezioso soffitto
sfondato dalla comparsa di due Spade di Damocle:
“Fermatevi SUBITO, voi due!” ordinò Izumo, interferendo con incredibile coraggio nel faccia a
faccia tra titani; ma si sa, l’amore rende temerari, e il barista aveva
riversato troppo sudore e sangue (perlopiù altrui) nel suo adorato locale per
vederlo distrutto dai bisticci da vecchia coppia sposata di quegli sconsiderati
dotati di poteri semi-divini. “Se proprio volete venire alle mani, fatelo
ALTROVE, e soprattutto LONTANO DAL MIO BAR!”
A quell’esibizione di innegabile autorevolezza, le
Aure si affievolirono; Munakata era rimasto sorpreso
dal tono con cui il secondo in comando del Clan Rosso si era rivolto al proprio
sovrano, ma Suoh sembrava aspettarselo: sbuffò con noncuranza
e annuì.
“Andiamo, Munakata.
Cerchiamo un po’ di privacy.”
Reisi
scorse negli occhi di Mikoto un guizzo di
divertimento, ma prima che potesse reagire il rosso si era chinato, l’aveva
preso in braccio e se l’era buttato su una delle robuste spalle, marciando poi
fuori dal locale.
I campanelli tintinnarono di nuovo e il battente
della porta si richiuse sulla sequela di oltraggiate proteste del Re Blu.
Il… poco ortodosso congedo dei due Re lasciò il
resto dei presenti in palpabile imbarazzo. Eccezion fatta per Izumo, che aveva ora
campo libero per esercitare il suo fascino sulla bella Awashima
Seri; una volta sbarazzatosi della presenza troppo opprimente del suo ufficiale
superiore, era certo che la spadaccina si sarebbe dimostrata più cordiale, come
nelle occasioni in cui lei veniva al bar da cliente, nei suoi giorni liberi. In
quelle circostanze, la Donna di Ghiaccio aveva lasciato scoprire al barista una
debolezza che (per quanto bizzarra) lui non esitava a sfruttare:
“Seri-chan, che ne diresti
di un martini alla marmellata di fagioli rossi? Mi pare di capire che il vostro
Capitano vi abbia dato il resto della giornata libera” ammiccò sorridendo.
La bionda batté le palpebre come per risvegliarsi da
un sogno o da un’allucinazione, poi rivolta a Kusanagi
addolcì l’espressione e la voce: “Volentieri; credo di aver proprio bisogno di
un po’ d’alcol in circolo, dopo quello che ho visto.” e seguì Izumo al bancone.
Anche Fushimi non perse
l’occasione di approfittare dell’improvvisa libertà di azione: fin dal primo
momento in cui aveva messo piede nel locale e si era reso conto della presenza
dell’oggetto della sua ossessione, ovvero Misaki Yata, aveva contenuto a fatica l’istinto irrefrenabile di
tormentarlo un po’ come di consueto. Ora che il suo guinzaglio era stato
sciolto, neanche la presenza degli altri membri di Homra
impedì al suo volto di assumere l’espressione da molestatore incallito che il
ragazzo con lo skateboard aveva imparato a detestare:
“Cosa stai combinando, Mi~sa~ki~? Un calendario? Che
idea patetica, degna di un gruppo di nullafacenti come l’Homra;
pensi che la popolarità possa aiutarti a riuscire a parlare con una donna? Ti
illudi se speri di perdere la verginità in questo modo, Miii~saaa~kiiii~~~”
Saruhiko
ridacchiò nel vedere che fin dal momento in cui aveva pronunciato il suo
imbarazzante nome di battesimo il suo ex migliore amico era stato sul punto di
deflagrare in escandescenze; Bando e Shohei erano
stati costretti ad afferrarlo per entrambe le braccia e Kamamoto
gli zavorrava le gambe, per impedire che mettesse al rogo lì dove si trovava l’ufficiale
di Scepter4, bersaglio di epiteti quali “Stupida scimmia, maledetto traditore”
che l’avanguardia sciorinava senza quasi fermarsi a prendere fiato.
Non che il resto di Homra
provasse sentimenti particolarmente amichevoli verso colui che aveva
defezionato dal loro gruppo per unirsi ai loro più acerrimi antagonisti, ma
avevano abbastanza autocontrollo da rendersi conto che se ci fosse stato
spargimento di sangue sul prezioso pavimento in legno di Kusanagi-san,
il barista li avrebbe spellati vivi.
Solo una persona pareva ignorare beatamente il clima
da Terza Guerra Mondiale in procinto di esplodere: Totsuka
Tatara si avvicinò al diciannovenne occhialuto con un sorriso cordiale e fin
troppo compiaciuto, a parere dell’altro, che cominciò a preoccuparsi di cosa
mai potesse passare per la testa dell’imprevedibile terzo fondatore di Homra.
“Capiti proprio al momento giusto, Fushimi-kun! Ci mancava Mister Giugno! Credo che starai
benissimo nel nostro calendario, vero Anna?”
La bambina annuì decisa, lasciando a bocca
spalancata tutti gli altri; persino Yata interruppe
la sua raffica di insulti.
Il primo a riprendersi dallo shock fu Eric, che
borbottò incredulo: “Vuoi far partecipare pure lui? Con quella faccia da
stupratore di chihuahua che si ritrova?”
“Anna è d’accordo! Giusto?” chiese ulteriore
conferma alla piccola albina che continuava a tenere lo sguardo fisso su Fushimi, come per obbligarlo ad accettare con la pura
implacabilità delle sue iridi.
“Fushimi farà il
calendario.”
Saruhiko
avvertì nella laconica affermazione di Anna il rumore del coperchio della sua
metaforica bara che veniva inchiodato. E saldato. E sepolto nel cemento armato.
Capì di essere stato incastrato. Poi guardò l’espressione schifata di Yata e capì che non tutto il male vien per nuocere: grazie
a questa stupida trovata avrebbe avuto qualche occasione extra per molestare il
suo skateboarder preferito.
Il resto dei membri di Homra
sentì il livello di tensione scendere e si permise di tirare il fiato. Dewa, sempre pratico, fece un rapido conto sulle dita:
“Questo allora ci lascia con un solo mese scoperto, a meno che Totsuka-san non cambi idea…”
Tatara replicò con il solito sorriso tranquillo:
“Non preoccuparti, Dewa-kun; credo che di questo se
ne stia già occupando il nostro Re.”
Alle espressioni confuse dei presenti rispose la
voce sicura di Anna:
“Reisi Munakata.
Mikoto lo convincerà.”
“EEEEEHHHH?” fu il corale sbalordimento.
Tatara batté le mani: “È un buon piano, non trovate?
Dopotutto, se il Re Blu parteciperà al calendario, non potranno più accusarci
di attività sovversive o altre sciocchezze!” si volse raggiante verso Awashima “Dico bene, signorina Vicecomandante?”
Battendo le palpebre per riprendersi dalla sorpresa,
Seri ammise: “Se il Capitano accettasse, immagino di sì…” non diede voce ai
suoi dubbi sulle poche probabilità che l’ufficiale superiore si rendesse
partecipe di una simile iniziativa; dopotutto, Munakata
si comportava sempre in modo inconsueto quando era coinvolto Suoh. Che il Re Blu decidesse di assecondare la richiesta del
Re Rosso non poteva essere escluso a priori. “Ma in tal caso, i due dodicesimi
del guadagno verranno versati alla cassa comune di Scepter4.” Decretò
pragmatica.
“La Donna di Ghiaccio pensa sempre a tutto, eh?”
commentò scherzosamente Kusanagi.
“Eh, ma io speravo in un extra per arrotondare lo
stipendio!” si lamentò Fushimi.
“Questo tipo di bonus non è ammesso dal regolamento;
se vuoi arrotondare, comincia a fare un po’ di straordinari, dato che poltrisci
anche nelle ore d’ufficio che ti spettano. Inoltre, farai le fotografie esclusivamente
nel tuo tempo libero; non tollererò pause non autorizzate durante l’orario di
lavoro.”
“Spietata!”
fu il comune pensiero di tutti.
TBC
NdA: e così la temuta battaglia si
risolve a tarallucci e vino… o meglio, a Martini con marmellata di fagioli
rossi. Morale del capitolo: quando le donne comandano sugli uomini le cose si
risolvono sempre per il meglio ;P
A
presto per l’epilogo (forse!)