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Autore: Chelinde    21/05/2013    1 recensioni
Salve! questa storia parla di una ragazza in prima liceo ... ci saranno le conoscenze con prof, compagni, odio e amore, che ne dite, vi ho incuriosito? spero di si, me lo lasciate un commentino!?
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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La parola -LOVE- è comosta da 2 vocali, 2 consonanti e 2 imbecilli!

 

Capitolo VIII

 

Mi svegliai, il 21 Dicembre, oggi è l’ultimo giorno di scuola poi … VACANZE!!!!!!

Scendo velocemente dal letto, la sveglia mi ha fatto venire un mal di testa tremendo, come d'altronde mi succede tutte le mattine, guardo l’ora sul display, le 6, molto bene, ho quasi 45 minuti per; svegliarmi, lavarmi, vestirmi, fare colazione, truccarmi e salire in macchina per prendere il pullman.

Può sembrare impossibile che io la mattina riesca a fare tutte queste cose vero?

Ebbene, ragazzi, sappiate che certe volte riesco a farle in soli 30 minuti, o si! Anche in 25, ovviamente togliendo il trucco.

Prendo i vestiti che ho adagiato la sera prima sulla mia sedia e mi dirigo verso il bagno, attacco il caldo bagno, perché la mattina in questa stanza si muore dal freddo, certe volte penso che si potrebbe tranquillamente ibernarci qualcuno, ovviamente solo se congelato precedentemente.

Appoggio i vestiti vicini al getto d’aria calda, apro l’acqua calda ed attendo che si stiepidisca almeno un po’.

Quando mi convinco che l’aria è abbastanza calda e l’acqua non mi congelerà mi accingo a spogliarmi, nel frattempo ho perso 5 minuti, se mi è andata bene, sennò 10.

Inizio a lavarmi e a vestirmi.

Oggi, dato che il Natale si avvicina ho deciso di indossare un abito spiritoso.

Quando ho finito i preparativi mi convinco di dover uscire dal bagno, la tavola ospita già la mia colazione preparata da mia madre.

Mi siedo al tavolo, ora ho 30 minuti prima di dover uscire di casa, tempo di finire la colazione ed ho solo un quarto d’ora.

Corro verso il bagno dove mi lavo i denti, prendo la trousse, mi guardo allo specchio, guardo come sono vestita e decido che non è il caso di truccarmi.

Esco e mi metto il cappotto blu con una sciarpa bianca attorno al collo.

Sono le 6 e 55, alle 7 e 5 devo prendere il pullman, 5  minuti mi ci vogliono per arrivare … ce la farò?

Ma si dai!

Io e mia madre saliamo in macchina, riesco ad arrivare addirittura prima che il pullman arrivasse, non appena arriva faccio a gomitate, perché finalmente ho imparato che se non mi voglio fare un viaggio di 45 minuti in piedi devi tirare delle belle gomitate!

Mi siedo e tiro fuori l’I-pod, inizio ad ascoltare –La Distrazione- dei –Negramaro-, quanto amo questo gruppo!

Peso che se fossi in un anime in questo momento sarei sotto forma di –chibi-, con gli occhi a cuoricino e la bava che mi esce dalla bocca.

Vedo che i ragazzi continuano a salire sul pullman, scorgo anche lui, quel dannato, mi si siede accanto, mi tolgo la cuffia dall’orecchio vicino al finestrino e glielo porgo.

Meglio darglielo di mia spontanea volontà piuttosto che sentirmela togliere da lui stesso.

Il ragazzo accetta l’auricolare e se lo infila nell’orecchio “Sai, ora mai ci ho fatto l’abitudine con questa canzone, e pensare che prima la odiav-”, non gli faccio finire la frase perché gli lancio un’occhiataccia.

Possibile che ancora non abbia capito che quando ascolto i Negramaro voglio un silenzio religioso? E’ già tanto se la condivido con quest’individuo infimo ….

Mi lascio scivolare addosso tutte le note delle canzoni.

Il lunghissimo viaggio passa velocemente sotto la bellissima musica del mio gruppo preferito.

Arriva il momento di scendere, spengo l’I-pod e lo rimetto in cartella, scendiamo ed attraversiamo la strada, abbiamo circa 1 km e ½ prima di arrivare a scuola, passano più o meno 40 secondi dalla discesa dal pullman ....

Guardo il mio compagno di classe che di solito già mi rintontava (è un modo di dire quando uno parla a vanvera … + o – N.D.A.) con le sue bischerate, la cosa positiva? Da quando mi ero fidanzata non mi baciava più.

Quella negativa? Non mi lasciava mai da sola con Valter, già c’erano le mie amiche, ci si aggiungeva anche lui!

“Che hai?” gli chiesi senza nemmeno rendermene conto “Eh?” sembrava essersi appena risvegliato da un sonno profondo “Dimmi un po’, sai almeno dove stiamo?” mi guardò stupito “C’erto! Siamo per la strada a scuola!”.

“Menomale che almeno questo lo sai, sembravi entrato in coma!”, il ragazzo mi guardò con aria buffa, “Lascia perdere”.

Il ragazzo si fermò io non me ne accorsi e continuai ad andare avanti, mi sentii afferrare per la manica del cappotto.

Mi voltai indietro, Mauro stava con lo sguardo a terra, eravamo immobili mentre le persone continuavano a camminare ed a superarci tranquilli.

Sembrava che una bolla ci avesse rinchiuso (Sta bolla la dovevo proprio mettere da qualche parte è! N.D.A.), i rumori venivano attutiti, non c’era più il freddo congelante della pungente aria di Diciembre.

C’era invece un calore strano, ma piacevole.

Sembrava che il mondo si fosse improvvisamente fermato e che fossimo rimasti solo noi due.

Io e Mauro.

Mauro ed io.

Il ragazzo continuava a guardare a terra, come se stesse cercando le parole adatte per parlarmi, ero sempre più curiosa.

Lo vidi alzare il capo, aveva gli occhi lucidi, mi lasciò la manica quasi temendo che scappassi, ma io rimasi immobile, per un motivo che però ancora non conosco.

Si sentiva il ritmo del mio cuore impazzito.

Mi sentivo sempre più strana, vidi una lacrima rigargli il volto, se la asciugò in fretta e furia, aveva gli occhi rossi, una voglia matta di abbracciarlo si impossessò di me, ma prima che potessi fare qualcosa Mauro fece un passo avanti, poi un altro, era difronte a me, sentivo il suo respiro caldo sulla pelle ed il suo odore.

Una valanga di domande mi si insinuarono nella testa, cosa stava succedendo?

Perché piangeva?

Perché, nonostante la nostra vicinanza non annulla le nostre distanze baciandomi?

Perché non mi bacia?

Perché mi pongo tutte queste cavolo di domande? Chi se ne frega di Mauro!

Perché, guardando le sue labbra desidero che mi baci, desidero ricreare quel contatto che non c’è più da settimane, perché ho voglia di risentire il suo respiro caldo sulla mia pella e le sue labbra sulle mie?

Non riesco a trovare una risposta a tutte queste domande, ma una cosa è certa, ci sono troppi –perché-!

Prima di riuscire a formulare un qualunque altro pensiero fa un altro passo e mi supera, mi volto, cammina velocemente, la schiena appena ricurva, come se un macigno troppo pesante gravasse sulle sue spalle.

Lo vedo sempre più lontano, ma non riesco a muovermi … perché?

“Alessia!” un urlo distrugge la mia bolla, sento un enorme –blop- rintonarmi nelle orecchie.

Mi giro, in lontananza c’è Alessio, gli sorrido salutandolo a mia volta, ma perché è qui?

Ok, devo assolutamente trovare un vocabolo che sostituisca –perché- … non lo sopporto più.

“Ciao Ale, come mai da queste parti? Ti ricordi vero che tu sei a scuola a Pontassieve?” lo vedo ridere, una risata che mi riempie il cuore “Si si, tranquilla, è che … ecco …” improvvisamente capisco “Signorino Alessio Smith! Non mi dirà che sta marinando la scuola!”.

Lo vedo diventare prima rosa, poi rosso, bordeux ed infine viola, per un attimo temo che mi muoia qui davanti ….

“Già … è proprio così …” una pugnalata al cuore … sento come il cure trafitto da mille spilli … non tanto perché il mio migliore amico sta marinando la scuola, lo farei anche io … ma per la naturalezza con il quale lo ha detto ….

Gli sorrisi “Sei da solo?” lo vidi annuire in senso negativo, gli posai una mano sulla spalla e lo guardai con l’aria più seria che avevo.

“Allora ti dico una cosa, trona dai tuoi amici e … divertitevi anche per me che sarò costretta a sorbirmi 5 ore di assemblea …” lo vidi sgranare gli occhi per aprirsi in uno di quei sorrisi che faceva sciogliere le ragazze come un cono gelato al cioccolato e limone sotto il Sole.

Mi abbracciò stritolandomi “A domani Ale!” detto questo iniziò a correre verso il punto dal quale era venuto, sorrisi, certo che il mio migliore amico era veramente bello … chissà quando si deciderà a mettere la testa un po’ a posto e mettersi con qualcuno ….

Mi si illuminarono gli occhi, io devo parlare con Valter! Mi deve ancora spiegare come mai il giorno della nostra dichiarazione mi ha scritto il suo numero di telefono sulla mano!

E devo anche chiarire il perché Mauro aveva gli occhi lucidi … ma prima di tutto devo assolutamente andare a scuola!

Mi girai piena di una nuova energia e grinta verso al strada che dovevo percorrere per arrivare all’edificio scolastico ed iniziai a camminare con passo spedito verso quella ex prigione mai utilizzata per veri criminali, ma utilizzata per noi poveri ragazzi.

 

 

 

NOTA D'AUTRICE:

 

Mi spiace molto per questo mastodontico ritardo, è che ho avuto VERAMENTE molti CASINI, ed anche beeli grossi ... c-o-m-u-n-q-u-e spero che il capitolo sia giusto, e, come avete potuto notare la risposta esatta di 2 capitoli fa era: il suo numero di telefono ... non ha vinto nessuno ... T.T

A presto (spero)!

Chelinde!

P.S. Non credo di poter aggiornare prima della fine ella scuola ... ciao ciao!

  
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