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Autore: Cheshire_Blue_Cat    21/05/2013    3 recensioni
La mia prima storia di Soul Eater *felice*
Non vorrei anticipare nulla anche perché non so neppure io cosa sarò capace di scrivere O.O
Aggiungerò un nuovo personaggio, una ragazza dal passato rubato e che è stata dormiente per più di ottocento anni, la sorella di Ashura, il Kishin.
La storia è ambientata dopo la prima serie ed è basata sull'anime ^.^
... a Soul bastò solo un’occhiata per capire che quello non era per niente un comportamento da Maka oltre ad aver captato quella piccola distorsione nell’onda della sua anima.
- Maka? Non eri tu quella che correva dicendo che siamo in ritardo? - chiese prendendola per una spalla e dandole un piccolo scossone.
Lei si girò fissando un punto lontano nel deserto che circondava Death City: - Un’anima… - mormorò...
Tratto dal primo capitolo.
//Dolore al cuoricino ma *sigh* ho deciso di farlo, cambiato modo di scrivere, cambiato città, cambiato casa, ... incompiuta... ma prima o poi finirà anche questa uwu//
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Justin Law, Kishin Ashura, Nuovo Personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Back for Good

Fu un miracolo se riuscì a sgattaiolare oltre la porta per precipitarsi in classe, dopo aver passato una notte in bianco e riuscendo a lasciare Justin addormentato raggomitolato sul cuscino.
Avrebbe dovuto trovare una soluzione, la sera prima aveva anche fatto presente il problema al Sommo Shinigami e non ne aveva lo stesso cavato un ragno dal buco.
Non aveva trovato nessuno che la aiutassero dato che Maka, Soul, Black*Star e Tsubaki erano in missione e Kid non era venuto a scuola… chissà perché… probabilmente stava ancora mettendo simmetricamente apposto il casino che tutti loro avevano lasciato in casa sua; Quei disgraziati di Kaim e Meru invece, si erano sganasciati dalle risate e Kaim stava quasi per soffocarsi tanto rideva.
Molto d’aiuto… sospirò massaggiandosi la fronte tesa, rivolgendo un’occhiataccia ai due gemelli seduti affianco.
Quando si accorsero che li fissava si voltarono e dovettero coprirsi la bocca per non ridere nel bel mezzo della lezione del Dottor Stein. Cosa poco furba contando che, l’ultima volta che stavano facendo casino, uno dei bisturi del professore si era conficcato poco sopra la testa di Kaim.
Idioti -.-“ …
 
Le rimaneva, forse, solo un’altra opzione e a Justin non sarebbe andata giù affatto.
 
- Giriko… - ripeté spazientita battendo nervosamente il piede sul pavimento mentre la motosega si contorceva dal ridere sulla poltrona.
Forse aveva sbagliato i calcoli pensando che Giriko avrebbe potuto comportarsi diversamente da Kaim e Meru.
Lo osservava a pochi metri di distanza con un sopracciglio alzato e le braccia conserte; Justin era nella sua identica posizione, il che era tutto dire dato che era un gatto.
- Hai finito? -
Giriko si asciugò le lacrime ingoiando un paio di volte la risata e tentando di alzarsi, ma appena incrociò lo sguardo ridicolmente severo di Justin si piegò di nuovo in due appoggiandosi alla poltrona: - No no… non ce la posso fare! -
- Andiamo Giriko, fa la persona matura! - sbuffò tirandolo per la camicia e ottenendo il misero risultato di ricadere sulla poltrona insieme a lui scoppiando a ridere pure lei.
Se avesse potuto Justin avrebbe sfiorato una colorazione vermiglia dato che stava per esplodere tanto era nervoso.
Giriko aveva smesso miracolosamente di ridere e, quando Shine tentò di alzarsi, la ritirò giù. A quel punto Justin saltò in piedi rizzando il pelo soffiando e mostrando i denti.
- Ti da’ fastidio? - lo provocò l’altro mentre Shine si contorceva per liberarsi dalla stretta.
Ammettiamolo, Justin pretendeva troppo ad essere preso sul serio con quelle sembianze; Guardarlo troppo avrebbe potuto far venire il diabete…
In ogni caso Griko stava tirando troppo la manica e Shine si alzò prima che potesse allungare troppo le mani e Justin prendesse fuoco spontaneamente.
Andò a sedersi ai piedi del letto e incrociò le braccia pensosa: - Quindi non hai nessuna opzione passabile e sei inutile quanto gli altri… - sintetizzò guardando scettica il ragazzo.
- Devo dire che non ho mai visto una mutazione del genere… - rispose stravaccandosi sulla poltrona e accavallando le scarpe su un bracciolo: - La sua anima è intatta? -
Shine si voltò a guardare Justin, che si immobilizzò di colpo, improvvisamente a disagio;
- Non ci vedo niente di strano… - mormorò Shine cercando di nascondere la pelle d’oca che le era venuta alle braccia.
Nei confronti di Justin si era sempre mostrata cauta; Non gli aveva mai guardato l’anima se non di striscio alcune sporadiche volte e di certo non se l’aspettava così grande, il che era anche evidenziato in quel momento date le sue attuali dimensioni.
- Qui micio micio. - lo prese in giro Giriko tendendogli la mano come si fa coi gatti e Shine si riscosse dalla sua osservazione fissandolo con un sopracciglio inarcato per poi passare a Justin temendo che gli saltasse addosso facendo ricorso a quegli artigli che si ritrovava. Per fortuna si limitò a piegare le orecchie indietro e soffiare come una caffettiera in ebollizione poi gattonò verso Shine e si raggomitolò sulle sue ginocchia.
Giriko ridacchiò andandogli vicino e tirandogli un orecchio per farlo innervosire: - Allora micetto? Cos’avevi intenzione di fare? - lo provocò.
Justin ringhiò.
- Sai… non mi sembra il caso d’infierire… - gli fece notare la ragazza. Fece in tempo a dirlo che la bestiola che teneva in grembo saltasse in piedi e tirasse inaspettatamente dalle zampe anteriori due ghigliottine.
Giriko fece un salto indietro per la sorpresa e Shne capì che probabilmente era il momento di buttarlo fuori.
Si alzò battendo le mani: - Bene. - Justin fece un salto sul letto: - Credo che tu adesso debba uscire. - disse spingendo delicatamente Giriko verso la porta.
- Perché? - chiese lui col doppiofine di far infastidire ancora il gatto biondo.
Lei roteò gli occhi: - Ehm… devo farmi un bagno… - improvvisò: - Non puoi restare. - disse ferma.
Giriko ci mise un attimo a realizzare la scena e stirò le labbra in un ghigno poco raccomandabile: - Magari invece potrei restare… - suggerì sporgendosi pericolosamente verso di lei.
Shine sbiancò poi arrossì di colpo: - Meglio di no… - balbettò guardando Justin con la coda dell’occhio, che li fissava stralunato con gli occhi azzurri sgranati all’inverosimile.
- Miahw… -
Strano a dirsi, ma quel miagolio l’aiutò ad uscire da quella situazione imbarazzante: - Scusa Giriko, ma non puoi proprio… - decretò per l’ultima volta schioccandogli un bacio sulla barba sfatta delle guance e spingendolo fuori dalla porta che, un secondo dopo, era chiusa a chiave.
Ancora rossa in viso s’incamminò a grandi falcate verso il bagno che un miagolio di Justin la bloccò: - Che c’è? - chiese quasi irritata da quegli occhioni che la scrutavano indagatori: - Se credi che io sia interessata a lui hai preso un gigantesco granchio. - mormorò imbarazzata.
- Miah? -
Sbuffò: - Ovvio che l’ha fatto perché gli piace farti innervosire… - poi ci pensò un po’, storcendo il naso e la bocca: - Prendetemi pure per matta se parlo con un gatto… - si disse: - Il bello è che ti capisco pure… - pescò della biancheria dal cassetto e si ficcò in bagno, quasi avesse paura che in qualche modo Giriko scoprisse che gli aveva mentito, senza preoccuparsi di chiudere la porta.
Justin rimase seduto sul pavimento, domandandosi se valesse la pena entrare da quella porta lasciata così indiscretamente aperta. Da dentro si sentiva già lo scroscio dell’acqua.
Oh andiamo… non può mandarmi via: sono adorabile… guardò innocentemente in alto come a chiedere scusa a qualcuno e trotterellò dietro a Shine.
Un po’ timoroso zampettò sul legno del pavimento tenendo rigorosamente gli occhi rivolti verso il basso e inizio ad arrampicarsi sul mobile del bagno, sfortunatamente per lui era una frana e quando arrivò al terzo cassetto inciampò e rimase appeso facendo anche un gran rumore.
Shine si voltò: - Justin? - lo guardò farsi in quattro per tentare di salire. Intenerita lo prese e lo appoggiò in cima al mobile.
Lui s’irrigidì, quando si voltò verso Shine, avrebbe voluto morire e rimase immobile, facendo finta di essere un’animale impagliato, incapace di chiudere gli occhi o di distogliere lo sguardo.
Ok, non era psicologicamente pronto a quella vista ma si maledisse per essere diventato un gatto proprio in un momento simile.
Shine si era spogliata davanti a lui come se niente fosse ed era entrata in vasca da bagno. Fece un passo e rovinò sul pavimento a zampe all’aria; si avvicinò tenendosi sulle zampe posteriori per stare appoggiato al bordo della vasca ad osservare l’acqua torbida per il calore: - Miah! - soffiò quando uno schizzo gli inumidì il naso e si ritrasse.
- Vuoi fare il bagno con me? - chiese Shine allungano una mano fuori dall’acqua e gocciolandogli sopra la testa. Justin si sedette sulle zampe posteriori nel tentativo di toccarle le dita con la punta del naso.
Ridacchiò e, prendendolo per la collottola lo sollevò e se lo adagiò affianco alle gambe. Lui annaspò un po’, infradiciandosi tutto, trovando appiglio sul ginocchio di Shine, che sporgeva dall’acqua.
I gatti odiano l’acqua, giusto? E lui era un gatto, giusto? Bhe, non che gli dispiacesse così tanto stare in una vasca piena d’acqua fradicio come un pulcino, soprattutto se insieme ad una ragazza nuda intenta ad insaponarsi.
Qualsiasi gesto lei facesse restava a guardarla, persino quando uscì per avvolgersi attorno un asciugamano intorno rimase lì con gli occhi rivolti verso l’alto anche se cercava ancora di nascondersi nel bordo vasca; il che era abbastanza comico dato che gli occhi e le orecchie erano ben visibili.
Fu meno piacevole quando Shine, vestita, lo tirò fuori dall’acqua e tentò di asciugarlo: - Mi dispiace, ma non puoi bagnare tutta la stanza. - si giustificò lei per cercare di zittire i suoi miagolii di protesta.
Quando lo lasciò andare Justin starnutì un paio di volte e si scrollò l’acqua restante di dosso, per un secondo sembrò essere in pace col mondo poi il pelo gli si gonfiò con un sonoro “puf” facendolo assomigliare ad un batuffolo di cotone. Un batuffolo di cotone molto disordinato e molto allucinato.
Gli bastò girarsi di poco per vedere la propria immagine riflessa sullo specchio: - Oh mio Dio... Justin, sei adorabile… - ridacchiò Shine coprendosi la bocca.
Evidentemente lui non era molto d’accordo a giudicare da un singhiozzo e, prima che potesse allagare il bagno con uno dei suoi pianti disperati, prese subito le difensive e gli promise di sistemarlo.
Mai l’avesse detto…
Ci mise tutta la serata e ne uscì tanto distrutta da collassare direttamente a letto, Justin si era già addormentato lì affianco; quando si stese anche lei socchiuse un occhio e le si trascinò affianco cominciando a fare le fusa.
Shine sorrise furba: - Fai le fusa? - lui rispose con uno scatto seccato della coda: - Sai che questa te la rinfaccerò a vita, vero? -
La mattina dopo avrebbe trovato Blair e le avrebbe fatto il pelo e il contropelo! Era così carino da far venire il diabete, ma… davvero, non lo sopportava più: rivoleva Justin umano; quello che si vestiva sempre uguale, che la superava di una spanna di altezza e che parlava troppo da ubriaco.
Così la mattina seguente se lo portò dietro alle lezioni tenendoselo sulla spalla neanche fosse un pappagallino, intenzionata, dopo esser sopravvissuta alla lezione di Stein, a setacciare tutta Death City se necessario per trovare quella gatta vagabonda che si era divertita ad entrare dalla loro finestra.
Justin, da parte sua, cercava di essere il più indifferente possibile mentre passavano nei corridoi, incenerendo con un’occhiataccia chiunque osasse fissarlo per più di cinque secondi. Ovviamente non gli riusciva benissimo darsi un tono.
Appena arrivarono in classe sfrecciò sotto la sedia di Shine con le orecchie ritte ad osservare le scarpe di tutte le persone che stavano lì a parlare con lei.
Fece capolino con la testa solo quando ci fu silenzio, si guardò un attimo intorno: Sono tutti seduti… notò per poi rabbrividire: E cos’è quest’inquietante presenza? gli si rizzò il pelo a vedere Stein che lo guardava con sincero interesse scientifico e con un sinistro scintillio sulle lenti degli occhiali.
Silenziosamente, tentò di scomparire nuovamente sotto il banco, un secondo dopo Shine gli allungò un bigliettino: Tutto apposto? chiedeva; la vide tornare indietro sulla panca per guardare di sotto.
Quando finirà? chiedeva la sua espressione e si limitò a scuotere lentamente la testa.
Alla fine delle lezioni Justin era collassato sotto il banco ed era rimasto fermo così tanto tempo che gli sembrava strano camminare, così che si arrampicò istantaneamente sulla spalla di Shine; lei parlottava con Maka e Soul, che avevano accettato di accompagnarla a cercare Blair insieme a Kaim e Meru.
Quei due non la smettevano di rompere le palle a Justin, ad occhi chiusi con le orecchie appiccicate in testa per far capire che non gradiva.
- Maka, dove và di solito Blair? - chiese Shine.
Lei ci pensò un po’ poi fece una sottospecie di smorfia, ma non rispose; ci pensò Soul, con la solita sufficienza: - Non lavora nel Cabaret Club dove và quel porco del tuo vecchio? - ghignò.
- Maka… CHOP!!! -
Shine fece un salto indietro per poi vedere la falce con la testa sfondata: - Direi che cominciamo da lì… - mormorò camminando avanti.
Maka ripose l’arma/libro e la seguì non prima di aver rivolto un sorriso a Soul, talmente improvviso da disorientarlo: - Che hai da ridere? Certo che sei proprio sadica… -
Lei si mise una mano davanti alla bocca: - Non è niente. - ridacchiò saltellando.
Perché era così felice? Non ne aveva idea.
Sembrava quasi che Shine influisse sul suo stato d’animo, aveva un ottimo presentimento.
Nel locale non c’era quasi nessuno a quell’ora, la ragazza che venne loro incontro  si chiamava Arisa: - Non siete un po’ troppo giovani per venire qui? - chiese dolce appena li vide.
Maka s’irrigidì, guardandosi intorno nella speranza di NON scorgere suo padre.
- Cercavamo Blair. -
- Blair? Oggi non l’ho vista… - Arisa si portò un dito alle labbra pensosa poi il suo sguardo cadde su Maka: - Oh! Ma tu non sei la figlia di Death Schyte? - batté la mani: - Quando veniva qui parlava spesso di te, sono sicura che sei tu. -
Maka si riscosse: - Veniva? - sottolineò accigliata. Forse il verbo al passato era l’unica nota stonata che aveva colto in quella frase.
- È da parecchio che non lo vedo da queste parti, l’ultima volta ha parlato con Blair, sembrava molto su di giri; ha salutato e se n’è andato. - sintetizzò la donna facendo spallucce.
- Grazie. - s’inchinò Shine tirando Maka fuori di lì, sembrava troppo assente.
- Tutto ok? - chiese una volta fuori. La risposta fu un segno d’assenso un po’ stentato.
Continuarono la ricerca per tutta la città non trovando Blair in nessun tetto, locale, strada o piazza.
- Ma dove si sarà cacciata?! - sbraitò Shine furente, risalendo la scalinata della Shibusen dopo aver girato tutta Death City. Forse era l’unica con ancora con un briciolo di forza nelle gambe, gli altri erano tutti sfiancati.
- Sono così distrutto che non mi ricordo più cosa stavamo cercando… - si lamentò Kaim mentre il gemello gli si appoggiava alle spalle.
-Non ti lamentare. - ringhiò Shine scocciata, Justin scese a terra a misurare lo spazio davanti a Shine ad ampie falcate poi si sedette abbassando la testa: - Ti ho promesso che oggi saresti tornato umano e sono ancora intenzionata a farlo. - gli ricordò per poi lanciare n’occhiata preoccupata al tramonto.
In quel momento si udì il portone della scuola chiudersi e un attimo dopo li raggiunse la voce di Giriko: - Ehi! Che ci fate qui? -
Shine si voltò e sorrise: - Posso farti la stessa domanda. - gli fece notare accogliendo Justin tra le braccia.
Giriko si grattala nuca: - Bhe… ero stufo di dormire in quella squallida locanda in periferia, anche perché ho finito i soldi… quindi ho chiesto a Shinigami di stare qui. -
Shine sollevò un sopracciglio: - Quindi? -
- Stanotte dormirò in un vero letto. - ghignò trionfante, lanciò una rapida occhiata a Justin: - Oh, tu sei ancora un gatto… .potremmo dividere il letto. - propose a Shine.
Justin s’irrigidì così come Kaim e Meru.
- Dorme Justin dall’altra parte. - rispose semplicemente Shine.
Giriko schioccò la lingua irritato mentre quel gatto spelacchiato gli mostrava dispettosamente un ghignò felino ridacchiando. Aveva una mezza intenzione di restituirgli il favore della sera prima.
Shine lo teneva esattamente all’altezza del petto: Nessuno sa cosa sto pensando… NESSUNO… ragionò ridacchiando buttandosi sul seno morbido della ragazza: Tette!
Vide chiaramente Giriko irrigidirsi, assottigliò lo sguardo: Ti brucia che preferisca me…si rivoltò a pancia in su miagolando. Forse non si era mai divertito tanto a fare il bastardo, ora capiva perché Giriko continuava a farlo…
- Justin, ma che hai? - rise Shine vedendolo comportarsi in quel modo strano.
- Perché fa così? - chiese Maka avvicinandosi come anche i due gemelli, incuriosita.
Shine fece spallucce.
Soul rimase seduto ad osservarli con un mezzo sorriso, neanche un altro secondo che vide qualcosa salire le scale: - Soul-kuuuun! - l’attenzione di tutti fu richiamata dall’altra parte e un attimo dopo la falce si ritrovò la testa schiacciata contro il seno prominente di Blair.
Era ovvio che nessuno di loro si aspettava di vederla comparire proprio lì dopo una giornata passata a cercarla.
- BLAIR. - ringhiò Shine.
La gatta impallidì lasciando respirare il povero Soul che, perdendo sangue a fiotti, rischiò di svenire: - Perché quell’espressione assassina? Non ti sta bene… - mormorò tentando di rabbonirla.
Justin rabbrividì: Shine arrabbiata poteva diventare un autentico boia e lui era proprio tra le sue braccia.
Infatti fu preso rudemente da sotto le zampe e sbattuto in faccia a Blair: - Allora? La soluzione? - chiese Shine digrignando i denti.
Davanti alla gatta accennò un sorrisino preoccupato e la salutò muovendo la zampina: - Bhe, non riesce neanche a parlare? - azzardò a chiedere Blair salutando il diretto interessato allo stesso modo.
Justin si dimenò nella stretta di Shine: - Ehi! Potresti ritirare gli artigli? Mi fai male! - sbraitò dando inaspettatamente voce ai suoi pensieri. Quando si parla di tempismo…
Shine lo lasciò cadere a terra di botto e il micio si ritrovò con tutti che lo fissavano, inizialmente non ne capì il perché.
- Ha parlato? - chiese Giriko.
- Hai parlato! - urlò Shine stupita.
Justin inclinò la testa: - Ho parlato? -
Shine lo tirò di nuovo su: - Da quanto è che hai facoltà di parola?! Prima miagolavi e basta! O.O - doveva ammettere che era parecchio sollevata di risentire la sua voce.
Justin si agitò a disagio, prendendo quelle parole quasi come un’accusa: - Non lo so! La voce mi è uscita adesso! -
 - Blair che hai fatto? -
Lei ridacchiò: - Ero venuta qui per dirtelo appunto; Ho trovato la soluzione! Un semplice incantesimo… - miagolò contenta puntando l’indice verso Justin, in braccio a Shine: - Pumpumpikin pumpumpink… -
Justin rizzò le orecchie terrorizzato: - Asp… Blair, Aspetta! -
ZUM!
Un raggio di luce accecò momentaneamente i presente e fece vacillare Shine, quando scemò la ragazza realizzò di avere in braccio nientemeno che Justin, umano… e in mutande.
Si guardarono con lo stesso sopracciglio sollevato, come a dire: che cazzo ci fai qui tu?
Poi a Shine tremarono le ginocchia che, dopo lo shock iniziale si erano rese conto di reggere un peso più grande del normale, e rovinò a terra insieme a Justin.
Mentre i due si riprendevano Blair scoppiò in una risata cristallina: - Sai, non pensavo ti fossero rimaste le mutande! - ridacchiò: - Speravo di vedere per intero. - confessò osservando divertita il viso di Justin, che raggiungeva tonalità di rosso umanamente irraggiungibili.
- Tu… - ringhiò il prete intenzionato ad alzarsi da terra e fargliela pagare, ma si accorse che era incastrato con le gambe di Shine.
Blair rise ancora e ormai anche gli altri stavano cominciando a trovare divertente la scena, ma cercavano di dissimulare mettendosi una mano davanti alla bocca.
- Tu, razza di gatta pervertita! Aspetta che ti trovi! - inveì ancora il biondo mentre la stregatta prendeva il volo su una delle sue zucche salutandoli con la mano: - Ah Shine… la zucca che ti ho dato… puoi tenerla. - sghignazzò davanti all’espressione imbarazzata di lei: - Potrebbe servirvi per la luna di miele! -
Shine avvampò: - Per l’ultima volta… NON STIAMO INSIEME! -
- Immagino che questa storia rimarrà tra di noi… - mormorò Justin: - VERO? - ringhiò guardando torvo gli altri.
Per certo, furono sicuri di non aver mai visto quell’ombra omicida sul volto del prete, quindi, spaventati, si misero immediatamente sull’attenti annuendo energicamente neanche fossero dei bravi soldatini.
- Non posso garantirtelo. - ghignò subito Giriko, per il semplice fatto che lo vedeva di spalle; appena Justin si voltò e con lui una minacciosa ombra nera, sbiancò di colpo e andò in fila con gli altri ad annuire, con tanto di saluto militare.
Shine era ancora rossa in viso, ma scoppiò in una risata liberatoria buttandosi addosso a Justin per schioccargli un bacio sulla guancia: - Bentornato tra noi rompiscatole! - rise: - Ora credo che dovremmo salire in camera e prenderti qualcosa da mettere. - considerò.
Lo aiutò ad alzarsi e, saluti fatti, andarono verso la scuola mentre Maka e Soul tornavano a casa.
- Carina la coda! - urlò Giriko da dietro.
Justin fu passato dalla punta dei piedi fino alla punta del suo capello più lungo da un brivido gelido, buttando una mano indietro per constatare la presenza della coda; Giriko e i gemelli scoppiarono a ridere battendosi il pugno neanche si fossero conosciuti da sempre.
- Và a farti fottere. -
Anche Shine ridacchiò e, tirandolo per il braccio per impedirgli di fare strage, andò su per le scale insieme alle due buki mentre Giriko andava ai piani inferiori, dove dormiva anche Crona.
Come sempre, dopo le giornate troppo intense, non le fu facile cercare di dormire: Beato lui… si è addormentato appena toccato il cuscino… pensò accigliata guardando il prete.
Ora occupava parecchio spazio in più ed era tornata lei la più piccoletta, non che le dispiacesse; gli si avvicinò raggomitolandosi contro di lui, sussultò e capì di averlo svegliato, ma fece finta di niente.
- Qualcosa non va? - biascicò mezzo addormentato.
- Niente… -
Gli sfuggì una risata leggera: - E allora perché ti sei messa così? -
Shine s’imbronciò: - Devo ricordarti che quand’eri un gatto ti ho sempre lasciato dormire così? -
- Certo, come vuoi… -
Shine nascose il viso con un pugno chiuso e respirò pesantemente, fingendo di dormire già; si sentiva il suo sguardo addosso.
- Posso farti una domanda? -
- Mmmpf… l’hai appena fatta… -
- Pensi di essere divertente? - chiese Justin sbirciando da sotto la mano che lei teneva sul viso per vederla; gliela spostò impedendole di nascondersi di nuovo intrappolandola tra petto e braccia. Shine prese a divincolarsi per scherzo, giusto per non dargliela vinta.
- Perché mi hai fermato l’altra volta? -
Shine si bloccò arrossendo colpevole, ma facendo la finta tonta.
Anche Justin sembrava in difficoltà: -Bhe… dopo… la festa, quando siamo tornati a casa. La mattina… -
Shine lo guardava sempre, con gli occhi sgranati adesso: non gli avrebbe risposto se continuava ad essere gentile.
Erano troppo vicini, gli bastò sporgersi per far combaciare le labbra su quelle di Shine e lei mollò la presa sui suoi avambracci. Lentamente scivolò sul fianco e le salì sopra senza mai interrompere il contatto.
- Justin… - mormorò lei neanche fosse un ammonimento, spaventata e stupita allo stesso tempo.
Quando lui si sporse di nuovo per cercare la sua bocca Shine voltò il viso e si sottrasse, tremava.
- Che c’è? -
- Ho paura… - ammise lei senza riuscire ancora a guardarlo in faccia.
- Di me? - chiese subito Justin allarmato, temendo di aver fatto un altro passo falso, tirò un sospiro di sollievo quando lei scosse la testa. Si abbassò, avvicinandosi tanto da sentire il cuore di Shine battere forsennato contro il proprio petto, invitandola a parlare con un semplice cenno del capo.
Shine prese nervosamente a passargli le dita tra i capelli tirandolo verso di se incerta, lo baciò una volta: - Non te ne andrai come ha fatto Ashura, vero? -
Justin la guardò perplesso e si avvicinò, ma Shine lo bloccò ad un soffio dal proprio viso.
- Cosa? - chiese stranito: - Non vive dentro di te? - rabbrividì al solo pensiero che il Kishin potesse vedere tutto quel che faceva Shine, inclusi quegli attimi.
Lei scosse la testa: - È morto. Nel momento in cui io mi sono svegliata dopo la caduta, è caduto al posto mio… - rivelò: - Ho paura… di restare sola. -
- Mai. - mormorò lui, Shine si riscosse: - Non lo farò mai, perché dovrei rinunciare a te? - aggiunse a voce più alta: - Non ti lascio sola. - promise.
Shine annuì, mandando giù qualche lacrima d’emozione e lo strinse a se, impedendogli di guardarla: - Ti amo. - soffiò a qualche millimetro dal suo orecchio.
Justin ebbe un fremito, fu difficile ammetterlo a se stesso, ma aveva aspettato quelle parole da tanto tempo. Prese il viso di Shine tra le mani e la baciò con forza, lei rimase rigida solo per qualche instante prima di assecondarlo.
Senza pensarci Justin infilò le mani sotto la maglietta di Shine sfilandogliela dalla testa facendo scorrere le dita lungo i fianchi per levarle anche la biancheria che si bloccò.
Lei riaprì piano un occhio e fissò la sguardo nel suo, intento ad osservarle quell’arabesco di tagli che le ricopriva la pelle candida; tutte cicatrici translucide, visibili tramite il chiarore della finestra.
Gliele sfiorò una per una e ogni volta era un brivido: - Smettila… - ordinò debolmente Shine tornando a ritrarsi e coprendosi i seni con un braccio: - Mi dà fastidio che tu le veda… - spiegò poco dopo.
Justin rimase fermo e zitto, finché Shine non gli levò la maglietta e la gettò a terra; istintivamente fu tentato di nascondersi, quel che temeva è che lei vedesse di nuovo la sua, di cicatrice.
Ma era fredda… e calma, così come lo era lui. Era come se stessero facendo pace con i propri errori in quel momento.
Fu strano, guardarsi in quello stato. Erano tutti graffiati, ognuno con un intrico di cicatrici sulla pelle, ognuna segno di uno sbaglio di cui si vergognavano e di cui si sentivano maledettamente responsabili.
Shine fece scivolare il braccio dal petto, mostrando anche il graffio che le attraversava lo sterno.
Justin si chinò a baciarla sull’incavo del collo e attraversò la pelle sottile dello sterno con un dito: - Sai di aver combattuto contro di me per questa? -
- Non mi importa… - spirò lei: - Almeno per ora lascia tutto il resto fuori da questa stanza. - per credere alle sue stesse parole si aggrappò a Justin con tutta la forza che aveva.
L’unica cosa che sentiva era il tocco leggero di Justin che, finalmente, poteva toccarla come aveva sempre desiderato. Aveva il fiato corto e la pelle nuda ricoperta di brividi.
I loro vestiti finirono morbidamente adagiati sul pavimento mentre loro si rotolavano tra le lenzuola sfatte e umide, avvinghiati come se avessero paura di perdersi.
Tra gli ansimi, le disse di amarla, che non sarebbe mai stata sola perché le apparteneva. Ora lo sapevano entrambi.
Shine sorrideva, con due lacrime che le premevano tra le ciglia. Per una volta poteva dire di essere veramente felice, si sentiva completa come mai si era sentita in vita sua.
Sollevò una mano, sicura di poter sfiorare il cielo con un dito, incontrando  però la guancia sudata di Justin. Lui sorrise prendendole la mano e intersecano le dita alle sue.
Tutto d’un tratto quel cielo si fece più vicino; Shine serrò i fianchi tendendo la schiena e conficcando le unghie nelle scapole del ragazzo lasciandosi sfuggire un gemito soffocato.
Justin capitolò poco dopo accasciandosi su di lei a peso morto, Shine posò una mano tra i suoi capelli in un’incerta carezza.
Allora… è questo l’“amore”… fu il suo ultimo pensiero lucido.
Poi arrivò a chiamarla il sonno, senza accorgersene si risvegliò nella luce delle 11 di mattina, avvolta in un piacevole tepore. Le bastò girarsi per ritrovarsi direttamente tra le braccia di Justin, che socchiuse stancamente un occhio e mugugnò un buongiorno prima di baciarla a fior di labbra.
- Ma che ore sono…? - farfugliò Shine stropicciandosi gli occhi prima di notare l’orario sull’orologio a parete: - Merda! È tardissimo, io dovrei essere in classe! - strillò svegliandosi di botto e tentando di alzarsi. Purtroppo per lei un paio di braccia la afferrarono per i fianchi e la ritirarono giù prima che potesse mettere piede fuori dalla coperta.
- Justin! Ma che fai?! Sono in ritardo. - scalpitò non ottenendo granché risultato.
- Scordatelo, tu non ti muovi da qui stamattina. - fu la sua serafica risposta prima di tirarla contro il proprio petto.
Shine alla fine sorrise, forse un giorno di assenza se lo sarebbe potuto prendere dopotutto: - Almeno lasciami fare una doccia… - sospirò ottenendo un consenso.
Si alzò avvertendo un vago fastidio tra le gambe, cercò di non farci caso e soprattutto cercò di non voltarsi, sapendo perfettamente che Justin le stesse guardando il culo.
Quando lei si rinchiuse in bagno, lui rimase comodamente sdraiato a letto con le mani sotto la nuca a sorridere come un idiota. Non sapeva ancora se essere felice o sentirsi in colpa; per ora, non gli importava.
Si alzò ed entrò in bagno senza bussare, il risultato fu un manrovescio piuttosto inaspettato.
- Esci subito. - ordinò la ragazza, in vasca di spalle alla porta.
- Invece credo che mi farò un bagno… - fece lui come se non l’avesse sentita e infilandosi in vasca dietro di lei.
Shine sobbalzò: - Alla faccia del voto di castità… (-.-) - commentò poco dopo, sentendoselo alle spalle.
- Ti devo deludere, Shinigami-sama non mi ha mai chiesto niente del genere. -
- Ma non sei un prete? - chiese lei sempre più imbarazzata.
- Sono una Death Schyte e venero il Sommo Shinigami, diciamo che del prete porto solo la divisa. -
Shine inclinò la testa all’indietro per vedere il suo sorrisino che di casto aveva poco e niente; gli restituì il sorriso e posò cautamente la schiena sul suo petto tenendo rigorosamente le ginocchia tirate al petto.
- Cos’hai da nascondere? Tanto ieri notte ti ho potuta vedere per bene. - ridacchiò facendola avvampare.
- Non credevo sarei arrivata a dirlo… ma sei più pervertito di Giriko. - sbuffò lei.
Justin scoppiò in una risata cristallina tirandole una ciocca di capelli per farle piegare la testa all’indietro per arrivare a lambirle le labbra: - Non mi sembra che lui sia così gentile da lavarti i capelli. - rise versandosi lo shampoo in mano e portandola alla testa della ragazza.
Lei sbuffò divertita prima di sobbalzare sentendo la mano di Justin scivolare sulla spalla e poi sul seno insieme ad una scia di schiuma. Lo guardò con la coda dell’occhio prima di voltarsi di scatto, bagnando mezzo pavimento, ma ritrovandosi tra le sue braccia e con la bocca incollata alla sua.
Ma che bella giornata… sorrise Justin continuando a far scendere le mani lungo il fisico di Shine.
 
Lo specchio della Camera della Morte si infranse in mille pezzi.
- Che bastardi… - ringhiò nel buio, quella zoccoletta aveva ammazzato uno dei suoi più validi collaboratori, lo stesso che aveva usato per portare alla Follia Soul Eater Evans.
Ora però avrebbe avuto il vantaggio della sorpresa, la sorella dell’ultimo Kishin pensava di aver eliminato definitivamente la Follia dalla propria anima… il suo sorriso si allargò nuovamente: - Festeggia pure… - le concesse: - Finché puoi. -
Poteva vederla, si fingeva candida e salva dal sangue nero, facendosi fottere da quella Death Schyte incapace.
L’illusione era il principio della Follia dopotutto…
Attaccarla ora non avrebbe sarebbe stato divertente, avrebbe riorganizzato le forze finché non avrebbe ritenuto che lei fosse pronta per essere rotta in mille pezzi come quello stesso specchio. Voleva gustarsela: - Ho ragione? Shinigami… -
 
 
SPAZIO ME XD
Ho finito il capitolo! Ce l’ho fatta! *parte “We Are the Champion”*
È stata una faticaccia… innanzitutto perché mi sono ammalata per ben due settimane *sigh… sob…* nel senso che sono stata a letto tutto il tempo neanche fossi un morto *the Waking Death O.O* in più, mi anno regalato un pc nuovo quindi,  ci ho messo un culo di tempo ad installare ehm ehm *si schiarisce rumorosamente la gola* piratare Office ^-^”
Cooooomunque, ogni volta che scrivo una storia mi blocco sempre alle solite calimero… ossia, le scene a letto… perché: o le faccio incredibilmente spinte o incredibilmente squallide O.O non ho una via di mezzo… stavolta mi è andata bene e ho superato lo scoglio invece di arenarmi completamente quindi… evviva! Sono sicurissima che finirò la storia! *pioggia di coriandoli*
Vi ho annoiato abbastanza, perdonatemi, pensavate fosse finita .-. invece NO! Starò qui a rodervi il fegato ancora per… si e no, altri 3 o 4 capitoli :D yeeeeee!
 
Tanti saluti, grazie a chi recensisce(siete fantastici :D) e a chi segue la storia “silenziosamente”
 
Bye Bye
 
 
Non ho nessun disegno coerente al capitolo, in compenso, frugando tra i miei albun strapieni ho trovato questo di molto molto molto molto molto molto (aiutatemi a dire MOLTO) tempo fa.
 

SOUNDTRACKS: Take That-Back for Good, Pink-blow me(one last kiss), Jhon Legend-Tonight, Wiz Kalifa-Roll up
Hope you like it O3O



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