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Autore: louehar    21/05/2013    28 recensioni
E mentre fisso il riccio per un'ultima volta, uno strano pensiero s'impossessa della mia mente:
Io, Louis Tomlinson 21 anni, per baciare il mio ragazzo, Harry Styles, 19 anni devo alzarmi in punta di piedi.
Che cosa terribilmente assurda.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stan, ti scongiuro. Ho bisogno di te per fare quel fottutissimo provino.’ Grido quelle parole con una disperazione tale da far pena anche ad un serial killer.
Sono spaventato da morire, cazzo.

Ho paura di fare una figura da niente di fronte a Simon Cowell e compagnia bella.

Mi cago addosso al solo pensiero di sbagliare qualche nota o di sembrare ridicolo, sono terrorizzato di ritornare a scuola tra qualche settimana e di subirmi centinaia di insulti perché non sono riuscito a soddisfare il ‘re’ della giuria.

A vista d’occhio potrei sembrare il ragazzo più tranquillo e divertente sulla faccia del pianeta, e lo sono, ma quando si tratta di queste cose sono terrorizzato da morire, e le mie stupide battutine elementari non aiutano per niente.
Insomma, si, quando voglio posso essere anche un ragazzo serio e intelligente; ma non c’è cosa più bella di prendere la vita con ironia.
Un giorno ci sei, l’altro potresti non esserci.

‘Va bene, Louis, ti ci accompagno. Ma è la prima e l’ultima volta’. Dice sbuffando appena, con un tono esausto.
‘Sei l’amico migliore del mondo.’ Sbotto infine, sorridendo come un ebete e aggiustandomi leggermente i capelli a forma di scodella sul viso.
‘Ah, lo dici sempre. Ci vediamo tra dieci minuti, va’.
Rido e stacco velocemente la chiamata, correndo da mia madre per avvisarla che sarei andato con Stan.
‘No, Louis. Non se ne parla proprio. Verremo anche io e le tue sorelle. Non si discute’.
Tento di replicare, ma con lei è impossibile.
Ora dovrò subirmi anche quelle pesti delle mie sorelle correre avanti e indietro per gli studi provocando un casino inimmaginabile.
‘Ragazze, Louis, sbrighiamoci. Il tuo amico è già in auto, e se vogliamo uscire da quella sala entro stasera dobbiamo partire ora. Saltate in auto’.
Grida con tanta forza e autorità che potrebbe essere una candidata perfetta per fare la sostituta alla preside del mio istituto quando è malata.
A quel pensiero rabbrividisco ed entro in auto senza proferire parola per tutto il resto del viaggio.
Dopo circa due ore e sette minuti esatti, mi ritrovo nel bel mezzo di una fila che inizia a dieci persone da me, e finisce a migliaia di persone più lontane.
Sorrido; il mio momento è quasi arrivato.
Mordicchio con insistenza le pellicine della mia povera mano destra, tentando di essere il più calmo possibile, ma quando mi avvicino per poter prendere quel benedetto numero, mi accorgo delle gambe tremolanti e degli  occhi lucidi che mi si formano a causa dell’emozione e dell’agitazione.
Entro nell’enorme studio accompagnato dalla mia famiglia e da Stan, e mi accomodo dietro le quinte aspettando il mio turno.
‘Isn’t she lovely? Isn’t she wonderful? Isn’t she precious? Less than one minute old’.
Sorrido dopo aver ascoltato quella voce, ma un attimo dopo capisco di essere nella merda; quel ragazzo riccio dagli occhi di un colore indescrivibile che appare nello schermo di fronte, potrebbe essere la mia rovina, la rovina della non ancora nata carriera di Louis William Tomlinson.
‘Tocca a te’.
Mia madre batte i piedi per terra ridendo, e si avvicina lasciandomi un enorme e appiccicoso bacio sulla guancia sinistra.
‘Buona fortuna, Louis’. Stan sussurra quelle parole con un pizzico di speranza, e dopo avergli sorriso con il cuore a mille, mi precipito con un tizio della security per poter entrare in scena.
 

                                                                                                  **************

La performance è andata una meraviglia anche se ero agitato da morire; Simon mi ha sorriso a trentadue denti –forse qualcuno in meno- ed ha gridato un forte e chiaro ‘si’.
Mi sono sentito schifosamente bene.
‘Dov’è un bagno?’ chiedo in preda al panico.
Stamattina per l’agitazione ho dimenticato di svuotare la vescica, ed ora sta chiedendo un aiuto per potersi liberare di tutti i miei ingombranti fluidi corporei.
‘In fondo a sinistra’.
Faccio un cenno con la mano al ragazzo che mi ha indicato quella strada, e poi corro verso il bagno a gambe levate.
Entro velocemente, ed un ragazzo decisamente troppo distratto per i miei gusti, sbatte contro il mio petto facendomi sobbalzare.
Ops.’ Sussurra con la voce spaventata.
Ciao.’ Sorrido tentando di rassicurarlo che tutto è apposto.
I-Io sono Harry, Harry Styles’. Mi porge la mano che stringo con forza, per poi sussurrare un ‘Io sono Louis Tomlinson’.
‘Quindi… sei stato preso anche tu?’ chiede con un pizzico d’euforia, lasciando intravedere ai lati della sua bocca due piccole adorabili fossette.
Dio se è bello.
Ho sempre avuto un dubbio sulla mia eterosessualità.
Avevo finalmente convinto la mia mente di non provare attrazione di nessun tipo per un ragazzo; Harry Styles ha mandato tutto a puttane.

‘Esattamente. Prima di andare, potresti farti una foto con me?’
Sorride sgranando gli occhi, per poi avvicinare il suo viso al mio, fare una smorfia e scattare la foto.
Dopo averlo fatto, mi stringe in un abbraccio, poi sussurra un ‘ci vediamo presto’ e va via.
Quel ragazzo farà strada, e se la mia teoria non è sbagliata, un giorno potrò vantarmi con i miei nipotini di avere una foto con Harry Styles, cantante di fama internazionale.
 
 
                                                                       ***********
 
A quasi tre anni dall’unione della band, ricordo ancora  perfettamente quel giorno e tutte le emozioni che provai quando andai su quel palco per la prima volta.
Non avrei mai pensato che un giorno mi sarei ritrovato a firmare autografi o a fare concerti con Harry Styles.
Chissà Stan che fine ha fatto; mi aveva sempre detto che un giorno sarei diventato qualcuno e che mi sarei dimenticato di lui, ma non avrei mai pensato che tutto ciò potesse realizzarsi.
Ero un semplice ragazzino di Doncaster, ed ora mi ritrovo a fare sold out in soli dieci minuti per tappe addirittura Italiane.
E pensare che quand’ero piccolo l’Italia non la vedevo neanche dalle cartine geografiche.
‘Louis, sei pronto?’
Sorrido a Liam per assicurarlo che tra meno di due minuti avremmo lasciato la casa, ma continuo a fissarmi allo specchio per poter aggiustare il ciuffo di capelli che non ne vuole sapere di stare al suo posto.
‘Sbrigati, gli altri già sono al party.’ Dice esausto per poi correre in auto e aspettarmi lì.
Mezz’ora fa dovevamo essere al party per inaugurare il nostro prossimo tour, e pensare che ci sarà anche il riccio, non mi aiuta per niente.
Qualche mese fa ho provato a baciarlo.
Le nostre labbra si toccarono per qualche istante, ma subito dopo mi scansò con una tale forza da farmi cadere sul pavimento, poi, con le lacrime agli occhi, corse in bagno a vomitare schifato.
In quel momento mi sono sentito male, coglione e diverso.
Sgranai gli occhi quando lo vidi con la testa chinata sul cesso di casa nostra, e senza parlare, con la testa bassa, presi il mio cappotto ed andai via da quella casa per sempre.
I ricordi affiorano nella mia mente, e chiudo un attimo gli occhi per poterli assaporare tutti.
‘Apri gli occhi, Boo, siamo arrivati’. Liam grida lanciandomi uno sguardo divertito.
‘Non chiamarmi in quel modo’. Sbotto arrabbiato.
‘Va bene, Boo’. Ride.
Apre la portiera dell’auto facendomi scendere, e a braccetto come due vecchietti, ce ne andiamo nell’enorme sala.
Appena entro nel locale, vedo Zayn leggermente ubriaco che balla alla console come ai vecchi tempi.
Tutti portano le mani in alto a ritmo di musica gridando ‘dj Malik’ , fumando canne e bevendo quanti più vodka possono farci entrare nei loro stomaci fradici.
Solo una persona è ferma con gli occhi puntati al muro di fronte: il mio Harry.
Si accorge di essere fissato, così abbassa lo sguardo preoccupato e porta i suoi occhi a contatto con i miei.
Per un attimo le sue labbra si curvano in un sorriso felice e sincero.
Si avvicina a me dandomi un piccolo abbraccio e una piccola pacca sulla spalla.
‘Ehi Louis, come stai?’
Sorrido amaramente dopo aver ascoltato quelle parole.
Louis, mi ha chiamato Louis.
Prima ero Boo, Sweetcheeks, Lou o LouLou.
Sai cosa c’è, Haz? Vorrei dirti che tutto va male, vorrei non aver combinato quel guaio, vorrei ritornare indietro e soprattutto vorrei non essermi innamorato di te.
‘Si va avanti, e tu? Come stai? Come va con la vita amorosa?’
Il suo sorriso si spegne e il suo viso forma un espressione confusa.
‘Beh… io, insomma, diciamo che… sono, per ora, voglio dire che…mh, si, ehm… sono confuso’.
Quando balbetta mi fa stizzire più di ogni altra cosa al mondo, ma qualche mese fa, prima del bacio, mi confessò che quando incominciava a balbettare era perché… non si sentiva a suo agio.
Perché non lo sei?
Cosa ti turba? Sono io? Sono la causa dei tuoi problemi?

Porta la sua fredda e grande mano a contatto con la mia facendomi rabbrividire come una tredicenne alla sua prima cotta, poi le fa unire per trascinarmi in pista da ballo.
Dopo due ore di bordello, la vista inizia a mancare, la testa inizia a girare  e i piedi chiedono aiuto.
Lo trascino per le maniche della camicia in auto, e senza proferire parola o chiedergli il consenso, lo porto nella nostra casa.
Quella in cui vivevamo insieme prima del mio fottutissimo sbaglio.
Appena la chiave s’inserisce perfettamente alla serratura, la porta si apre in un nanosecondo permettendoci di entrare; la casa è come l’abbiamo lasciata.
C’è odore di chiuso, di polvere e dei nostri profumi mixati insieme.
‘Louis… devo dirti una cosa’. Mi fissa preoccupato sedendosi sul nostro vecchio divano bianco –quello che condividevamo per guardare i film di paura strafogando ogni tipo di patatine- incitandomi con una mano a fare lo stesso.
‘…Hai presente quando sei troppo codardo, spaventato, orgoglioso, e stronzo per fare una cosa? Quando sei immaturo e fai tutto senza pensare alle conseguenze o a ciò che realmente vuoi?’
Mi si forma un buco allo stomaco ed il cuore inizia a battermi a velocità impressionante; quasi come il giorno del mio primo provino.
Non capisco, Harry, cosa vuoi dirmi?’
Porta nervosamente una mano ai capelli, mi sorride per qualche istante e scontra il suo naso con il mio, sfiorandolo appena.
Boo, andiamo…’
Sorrido, lo vede, fa lo stesso.
Sorrido per il modo in cui mi ha chiamato; è l’unico che può attribuirmi un nomignolo da checca dolce ed isterica.
‘Cosa c’è, Haz? Di cos’hai paura? Cosa ti turba? Parlamene, dimostramelo, perché io non capisco, non posso capirti’.
Per tutta risposta si alza e m’incita a fare lo stesso.
Mi alzo in punta di piedi per raggiungere il suo viso, soffia dolcemente sulle mie labbra, avvicinandole a contatto con le sue;
le bacia dolcemente, con passione, per poi chiedere l’accesso alle mie che non tarda ad arrivare.
Le nostre lingue combaciano alla perfezione, la sua saliva sa di vodka alla pesca.
C’imbattiamo in una lotta senza rivali, in una lotta fatta di sentimenti, di pure emozioni.
E non avrei mai pensato di provare quello strano sentimento chiamato amore.
Il mio stomaco è sottosopra; ho aspettato da anni questo momento.
Sentirsi amato dalla persona che si ama è una delle sensazioni più belle del mondo.
Potrei morire d'infarto da un momento all'altro.
Dopo aver morso il mio labbro inferiore ed averne leccato i residui di sangue, si accascia per terra ed inizia a piangere.
‘Sono stato uno stupido, Boo. Perdonami. È solo che… non riuscivo ad accettare il fatto di essermi innamorato di un ragazzo.’
‘Tu cosa?’
Sobbalzo a quelle parole.
Allora provavi lo stesso che provavo io? Soffrivi per me tanto quanto soffrivo io per te?
‘Si, hai sentito bene. Ora, cosa succederà alla band? Cosa dirà la gente? E le nostre fans? E mia madre? Sai, desiderava tanto avere dei nipoti con i ricci uguali ai miei e gli  occhi di un verde brillante’.
Si accascia su di me facendo aderire la sua testa sul mio petto, inzuppandomi la camicia di cotone da lacrime salate.
‘I-Io… mi dispiace, Haz’.
Ride, e la sua risata è il suono più bello del mondo.
‘Louis, non essere sciocco.’ Tira su con il naso. ‘Io ti amo da morire’. Ride ancora.
E allora lascia che ti ami, lascia che ti rendi la persona più felice del mondo. Potremmo adottare centinaia di bambini se vuoi. Potrei darti ciò di cui hai bisogno, e se non ce l’avessi, farei di tutto pur di ottenerla e di renderti fiero.’
‘Anche un paio di tette?’ ride.
‘A te non piacciono le tette, ma se ti fa piacere sarei capace di fare anche quello’.
Ride ancora.
‘Sei felice, Haz?’
‘Si, Boo. Da morire’.
‘Allora smettila di piangere.’
‘Non posso.’
‘Perché non puoi?’
‘Perché sono felice, Boo. Finalmente sono con la persona che amo. Prometto che un giorno ti sposerò, che comprerò una casa sulla spiaggia come piace a te, che adotteremo tante adorabili pesti e che passerò il resto della mia vita con te. Sono stato uno stupido. Ah, e se ho vomitato quel giorno, era solo per l’emozione. Ero agitato e terribilmente spaventato. Ma l’amore è uguale, spero.’

Mi lascia un ultimo bacio sul naso e si stringe forte a me, addormentandosi profondamente con un dolce sorriso sulle labbra.
Il suo sorriso fa invidia a qualsiasi cosa che c'è di bello in questo fottuto mondo.
E mentre fisso il riccio per un'ultima volta, uno strano pensiero s'impossessa della mia mente:
Io, Louis Tomlinson 21 anni, per baciare il mio ragazzo, Harry Styles, 19 anni devo alzarmi in punta di piedi.
Che cosa terribilmente assurda.
Domani andremo a Verona per ‘il concerto più importante della nostra vita’ –come l’ha definito Niall.
E se a Verona Romeo ha trovato la sua Giulietta… beh, io mi accontendo del mio Romeo.

 

LEGGETEMI.
okay, premetto che a me, l'idea di questa os è piaciuta molto,
ma sta a voi giudicare, splendori.
comunque, volevo dirvi che so che questa storia ha un linguaggio ricco di parolacce,
ma a me piaceva così (:
ah, un'altra cosa, è una OS non una ff.
e se non vi sta a genio che sia una larry, non leggetela.
io vi ho avvisati.
un bacione xx <3

 

per informazioni maggiori,contattatemi su twitter.
sono @xbradfordbadboy

  
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