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Autore: jongtvb    21/05/2013    3 recensioni
Introduzione? Trama? Se siete fans degli SHINee, allora vi trovate nel posto giusto e al momento giusto. Questa fanfiction è dedicata alla 2min, ma saranno introdotti altri personaggi con diverse storie da raccontare.
Taemin, piccolo per com'è, nasconde in verità un grande amore per il suo hyung, Minho. Tuttavia, quest'ultimo non ne è al corrente e si scoprirà il perchè.
E' la mia prima fanfiction, quindi.. abbiate pietà, lol. Vi invito a leggere i capitoli che posterò di tanto in tanto. Annyeong! ^^
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Minho, Quasi tutti, Taemin
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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6. Curiosità. 
 
 
"Minnie? Minnie, stai bene? Svegliati!" - qualcosa gli accarezzò dolcemente il viso. 
La delicata voce di sua madre e le sue morbide mani, lo avevano fatto svegliare bruscamente. 
"Minnie è tardi, devi andare a scuola!" - continuò la donna.  
"Umh..ancora cinque minut-" - alzò la testa, aprì e chiuse nuovamente gli occhi per poi cadere profondamente sul cuscino con la mente ritornata tra le braccia di Morfeo. 
"Taemin! Adesso basta dormire, tra cinque minuti devi essere a scuola! O vuoi che chiami Minho?" - ribattè sua madre, che nel contempo indietreggiò col collo, per non ricevere una testata dal figlio.
 
Con uno scatto privo di attenzione, balzò in aria e guardò stupefatto il suo viso, con occhi tondi e ghiacciati dalla paura. 
"C-cosa?" - riuscì a sibilare, e notò il sorriso della donna. 
"Stavi dormendo, e nel sonno non facevi altro che ripetere questo nome!" - incuriosita da ciò, continuò - "Chi è?" 
"Un.. un amico." - fu preso da un panico totale, talmente forte da fargli battere il cuore all'impazzata.

Cos'altro aveva detto durante la notte? O pochi istanti prima, quando sua madre era lì? E cosa più importante, cos'avrà sentito? 

"Ah, un nuovo amico allora?" - pronunciò.
"Si.." - e per deviare il discorso, osservò l'orario. Era in un tremendo ritardo.
"Oh mio Dio, devo sbrigarmi! E' tardissimo!"
"E' quello che cercavo di dirti, Tae!" - rispose ed uscendo dalla stanza, cominciò ad avviarsi al piano inferiore. 
 
Non ebbe il tempo di curarsi molto, neanche di vedersi bene allo specchio, per come si era conciato.
Non ci badò, e corse via per andare a scuola.
 
Durante il tragitto, solo un pensiero gli circondava la mente di colori luminosi.
Vedere Minho.
Sì, lui! Che finalmente era diventato suo amico, in un modo che anch'egli, non si sarebbe mai aspettato. 
Ma riemergeva sempre quel dubbio, quella preoccupazione che sentiva dentro lo stomaco, gli mordeva dentro e la quale molto probabilmente non l'avrebbe abbandonato per tutto il resto della giornata. 
 
Avrò per caso detto che amo Minho? Se così fosse però, la reazione di mamma sarebbe stata peggiore.
           E se invece avessi soltanto urlato il suo nome? Se fosse andata in questo modo, non ci sarebbe nulla di male.. o si?
          Io non ricordo nulla, che diavolo avrò detto? Stupidi sogni, stupido cuore innamorato!
 
Faceva letteralmente dei passi da gigante, ed uno dietro l'altro, lo fecero arrivare a scuola in pochi istanti.
 
Non era il solito ragazzo loquace che si vedeva in giro, in ogni classe o per i corridoi di quell'edificio.
Per di più, adesso che Jessica se n'era andata, nessuno gli rivolgeva la parola. A lui ciò non importava, ormai ci aveva fatto l'abitudine, una piega immutabile e quel che invece gli fece perdere la testa anche quel giorno, fu Minho.
La bellezza rara che lo caratterizzava, il tocco delle sue mani sulle spalle color latte, la voce calda e gioiosa che usciva sonoramente da quella fessura, ornata da labbra leggermente scarlatte, che disegnavano ogni particolarità con una morbidezza perfetta, soprattutto quando sorrideva. 
 
Durante le lezioni, prima della pausa pranzo, sbirciò per tutto il tempo dalla finestra alla sua sinistra, con la testa fra le nuvole ma l'espressione mite.
I suoi pensieri del tutto privi di un legame, furono interrotti dal suono della campanella che segnava l'inizio della pausa. 
Taemin non mangiava mai a scuola, davanti agli altri temeva di risultare un po' imbranato anche nel farlo, ma era il primo ad ingozzarsi una volta arrivato a casa.
Tuttavia, si sedette sul primo tavolo che gli capitò sotto il naso e prese il libro assegnatosi, da lui stesso, per l'estate.
Non l'aveva ancora terminato, conteneva circa cinquecento pagine che raccontavano le imprese, i sogni e l'amore di un ragazzo spaziale, e tutto ciò lo incuriosiva ma dopo vari imprevisti o pensieri, smise di leggerlo e di metterlo da parte.
Magari di aprirlo quando avrebbe avuto del tempo, o quando avrebbe ricominciato a stare bene, senza pene d'amore. 
 
Per quei pochi minuti concessi, non riuscì ugualmente a concentrarsi o ad immedesimarsi. 
Non si era ancora voltato, e a stento capiva quel che leggeva perchè la mente viaggiava, facendo dei giri assurdi anche per lui stesso! Ma sentì parlare qualcuno, qualcuno con una voce calda e gioiosa, conoscente e familiare alle sue orecchie, e non solo. 
Minho era seduto sul tavolo dietro al suo, che con tanta foga mangiava un sandwich e blaterava con un suo amico.
Non si era accorto di Taemin alle sue spalle, eppure stava parlando proprio di lui a quel ragazzo.
 
Nel frattempo, il diretto interessato preferì continuare il suo libro, pur di non alzarsi ed andare a salutare il suo 'nuovo amico'. Lo erano, Minho glielo aveva detto proprio ieri, mentre il battito del suo cuore echeggiava in corpo.
 
"Dovevi vedermi, ero sopra un albero pur di parlargli e trarre qualche informazione su quel tizio!" - sentì uscire dalla sua bocca.
"Era da immortalare, la prossima volta chiamami che ti faccio una fotografia." - rispose il suo amico. 
"Andiamo Jinki, non scherzare adesso!" 
"E va bene, ma.. Jessica? L'hai più vista o sentita?"
"No, e non sarò di certo io a farmi sentire. Me l'ha detto anche Taemin ieri, di andarle a parlare prima che sia troppo tardi. Ma tu guarda che situazione.." 
"Ah, non ti disperare Minho. Scommetto che ne troverai una migliore! E Taemin? Sarebbe quel ragazzo con la casa sull'albero?" 
 
Il ragazzo che origliava la conversazione a qualche metro e non di distanza, scoppiò a ridere. 
Una risata talmente bella che il suo dolce angelo si voltò per capire chi fosse.
Non ci volle tanto a riconoscerlo: quei capelli biondi che lasciavano spazio ad una nuca liscia e lattea, e il vizio continuo di tenere lo sguardo basso.
Si, era decisamente lui. 
 
"Taemin?" - chiese, ed ascoltando quella voce che pronunciava il suo nome, sprofondò giù dalla sedia, con il libro in faccia per nascondersela una volta diventata rossa dall'imbarazzo. 
Ciò non vietò a Minho di alzarsi e di avviarsi verso il suo tavolo, per assicurarsi d'aver sentito bene quell'inconfondibile risata di un ragazzo d'oro. 
"E tu che ci fai qua?" - sputò via, togliendogli il libro dal viso. Sotto di esso, ad aspettarlo c'era un sorriso a trentadue denti, quasi inquietante. 

Ma bello, bello come il sole.
Minho rimase un po' a guardare questa meraviglia piena di luce splendente, non riusciva quasi a staccargli gli occhi di dosso. 
 
"Ehm.. siamo a scuola, cosa pensi che ci faccia qui?" 
"Ah.. si, giusto." - rispose quasi imbarazzato, e continuò dicendo - "Ti unisci a noi?"
"No, non vorrei crearvi disturbo! E poi, sta giusto per suonare."
"Ahh, andiamo! Ancora ci sono cinque minuti!" - e neanche ebbe il tempo di finire la frase, che puntualmente la campanella suonò. 
"Ecco, che ti dicevo!"
"Che tempismo. Allora, hai scoperto qualcosa?"
Il ragazzo sentiva una morsa che gli partiva dal petto. Odiava mentire, specialmente a colui che amava profondamente. Non potè far altro che continuare a svolgere lo sporco lavoro lasciatogli da Jessica. 
"No, niente di niente." - disse, quasi con aria abbattuta per far sembrare ai suoi occhi di dire la pura verità.
"Ah. A me non ha chiamato, nè si è fatta sentire in qualche modo. Oggi, tra l'altro, non l'ho vista a scuola. Tu sai dov'è?" - chiese.
Altra morsa, altro dolore lancinante, altra bugia.
"Mi dispiace, non la sento da ieri e non so dove sia andata a finire. Ci siamo litigati, e questo non rende di certo le cose migliori."
"Già, vero." - ribattè.
"Minho, dobbiamo andare in classe! La pausa è finita da qualche minuto." - esclamò Jinki, il suo amico fidato. 
"Si, vai che ti raggiungo tra poco!" 
 
"Si, vai che ti raggiungo tra poco!" Cos'altro vuole dirmi? Oh Tae, ti prego calmati per l'amor del cielo, non incominciare a sudare. 
 
"Ah, sei sempre il solito chiacchierone." - sussurrò e mettendosi le mani in tasca, tornò in classe.
 
Gli piaceva parlare con Taemin. Seppure lo conoscesse da un giorno, gli mostrava già simpatia. Era come se racchiudesse a sé uno strano segreto, sì, per lui quel ragazzo era ricoperto da un alone di mistero che doveva esser svelato a poco a poco.
Lo incuriosiva, e lo faceva talmente tanto che gli venne in mente qualcosa. Voleva tirarsi su il morale, con lui. 
"Ti andrebbe di vederci questo pomeriggio? Voglio dire.. se non sei già impegnato." - chiese Minho.
 
Quel piccolo cuore scoppiò d'amore.
Non ricordava più chi fosse, da dove venisse e cosa ci facesse lì, davanti a questo ragazzo che incarnava la bellezza assoluta. Si sentì cospargere da un fuoco ardente, che lentamente gli bruciava ogni minima funzione. Considerava questo gesto il vero inizio di un qualcosa, amicizia o no, era con Minho e non vedeva l'ora di star con lui ancora e ancora.

Emise un suono, talmente basso che lo dovette ripetere. 
"S-si!" - finalmente riuscì a pronunciar per bene quella parola.
"Sicuro? Perchè se hai impegni possiamo fare un altro giorno!" - rispose.
"No! Va bene." - disse, con più sicurezza, disegnando un sorriso sincero.
"Grande. Allora ci vediamo verso le quattro, al parco. Ti va bene?" - sembrava stesse dando un appuntamento ad una ragazza, talmente era emozionato. Non era da Minho, per lui Taemin era solo un amico, un nuovo amico. Quest'ultimo, più preso di lui, non si contenne abbastanza da trasmettere la sua tranquillità, al contrario: iniziarono a sudargli le mani, il suo punto debole, ed un sorriso nervoso gli apparve in viso. Incidenti a parti, era al settimo cielo. 
"Si! C-ci vediamo lì, allora." - cercando d'essere più calmo possibile. 
 
Si salutarono, ed andarono di corsa nelle rispettive classi.
 
Quando la giornata scolastica finì, Taemin fece il tragitto di ritorno verso casa con un sorriso da perfetto innamorato. Temeva che si notasse, che avesse i famosi occhi a cuoricino, e di esser presente fisicamente ma non mentalmente. 
Arrivò e come ogni giorno, non trovò sua madre in casa per via del lavoro.
 
Si precipitò in camera e buttandosi sul letto, scoppiò in un enorme risata. 
Non riusciva a credere a tutto ciò.
L'incontro con Minho, seppur impensabile e ormai privo di ogni speranza, c'era stato. Lui lo considerava un amico, e adesso gli aveva perfino dato un appuntamento. 
Pensò che il destino fosse diventato un suo complice, che la vita fosse diventata la sorella maggiore mai avuta, e che nulla potesse andar peggio.
 
I suoi occhi dicevano la verità, la sola ed unica verità che doveva sapere anche Minho. 
 
Ti amo.
  
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