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Autore: The_Novelist    07/12/2007    0 recensioni
Sesto anno alternativo, seguito de "La Stella di Cristallo". Dopo il fallito assalto di Voldemort, Hogwarts non è più un posto sicuro. Harry lo sa bene.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO III: Sull’Espresso di Hogwarts

Come al solito, la mattina seguente ci fu un po’ di trambusto: i ragazzi si svegliarono solo alle dieci, quando Hermione erano andata a buttarli giù da letto, visto che nessuno dei tre aveva sentito il vecchio Tom bussare alla loro porta.

«Ehi! Sveglia! Sono le dieci, volete farci fare tardi?!» gridò infuriata la ragazza, da dietro la porta. Appena le loro menti realizzarono che ore fossero, scattarono in piedi belli svegli, sbrigandosi ad infilare confusamente la loro roba nei bauli ed a lavarsi. Scesero quasi contemporaneamente un quarto d’ora più tardi per fare colazione, sotto lo sguardo truce di Hermione. Salirono sulla macchina ministeriale poco prima delle dieci e mezzo. Tirarono un sospiro di sollievo enorme.

«Ehi mamma, ma Ginny?» ricordò improvvisamente Ron, non vedendo la sorellina.

«Ron, ti ho detto che ieri sera è andata a dormire dalla sua amica Emily, che sta vicino a King’s Cross. La troviamo là.» gli ricordò con tranquillità la madre, mentre l’auto sfilava agilmente nel traffico. Il signor Weasley e Percy erano già andati al Ministero.

Appena furono nel parcheggio della stazione, si sbrigarono a caricare la loro roba sui carrelli. Temettero di perdere il treno, perché un gruppo di turisti giapponesi si era messo a fotografare centimetro per centimetro l’intera stazione.

Varcarono a coppie la barriera e trovarono che il treno rosso stava sbuffando pronto a partire.

«Su, muovetevi! O rimarrete qua!» l’incitò la signora Weasley, quasi spingendoli con la forza sul treno.

«Finalmente!» esclamò Ginny sollevata, apparendo ad un finestrino.

«Oh, Ginny! È tanto che aspetti? – la salutò la madre - Muovetevi!» ringhiò invece con aria molto minacciosa ai ragazzi. I ragazzi schizzarono immediatamente come fulmini sull’Espresso, andando in cerca di uno scompartimento vuoto. Ne trovarono uno sull’ultimo vagone del treno e si sbrigarono a sistemare i bauli. Si sedettero ansanti: c’era molto caldo lì dentro.

«Frigora tolerare!» esclamò Hermione, disegnando dei cerchi in aria che subito divenne molto più fresca. Ron l’applaudì.

«Wow! Un Incantesimo Cambiatempo! Sono difficilissimi!» esclamò ammirato il rosso.

«Oh, beh… Questo è un ambiente molto ristretto…» bofonchiò lei, arrossendo a quei complimenti.

«Toglimi una curiosità, Harry… Ma i piccioni tubano così tanto?» scherzò Draco, spedendo Ron ed Hermione nell’imbarazzo più assoluto.

«Ma bravo…» commentò gelida una voce femminile, che il biondo riconobbe all’istante. Non doveva voltarsi per capire che si trattava di Pansy Parkinson, una fra le più disgustose ospiti della Casa di Serpeverde. Non che fosse brutta, anzi… Era solo perfida.

«Se ti dà fastidio, potevi evitare di venire fin qua ad ascoltare.» rispose altezzoso ed altrettanto freddo, squadrandola da capo a piedi.

«Guardati… Sembri un sudicio Babbano.» lo insultò apertamente, come se non fosse mai stato il suo ragazzo.

«Sai come si dice, no? De gustibus non est disputandum. Visto che sei così brava a latino saprai sicuramente cosa significa!» intervenne sagace Hermione, con aria di sfida.

«Benissimo…! – sibilò la Serpeverde quasi con intenti omicidi. – Ma ricorda: sei stato un Malfoy per quindici anni, non puoi cambiare così!» esclamò furibonda. Draco tirò fuori la bacchetta, quasi accarezzandola e bloccò la compagna con i suo occhi azzurri, freddi e minacciosi. Era decisamente inquietante. Era Malfoy.

«Pansy, tu sai bene che io non sono buono come mio fratello, tanto meno quando perdo le staffe. Dovresti saperlo molto bene. – sottolineò duro. - E sta tranquilla che sono già al limite dalla sopportazione…» fu la sua minaccia, guardandola dritta negli occhi. Non poteva non fare paura e lei sbiancò come un lenzuolo. Passò solo un attimo e poi scappò via, senza replicare. Sicuramente quello era un atteggiamento che gli riusciva fin troppo bene, retaggio di tutti quegli anni da Malfoy. Lui guardò triste la sua bacchetta.

«Io… Non vi ho detto una cosa… Ecco… So usare la Crociatus.» ammise con un filo di voce, tenendo gli occhi bassi. Fu una rivelazione scioccante per Ron, forse un po’ meno per Hermione. Harry, al contrario, se l’aspettava.

«Non la useresti mai. La sai usare perché Lucius Malfoy te l’ha inflitta un sacco di volte… Sai bene cosa si prova e ne hai paura. In ogni caso, non ho mai provato… Però penso che ne sarei capace anch’io.» ammise Harry, attirando lo sguardo allibito del suo gemello.

Durante il monotono viaggio del treno, la cicatrice di Harry iniziò e delle grosse nubi riempirono il cielo. Non promettevano niente di nuovo. Draco si allarmò ed il moro fu più occupato a rassicurarlo che a preoccuparsi di cosa stesse accadendo.

Improvvisamente i fulmini iniziarono a solcare il cielo con violenza ed i tuoni sconquassarono il silenzio della campagna. Si ritrovarono di colpo esattamente sotto il temporale, perché le saette cadevano vicinissime all’Espresso che iniziò a tremare pericolosamente. Alcuni vetri iniziarono a scoppiare ed i più piccoli gridarono di paura.

«Stiamo calmi!» ordinò una voce in lontananza, che sembrava avvicinarsi di corsa nel corridoio. L’attimo dopo un fulmine cadde con così tanta forza e così vicino che gli ultimi vagone deragliarono dai binari. I bauli caddero e qualcuno venne colpito. Harry cadde all’indietro, sbattendo la testa e Ron gli rotolò addosso. Draco tentò d’aggrapparsi ai sedili, ma una pesante borsa gli cadde dolorosamente sulle mani e perse la presa, andando così a finire sopra gli altri due. Hermione, invece, riuscì a rimanere su sedili e gridò spaventata quando il suo baule rischiò di schiacciarla. Quell’urlò andò ad aggiungersi a tutti quegli altri. Si sentirono distintamente le porte di un vagone aprirsi e qualcuno balzare giù.

«Non uscite!» urlò di nuovo la voce da fuori ed Hermione riconobbe Pik. Nonostante la pessima condizione i tre ragazzi riuscirono a scorgere il Tassorosso che lanciava potenti Fatture Lievitanti sul treno, cercando di rimetterlo a posto. La situazione, però, era troppo strana: fuori sembrava che il sole fosse sparito, eppure non era nemmeno tramontato quando le nuvole lo avevano coperto e la pioggia cadeva con troppa violenza. Le nubi oscuravano il cielo e la pioggia ingoiava tutto il resto.

«Dobbiamo andare ad aiutarlo!» esclamò Harry, districandosi in quella matassa di gambe e braccia. Si arrampicò fino alla porta dello scompartimento, fece esplodere un vetro e balzò fuori, andando ad aiutare il Tassorosso che stava riportando sui binari l’ultima carrozza. Fu in quel momento che il moro percepì il dolore della cicatrice farsi più intenso e pulsante.

Si bloccò improvvisamente a pochi metri da Pik, cercando di capire dove lo stregone si trovasse.

«Attenti!» urlò disperata Hermione ai due, che non ebbero il tempo di capire: un fulmine calò violento sulla bacchetta di Pik. La luce abbagliò un attimo gli spettatori, ma il grido di dolore dell’italiano fu più agghiacciante di tutto il resto.

Per harry fu come se fosse stato colpito da qualcosa di pesanti in testa. Cadde a terra, con gli occhi pieni di una luce bianca. Si rialzò a tentoni dolorante e confuso, mentre la cicatrice non gli dava tregua. Provo a fare un paio di passi, ma inciampò nel corpo dell’amico che mugugnò, muovendosi a scatti. Si sentì attraversare da una forte scosse elettrica..

«Harry! Pik!» esclamarono gli altri tre, raggiungendoli spaventati.

«Portiamoli subito dentro!» esclamò agitato Ron, piegandosi su di loro. Draco si caricò sulla schiena suo fratello, mentre Ron ed Hermione sollevavano Pik e lo trascinavano all’interno dell’Espresso.

«A… Aspettate… Sta… Hermione..! Dì… “Hac transire vetitum est”… – balbettò dolorante il Tassorosso, con poca forza. Lei annuì, ma prima lo portarono al riparo. – Svelta!» aggiunse agitatissimo.

«Hac transire vetitum est!» esclamò la ragazza, gesticolando nervosamente con la bacchetta. Di colpo tutte le porte del treno si chiusero di scatto, ogni vetro fu riparato accuratamente e fuori potevano vedere una sottile rete azzurra di magia.

«Che diavolo è?» chiese cauto Ron, osservando prima Hermione e poi l’incantesimo. Doveva essere qualcosa di molto particolare.

«Vetitum… Significa “vietato” o qualcosa del genere. Deve essere un Incanto di Divieto, credo.» spiegò Draco, riflettendo ad alta voce. Hermione confermò, anche se non li avevano ancora studiati. Un rumore di passi concitati li raggiunse.

«Colin! Neville! Correte dal macchinista, dobbiamo arrivare ad Hogwarts!» ordinò Ron ai due che stavano correndo verso di loro.

«Oh, santo cielo! Mettiamolo disteso! Vediamo se posso fare qualcosa…» balbettò la donna del carrello dei dolci, giungendo in loro soccorso.

Arrivarono alla stazione di Hogsmeade in grande ritardo, ed Hagrid era lì che li aspettava. Hermione spezzò l’incantesimo e scese veloce.

«Hermione! Che ci succede? Siete in ritardo!» domandò preoccupato il Mezzogigante e lei in fretta e furia gli raccontò cos’era successo, mentre i ragazzi riempivano di corsa la pensilina, pronti a raggiungere la sicurezza del castello. Hagrid rimase scioccato da ciò che era successo.

«Prefetti! Riunite le vostre Case! Primo anno con me!» urlò con voce possente il professore, sovrastando il temporale. Si allontanò con i ragazzi più piccoli, mentre i Prefetti radunavano gli studenti. Draco non venne chiamato dal responsabile di Serpeverde, ma non gl’importò molto. I Tassorosso misero Pik al sicuro dalla pioggia, circondandolo e pronti a stargli accanto.

«Penso che sia solo una cecità momentanea…» aveva detto Margaret, la strega con il carrello dei dolci, che era scesa e stava distribuendo delle Cioccorane giusto per calmare i ragazzi. Passarono interminabile minuti, durante i quali Hermione s’accorse che molti ragazzi erano stati feriti. Un fulmine solcò il cielo e cadde poco fuori da Hogsmeade. Il rumore di passi frettolosi annunciò loro che erano arrivati a soccorrerli.

«Oh, poveri ragazzi! Minerva, portiamoli subito all’infermeria del castello!» disse pratica Madama Chips, arrivando di corsa.

«Ma cos’è successo?!» balbettò la McGranitt, anche se non sprecò tempo a farsi raccontare tutta la storia da Hermione.


NOTE:

Eh, non inizia per nulla bene questo anno ad Hogwarts vero? Bauahuha!

Eh, Summer84 vedrai che succede ;)

  
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